Giorgio Bocca: differenze tra le versioni

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Versione delle 20:49, 30 mar 2011

« Che uomo, che coerenza! Ho imparato tutto da lui! »
(Daniele Capezzone su Giorgio Bocca)
« Solo gli stupidi non cambiano mai idea. »
(Giorgio Bocca a chi gli rinfaccia di cambiare un partito ogni venti minuti)
« Per me destra e sinistra si equivalgono: in stupidità. »
(Giorgio Bocca ammette di fatto di essere uno stupido)
« GIAGGIO Bocca. »
(Luca Giurato su Giorgio Bocca)

Giorgio Bocca è un giornalaio cuneese, venerato come santo dalla Chiesa Cattolica, dagli alieni comunisti e dai nostalgici del Ventennio.

Nato nel 1920, morto nel 1943 e risorto più forte che mai nel 1945, San Giorgio Bocca ha consacrato la sua vita alla causa dell'antisemitismo. Assieme ai confratelli Norberto Bobbio, Eugenio Scalfari e Indro Montanelli ha fondato l'Ordine dei fratelli di Giuda. La sua festa liturgica si svolge il 25 aprile.

Controversie

Giorgio Bocca col suo più grande idolo: Enzo Biagi. Nella foto non si vede ma gli sta facendo piedino e palpando le chiappe.

La sua illustre carriera come inventore di sudoku e scrittore di coccodrilli per la nota rivista Il metalmeccanico bollente è stata purtroppo funestata da numerose polemiche, le quali non sono comunque riuscite a intaccare il buon nome e il prestigio di cui Bocca gode nel settore del porno gay amatoriale.
Letterato precocissimo e da sempre appassionato di sport, Bocca è stato autore all'età di sei anni di alcuni articoli in cui incitava la gioventù fascista a testare la resistenza delle proprie mazze da baseball sulle teste dei cittadini ebrei.
Più volte accusato di essere uno dei firmatari del Manifesto della razza, Bocca si è sempre difeso asserendo che okay, sì, su quel documento compare il nome di un certo Giorgio Bocca, ma a parte la firma identica, la stessa data di nascita e lo stesso indirizzo di residenza non ci sono prove per pensare a qualcosa di più di un comune caso di omonimia.

I suoi libri hanno venduto milioni di copie e secondo recenti indagini di mercato sono perfetti per accendere la stufa e schiacciare le zanzare. Nelle sue opere Bocca si è impegnato con successo nella ricostruzione della propria verginità politica; di particolare interesse è il suo punto di vista sul Meridione, abitato secondo il nostro da "bestie di dubbia intelligenza che ancora sottostanno a obsolete tradizioni quali baratto, infibulazione e coprofagia".

Bocca e la Resistenza

Un Giorgio Bocca fremente di spirito di emulazione cerca a suo modo di mimetizzarsi nel gruppetto dei suoi nuovi amici partigiani. Se non lo riconoscete è il primo da destra.

Giorgio Bocca non ha mai fatto chiarezza sul suo passato, e ciò induce a ipotizzare che si porti dietro una storia fatta di maltrattamenti familiari e saltuarie prestazioni come gigolò nell'hinterland cuneese.
Sono in molti a voler sapere come si comportò Bocca dopo l'armistizio italiano nella seconda guerra mondiale, ma la penuria di informazioni ha dato adito solo a congetture ed elucubrazioni. Le ipotesi più gettonate a Paperissima sono:

