Rivoluzione francese

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« Che vuoi farci... sono ragazzi... »
(Luigi XVI di Francia su rivoluzionari)
« Che barba, che noia, che barba, che noia! Non succede mai niente! »
(Maria Antonietta la notte del 13 luglio 1789)
« Salute, scuola, lavoro, stipendio. Diritti di tutti! »
« Libertà! LIBERTÀ!!! »
(Robespierre in punto di morte, imitando magistralmente William Wallace)
Rivisitazione moderna del film, con commenti del regista e teste scene tagliate.

"Rivoluzione francese" è un film ambientato nel 1789 e diretto da Maximillien Robespierre. La pellicola ebbe molto successo nel diciannovesimo secolo, tanto che americani e inglesi non si trattennero dal produrre numerosi plagi.

La trama è molto intricata, la sceneggiatura sempre adrenalinica e le inquadrature sempre toccanti e significative. All'epoca vinse 3 Golden Globe, 6 Premi Oscar e 1 Ghigliottina d'oro.

Poiché l'ultima pizza al cloruro d'argento, in cui questo prezioso documento era conservato, fu mangiata da un gruppo di soldati affamati durante la seconda guerra mondiale, per la prima volta nella storia Nonciclopedia in collaborazione con l'Istituto Luce, si propone di ricostruirne la trama basandosi sugli appunti originali dei registi stessi.

Il clima politico e intellettuale: capitolo 1

Nell'omonimo musical di Brodway, il controproducente Luigi XIV è interpretato da una vacca da monta ben vestita.

Le principali ragioni che hanno portato a una rivoluzione sono queste:

  • l'apogeo della borghesia che svolgeva un ruolo fondamentale nell'economia dell'epoca.
  • un debito pubblico pari a quello del Burkina Faso, aumentato da leggi molto intelligenti, considerato che le classi privilegiate (nobiltà e clero) non erano obbligate a pagare e anzi potevano visitare le casse dello stato "come se fossero a casa propria" (cit. Luigi XIV).
  • la scarsità di cibo negli anni immediatamente precedenti la rivoluzione; non è che ci fosse proprio la fame, ma per le strade di Parigi la gente apparecchiava la tavola pure per mangiarsi le unghie.
  • l’intelligente scelta di aiutare gli americani nella guerra di indipendenza americana, un aiuto non richiesto e di cui gli americani non avevano bisogno. Famosa la frase del colonnello statunitense William Pickup nel 1795: "nonostante l’aiuto della Francia, abbiamo vinto."

Iniziamo ad elencare i fatidici antefatti a cui fatalmente seguirono i deliranti avvenimenti della "summer of love" 1789.

Il balordo Luis XIV, che, nonostante si occupasse più delle sue scarpine di seta che della gestione dello stato, non era completamente decerebrato, per liberarsi da quei ficcanaso dei nobili e dar sfogo alle sue manie di grandezza, affidò la gestione dello stato alla borghesia, arricchitasi fornendo prostitute e denaro ai nobili, che, da idioti quali erano, furono segregati in quel bordello fuoriporta di Versailles, in cui furono loro affidati impieghi impegnativi come svegliare il re o fargli il bidet. All'inizio, la nobiltà tardona fu molto contenta di questa rilassante situazione, ma quando, sotto Luis XV, si rese conto che in realtà la borghesia li stava superando sia nella stima dei regnanti che nel patrimonio, e quindi gliela stava mettendo nel "secondo altare di Venere" (cit. Sade, "le 120 giornate di Sodoma"), iniziò a digerire male la cosa e ad elaborare un machiavellico tiro che colpisse il re proprio al centro delle sue eleganti brache di seta.

Il regista ha voluto evidenziare con quest'introduzione quanto i nobili fossero asserviti al potere e quanto i borghesi fossero scaltri e fighi.

