Antoine de Saint-Exupéry

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Antoine de Saint-Exupéry e il suo figlio segreto, nato da una scappatella oltremanica.
« Ho sempre amato il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia, non si vede nulla, non si sente nulla. E tuttavia qualcosa risplende in silenzio... ... Ti pare ora di passarla?! »
(Antoine de Saint-Exupéry da Le Petit Prince, capitolo XXI - Il cannone.)
« Ognuno è responsabile di tutti.
Ognuno da solo è responsabile di tutti.
Ognuno è l'unico responsabile di tutti.
Tutti sono ognuno responsabili di unico e solo.
Solo è responsabile di Chewbecca e della principessa Leila. »
(Antoine de Saint-Exupéry (leggermente incartatosi) da Pilote de guerre.)

Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry, meglio conosciuto semplicemente come Antò (Lione, 29 giugno 1900In fondo al mar Tirreno, 31 luglio 1944), è stato uno scrittore e aviatore francese. È conosciuto nel mondo per essere stato l'autore del famoso romanzo Il piccolo principe, tradotto in duecentocinquanta lingue e una fracca[1] di dialetti, tra cui il comasco (per renderlo fruibile dalle popolazioni inuit dell'Alaska). Scrisse anche racconti sui primi voli aerei, tra i quali Volo di notte e Terra degli uomini, inseriti entrambi nella classifica internazionale "100 cose che vale la pena ignorare per un compenso sotto il milione di dollari". Scrittore molto riconosciuto, tanto che fu malmenato in diverse occasioni, vinse addirittura alcuni premi letterari durante la sua vita, da morto non sappiamo.
Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nell'aeronautica militare francese e morì in volo sul finire della guerra[sfiga eh?]. Sull'episodio non si fece mai chiarezza, nel 2004 venne localizzato quello che fu ritenuto il relitto del suo aereo, quando invece si resero conto che erano i resti del volo Itavia IH870, li ributtarono in mare e lasciarono la sua morte (anche quella[già...]) avvolta dal mistero.
Il 29 giugno 2000, nel centenario della nascita, gli è stato intitolato l'aeroporto di Lione, fino a quel momento chiamato in modo meno ridicolo.

Biografia

Antoine sognava sin da piccolo di volare.

Nato a Lione (lo ricorda una targa al n.8 di rue Saint-Exupéry in cui c'è scritto: "Qui abitava un tizio con lo stesso nome della strada") da una famiglia di nobili origini, terzo di cinque figli del visconte Jean de Saint-Exupéry e di Marie Boyer de Fonscolombe, coppia richiestissima durante gli eventi mondani per via dell'apprezzato "fruit magique", un gioco di prestigio che solevano fare in cui: lui si sedeva in terra con una mela sulla testa, lei gli passava sopra coprendolo per un attimo con l'ampia gonna e poi, tra la meraviglia degli astanti, quando si toglieva, la mela era sparita. Antoine rimane a quattro anni orfano di padre, con la madre e i suoi fratelli si trasferisce di corsa[citazione necessaria] a Le Mans, nel castello di Saint-Maurice-de-Rémens, ed inizia per loro un periodo di ristrettezze economiche, nella nuova dimora ci sono appena ventitré servitori. La sua infanzia è comunque serena. Frequenta il collegio gesuita di Notre-Dame-de-Sainte-Croix, dove i compagni lo soprannominano "Pique la lune" a causa della forma del suo naso. A questo punto, qualcuno ci dovrebbe spiegare cosa c'entra un difensore del Barcellona con la luna, così potremmo ridere di lui anche noi. Probabilmente è un modo di dire tipico della Provenza, quindi è divertente come quando ti muore il cane. In effetti, il suo naso ricordava molto lo spingardino del brigante Carmine Crocco, i comprensibili sberleffi rendevano Antoine aggressivo con i compagni, che tendevano ad isolarlo, forargli le gomme della bicicletta e rubargli la merenda.

