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Il rapporto tra medico e paziente, pur non essendo [[sesso|sessuale]] in senso stretto, in parecchi casi assumeva connotazioni pericolosamente [[Sesso anale|contro natura]]. L'[[Illuminismo]] si fece carico di questo [[problema]], senza purtroppo evitare di entrare in [[conflitto di interessi]] con la consolidata tradizione dell'''inganno caritatevole'', gradita agli stessi pazienti. Ancora oggi un ammalato pretende di essere dettagliatamente informato e che nulla gli sia nascosto, ma se gli si dice tutta la verità senza adeguata preparazione, specie se si tratta di [[morte|prognosi infausta]], si rischia finanche una [[denuncia]] per procurata angoscia pre-morte e per annichilimento colposo delle speranze altrui. Gli illuministi si stavano seriamente impegnando per uscire da questo [[circolo vizioso]], ma a un certo punto [[Ghigliottina|nuovi interessi catturarono la loro attenzione]].<br />Quindi il problema è rimasto insoluto e la materia grigia attualmente in circolazione non promette una soluzione in tempi brevi. |
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== Consenso scritto e verbale == |
== Consenso scritto e verbale == |
Versione delle 20:54, 28 mag 2014
- Medico :
Per favore, firmi qui, qui e qui!
- Paziente :
Non sapevo di essere una star!
- Medico :
Prego?
- Paziente :
Con tutti gli autografi che sto firmando da quando mi sono ricoverato, devo per forza essere una star!
- Medico :
Eh? Ma che dice? Firmi, che non c'è tempo da perdere!
- Paziente :
Oddio, non mi metta ansia... cosa mi fa firmare?
- Medico :
Uh... er... beh... il consenso informato! Le ho detto di firmare!
- Paziente :
E che significa?
- Medico :
Ehm... cioè... il suo consenso, no? Il consenso alle cure... è obbligatorio! E firmi, no?
- Paziente :
E cosa vuol dire che è obbligatorio?
- Medico :
CHE SE NON FIRMA NON POSSO CURARLA! E SE NON POSSO CURARLA TANTO VALE CHE ME NE VADA A PESCARE!
- Paziente :
NO! NIENTE FIRMA FINCHÉ NON MI SPIEGA PER FILO E PER SEGNO COSA SIGNIFICA!
Nonciclopedia non avrebbe mai potuto sciacquarsi le palle di fronte a simile, accorata richiesta. Di conseguenza in questa sede si enuncerà tutto quello che ogni medico che si rispetti tace riguardo al famigerato consenso informato. Argomento di spinosa attualità, viene spesso affrontato in modo superficiale e frettoloso dagli addetti ai lavori. È spesso considerato una mera procedura burocratica che distoglie dalle concrete attività di diagnosi e cura; in taluni casi è visto come un vero e proprio trituramento scrotale. A parte alcune colorite iperboli, non siamo tanto distanti dalla realtà. Lo scopo di questo articolo è restituire a tale pratica di medicina legale una dignità che in verità non le appartiene.
Cos'è, come si fa, ma soprattutto a che serve
In Italia il consenso informato è - sulla carta - una forma di autorizzazione del paziente a ricevere un qualunque trattamento sanitario, medico o infermieristico, previa la necessaria[citazione necessaria] informazione sul caso da parte del medico proponente: in sostanza il malato ha il diritto/dovere di conoscere tutte le informazioni disponibili sulla propria salute e la propria malattia, potendo chiedere al medico tutto ciò che non è chiaro, e deve avere la possibilità di scegliere, in modo informato, se sottoporsi a una determinata terapia o esame diagnostico.
Tutto questo, ripetiamo, solo sulla carta.
Nella pratica comune, invece, si tratta della raccolta di un certo numero di firme su moduli prestampati con caratteri microscopici e redatti in forma alquanto criptica. Quando questi moduli vengono letti dalla casalinga di Voghera, ma anche da Lapo Elkan, ne emerge con prepotenza tutta la loro incomprensibilità.
Il consenso informato costituisce il fondamento della liceità dell'attività sanitaria, in assenza del quale l'attività stessa costituisce reato. Il fine della richiesta del consenso informato è dunque quello di promuovere l'autonomia o libertà di scelta dell'individuo nell'ambito delle decisioni mediche. Ma soprattutto può costituire un ottimo salva-culo in caso di contenziosi giudiziari dovuti a malasanità o errore umano, infatti tra i suoi più accaniti sostenitori figurano i più assidui praticanti della medicina difensiva.
Da quando esiste
Il rapporto tra medico e paziente, pur non essendo sessuale in senso stretto, in parecchi casi assumeva connotazioni pericolosamente contro natura. L'Illuminismo si fece carico di questo problema, senza purtroppo evitare di entrare in conflitto di interessi con la consolidata tradizione dell'inganno caritatevole, gradita agli stessi pazienti. Ancora oggi un ammalato pretende di essere dettagliatamente informato e che nulla gli sia nascosto, ma se gli si dice tutta la verità senza adeguata preparazione, specie se si tratta di prognosi infausta, si rischia finanche una denuncia per procurata angoscia pre-morte e per annichilimento colposo delle speranze altrui. Gli illuministi si stavano seriamente impegnando per uscire da questo circolo vizioso, ma a un certo punto nuovi interessi catturarono la loro attenzione.