Giustappunto questi ultimi, ormai ricchissimi, si erano stufati di rifornire i festini tenuti da quegli insolventi beoti di Versailles, e, da bravi arrivisti che erano, iniziarono a desiderare un'alleanza con quei cialtroni dei nobili. L'alleanza non solo gli avrebbe fatto dimenticare i giorni passati a vendere limonata sulle fetide rive della Senna, ma avrebbe consentito di spazzare via quell'inetto del Re e, in qualche maniera, di appropriarsi dell'intera Francia per utilizzarla a proprio uso e consumo. In sintesi i borghesi alzarono la testa dal fango per iniziare a fare i porci comodi loro.

Come tutte le vere alleanze, anche questa si nascose all'ombra della teoria. Inizialmente, furono semplici borghesucci come Voltaire e Diderot ad avanzare proposte sessantottine di monarchia illuminata, ma la risposta non tardò ad arrivare anche dalla fazione nobiliare, in seno alla quale si distinse Marquis de Sade, dissoluto pendaglio da forca, che propugnava la creazione di una repubblica-bordello in cui vigesse come prima regola la condivisione della propria donna. Quest'ultimo personaggio apparteneva all'organizzazione segreta S.O.D.O.M.A.R.I (Segretissima Organizzazione Dispensatrice di Morte Ai Re Inetti), guidata da protettori di donnine allegre e nobili gottosi, fra i quali Maurice de L'isle de l'Ane, Il principe du Futre, Lapo Elkann, etc.

Prove generali per la rivoluzione. Marat, a capo del corteo, si ribella al Mulino Bianco, che genera malcontento nei lavoratori.

In alcune scene del film si lascia intendere che il comitato SODOMARI fosse solo una cricca di molestatori sessuali atta ad abusare di Marie Antoinette.

Inserto: il re nella società del '700 (prefazione di Nanni Moretti, grattatevi le palle)

« Nel film "rivoluzione francese" il re non rappresenta solo un re, ma un Re! L'attore di conseguenza non è il "rappresentante" di un ruolo, ma si fa portavoce di un comportamento intrinseco alla società dell'epoca che si manifesta tramite la capacità espressiva dell'interprete che si immedesima nel Re quanto meglio possa fare e in modo non superficiale ma relativamente impegnato in base alla caratterizzazione dinamica del personaggio, inteso come "ruolo" e non come "figura metateatrale", nel susseguirsi delle diverse vicende contigue e 'sti grancazzi. »
(Nanni Moretti)

Fare il Re era un mestiere molto ambito, assieme a quello di calciatore di serie A. Il re guadagnava cifre enormi, stratosferiche tutte esentasse insomma il re aveva entrate paragonabili oggi a quelle di un idraulico.

Al Re era concesso tutto, persino pretendere la maiuscola anche se non c'entrava una ceppa. Facendo esempi verosimili riguardo le concessioni fatte al re, annoveriamo i seguenti privilegi:
Dura la vita da aristocratico: tutto il giorno di corsa, a pranzo un panino al volo... E ora? Non ci vedo più dalla fame!
  • poteva vestirsi con abbinamenti orrendi, nessuno glielo avrebbe mai fatto notare
  • poteva non lavarsi i denti per mesi, nessuno gli avrebbe mai rinfacciato il suo fiato al metanolo
  • poteva dire qualunque cazzata nessuno lo avrebbe mai contraddetto
  • poteva giocare a qualunque gioco senza saperne le regole, lo avrebbero fatto vincere comunque
  • poteva mettere ai ceppi qualche stronzo impenitente se non lo lasciava vincere
  • poteva fare la guerra a qualcuno che gli era antipatico
  • poteva allontanare un commensale noioso e farlo giustiziare per intrattenere gli ospiti
  • poteva muoversi di una sola casella in tutte le direzioni
  • poteva girare in moto senza casco
  • poteva scoreggiare in ascensore e dare sempre la colpa ad un altro, anche quando era solo
  • poteva dire le famose frasi: “guardie, arrestatelo!” e “Che sia giustiziato all’alba”, frasi che tutti noi abbiamo sognato di dire almeno una volta nella vita.
  • poteva rientrare tardi la sera
  • poteva salire sui mezzi pubblici senza biglietto
  • poteva rinascere o poteva scegliere di non morire
  • poteva sputare dal balcone sui passanti
  • poteva guardare la Tv fino a tardi
  • poteva giustiziare la moglie se gli era venuta a noia
  • poteva credersi un grande artista nessuno avrebbe potuto affermare il contrario
  • poteva credersi un dio in terra perché Dio non l'avrebbe contraddetto


Ma soprattutto poteva farsi le leggi a proprio favore per favorire i propri interessi, un atto vergognoso che per fortuna oggi non accade più.

