Ugo Foscolo: differenze tra le versioni

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{{Cit|Dopo quel bacio io son fatto divino, non ne parliamo dopo quel bocchino.|Jacopo Ortis sulle sue esperienze affettive}}
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{{citazione|...sempre scendi invocato, e le secrete
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Versione delle 22:38, 6 mar 2009

« Dopo quel bacio io son fatto divino, non ne parliam dopo quel bocchino. »
(Jacopo Ortis sulle sue esperienze affettive)
« ...sempre scendi invocato, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni... »
(Ugo Foscolo)

Ugo Foscolo o Ugolo Fosco è un poeta e cantante italiano del futuro, nonché uno degli otto nani.

Biografia

Nasce in una isola sperduta tra tutte quelle controllate da Venezia nell'anno 0,35. Dopo la morte del padre, la madre zoccola si sposta a Venezia per godersi la vita, esercitando la professione al ponte delle tette col nome d'arte di Diamantina Spathis.

Ugo conduce vita da profugo finché non scopre che ha buttato anni nel cesso senza sapere quanto ricca e troia fosse la madre.

Illuso che Napoleone possa conquistare il mondo e magari chissà cosa, si offende come un bambino quando il tappo (Napoleone) vende la repubblica di Venezia all'Austria come in uno scambio di figurine.

Alché, per riprendersi, crea un amico immaginario: Jacopo Ortis, scopiazzando da altri libri l’idea. Egli inizia così il suo piano di rompimento di coglioni dei posteri con le sue ammorbanti avventure inventate nelle crisi di seghe mentali che aveva.

Quasi insperata da parte dei suoi lettori arriva la notizia che Ugo vuole andare al fronte a combattere. Egli parte, ma purtroppo non lascia la pelle in battaglia. Il popolo italiano, scocciato da una pesante quanto inutile poesia sulle tombe fonda il M.N.U.F.C., “magari napoleone uccidesse foscolo club”. "I sepolcri" sono una lunga lamentela sul futile problema dell'utilità delle tombe che aveva scatenato una lite e una rissa tra Pindemonte e Foscolo.

L'odio del popolo per i suoi scritti e le spinte del MNUFC spinsero Foscolo verso un ritiro forzato in una villa sperduta in Toscana. Oltre a questi si aggiunse la protesta del sindacato becchini (sia lode a loro) a complicargli la vita. Il coniglio oppositore del regime fuggi ancor più lontano in Inghilterra. Anche qui venne perseguitato dal sindacato becchini e perfino dai vicini di casa perché puzzava. Egli si caricò di debiti per la vita dispendiosa che trascorreva tra bordelli e tavoli da gioco.

Come un barbone si ritira nel centro accoglienza, “rimembrando ancora il tempo della sua vita da profugo” (per citare un suo compagno nel centro accoglienza: Leopardi).

Come il collega sfigato (Leopardi) spira relativamente giovane (non è mai troppo presto per uno scrittore rompicoglioni). Foscolo muore odiato da tutti nei sobborghi squallidi di Londra.