La passione per il volo

A dodici anni sale per la prima volta su un aereo. Il velivolo appartiene a Gabriel Wroblewski-Salvez, un nobilastro dedito ad attività a basso impatto sociale col senso della responsabilità di un fumatore d'oppio. Lo stravagante individuo, a quota 3000, gli affida la cloche e si mette a pisciare dal portellone aperto, un improvviso vuoto d'aria consente ad Antoine di affinare le sue acerbe doti di pilota e, subito dopo, provare liberamente la delicata manovra di atterraggio. Si salva per miracolo, ma l'aereo è spacciato. L'episodio gli costa una diffida dal giudice ad avvicinarsi a cose che volano per dieci anni, piccioni compresi. Tenta di entrare alla Scuola navale ma viene respinto, all'esame di ingresso viene bocciato per aver confuso il nodo mezzo Windsor con quello gassa d'amante. Il suo sogno è però quello di volare e, nel 1921, si arruola nel II reggimento di aviazione di Strasburgo. Per aggirare il divieto del magistrato, conservando però un certo charme noblesse, firma la domanda Alphonse Moët-Chandon. Il tenente istruttore Marcel Papillon lo guarda con sospetto, quel buffo omuncolo è probabilmente dedito all'alcol, lo terrà d'occhio. Ottenuto il brevetto da pilota (dopo la ventottesima cassa di spumante regalata) torna a Parigi e scrive il suo primo racconto: L'aviatore. Qualcuno si starà chiedendo perché proprio quel titolo, ma sarebbe stato sicuramente più strano se l'avesse intitolato Il palombaro.

Aéropostale

Antoine era un intrepido, ma tendeva ad esagerare.

Il 12 ottobre 1926 viene assunto dalla Compagnia Latécoère per trasportare la posta da Tolosa a Dakar. Ottiene subito gli elogi per una sua brillante idea, quella di mettere la posta destinata alle persone di colore in sacchi diversi, la cosa tornerà utile nel caso si metta male col carburante e vada alleggerito l'aereo. Dopo la parentesi africana, nel 1930 approda a Buenos Aires come direttore dell'aereo postale Argentina-Francia. Nella caotica metropoli incontra l'amore della sua vita, Consuelo Suncín-Sandoval Zeceña de Gómez, scrittrice, pittrice e artista salvadoregna, che sposerà nel 1931. Diverrà la sua musa ispiratrice, ma gli metterà più corna che in un cesto di lumache, tanto da scrivere nel 1939 il libro Idea fissa degli uomini (cambiato su "invito" della censura in Terra degli uomini). Nel 1932 brevetta la sua prima invenzione, un dispositivo per risparmiare carburante durante l'atterraggio degli aerei. Lo smorzéry può essere definito il classico uovo di Colombo, appena l'altimetro segna 100 metri spegne automaticamente il motore. Nel 1935 tenta il raid aereo Parigi-Saigon. L'avventura termina fragorosamente nel deserto libico, lo smorzéry si attiva a causa di una taratura sballata dell'altimetro e della concomitante presenza di una palma particolarmente alta nell'oasi di Thunak.

La guerra

Hugo Pratt omaggia l'eroico aviatore.

Il 3 settembre 1939, il capitano di complemento Saint-Exupéry si arruola nell'aeronautica militare di Francia, chiedendo il comando di una squadriglia di caccia, ma la sua età, le sue condizioni fisiche e soprattutto Marcel Papillon (oramai generale), glielo vietano. Viene accettato per la ricognizione aerea, le sue missioni consistono nello scoprire le postazioni della contraerea nemica, e quanti fori riesce a fare ad un aereo in un minuto di fuoco. Il 22 maggio 1940 effettua una missione su Arras, il suo velivolo torna alla base con 141 buchi nella fusoliera, per questo sarà citato per la croce di guerra e come uno dei più sculati aviatori della storia. Dopo un altro incidente ripara a New York e ne approfitta per scrivere il suo capolavoro, Il piccolo principe. Fino al 2011 il romanzo è stato il terzo libro più letto al mondo dopo Il Capitale e la Bibbia, l'anno seguente è stato scavalcato in classifica da Cinquanta sfumature di grigio di E.L. James e Matrimonio da favola di Enzo Miccio[da verificare]. In piena seconda guerra mondiale, quando gli alleati sbarcheranno in Africa del Nord, Antoine chiederà di essere arruolato nell'aviazione americana. La domanda che tutti si staranno facendo è:

« Sei ricco sfondato, per quale motivo vuoi rischiare la pelle? »
(Tutti.)