L'inizio di una gran presa per il culo: la 'summer of love' 1789

"Smettetela con le offerte, il mio parrucchino non è in vendita."

A questo punto giunto, la telecamera si introduce nelle stanze dei regnanti, i quali iniziano a discorrere preoccupati del comportamento dei nobili, i quali quella mattina si erano rifiutati di lucidare le scarpette al re. Dopo altre scene di intenso amore saffico, Marie Antoinette giunge alla soluzione: annullerà tutti i debiti dei nobili con la borghesia nel campo della prostituzione. Ma l'asse nobile-borghese, definito da alcuni storici "l'asse genitale", non aspettava che l'ennesimo decreto idiota del re per defenestrarlo come un babbuino.

La voce si diffonde per le piazze, e un magistrale wide-shot ci mostra i borghesi riuniti in assemblea davanti a Versailles, con tanto di cartelli "L'amore si paga", "Fate i regnanti, non i puttanieri" e "Nobili nel porcile! Borghesi al potere!".

Naturalmente tutto ciò era stato preventivamente architettato dai SODOMARI, i quali, rispondendo alla tendenziosa dichiarazione di U. Bosseur: "Noi l'abbiamo più duro di voi, nobili dalla braghetta corta!", richiesero attraverso un manipolo di nobili-fantoccio la convocazione degli Stati Generali. Il re e la regina acconsentono volentieri alla richiesta, cogliendo l'occasione per riposarsi della fatica di non governare, mentre in un atmosfera da festa bacchica nobiltà, clero e borghesia, decidono di silurarli.

La presa della Bastiglia

« 14 luglio...sarà un’altra pallosa giornata del cazzo! »
(Dal diario di Re Luigi XVI)

La Presa della Bastiglia è squisitamente sintetizzata in pochi e futuristici shot, in cui quattro automi vestiti da braccianti abbattono la rocca pietra dopo pietra. In realtà queste sono solo scene che sostituiscono il capitolo originale, censurato dalla curia parigina: "la presa della pastiglia", che trattava della prima overdose di Robespierre con pasticche per la gola al laudano. Dopo di ciò, il film documenta la sadica incarcerazione dei regnanti, in seguito ad un loro tentativo di fuga alle Bahamas con il loro areostato a reazione animale. In un intermezzo alla Godard, il regista Robespierre, regista e protagonista del film, esprime tutto il suo disprezzo affettando pose ultramorali degne del Maresciallo Rocca.

Riportiamo qui di seguito la sceneggiatura originale di questo capitolo gentilmente concessaci dal regista in cambio di una torta di mele.


SCENA - Interno di un palazzo, la prigione-fortezza della Bastiglia. In realtà le riprese si svolgono a Piedimonte Quattrobrufoli, in provincia di Matera.

La Bastiglia brulica di soldati, cavalli, catapulte, sonde anali per torturare i nemici e pagliacci per tirare su il morale durante le ore di tregua.

Nella rocca combattono e si sfidano tutti, ma ovviamente, in barba alle morti che si susseguono a distanza di pochi petosecondi nel resto della fortezza, la telecamera inquadra esclusivamente il duello fra il più tronfio dei nobili e il ribelle più motivato. Si tratta in questo caso del marchese Bernard de Launay "grazie a'mammà so 'bbell" e il giovane Maximillien de Robespierre, bello, forte, scaltro e privo d'ogni problema di impotenza.

Marchese : Oh, prima che ti linci come un tacchino già grasso, levati dalle gonadi.

Robespierre : Giammai, nobile cialtrone! Affrontami, ma non colpirmi la spalla sinistra: son caduto da cavallo e ho ancora i fottutissimi lividi.