Quindi il problema è rimasto insoluto e la materia grigia attualmente in circolazione non promette una soluzione in tempi brevi.
Consenso scritto e verbale
Delega del consenso
Eccezioni all'obbligo del consenso
E adesso facciamo un bel gioco
Questo bel gioco potremmo chiamarlo "Indovina cosa ho detto" oppure "Cosa avrà voluto dire?", e consiste nell'interpretare correttamente le principali norme che regolano la pratica del consenso informato. Ecco quindi la spiegazione di direttive scritte in burocratese, ad uso anche di chi ha un livello di istruzione che va da grog a grug. Finalmente alla portata davvero di tutti.
Codice di Deontologia Medica
Il Codice di Deontologia Medica dedica alla informazione del paziente e al consenso del paziente l'intero Capo Quarto (articoli da 33 a 38). È troppo lungo da leggere e infatti non l'ha mai letto nessuno, neppure chi l'ha scritto.
Responsabilità degli infermieri
Il nuovo Codice Deontologico dell'Infermiere tratta di informazione e consenso in diversi articoli, nell'ottica dell'assistenza olistica alla persona. Tuttavia la maggioranza degli infermieri ritiene tuttora che il termine "olistico" non esista: effettivamente a questa oscura parola non è stato ancora attribuito un significato onnicomprensivo, insomma olistico. Rispetto al vecchio codice deontologico, che prevedeva che L'infermiere si limitasse ad eseguire le prescrizioni mediche "senza rompere i coglioni", in questa revisione viene data ampia enfasi al concetto di ascolto, prima ancora che di informazione. Cioè, l'infermiere è tenuto in primis ad ascoltare le istanze dei pazienti. Il passo successivo, che dovrebbe apparire nella prossima edizione del codice deontologico, prevederà che l'infermiere, oltre ad ascoltare, capisca una volta per tutte le istanze dei pazienti. È un percorso lungo, tortuoso e non privo di ostacoli. Gli articoli di interesse sono:
- Articolo 20 - L'infermiere ascolta, informa, coinvolge l'assistito e valuta con lui i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza garantito e facilitarlo nell'esprimere le proprie scelte.
- Traduzione - "No, non è possibile sostituire la chemio con l'Aspirina."
- Articolo 21 - L'infermiere, rispettando le indicazioni espresse dall'assistito, ne favorisce i rapporti con la comunità e le persone per lui significative, coinvolgendole nel piano di assistenza. Tiene conto della dimensione interculturale e dei bisogni assistenziali ad essa correlati.
- Traduzione - "HO DETTO CHE NON È ORARIO DI VISITA! NON ME NE FREGA UN CAZZO SE TUO CUGINO È VENUTO APPOSTA DALL'AUSTRALIA."
- Articolo 22 - L’infermiere conosce il progetto diagnostico-terapeutico per le influenze che questo ha sul percorso assistenziale e sulla relazione con l’assistito.
- Traduzione - "Io non so un cazzo, faccio quello che mi dicono e basta."
- Articolo 23 - L’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata multiprofessionale e si adopera affinché l’assistito disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita.
- Traduzione - "Io le ho fatto firmare i moduli per la privacy, che sono di mia competenza. Non è colpa mia se quel mona del medico non le ha fatto firmare il consenso informato, che è di sua competenza."
- Articolo 24 - L’infermiere aiuta e sostiene l’assistito nelle scelte, fornendo informazioni di natura assistenziale in relazione ai progetti diagnostico-terapeutici e adeguando la comunicazione alla sua capacità di comprendere.
- Traduzione - "Hai capito, Baluba? Tu dovere fare una colonscopia, tubo-in-culo, capito? Se tu avere capito, battere piede due volte su pavimento."
- Articolo 25 - L’infermiere rispetta la consapevole ed esplicita volontà dell’assistito di non essere informato sul suo stato di salute, purché la mancata informazione non sia di pericolo per sé o per gli altri.
- Traduzione - "Cioè, ci ha fatto perdere tutto questo tempo per niente?"
Codice deontologico dei fisioterapisti
- Articolo 23 - La persona assistita, o colui che esercita la legale rappresentanza sullo stesso, deve essere debitamente informato della terapia consigliata prima di iniziare le cure. In questo modo egli avrà la possibilità di accettare o rifiutare la proposta terapeutica.
- Traduzione - "Ci pensi su, ma tenga presente che un po' di massaggi non hanno mai fatto male a nessuno. Accetti, vedrà che ne terrò conto al momento di emettere la fattura. Anzi, potrei perfino dimenticarmi di emetterla."
[[Categoria:Medicina]][[Categoria:Etica]][[Categoria:Diritto e rovescio]]