  • Bocca collaborazionista: durante il conflitto Bocca divenne ricco vendendo perizomi leopardati ai tedeschi. Con il nuovo patrimonio si comprò una laurea in lettere, una macchina da scrivere, un frigo a legna e si siliconò le labbra sette volte;
  • Bocca imboscato: Bocca ottenne l'infermità mentale e fu esentato dal servizio militare perché alle visite mediche si buttò a terra sbavando. Fino alla fine della guerra restò nascosto in montagna, travestito da vaso di gerani;
  • Bocca missionario: Bocca si arruolò nel corpo nelle crocerossine per adescare tanti bei maschioni. Dovette perciò prestare servizio medico al fronte, dove venne ferito da una scheggia di granata che gli spezzò un'unghia appena laccata;
  • Bocca partigiano: è l'ipotesi più accreditata, ma anche più assurda. Nel 1943 lo scrittore capì con raccapriccio che tutte le donne italiane simpatizzavano per i partigiani e che per i fascisti non c'era più gnocca disponibile manco a pagarla (a pagarla forse sì, ma i fascisti son tirchi).
    Bocca strappò il santino di Mussolini che custodiva gelosamente nell'ano e aderì alla lotta partigiana. Si distinse in numerosi scontri a fuoco nella zona di Bergamo sul Reno: mentre i suoi compagni sparavano lui se ne stava al riparo e fare BANG! BANG! a voce.

Il rapporto con Berlusconi

« Modestamente la tecnica della smentita fulminante gliel'ho insegnata io! »
(Giorgio Bocca parlando dello psiconano)

Giorgio Bocca fa parte di quei 59.999.999 italiani che affogherebbero volentieri Silvio Berlusconi in una tinozza di acido muriatico.
In realtà fra lo scrittore e l'Omino Silvio all'inizio le cose andavano alla grande, tanto che quando il nano di Arcore era solo un miliardario con manie di onnipotenza e non già un presidente del Consiglio con manie di onnipotenza affidò a Bocca la conduzione di alcuni programmi giornalistici sulle reti Fininvest: Prima Pagina, Drive In e Ziggie il Drago.
Poi però Bocca ha fatto una mossa che nessuno si aspettava da lui e ha cambiato idea[citazione necessaria] su Berlusconi. Non solo, ha pure iniziato a criticare quello che fino a poco prima era il suo padrone, il suo dio e la sua ragione di vita, arrivando a denunciare tramite stampa le peggiori nefandezze del Silvione nazionale: la sua orribile bandana, i suoi tacchi rialzati e perfino i suoi capelli bitumati.

Aneddoti su Giorgio Bocca

Fabrizio De Andrè si ispirò a lui per comporre Bocca di Rosa, canzone su una puttana che si concede a tutti.
  • Al momento è di sinistra, ma per sicurezza tiene la divisa da gerarca fascista sempre pulita e stirata;
  • Come suggerisce il nome, Bocca caga per via orale: per questo quel che dice pare spesso una stronzata;
  • È solito sottoporsi a scrupolosi bidet usando l'acqua del Po e asciugandosi con una copia dei Protocolli dei Savi di Sion;
  • Fa spesso sogni bagnati su Giorgio Almirante;
  • È in grado di intonare Faccetta Nera a suon di scoregge ascellari;
  • Non di rado si chiude in bagno e limona per una buona mezz'ora con una foto autografa di Enrico Mattei;
  • Se gli si va di soppiatto alle spalle e gli si urla di colpo nelle orecchie: "CAMERATA, ALL'ERTA!" scatta in piedi battendo i tacchi;
  • Ha un modo particolare di salutare, alza infatti la mano sinistra a pugno chiuso e il braccio destro a mò di saluto romano;
  • In un momento di debolezza ha fondato la sede della Lega Nord di Cuneo. Pensare alla blasfemia commessa gli provoca ancor oggi strazianti sensi di colpa che tenta di annegare con sbronze a base di acquaragia;
  • Ha accusato Gianpaolo Pansa di essere un lecchino della destra;
  • Quando vede una persona con il nasone dimentica di colpo la sua condizione fisica di larva in stato avanzato di decomposizione ed è preso dall'irrefrenabile impulso di picchiarla a sangue al grido di "Vade retro, sporco giudaico assassino di Cristo!";
  • È talmente critico e straccia-coglioni che persino Aldo Grasso non ha retto a una discussione con lui e se ne è andato dopo averlo percosso con un portaombrelli;
  • Crede che la globalizzazione sia lo sporco che si forma tra le dita dei piedi quando si suda, perciò la odia.