Paziente

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La sala d'attesa di un ambulatorio: adesso capite perché li chiamano pazienti?
« Ma perché curarmi se tanto alla fine muoio lo stesso? »
(Paziente depressomane mentre rifiuta le medicine)
« Perché altrimenti mi licenziano! Ingoia la pillola o vado a prendere guanti e supposte... »
« Ma che brutto aspetto che ha, torni quando si sentirà meglio. »
(Medico ad un paziente)
- Amico: “Ehi, perché sei triste?”
- Medico: “Oggi mi è morta una paziente.”
- Amico: “Mi spiace, cos'aveva?”
- Medico: “94 anni”

Il paziente è una persona che ha un problema di salute e vuole che questo problema diventi di qualcun altro. Non è ancora ben chiaro il perché si chiamino così, dato che la pazienza ce la mettono gli infermieri.

Categorie di pazienti

  • Paziente depressomane: allegria portami via con tutta la sua simpatia. Non mangia, se mangia vomita, solitamente sul camice pulito del medico, rifiuta le terapie, solitamente inutili, non vuole fare movimento, nemmeno quello per flippare il dito al fisioterapista che prova a risollevare il morale delle sue tristi e interminabili giornate. È così sfigato che di solito fallisce anche i tentativi di suicidio, prolungando la sua permanenza in ospedale, per la gioia di tutto il reparto.
  • Paziente logorroico: paziente affetto da diarrea verbale. Parla, parla, parla anche nel sonno. Fa domande ovvie. Non contento le rifà perché era troppo intento a parlare invece di ascoltare la risposta. Minacciare un trasferimento in psichiatria non sempre è sufficiente a tranquillizzare il paziente e spesso è necessaria un'operazione chirurgica per riportare l'ano nella posizione naturale della bocca e viceversa.
  • Paziente lamentoso: solitamente vecchiette con l'unica patologia di aver perso la gioventù da ormai 40 anni. Accusano sintomi inesistenti, come la nostalgia dei tempi andati e i dolori per nervi accavallati, che scompaiono magicamente quando qualche babbeo con un sacco di tempo da perdere si mette ad ascoltare la storia della loro patologia dal 1928 ad oggi. Con tanto di foto dell'album di famiglia delle radiografie e dei referti medici.
  • Paziente frettoloso: sempre di corsa, sempre al cellulare, anche mentre subisce una rettoscopia. Arriva con 10 minuti di ritardo alle sedute di riabilitazione e se ne va 10 minuti in anticipo perché ha un appuntamento. Non vuole farsi ricoverare perché non ha tempo per queste cazzate: ha un'azienda da mandare avanti, una crociera prenotata, un'amante da soddisfare e un cancro ai polmoni da alimentare. Fa continue pressioni ai medici affinché lo dimettano al più presto, spesso inconsapevole del fatto che l'unica possibilità concreta che ha di lasciare l'ospedale è sul fondo di un vestito di legno.
  • Paziente tuttologo: il classico ed apprezzatissimo individuo che ogni medico vorrebbe vedere morto maritato alla propria figlia. Capace di sfornare diagnosi con la stessa velocità di un'eiaculazione precoce e di non fornire uno straccio d'anamnesi neanche sotto la minaccia di sterminio dell'intero parentado (ad eccezione della suocera che nei momenti opportuni è sempre da qualche altra parte), critica l'operato dei medici, infermieri, paramedici, studenti di medicina, elettricisti, pazienti e familiari dei pazienti presenti, con l'aria saccente e spocchiosa di chi è convinto di saperla lunga poiché assiduo lettore di riviste mediche altamente qualificate. Può essere considerabile come una sotto categoria del paziente lamentoso, tuttavia essendo ormai una specie a rischio d'estinzione decimata da un inspiegabile morbo che i suoi membri tendono a contrarre subito dopo il ricovero, non è possibile stabilire con certezza se questa parentela sia reale o solamente la causa di un abusato onanismo cerebrale.
  • Paziente ipocondriaco: al primo sintomo si precipita su Wikipedia per autoconvincersi di avere la peggiore delle patologie correlate. Per sicurezza controlla anche Nonciclopedia, che non si sa mai. Conosce personalmente tutti i medici della regione e in qualche modo è riuscito a recuperare anche i loro numeri privati di cellulare, che tempesta di telefonate anche alle 4 di notte. Ha un letto riservato in ogni ospedale che frequenta con il proprio nome ricamato a mano sulla federa del cuscino. Richiede esami costosi e inutili anche quando gli prude il naso. Una rettoscopia manuale eseguita dall'infermiera più anziana potrebbe fargli passare la voglia di far perdere tempo a tutto il reparto.
  • Paziente morto: apprezzato per la sua riservatezza, questa categoria di pazienti solitamente si trattiene nei letti degli ospedali anche qualche giorno dopo la "dimissione". Questo perché altrimenti il suo posto potrebbe essere subito occupato da un paziente lamentoso. Gli viene fornita assistenza medico-sanitaria come a tutti gli altri pazienti, anche se in realtà poi gli infermieri si giocano a dadi il suo pasto, le sue droghe, i suoi vestiti e le sue parenti più gnocche.

