Giorgio Almirante: differenze tra le versioni

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[[File:muten.jpg|thumb|right|Giorgio Almirante con l'inserto de "La difesa della razza"]]
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{{Cit|Mettiamola in frigo!|Giorgio Almirante su la destra che avanza}}
'''Giorgio Almirante''' (Casteldellovofrittoallocchiodibue, 1901 - [[Svervegia]], 1988) fu un austero ed augusto politico [[Fascismo|fascista]], custode della fiamma tricolore, che teneva nascosta sotto il lettino in quanto i fascisti a quell'epoca non avevano ancora imparato come accendere il fuoco (oggi, grazie all'insegnamento dei Rom, sono capaci e spesso vanno dai loro maestri a far vedere quanto sono diventati bravi).
[[Immagine:muten.jpg|thumb|left|Il suo fratello maggiore]]



Secondo figlio di una umile famiglia del Principato di Monaco (all'epoca conosciuto come "la nazione del gran premio sfigato, quello dove non si sorpassa mai"), come suo fratello maggiore Muten nacque di 3 chili e 100 grammi, pelato e con i baffi bianchi già incorporati e pronti all'[[scopino del cesso|uso]]. A parte questo, i due fratelli erano molto diversi: Muten era basso, molto forte fisicamente e abile nelle arti marziali, mentre Giorgio era alto circa tre volte il fratello ed era abile nelle [[Pompino|arti oratorie]], con cui era in grado di atterrare qualunque avversario facendo un discorso di nove ore su ogni argomento dello scibile e del fusibile umano. Inoltre, Muten era un <del>maniaco sessuale</del> dongiovanni, mentre Giorgio era <del>ricchione</del> un seduttore più raffinato. Infatti in giovane età conobbe Donna Assunta Almirante (chiamata così per distinguerla dal fratello Assunta Almirante, a cui somigliava in tutto a parte i baffi, che quest'ultimo non portava) e la sposò con rito fascista (in cui la sposa può entrare in chiesa solo alla fine per pulire il pavimento).
'''Giorgio Almirante''' è stato un politico italiano, degno rappresentante della tradizione dei leader fascisti pelati. Per anni è stato il custode della fiamma tricolore, che teneva nascosta sotto il lettino in quanto i fascisti a quell'epoca non avevano scoperto come accendere il fuoco (oggi hanno imparato e ne sono talmente entusiasti che spesso vanno in giro a dimostrare la loro abilità in centri sociali e posti del genere).

==Vita==
[[File:Sylvia Fine.JPG|thumb|left|Un intenso primo piano di <del>zia</del> Assunta Almirante]]
Rampollo di una umile famiglia,<ref>E ci credi pure? Secondo te le famiglie umili hanno i "rampolli"?</ref> nacque già pelato, e con i baffi bianchi folti e pronti all'[[scopino del cesso|uso]]. Da ragazzo si rivelò subito molto abile nelle [[Pompino|arti oratorie]], diplomandosi al [[liceo classico]] e laureandosi brillantemente in Retorica Patafisica Soporifera Scappellata (a destra, ovviamente) con una tesi sull'uso della frittura dell'aria nella circonvenzione di masse ignoranti.

Durante gli anni dell'università conobbe l'affascinante Donna Assunta Almirante (chiamata così per distinguerla dal fratello Assunta Almirante, a cui somigliava in tutto a parte i baffi, che quest'ultimo non portava), e la sposò con rito fascista (in cui la sposa può entrare in chiesa solo alla fine della cerimonia, per pulire il pavimento).


==Carriera==
==Carriera==
Divenne da subito il segretario di redazione della più autorevole rivista di divulgazione scientifica dell'epoca, ''La difesa della razza'',<ref>Una specie di [[Voyager]] meno politicamente corretta.</ref> e vi rimase per anni, finché non dovette partecipare alla missione di pace dell'esercito italiano in [[Africa]] del nord. Una volta tornato in Italia si accorse con orrore che il suo paese era stato invaso, così dovette riprendere in mano le armi e combattere per la libertà.
La vita di Giorgio scorreva serena nella sua lussuosa casa; quando però conobbe [[Benito Mussolini|Malito Cicciolini]] capì che il suo destino era quello di risvegliare con infiammate ed ardite parole le coscienze dell'eletto popolo italiano che seguendo l'irrevocabile decisione del suo capo carismatico si apprestava a restaurare la gloria imperiale e riportare gli allori sui colli fatali di [[Roma]], perché ''con l'Etiopia abbiamo pazientato quarant'anni, ora basta!''

