Mario Rigoni Stern: differenze tra le versioni

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=== Mario va a fare un picnic nella campagna di Russia ===
=== Mario va a fare un picnic nella campagna di Russia ===


Nel frattempo la Seconda Guerra Mondiale è alle porte e Mario, che è venuto su leggendo i romanzi cavallereschi, si arruola nel corpo degli [[Alpini]] pensando di avere così la possibilità di compiere eroiche imprese.<br />In realtà la guerra è un'altra cosa: sballottato sui fronti di tutta Europa, Mario comprende che gli eroi non esistono e che la guerra è solo una carneficina senza senso. Inoltre, scopre a sue spese che prima di mangiare le gallette è consigliabile scartarle dalla confezione.<br />Nel [[1943]] viene spedito a combattere in [[Russia]], e in quella gelida terra si trova a contatto con situazioni drammatiche: viveri e vestiario insufficienti, disgustose pulci ovunque, diarreee e congelamenti all'ordine del giorno.<br />Mario si trova così bene che quasi non gli sembra vero. "''Mi pareva di stare a casa, ad Asiago!''"- dirà anni dopo a proposito dell'esperienza. La guerra in Russia non è però tutta rose e fiori <ref>E grazie al cazzo!</ref>, infatti Mario viene catturato dai russi e internato in un [[lager]], e qui è costretto a fabbricare palloni di cuoio per due anni. Nel [[1945]] riesce a fuggire salendo alla chetichella su un camion e nascondendosi dentro un sacco di mangime. Il camion, diretto in [[Ucraina]], compie numerose soste e durante una di queste Mario ne approfitta per scendere e per fare ritorno in [[Italia]] a forza di autostop.<br />Tornato in patria, Rigoni Stern viene insignito della '''Medaglia d'argento al valore militare''' con la seguente motivazione:
Nel frattempo la Seconda Guerra Mondiale è alle porte e Mario, che è venuto su leggendo i [[Ariosto|romanzi cavallereschi]], si arruola nel corpo degli [[Alpini]] pensando di avere così la possibilità di compiere eroiche imprese.<br />In realtà la guerra è un'altra cosa: sballottato sui fronti di tutta Europa, Mario comprende che gli eroi non esistono e che la guerra è solo una carneficina senza senso. Inoltre, scopre a sue spese che prima di mangiare le gallette è consigliabile scartarle dalla confezione.<br />Nel [[1943]] viene spedito a combattere in [[Russia]], e in quella gelida terra si trova a contatto con situazioni drammatiche: viveri e vestiario insufficienti, disgustose pulci ovunque, diarreee e congelamenti all'ordine del giorno.<br />Mario si trova così bene che quasi non gli sembra vero. "''Mi pareva di stare a casa, ad Asiago!''"- dirà anni dopo a proposito dell'esperienza. La guerra in Russia non è però tutta rose e fiori <ref>E grazie al cazzo!</ref>, infatti Mario viene catturato dai russi e internato in un [[Campo di concentramento|lager]], e qui è costretto a fabbricare palloni di cuoio per due anni. Nel [[1945]] fugge salendo alla chetichella su un camion e nascondendosi dentro un sacco di mangime. Giunto in [[Ucraina]], a forza di autostop e di lavoretti saltuari come garzone nei [[fast-food]] riesce a fare ritorno in [[Italia]] .<br />Tornato in patria, Rigoni Stern viene insignito della '''Medaglia d'argento al valore militare''' con la seguente motivazione:


