Giorgio Orsoni

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Giorgio Orsoni cerca di abituarsi ai vestiti a strisce verticali e alle manette.
« Non mi hanno dato la poltrona d'onore in prima fila durante la Messa! Sono proprio dei campagnoli! »
(Giorgio Orsoni sulla festa del Patrono di Mestre, 2013)
« Non mi hanno dato la poltrona d'onore al mio processo! Mi hanno sistemato dalla parte degli imputati! Sono proprio dei campagnoli! »
(Giorgio Orsoni sul processo Mose, 2015)

Giorgio Orsoni, avvocato, docente universitario di diritto amministrativo, politico. Ex sindaco di Venezia. Da quando è stato inquisito, tutti fingono di non conoscerlo. E non ha avuto neanche diritto al suo quarto d'ora di celebrità perché, anche quand'era sindaco, non se lo filava nessuno.


C'era una volta un Orso

Giorgio Orsoni sulla sua cattedra universitaria.

L'attività forense e la carriera universitaria

L'Orsetto Giorgio Orsoni è un grande avvocato, circa un metro e sessanta. Ha ereditato lo Studio Legale Benvenuti, che ha riportato al successo grazie alla sua essenziale specializzazione nel fare il “fermaporta”. È uno dei professori più preparati e più amati dell'Università di Venezia[citazione necessaria].

La fulminante carriera politica

Giorgio Orsoni, detto Orso Yoghi, ha iniziato la propria carriera politica, lavorando - si fa per dire - dal 2000 al 2005, come Assessore al Patrimonio dell'allora Sindaco di Venezia Paolo Costa, detto “Costa Crociere” perché, già allora, preparava il suo futuro come Presidente del Comitato Pro Grandi Navi del Porto di Venezia.

Non per nulla, grazie all'intervento di Giorgio Orsoni sul Patrimonio, il bilancio del Comune è stato risanato, tanto che negli anni successivi non ci sono più stati debiti[citazione necessaria], salvo che tali possano considerarsi 700 o 800 miseri milioncini di euro.

Nel 2010 è stato designato come delfino da Massimo Cacciari per assurgere al soglio di Sindaco di Venezia, con diritto al potere temporale. Dato che il centrodestra gli aveva candidato contro un nano da giardino, per di più antipatico e ministro della Funzione Pubblica, Giorgino Orsetto o Giorgetto Orsini è riuscito a farsi eleggere nuovo sindaco di Venezia.

È rimasto Sindaco fino al 2014, anche se nessuno si era mai accorto di lui fino a quando è stato arrestato. L'arresto è avvenuto il 4 giugno 2014, per uno spiacevole equivoco e per uno scambio di persona... o, per meglio dire, uno scambio di soldi tra persone.

Mentre scoppia lo scandalo Mose, il sito di Rai News 24 scrive di previsioni del tempo e di bufere: la solita censura da parte di un'informazione parziale e faziosa. Vergogna!

Orsoni fulminato dalla politica

La magistratura ha cominciato a indagare su un giro di tangenti e finanziamenti illeciti relativi al Mose, il sistema di dighe mobili realizzato per salvare Venezia dalle acque alte straordinarie (in media due all'anno).

Si considerano alte maree straordinarie quelle che, superando i 120 cm, sommergerebbero Renato Brunetta. In tali casi, il Mose entrerebbe in azione e le paratie dovrebbero impedire l'ingresso di ulteriore acqua in laguna.

Il fantastico sistema Mose è dotato di una tecnologia eccezionale, che costa solo millemila miliardi di euro e ha l'unico, trascurabile, difetto di non funzionare.

Nel corso delle indagini sul Mose, è risultato che, mentre tutti gli altri politici si fregavano quintalate di milioni, Giorgio Orsoni avrebbe chiesto, secondo l'accusa, a cui comunque noi non crediamo, poche centinaia di migliaia di euro per pagarsi la campagna elettorale e diventare sindaco. Già il fatto che un politico abbia speso soldi altrui per la campagna elettorale anziché per andare a transessuali dovrebbe far comprendere l'inconsistenza dell'accusa.

La sua difesa al processo

Tuttavia, nonostante la palese innocenza, i suoi avvocati, invece di giocarsi la carta del povero milionario perseguitato dalla magistratura, che funziona sempre, hanno elaborato una linea difensiva totalmente inefficace e lacunosa.

Dapprima hanno sostenuto che Giorgio Orsoni avrebbe chiesto sì del denaro al Consorzio Venezia Nuova, ma si sarebbe dimenticato di andarlo poi a ritirare. E, quindi, sarebbero stati alcuni compagni del PD a intascarselo. Il Partito Democratico non solo ha negato di essersi mai preso i finanziamenti, ma ha anche detto di non conoscere Giorgio Orsoni, suo candidato sindaco 4 anni prima.

A questo punto, Giorgio Orsoni ha dovuto fingere la semi-infermità mentale, sostenendo di essersi fidato del PD, mentre è ovvio che nessuna persona sana di mente si fiderebbe mai del PD. Anche le altre tesi difensive fanno acqua da tutte le parti, proprio come le paratie del Mose.

Giorgio Orsoni in compagnia di Giovanni Mazzacurati presso i cantieri del Mose, mentre pronuncia le celebri frasi: “Io il Mose non so neanche cosa sia! Mazzacurati chi?”.


« Non potevo sapere che i finanziamenti illeciti fossero illeciti, non sono mica un avvocato o un professore di diritto amministrativo... ops! »
(Giorgio Orsoni, processo Mose, 2015)


« Io il Mose non so neanche cosa sia! »
(Giorgio Orsoni, processo Mose, 2015)


« Mazzacurati chi? »
(Giorgio Orsoni, processo Mose, 2015)


In trepidante attesa dell'esito del processo, vogliamo rendere merito a questo piccolo grande Orso per la sua attività di Sindaco.

Elenco delle cose positive fatte da Giorgio Orsoni come sindaco:

Elenco delle persone che hanno apprezzato l'operato di Giorgio Orsoni come sindaco:

  • Luigi Brugnaro, perché le dimissioni di Orsoni e il commissariamento del Comune di Venezia hanno reso il centrosinistra tanto insopportabile agli elettori che Brugnaro è riuscito a diventare Sindaco di Venezia, nel 2015, nonostante la sua palese inettitudine.


Curiosità

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  • Orsoni appartiene alla famiglia dei mammiferi e all'ordine dei carnivori, ha pelliccia densa, coda corta, buon senso dell'olfatto e dell'udito, è in grado di alzarsi in piedi sugli arti posteriori.
  • Giorgio Orsoni si vantava di aver contribuito alla riforma Delrio, che gli attribuiva automaticamente anche il titolo di Sindaco Metropolitano senza elezioni, ma con le sue dimissioni per l'arresto è decaduto dalla carica di Sindaco di Venezia e, dopo il commissariamento, di questa legge ad personam ha goduto il suo successore Luigi Brugnaro.

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