Durante questi giorni duri diventò il migliore amico di [[Junio Valerio Borghese]], detto JVB, con cui si sollazzava andando a tirare petardi contro i malvagi [[Alieni comunisti|alieni]] che avevano invaso il suo paese. Alla fine le forze nemiche sconfissero i patrioti, e sia JVB che Giorgio dovettero nascondersi per evitare di venire appesi a testa in giù o impalati (eppure sia Giorgio che Junio amavano vantarsi di non avere paura della morte, ma erano solo chiacchiere a quanto pare)

Qui inizia la seconda parte della vita del nostro, la più triste; infatti, mentre JVB utilizzava con scarso successo il suo colpo preferito, il colpo di stato, Almirante fondò un partito, l'[[MSI]] (sigla ignota che secondo alcuni starebbe per Movimiento Sexy Italiano, secondo altri, soprattutto gli elettori meridionali, per Maria Santissima Immacolata), affiancato da numerose associazioni giovanili, come Fare Verde, associazione dei giovani ecologisti fascisti e Fare In Culo, i giovani gay in camicia nera.

Così si fece eleggere in parlamento e tentò di abbattere i nemici con la sua robusta dialettica. Purtroppo, però, questa strategia non ebbe successo né con i molli democristiani né con i malvagi comunisti, perché i primi erano abituati agli angelus domenicali del [[Papa]], mentre i secondi invece iniziavano a fare "''bla bla bla bla non ti sento non ti sento''" non appena apriva bocca.

==L'eredità==
[[File:FINI_fascista.jpg|right|thumb|250px|Il suo indegno erede. Più dritta quella mano, più dritta!]]
Intristito e invecchiato, passò i suoi ultimi anni ad addestrare il suo successore, [[Grisoux Musolesi]]; ma, dopo che questi si rivelò il fallimento che tutti conosciamo, passò al presidente di [[Azione Giovani]], [[Gianfranco Fini]], perché secondo lui nessuno avrebbe potuto dare del fascista a uno nato dopo la guerra e con tanti bei capelli.<ref>Se avesse vissuto qualche altro [[anno]] avrebbe potuto scegliere un candidato molto più pelato e anche molto più fascista.</ref>

Nonostante tutti i suoi insuccessi, non smise mai di cercare di traghettare il fascismo verso la democrazia,<ref>O era il contrario? Mi sa che era il contrario...</ref> con il suo MSI che, evolutosi dal PNF si sarebbe poi trasformato in [[PDL]], in perfetta continuità e coerenza di idee. Morì nel [[1988]], il giorno dopo un altro capo del MSI di cui [[a nessuno importa]], e sulla sua tomba si recarono a <del>pregare</del> pogare anche i comunisti Nilde Iotti e Giancarlo Pajetta.


==Note==
In pratica, era il ghostwriter di Cicciolini (cioè gli scriveva i discorsi), gli portava le borse, gli guidava l'auto e gli dava il bacino della buonanotte prima di addormentarsi.
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{{politici}}
Durante questi giorni gloriosi, diventò il migliore amico di [[Junio Valerio Borghese]], con cui si sollazzava andando a tirare petardi contro quei [[Alieni comunisti|comunisti]] di partigiani. Non riuscendo però a evitare l'invasione da parte dei malvagi alieni rossi, i due amici si separarono, ciascuno combattendo il nemico a suo modo. Qui inizia la seconda parte della vita di Giorgino, la più triste; infatti, mentre Junio Valerio Borghese utilizzava con scarso successo il suo colpo preferito, il ''colpo di stato'', Giorgino fondò un partito, l'M.S.I. (''Movimiento Sexy Italiano''), e numerose associazioni giovanili, come Fare Verde, associazione dei giovani ecologisti fascisti e Fare In Culo, i giovani gay in camicia nera. Con alle spalle un partito serio e credibile come questo, si fece eleggere in parlamento e tentò di abbattere i nemici con la sua robusta dialettica. Però, sia i molli democristiani che i malvagi comunisti erano ben allenati a sopportare i discorsi pallosi; i primi perché, cattolici convinti, si sorbivano ogni giorno le prediche di don Pierino Graziadei della parrocchia della Beata Vergine Flagellata Monocellulare, di un potere soporifero pari a quello di un film romantico durante una giornata di pioggia; i secondi perché addestrati personalmente da [[Stalin|Peppone]], che in quanto a baffo e abilità dialettica era molto più possente del povero Giorgino. Intristito e invecchiato, passò i suoi ultimi anni ad addestrare il suo successore, [[Grisoux Musolesi]]; ma, dopo che questi si rivelò il fallimento che tutti conosciamo, passò ad un nuovo allievo più promettente, [[Gianfranco Fini]], perché, citando lo stesso Almirante, "''nessuno potrà dare del fascista a uno che è nato dopo la guerra''". Come dimostra questa foto. [[Immagine:FINI_fascista.jpg|left|thumb|400px|Ecco la prova inconfutabile]]