{{quote|Rigoni Mario da Asiago (VI) – Classe 1921 – Sergente 6° Alpini Btg. “VESTONE”<br />Sottufficiale volontario di alti sentimenti e bassa levatura sociale, incurante del pericolo e dell'igiene intima, durante le operazioni di sganciamento da una trincea ormai indifendibile assumeva il comando di un plotone di fucilieri, caricandosi sulle spalle e portando in salvo due mortai d'assalto, un ufficiale assiderato, cinque soldati semplici e un mulo da soma.<br />Giunto arditamente sulla quota assegnata, e accortosi di aver lasciato in mano nemica un gallone di grappa, con grande rischio della propria vita e profusione di sonore bestemmie si lanciava a riconquistare il prezioso manufatto.<br />Fulgido esempio di eroico ardimento, folle ostinazione e sex-appeal montanaro.|}}
{{quote|Rigoni Mario da Asiago (VI) – Classe 1921 – Sergente 6° Alpini Btg. “VESTONE”<br />Sottufficiale volontario di alti sentimenti e bassa levatura sociale, incurante del pericolo e dell'igiene intima, durante le operazioni di sganciamento da una trincea ormai indifendibile assumeva il comando di un plotone di fucilieri, caricandosi sulle spalle e portando in salvo due mortai d'assalto, un ufficiale assiderato, cinque soldati semplici e un mulo da soma.<br />Giunto arditamente sulla quota assegnata, e accortosi di aver lasciato in mano nemica un gallone di grappa, con grande rischio della propria vita e profusione di sonore bestemmie si lanciava a riconquistare il prezioso manufatto.<br />Fulgido esempio di eroico ardimento, folle ostinazione e sex-appeal montanaro.|}}

Versione delle 17:00, 23 dic 2008

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Mario Rigoni Stern mentre indica a degli esterefatti turisti un autentico stronzo di mucca asiaghese.
« Spegni l'auto e vai a camminare. Alzati quando è ancora buio, sali in montagna e gustati l'irripetibile scena di veder nascere il sole, il meraglioso trionfo della natura. Scopri il paesaggio che ti circonda, ascolta il cinguettare degli uccelli.
Solo così potrai dire di avere vissuto veramente. »
(Mario Rigoni Stern a un passante che gli aveva semplicemente chiesto l'ora)
« Il momento culminante della mia vita non è stato quando ho vinto premi letterari, o ho scritto libri, ma quando la notte dal 15 al 16 sono partito da qui sul Don con 70 alpini e ho camminato verso occidente per arrivare a casa, e sono riuscito a sganciarmi dal mio caposaldo senza perdere un uomo, e riuscire a partire dalla prima linea organizzando lo sganciamento, quello è stato il capolavoro della mia vita...  »
(Mario Rigoni Stern su deliri di onnipotenza dovuti alla demenza senile)
« Dico solo che la nostra maniera di vivere è sbagliata, che il mondo che stiamo vivendo è fatto per consumare e che il consumo consuma anche la natura. Consumando la natura, noi consumiamo l'uomo: consumiamo l'umanità. »
(Mario Rigoni Stern su cagate che si dicono dopo un litro di vin brulè)

Mario Rigoni Stern (Asiago 1921 - Bosco degli urugalli 2008) è stato un testardo montanaro e un convinto oppositore di recenti diavolerie tecnologiche quali l’automobile, la televisione e la biancheria intima [1].
Egli deve la sua popolarità alla prolifica attività letteraria, che gli ha permesso di scrivere un libro ogni venticinque anni, e al suo invidiabile sangue freddo che lo avrebbe portato, secondo il suo dire, a compiere durante la guerra mirabolanti imprese come portare in salvo un battaglione di alpini nel bel mezzo di una bufera di neve o abbattere a colpi di sputi l'imprendibile Barone Rosso.
Mario Rigoni Stern, ribattezzato affettuosamente Vecchio che scassa i maroni con le sue storie di centotrenta anni fa dall'accogliente comunità locale (sempre lieta di ascoltare le sue lamentele su come si stava meglio quando si stava peggio), è stato inoltre l'unico un fiero sostenitore dell'antico dialetto cimbro, basato sull'inserimento di una bestemmia ogni tre parole.

Biografia

Il Marione nazionale festeggia il suo ottantantesimo compleanno con un buon bicchiere di spumante.
A giudicare dal sorriso tremolante, dal volto rubizzo e dalla palpebra sonnacchiosa non dev'essere il primo...