Il marchese colpisce l'avversario alla spalla. Le spettatrici ocheggiano, sventolano i fazzoletti per il marchese e nel contempo fanno sballonzolare i seni nei reggipetti.

Robespierre : Maledetto! La pagherai!

Marchese : Oh oh oh oh! Ti han mai proposto di buffoneggiar a corte?

Robespierre : A'soreta! Pardòn, volevo dire: "Canaglia!"

Marchese : Pendaglio da forca!

Robespierre : Tua madre boccheggia a ogni ora!



La moda della ghigliottina: the real side of the revolution

La ghigliottina catturava spesso e volentieri l'attenzione del pubblico.
« Adesso credo che funzioni alla perfezione...mi serve un volontario! »
(Robespierre a proposito della ghigliottina)

Il capitolo seguente di questo immenso lungometraggio vede lo stesso Robespierre protagonista, che racconta il suo periodo di governo con veridicità assoluta: la sua ghigliottina funziona alla perfezione, taglia teste come burro e spacca in 4 il capello.

Nella realtà probabilmente questo apparecchio si inceppava spesso e aveva bisogno di ingenti dosi di olio cigolante, o in alcuni casi si bloccava a metà strada a causa dei parrucconi smisurati dei condannati a morte, che dovevano essere comunque soppressi individualmente, poiché dotati di vita propria, in seguito all'assorbimento di una cospicua porzione del parco cervello del loro deceduto possessore.

Le scene più veritiere riguardano senz'altro le tranquille partite di bridge nelle carceri parigine, organizzate dall'ex-regina con gli altri detenuti, giusto prima di morire impalata per il buco del sedere sulla parabola della casa del regista, che non riusciva a sintonizzarsi sul canale della televendita di Ghigliottine sottocosto.
"Franchising Europe", acquerelli e sangue; Museo della Pornografia primitiva, Versaille.
Notare come Lincoln, sulla sinistra, molesti la prosperosa Francia.

Robespierre dunque non esita a documentare accuratamente le torture eseguite da Maria Antonietta su coloro che perdevano a carte, per dimostrare che, nonostante lui tagliasse teste dalla mattina alla sera, le regine sono tutte delle isteriche che, attraverso il sadismo, tentano di dar sfogo alle loro manie di protagonismo.

In queste scene "crude", il regista ha utilizzato accessori originali e autentici. Per rendere ancora più veritiera la situazione, gli attori sono stati torturati e uccisi sul serio, tanto che la 'Metro Goldwin Enterteinment', che ha prodotto il film, ha dovuto aspettare lo stabene papale prima di commercializzarlo. Fra gli strumenti utilizzati riscontriamo

  • La vergine di Norimberga;
  • Lo schiacciapollici;
  • Lo schiaccianoci, che stringeva sullo scroto fino a che il prigioniero non avesse acquistato un impeccabile falsetto;
  • Il dilatatore anale;
  • Il lubrificante all'acido muriatico;
  • Una sedia elettrica con uno schermo sintonizzato ventiquattro ore al giorno sul "grande cicisbeo", primitiva versione del Grande Fratello;
  • La frusta a nove code;
  • Molte altre meraviglie e prodigi della tecnica, troppe da elencare.

Dopo le sequenze splatter, vi è una nuova interruzione della narrazione filmica da parte del regista, che esprime le sue doglie d'amore in un videomessaggio indirizzato al suo infido ex amante, il marchese de Sade. Riportiamo qui il suo melanconico soliloquio, interrotto dall' intempestivo arrivo del marchese:

Robespierre in mezzo a quindici bambole gonfiabili parlanti con le fattezze del Divinmarchese, disteso su un divano leopardato e con un cocktail in mano:

- Robespierre: “Oh! Me tapino! qual malvento porta via la felicità del mio cuore.. e del mio culo, DivinMarchese, al cui confronto vano è lo splendore di femminee carni.. al tuo pari non è la gogna o la ghigliottina, e il sangue non più erige il mio sesso retrattile... Oh! Virtù che hai lasciato la Francia! Oh! Ragione che hai lasciato questa mente! oh! Grande, enorme itifallo che lasciasti orfano l'oscuro altare di Venere, sempre incensato da fecali profumi! Oh! Morte!”

