Mariotto Segni
Mariotto Segni detto Mario (Sassari, 16 maggio 1939) è un politico sfigato italiano. Attualmente è unico professore ordinario assenteista nella cattedra di Diritto della sfiga dell'Università degli Studi di Sassari.
Biografia
Carriera accademica
Dopo la laurea in giurisprudenza a Sassari, si trasferì a Padova dove per dieci anni fu docente universitario. Fu costretto ad allontanarsi dall'università dopo che alcuni suoi laureandi perirono in circostanze particolarmente sfortunate. In particolare, si ricorda il caso di un ragazzo deceduto insieme a tutta la sua famiglia a causa di un'epidemia di ebola; testimoni riferirono che il giorno prima Mariotto aveva rivolto al giovane degli auguri particolarmente calorosi, raccomandandosi di estenderli anche ai familiari.
Primi passi in politica
Raccomandato dal padre Antonio Segni, già Presidente della Repubblica e personaggio politico coinvolto in un tentato golpe, fece carriera politica all'interno della Democrazia Cristiana, ma non se ne accorse. Fu rappresentante degli studenti all'asilo nido, parlamentare regionale, nazionale (la prima volta nel 1976) ed europeo. In una parola, fu.
L'abbandono della DC e la stagione referendaria
Il 23 marzo del 1993 abbandonò la DC, indebolita dall'inchiesta Mani Pulite, per promuovere un referendum che cambiasse la legge elettorale. Grazie all'appoggio di alcuni leader del centrosinistra, tra cui Achille Occhetto, la consultazione che si tenne il 18 aprile del '93 superò il quorum e si concluse con la vittoria del sì. In breve tempo Mariotto divenne uno dei leader politici più amati e apprezzati dall'elettorato eschimese in Cambogia; secondo alcuni suoi anziani zii avrebbe potuto facilmente candidarsi come Presidente del Consiglio dei Ministri del Ciad.
Il nuovo sistema elettorale
Il nuovo sistema elettorale (noto come Cagarellum) messo a punto da Mariotto insieme ai suoi colleghi pastori della Barbagia era un innovativo uninominale a turno unico. In ogni collegio gli elettori si trovavano a scegliere fra tre candidati: 1,2 e X. In seguito a un elaborato ambarabàciccìcoccò il Ministero delle Interiora selezionava il candidato 1 assegnandogli un seggio. I seggi restanti venivano assegnati su base proporzionale aleatoria (lancio ripetuto del dado finché tutte le sei facce non fossero comparse in proporzione identica a quella prevista dal lanciatore).
L'inizio della sfiga
Nel 1994 Mariotto fondò un nuovo movimento politico, il Patto Segni, da allora simbolo della sfiga in Italia e nel mondo. Eletto deputato alle elezioni politiche del 1994 ma solo con il recupero proporzionale (nonostante fosse il candidato 1 risulta clamorosamente sconfitto nel collegio uninominale di Sassari). Manifestò un'iniziale adesione al progetto dell'Ulivo di Romano Prodi, che lo allontanò con le mani strette sulle gonadi dopo che egli aveva ripetutamente affermato "Possiamo vincere". In occasione delle elezioni politiche del 1996 portò così il suo partito a federarsi in Rinnovamento Italiano la lista di Lamberto Dini alleata col centrosinistra ma con una caratterizzazione decisamente moscia. In seguito a moderate pressioni della segreteria del partito ("se ti candidi ti uccidiamo la famiglia"), preferì non presentarsi direttamente. Mariotto tornò allora all'insegnamento universitario nel 1996.
L' elefantino e il nuovo referendum
Rientrò sulla scena politica nel 1999, anno in cui propose un nuovo referendum al fine di abolire quella quota proporzionale che esisteva nel sistema elettorale: vinsero i sì, ma per 150.000 voti il quorum non fu raggiunto. Ci riprovò l'anno successivo, ma anche stavolta non si recò alle urne più del 50% degli aventi diritto, anche perché tutti quelli che avevano votato sì l'anno prima erano nel frattempo mancati in circostanze misteriose.
Alle elezioni europee del 1999 fuse quel che rimaneva del suo partito (cioè lui e l'unghia del suo alluce destro) con Alleanza Nazionale sotto il simbolo dell'elefantino, ma il pessimo risultato conseguito in quelle consultazioni (10% delle preferenze in casa sua, 0,000000001% in Italia) portò alla successiva (e definitiva) divisione tra AN e il "Patto" al grido di "Mai più con quel menagramo!". Mariotto riuscì a pararsi il culo essendo comunque eletto come parlamentare europeo, e nel Parlamento di Strasburgo si occupò soprattutto degli affari intestinali e dei rapporti tra l'Unione Europea e il Burkina Faso.
Fuori dai poli, ma la sfiga continua
Tenace sostenitore dell'importanza dei bugiardini dei farmaci nel diritto costituzionale italiano, Mariotto ha sempre avversato il Berlusconismo, ma, fedele alla sua estrazione di impenitente sfigato, non volle passare con l'Ulivo. In vista delle elezioni europee del 2004, con un trucco attirò nel suo movimento anche l'ex presidente del Senato Carlo Scoglionamiglio, ma ciò non bastò a evitargli un'ulteriore randellata sui coglioni da parte degli elettori.
Mariotto non si è candidato alle elezioni politiche del 2006. Sta comunque ancora lavorando per restituire agli italiani quel partitucolo un po' così, con l'espressione un po' così che abbiamo noi quando andiamo a Genova.
In occasione del referendum costituzionale del 2006 Mariotto si schiera per il NO, contro la riforma voluta dal centrodestra, cosa che spinge il comitato per il NO a rinchiuderlo in quarantena per evitare una altrimenti sicura sconfitta.
Nei primi mesi del 2007 diventa Coordinatore del Comitato promotore del Referendum elettorale guidato da Giovanni Puzzetta. Il 24 luglio dello stesso anno consegna in Cassazione oltre 800 mila firme per la presentazione del Referendum elettorale. Recenti studi medici hanno dimostrato un preoccupante aumento dei casi di cancro, diarrea e unghie incarnite tra gli 800 mila firmatari.