Franz Kafka

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Franz Kafka in un ritratto giovanile che esalta la sua indole allegra.
« Toh! Una tipica situazione kafkiana! »
(Uomo che si risveglia trasformato in tenia/facocero/aspirapolvere)
« Non sono la pigrizia, la cattiva volontà, la goffaggine che mi fanno fallire o non fallire in tutto: vita familiare, amicizia, matrimonio, professione, letteratura, ma è l'assenza del suolo, dell'aria, della legge. »
(Franz Kafka si arrampica sugli specchi per giustificare la sua mancanza di palle)
« Ma precisamente questo Kafkian chi era? »
(Aldo su situazione kafkiana)

Franz Kafka è stato (sì, purtroppo è morto) uno scrittore boemo di indubbio talento. Le sue opere sono state sempre particolarmente apprezzate e si sono contraddistinte per la trama rasserenante e per la visione positivista della vita.

La vita

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Tipica reazione di un lettore di un romanzo kafkiano.

Franz Kafka nacque a Praga nel 1883 da genitori ebrei (non biasimatelo per questo, mica è colpa sua). La sua infanzia fu serena e ciò permise al giovane Franz di occuparsi con costanza e dedizione alle sue due passioni, la scrittura e la tubercolosi.
Nel corso della gioventù Franz si scontrò con la madre, donna distaccata che sognava per il figlio la carriera di primadonna del Bagaglino, mentre con il padre allacciò un rapporto di grande affetto basato sul reciproco rispetto: il padre infatti era solito definirlo un "verme incapace" e randellarlo con una mazza da golf per iniziarlo alle difficoltà della vita, mentre Franz amava sputare nella minestra del genitore e spifferare alla madre le sue ripetute scappatelle.
Dopo tali esempi è inutile sottolineare come la figura paterna, sempre comprensiva, sia stata fondamentale nella formazione dello scrittore, tanto da comparire in molte sue opere.

Nel 1906 Kafka si laureò in giurisprudenza all'Università di Praga con una tesi intitolata Processo all'Inflazione contemporanea e allo Scarafaggio gigante.
Questo lavoro suscitò molto scalpore e consentì a Kafka di entrare nei salotti dei maggiori intellettuali cecoslovacchi dell'epoca, i quali tuttavia non gradirono l'intrusione nelle loro proprietà e lo cacciarono fuori a pedate nel culo.
Kafka non si arrese e decise di pubblicare i suoi scritti, ottenendo subito ampi consensi e la nomea di cittadino più odiato di Praga.
Intuendo saggiamente che la situazione in Boemia si stava facendo insostenibile lo scrittore si dedicò, a partire dal 1923, a una serie di viaggi in tutta Europa (pagati vendendo la carrettata di verdura marcia che i suoi concittadini gli tiravano addosso quando lo vedevano). Purtroppo durante una sosta a Vienna nel giugno 1924 Kafka morì in circostanze ancora oggi ignote.
Probabilmente aveva fatto qualche sgarro a qualche industria del caffè.

Le donne della sua vita furono poche, e ancor meno furono quelle consenzienti. Si ricordano in particolare la tormentata relazione con Felice Bauer (a dispetto del nome e dell'aspetto fisico era davvero una donna), che riuscì a conquistare Kafka con il suo delizioso sorriso, e la squallida sveltina consumata con Grete Bloch in un degradato bagno di un autogrill nel 1919.

Le opere

Una scena de Il processo, film del 1962 tratto dall'omonimo romanzo di Kafka.

La letteratura per Kafka è un modo di esprimere le sue pulsioni. In essa l'autore tratta i temi che sente più cari: il disgusto delle donne nei suoi confronti, l'idilliaco rapporto con il padre, la sua grande autostima.
Questi temi vengono interpretati in una chiave onirica che trasmette serenità e fiducia e non risulta mai angosciante: lo stile di Kafka è infatti divenuto così famoso nell'immaginario collettivo che ancor oggi per intendere una situazione di tranquilla quotidianità si dice "una situazione kafkiana".
Persino il lettore più scettico viene suo malgrado catturato dall'abilità narrativa di Kafka e non riesce più a staccarsi dal romanzo finché non l'ha finito.

Alcuni critici hanno visto nello scrittore boemo un profeta dell'olocausto e delle persecuzioni ebraiche, molti altri invece ritengono che siano stati proprio Kafka e i suoi scritti a instillare nella popolazione tedesca l'odio verso la cultura semita.

Nella colonia penale

Il racconto è ambientato in un resort per soli gay (luogo che agli inizi del XX secolo veniva appunto denominato "colonia penale"), dove un simpatico militare nostalgico apre un rivoluzionario studio per tatuaggi SM, ma finisce per essere frainteso nei suoi intenti artistici. Una storiella frizzante e birichina, che tratta il tema di una Body Art ante litteram con leggerezza e ironia.

La metamorfosi

Franz si stiracchia dopo una bella dormita.
« Non poteva drogarsi come tutti gli altri?
Ma lui no, lui vuole fare il diverso!
Lui vuole fare lo scarafaggio! »
(Madre di Gregor Samsa su pazzie del figlio)

È la storia di Gregor Samsa, un impiegato che si sveglia una mattina e scopre di essersi trasformato in uno scarafaggio: una situazione, come noi tutti sappiamo, assolutamente naturale e possibilissima. In fondo a chi non è capitato una cosa simile?
Io ad esempio la settimana scorsa mi sono svegliato sotto forma di castoro.
Inspiegabilmente però i genitori bigotti e perbenisti del protagonista non accettano la trasformazione del figlio e lo cacciano di casa.

Il processo

Il romanzo narra dell'assurda disavventura di Josef K., che viene accusato di aver commesso un crimine inesistente (probabilmente lanciare sassi dai cavalcavia o sputare addosso a Mr. Lui).
La giuria lo condanna a fare il moviolista a vita al Processo di Biscardi (da qui il titolo dell'opera), ma Josef sceglie il suicidio piuttosto di una punizione tanto disumana.

Il castello

È un romanzo incompiuto, forse il più impegnativo dello scrittore boemo.
Racconta dell'arrivo di un amministratore leghista in un castello del Sud Italia. L'operoso amministratore cerca di fare il proprio dovere ma si scontra continuamente con l'atteggiamento omertoso e fancazzista dei lavoratori locali, finché esasperato decide di tornare nella laboriosa e nebbiosa terra d'origine.
La gente del castello festeggia la sua partenza con un pranzo lungo tre giorni a base di salamino piccante e mozzarella di bufala.