[[Categoria:Italiani]]
[[Categoria:Politici]]
[[Categoria:Politici]]
[[Categoria:Pelati]]
[[Categoria:Pelati]]
[[Categoria:Fascisti]]
[[Categoria:Fascisti]]
[[Categoria:Nazisti famosi]]

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Giorgio Almirante con l'inserto de "La difesa della razza"
« Mettiamola in frigo! »
(Giorgio Almirante su la destra che avanza)


Giorgio Almirante è stato un politico italiano, degno rappresentante della tradizione dei leader fascisti pelati. Per anni è stato il custode della fiamma tricolore, che teneva nascosta sotto il lettino in quanto i fascisti a quell'epoca non avevano scoperto come accendere il fuoco (oggi hanno imparato e ne sono talmente entusiasti che spesso vanno in giro a dimostrare la loro abilità in centri sociali e posti del genere).

Vita

Un intenso primo piano di zia Assunta Almirante

Rampollo di una umile famiglia,[1] nacque già pelato, e con i baffi bianchi folti e pronti all'uso. Da ragazzo si rivelò subito molto abile nelle arti oratorie, diplomandosi al liceo classico e laureandosi brillantemente in Retorica Patafisica Soporifera Scappellata (a destra, ovviamente) con una tesi sull'uso della frittura dell'aria nella circonvenzione di masse ignoranti.

Durante gli anni dell'università conobbe l'affascinante Donna Assunta Almirante (chiamata così per distinguerla dal fratello Assunta Almirante, a cui somigliava in tutto a parte i baffi, che quest'ultimo non portava), e la sposò con rito fascista (in cui la sposa può entrare in chiesa solo alla fine della cerimonia, per pulire il pavimento).

Carriera

Divenne da subito il segretario di redazione della più autorevole rivista di divulgazione scientifica dell'epoca, La difesa della razza,[2] e vi rimase per anni, finché non dovette partecipare alla missione di pace dell'esercito italiano in Africa del nord. Una volta tornato in Italia si accorse con orrore che il suo paese era stato invaso, così dovette riprendere in mano le armi e combattere per la libertà.

Durante questi giorni duri diventò il migliore amico di Junio Valerio Borghese, detto JVB, con cui si sollazzava andando a tirare petardi contro i malvagi alieni che avevano invaso il suo paese. Alla fine le forze nemiche sconfissero i patrioti, e sia JVB che Giorgio dovettero nascondersi per evitare di venire appesi a testa in giù o impalati (eppure sia Giorgio che Junio amavano vantarsi di non avere paura della morte, ma erano solo chiacchiere a quanto pare)

Qui inizia la seconda parte della vita del nostro, la più triste; infatti, mentre JVB utilizzava con scarso successo il suo colpo preferito, il colpo di stato, Almirante fondò un partito, l'MSI (sigla ignota che secondo alcuni starebbe per Movimiento Sexy Italiano, secondo altri, soprattutto gli elettori meridionali, per Maria Santissima Immacolata), affiancato da numerose associazioni giovanili, come Fare Verde, associazione dei giovani ecologisti fascisti e Fare In Culo, i giovani gay in camicia nera.

Così si fece eleggere in parlamento e tentò di abbattere i nemici con la sua robusta dialettica. Purtroppo, però, questa strategia non ebbe successo né con i molli democristiani né con i malvagi comunisti, perché i primi erano abituati agli angelus domenicali del Papa, mentre i secondi invece iniziavano a fare "bla bla bla bla non ti sento non ti sento" non appena apriva bocca.

L'eredità

Il suo indegno erede. Più dritta quella mano, più dritta!

Intristito e invecchiato, passò i suoi ultimi anni ad addestrare il suo successore, Grisoux Musolesi; ma, dopo che questi si rivelò il fallimento che tutti conosciamo, passò al presidente di Azione Giovani, Gianfranco Fini, perché secondo lui nessuno avrebbe potuto dare del fascista a uno nato dopo la guerra e con tanti bei capelli.[3]

Nonostante tutti i suoi insuccessi, non smise mai di cercare di traghettare il fascismo verso la democrazia,[4] con il suo MSI che, evolutosi dal PNF si sarebbe poi trasformato in PDL, in perfetta continuità e coerenza di idee. Morì nel 1988, il giorno dopo un altro capo del MSI di cui a nessuno importa, e sulla sua tomba si recarono a pregare pogare anche i comunisti Nilde Iotti e Giancarlo Pajetta.

Note

  1. ^ E ci credi pure? Secondo te le famiglie umili hanno i "rampolli"?
  2. ^ Una specie di Voyager meno politicamente corretta.
  3. ^ Se avesse vissuto qualche altro anno avrebbe potuto scegliere un candidato molto più pelato e anche molto più fascista.
  4. ^ O era il contrario? Mi sa che era il contrario...