Entra De Sade, fa cenno alle bambole di stare zitte e pizzica Robespierre sulla natica destra.

- Robespierre: “Amor mio!”
- De Sade: “Smettetela ordunque con codesto lamentarsi! Dovreste narrare la rivoluzione! Amor mio, io non vi amo... tornate alla macchina da presa e non più i dardanelli scassate con il vostro retorico soliloquiare... Che il vostro film sta divenendo divertente quanto 'La corazzata Potemkin'!”

Robespierre sviene, troppo colpito dal grave insulto. Il marchese esce dopo avergli rubato il portafogli e le bambole, che utilizzerà per far fronte a tutte le pene di morte comminategli.


Morte del capo e fine della festa

"Ve lo giuro, quell'erba non è mia!"
« Alla vostra destra: Napoleone, campione imbattuto dei pesi corti, proveniente da una lunga carriera come "Nano da circo". Alla vostra sinistra: Robespierre, quel figlio di puttana che ha mandato ad ammazzare i nostri figli. Puntate signore e signori! »
(26 luglio 1794)

Ma il nostro regista non ha affatto previsto che il film debba avere una conclusione, e quindi temporeggia, arrivando anche a inserire degli stacchi pubblicitari in cui egli in persona tenta di vendere ghigliottine da taschino. Il popolo-spettatore si fa riottoso, segretamente fomentato dai SODOMARI, che hanno deciso di eliminare il capo sia per il suo scarso talento filmico, che per riprendere la loro attività di killer delle casate reali francesi, restaurando la monarchia.

La macchina da presa viene quindi monopolizzata da questi e nelle ultime scene del film vediamo la miserrima fine dell'ex-regista, non solo giustiziato dalla sua amata ghigliottina, ma anche oltraggiato, nonostante fosse già entrato in rigor mortis, dagli spettatori, che si erano rotti gli amminnicoli del suo inutile film.

La pellicola si chiude con uno splendido cameo di Napoleone I che, a causa della sua bassa statura, deve salire sul cadavere deturpato di Robespierre per ottenere l'attenzione del pubblico. Incantando la folla con i suoi occhi stroboscopici, ne cancella la memoria per restaurare il potere monarchico.

Il nuovo imperatore di Francia fa buon uso dei SODOMARI: li ha trasformati realmente nella "gioventù dorata" che essi proclamavano di essere, immergendoli uno per uno in colate di purissimo oro zecchino, per farne dei graziosi orpelli con cui adornare pacchianissime dimore stile impero di quei villani emancipati che costituivano la nuova nobiltà di era napoleonica.

