Emily Brontë: differenze tra le versioni

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Versione delle 02:31, 7 ott 2011

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« Lo stare insieme è nello stesso tempo per noi essere liberi come nella solitudine, essere contenti come in compagnia. »
(Emily al suo orsacchiotto di peluche)


« Non c'è spazio per la morte. »
(Sempre lei durante il suo funerale)


Emily Jane Brontë, alias Emily Jane Bronte, in italiano Emilia Giovanna Pistacchio, per la famiglia Elisa Jingle Bells (Haworth, 30 luglio 1818Hogwarts, non pervenuta) è stata una scrittrice e poetessa romantica, preromantica, gotica, protofemminista, realista, pessimista e un po' bigotta. Di conseguenza, inglese.

Divenne famosa, fino a casa dei sui vicini per essere stata una delle sorelle Brontë nonché sorella delle proprie sorelle, Anne e Charlotte. Più altre due soppresse perché i quintetti non funzionano: infatti, a quei tempi, non esistevano ancora i Power Rangers. Ma soprattutto cioè che rese immortale Emily fu il fatto di esser morta a 30 anni, dopo aver scritto un solo libro.

Il suo unico romanzo, Cime tempestose, è universalmente riconosciuto come uno dei migliori raccoglitori di polvere da comodino.

Vita, morte e miracoli

Emily nacque figlia dei propri genitori che, incredibilmente, riuscivano a ricordarne il nome e persino a sillabarlo. Il padre era un pastore anglicano; la madre era maggiorenne ma morì in fretta e venne sostituita da Mary Poppins. Nel 1924 tutte le sorelle vennero mandate a studiare a Auschwitz per essere addestrate alla dura vita nella brughiera. Fu qui che le due sorelle maggiori morirono di tisi suscitando l'invidia delle altre.

Rimandate a casa per punizione, le Brontë sopravvissute si dedicarono totalmente a un emerito nulla. Sempre se si esclude il tentativo di far sopprimere Occhi di gatto e Streghe pur di diventare le tre sorelle più famosa della storia.

Appena fu in grado di parlare, e cioè verso i 20 anni, Emily convinse il padre a morire per poter ereditare la sua scatola di soldatini. Risalgono a questi stessi anni la trasformazione delle favole di Esopo nella sceneggiatura di Uccelli di rovo e l'occupazione militare di Atlantide da parte degli stessi soldatini di piombo.

Nel suo villaggio isolato, tanto isolato che nemmeno lei riusciva a trovarlo, Emily continuava a dedicarsi alla creazione e distruzione di Stati fantasma. Tale lavoro la impegnò così tanto che alla fine le vennero conferiti un Nobel per la pace, due per l'economia, l'ordine della Giarrettiera e una confezione omaggio di Prozac+. Grazie a questo isolamento la scrittrice si convinse che il bene e il male non esistono, sempre escludendo le acconciature della regina Vittoria. Grazie a lei e ad altri suoi simili, invece, gli inglesi si convinsero di possedere una letteratura e un impero coloniale.

Allontanatasi da casa in due sole occasioni, vi fece rapidamente ritorno a causa di una grave allergia alla vita sociale. Nessuno si sognò mai di darle un lavoro e lei non si chiese mai come facesse ad arrivare a fine mese e pagare i conti del dentista. Finita per sbaglio a Hogwarts durante una passeggiata, Emily riuscì finalmente a morire di raffreddore da fieno . Rifiutò seccata tutte le cure, adducendo come motivazione l'inesistenza del dolore e, di conseguenza, della morte.

Opere e critica

Cime tempestose

Le poesie

Come tutto il resto della produzione dell'autrice, comprese le lettere anonime al fornaio e i biglietti della spesa, le poesie di Emily non furono accolte favorevolmente dal pubblico ma nemmeno dal privato. Accusata di produrre versi banali, violenti e perversi senza il doveroso uso di droghe e rimanendo sana di mente, l'associazione scrittori romantici la bandì dalle sue fila. La critica non fu più accondiscendente: le furono imputate l'essere ancora in vita, fin quando lo fu, e l'essere morta troppo presto successivamente. Per di più i suoi versi, troppo carichi di fantasmi, incubi, tempeste, maledizioni, profezie, passioni violente e saggi di botanica, insospettirono molti: non erano abbastanza femminili. Da più parti si insinuò che a scriverli fosse stato il fratello Patrick, notorio alcolista e oppiomane, morto né troppo tardi né troppo presto. Non è un caso, infatti, che le sue raccolte di poesie abbiano venduto solo due copie: una per ciascuna delle sorelle restanti. La classica rivalutazione post-mortem delle opere si verificò anche nel suo caso, dimostrando l'esattezza della teoria brontiana: la morte non porta sfiga. Pare che l'autrice abbia commentato con un sonoro:

« Pappapero! »


A dispetto dei critici, le opere della Bronte sono risultate essere il rimedio naturale più efficace per combattere l'insonnia, la stitichezza, i dolori mestruali, il complesso di Edipo e l'invasione dei draghi mannari.