La risposta poteva venire solo dal paffuto francesino, a questo punto dovremmo rivolgerci ad una medium, o abbracciare la filosofia del Chissenefotte.

Il mistero della morte

La scultura che raffigura Antoine assieme a Jason di venerdì 13.
« Ho detto ieri al tenente Gavoille: "Ne riparleremo dopo la guerra". E il tenente Gavoille mi ha risposto: "Non pretenderà di essere ancora vivo dopo la guerra, capitano!" »
(Antoine de Saint-Exupéry da Pilota di guerra, capitolo XXL - Il menagramo.)

Tornato in Europa, gli viene affidata una serie di cinque missioni di ricognizione fra la Sardegna e la Corsica. Dall'ultima non torna più, forse precipitando nel Mar Tirreno, era il 31 luglio del 1944.
Secondo i complottisti, la sua morte fu invece una finzione orchestrata da reparti deviati della Legione straniera francese. Nella realtà, l'aviatore sarebbe rimasto nascosto in una località segreta vicino Bastia, per poi tornare a colpire (senza destare sospetti) per i biechi interessi della Francia.

  • 26 giugno 1959 - Disastro aereo di Olgiate Olona. L'incidente fu inizialmente imputato ad un fulmine, nella conversazione radio (molto disturbata) il pilota sembrava dire: "Và che lampi, se ci becca un fulmine è finita". Con l'analisi effettuata in tempi recenti, utilizzando filtri migliori, il pilota avrebbe detto invece: "Vacca ladra, un bastardo ci spara con un mitra".
  • 23 dicembre 1978 - Disastro di Punta Raisi. Il volo Alitalia 4128 si schianta in mare a poca distanza dall'aeroporto, pensando di essere già sulla pista. Si vocifera invece di un altro velivolo affiancatosi all'aereo dell'Alitalia, nel quale un paffuto vecchietto avrebbe fatto OK col pollice al pilota, per segnalargli che poteva atterrare.
  • 27 giugno 1980 - strage di Ustica. Secondo le registrazioni secretate dei radar, un aereo sarebbe comparso dal nulla e, dopo aver abbattuto due Mig libici, un paio di caccia americani e bombardato un capodoglio, avrebbe colpito l'aereo dell'Itavia.

In tutte le occasioni il pilota si allontanava al grido:

« Oui, je suis le petit Prince! Liberté, Égalité, Attent'ammé! »

Curiosità

La versione italiana e quella romanesca del suo capolavoro.
  • Il suo capolavoro vanta traduzioni in ogni dove. Sembra che sia stato stampato perfino in Chymakuit, un dialetto parlato in un villaggio di indigeni della foresta amazzonica con un lessico di centosettantadue parole. Per esprimere il concetto di aereo il Chymakuit mette insieme uomo, uccello, barca, alto, nuvola, veloce, metallo e rumore. Il libro in quella lingua pesa circa sei capibara.
  • Ne esiste anche una versione in romanesco, presentata nella biblioteca Pier Paolo Pasolini di Spinaceto (Roma) che si intitola Er Principetto, ma possiamo citare anche U principinu (versione sicula) e The Monster Prince (versione potenziata a trazione integrale).
  • Il fumettista Hugo Pratt ha dedicato una storia alla vicenda della morte dello scrittore, perdendo in questo modo preziose ore della sua vita che poteva impiegare per disegnare Corto Maltese.
  • Nel 1987 Francesco De Gregori pubblica un brano intitolato Pilota di guerra. Alla domanda se ciò fosse stato un omaggio ad Antoine de Saint-Exupéry, il cantautore ha esclamato: "Cazzo! Ecco come si chiamava!"
  • La conosciutissima frase "Si vede bene solo con il cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi" è utilizzata, come citazione d'apertura, da Daniel Goleman nel suo libro Intelligenza emotiva. A noi, emotivamente, ci viene di mandarlo intelligentemente a fanculo.

Note

  1. ^ numero molto elevato

Voci correlate

Roba dei Mangiarane

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