Personaggi

  • Maximillien Robespierre: Figlio di N.N., vive per strada guadagnandosi il pane come danzatore del ventre: sarà questo suo dono del cielo che lo introdurrà a Corte, ove, in qualità di "Ufficiale Garzone Danzereccio", potrà sperimentare le nascenti tecniche cinematografiche e mettersi in contatto con i SODOMARI. Soffre di una potente colite spastica per tutta la vita, cosa che spiega il suo caratterino irritabile. Voci indiscrete dicono che l'unica ad avergliela data sia stata la Ghigliottina.
    Marat fa cadere l'asciugacapelli nella vasca; acqua su tela. Museo dei Decessi Buffi, Parigi.
  • Re Luigi XVI: nato per isbaglio da suo padre e sua madre, in una notte in cui avevano dimenticato di ricorrere a sanissime pratiche contraccettive, ancora in fasce subisce un intervento al cranio che lo rende totalmente decerebrato. Sin da piccolo ama suonare al clavicembalo Céline Dion, e s'innamora segretamente di Robespierre, tanto da non toccare mai e po mai sua moglie. Tiene un diario segreto per tutta la vita, e muore in realtà sotto le badilate di un sanculotto incazzoso, che lo aveva scambiato per il suo spaventapasseri fuggito dal campo.
  • Marchese de Sade: Marchese senza un soldo, è inserito sin da piccolo in un giro di gigolò d'alto bordo. Lo spirito di revanche che lo anima lo porta quindi a compiere gesti inconsulti, come stuprare marchese sessantenni e sostenere l'avanzata della repubblica.
  • Jean Paul Marat: macellaio figlio di macellai, lascia la sua bottega perché aspira romanticamente a coronare il suo sogno d'amore con Maria Antonietta, che non ne è a conoscenza, ovviamente.
    Maria Antonietta, qui ritratta nell'atto drammatico di far invaghir le alte cariche dello stato per sfuggire alla decapitazione.
    Da perfetto segato, non appena scopre che la regina è stata condannata a morte, si suicida facendosi il bagno con l'asciugacapelli.
  • Ghigliottina: famosissima mistress sadica dell'epoca, fu l'unica fidanzata di Robespierre, che la costruì nelle notti insonni che seguivano le sue esibizioni a Palazzo. Di lei si sa che è una figa di legno, pure in purissimo ciliegio della Foresta Nera. Il suo carattere sfuggente e duro le provocò contro una grande ostilità, a cui lei rispose con altra violenza.
  • Maria Antonietta: austriaca di nascita, francese d'adozione, conformò la sua rigida morale prussiana ad una più libertina etica francese. Ebbe un numero infinito di amanti, fra cui tutti i soldati semplici dell'esercito inglese, i paninari di rue de la poisonierie e, ebbene sì, l'intera nazionale francese di volano. Nel film è tenuta a recitare soltanto due frasi: "oh, sì, sculacciami per bene!" e "sono onorata di poter offrire la mia presenza a questo congresso". A causa di alcune disfunzioni di doppiaggio, la principessa sembra dire "sono onorata di poter offrire la mia presenza a questo congresso" in carnali scene di sesso e "oh, sì, sculacciami per bene!" presso le assemblee di corte. Le fu fatale un'unica amante: Ghigliottina
  • Jacques Necker: banchiere franco-svizzero, e non svizzo-francese come si potrebbe erroneamente credere, aveva la cattiva abitudine di contraddire il re. Nel film è interpretato da un promittente Antonio Zequila,
    Danton agli Stati Generali, prima che Luigi XIV gli infilasse una mela in bocca per farne uno squisito maiale in porchetta.
    e lo si può notare spesso mentre cura le finanze del re e conta i soldi una moneta alla volta. Come è noto, Luigi XIV possedeva 200 milioni in spiccioli, che conservava in un grande deposito come Paperon de' Paperoni. Dunque il suo lavoro non era alquanto invidiato. Commise il suo più grave errore quando consigliò al re di rendere "trasparenti" le sue spese e di partecipare al comizio dei nullatenenti con scarpette d'oro e mantello di seta. Dopo questo grave errore fu declassato a impiegato di banca e poi a spazzino. Quando diede del "cane ingrato" al suo re, fu nuovamente declassato da spazzino a impiccato. La critica ha individuato in lui il Tommaso Padoa Schioppa del '700, che grazie alle sue dichiarazioni impopolari ha fatto rovesciare un'intera nazione. Marat, accusato di "sovversione al potere monarchico", era solito giustificarsi dichiarando che tutti ce l'avevano con lui perché era piccolo e nero.
  • Colonna sonora della sua vita: "Nessuno mi può giudicare", eseguita dall'orchestra ufficiale UNIPOL
  • Nessun Oscar causa impopolarità latente
  • George Jacques Danton: fu compagno di merende di Robespierre, con cui combinava un sacco di marachelle. Al contrario di Necker, George Jacques Danton spesso bighellonava decapitando re e instaurando repubbliche. È apprezzato molto dal pubblico per la sua simpatia e il suo spirito goliardico, anche in punto di morte. Al minuto 67 di "Rivoluzione francese", durante gli Stati Generali, intrattiene tutti con prodigi di giocoleria.

Plagi

Roba dei Mangiarane

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Altra roba inutile francese Cannes - Citroën - Désencyclopédie - Esercito francese - Evve moscia - Illuminismo - Reggia di Versailles - L'origine del mondo - Lingua francese - Ratatouille - Renault - Peugeot 106 - Wakfu (serie animata)
Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 13 febbraio 2011 con 100% di voti (su 8).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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