La nascita e l'infanzia ad Asiago, la città del formaggio e delle bombe inesplose

Mario va a fare un picnic nella campagna di Russia

Nel frattempo la Seconda Guerra Mondiale è alle porte e Mario, che è venuto su leggendo i romanzi cavallereschi, si arruola nel corpo degli Alpini pensando di avere così la possibilità di compiere eroiche imprese.
In realtà la guerra è un'altra cosa: sballottato sui fronti di tutta Europa, Mario comprende che gli eroi non esistono e che la guerra è solo una carneficina senza senso. Inoltre, scopre a sue spese che prima di mangiare le gallette è consigliabile scartarle dalla confezione.
Nel 1943 viene spedito a combattere in Russia, e in quella gelida terra si trova a contatto con situazioni drammatiche: viveri e vestiario insufficienti, disgustose pulci ovunque, diarreee e congelamenti all'ordine del giorno.
Mario si trova così bene che quasi non gli sembra vero. "Mi pareva di stare a casa, ad Asiago!"- dirà anni dopo a proposito dell'esperienza. La guerra in Russia non è però tutta rose e fiori [2], infatti Mario viene catturato dai russi e internato in un lager, e qui è costretto a fabbricare palloni di cuoio per due anni. Nel 1945 fugge salendo alla chetichella su un camion e nascondendosi dentro un sacco di mangime. Giunto in Ucraina, a forza di autostop e di lavoretti saltuari come garzone nei fast-food riesce a fare ritorno in Italia .
Tornato in patria, Rigoni Stern viene insignito della Medaglia d'argento al valore militare con la seguente motivazione:

« Rigoni Mario da Asiago (VI) – Classe 1921 – Sergente 6° Alpini Btg. “VESTONE”
Sottufficiale volontario di alti sentimenti e bassa levatura sociale, incurante del pericolo e dell'igiene intima, durante le operazioni di sganciamento da una trincea ormai indifendibile assumeva il comando di un plotone di fucilieri, caricandosi sulle spalle e portando in salvo due mortai d'assalto, un ufficiale assiderato, cinque soldati semplici e un mulo da soma.
Giunto arditamente sulla quota assegnata, e accortosi di aver lasciato in mano nemica un gallone di grappa, con grande rischio della propria vita e profusione di sonore bestemmie si lanciava a riconquistare il prezioso manufatto.
Fulgido esempio di eroico ardimento, folle ostinazione e sex-appeal montanaro. »

Lo svacco da dipendente statale e l'esordio come scrittore: due attività forse collegate fra loro

Gli ultimi anni

Opere

"Questo bastone è mio! MIO, capito? Guai a chi lo tocca!!!"
Eh sì, la generosità dei montanari è proverbiale...

L'opera narrativa di Mario Rigoni Stern è caratterizzata da un'acuta forma di monomania dall'estrema varietà di temi e argomenti trattati.
Nei suoi libri infatti il barbuto scrittore parla di montagna, natura e guerra, ma anche di montagna, animali, natura, tradizioni, montagna, animali, guerra, tradizioni e addirittura di montagna. Le sue opere più celebri sono:

  • Il sergente nella neve
  • Il bosco degli urogalli
  • Andata sul Don
  • Dizionario cimbro, ovvero come bestemmiare la Madonna nella lingua dei nostri nonni
  • Ritorno sul Don
  • Ri-andata sul Don
  • 1001 modi per fare la polenta montanara
  • Storia di Tönle
  • Uomini, boschi e api
  • Uomini, boschi e capre
  • Il libro degli animali
  • Ri-ritorno sul Don
  • Uomini, boschi e stanbecchi
  • Le stagioni di Aldo, Giovanni e Giacomo
  • Uomini, funghi e formaggio
  • Chi ha finito la bottiglia di crinto? Confessioni di un beone
  • Racconti di guerra
  • Racconti di montagna
  • I 37 inverni più freddi della mia vita
  • Racconti sugli stanbecchi

Curiosità

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  • Nel 1998 l'Università di Padova gli ha conferito la laurea honoris causa in scienze della comunicazione agro-boara.
  • Quella che gli adornava le guance non era barba, bensì muschio che Mario Rigoni Stern coltivava con passione.
  • Durante la guerra ha ricevuto un encomio ufficiale per aver ucciso ben 24 soldati russi. Veramente gli ultimi tre li ha investiti accidentalmente guidando un cingolato, ma poi per fortuna si è scoperto che erano soldati russi.

Note

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  1. ^ Tanto che per tutta la durata della sua vita si è vestito esclusivamente con comodi mutandoni in lana di pecora cimbra
  2. ^ E grazie al cazzo!