Il parente del paziente

Il parente del paziente è un rompicoglioni cronico, logorroico, quando non sta parlando è solo perché sta cercando su Wikipedia la cura adatta al proprio caro, che naturalmente tu ignori perché non sei il miglior terapista sulla piazza, terapista che invece è un carissimo amico del parente.[1] Fa domande, troppe domande, a volte così retoriche che non aspetta nemmeno il vostro tentativo di spiegazione, non ascolta e quando lo fa è solo perché sta pensando al modo migliore per interromperti. Ti aggredisce quando sei in ritardo e quando sei in anticipo; quando sei puntuale lo sottolinea come se fosse un'anomalia. Se il paziente non guarisce completamente è colpa tua, se invece guarisce è merito di San Gennaro che gli ha concesso la grazia. Se offre una mancia è perché vuole saltare la lista d'attesa: se rifiuti sei maleducato, se accetti sei avido, se fai finta di niente te li ritrovi nel taschino del camice e non sai a chi dovrai fingere riconoscenza i giorni seguenti.

- Parente: “Dài, non fare complimenti, ti ci prendi un caffè!”
- Infermiere: “Signora, con questi ce ne prendo 20 di caffè, mi vuole vedere morto?”

Il parente del paziente può essere così ignorante da credere a tutto quello che gli dici, adorarti come il maestro Don Nascimento ed erigere statue in tuo onore, salvo poi ricredersi non appena -a distanza di 10 anni- il paziente ha una ricaduta. Trova il tuo bigliettino da visita disperso tra le mille cartelle cliniche del paziente e ti denuncia.

Il parente del paziente è convinto che il proprio padre/madre sia immortale e se muore è colpa della malasanità.

- Figlia: “Ma fino a ieri stava benissimo, non aveva niente...”
- Medico: “Signora, sua madre aveva 103 anni e uno scompenso cardiaco.”
- Figlio settantenne: “Oddio e adesso come farò a vivere senza la mia mammina?”

Peggio del parente del paziente c'è solo il parente del paziente, che fa il giornalista.

Prognosi

Un medico misura il tempo di moto della ciccia di un paziente obeso

La guarigione di un paziente spesso non dipende solo dal tipo di trattamento effettuato, ma può avere un grande peso anche il tipo di paziente a cui è rivolto. Ad esempio, i trattamenti non funzionano sui pazienti morti.

Esistono 3 tipologie di pazienti critici, in cui la prognosi è spesso infausta:

  • Pazienti ciccioni: spesso non riescono nemmeno ad entrare in ospedale, perché non ci passano dalla porta. Molti, in inverno, muoiono fuori dalla porta e diventano cibo per gli avvoltoi.
  • Pazienti depressi: non vogliono essere curati, perché tanto è tutto inutile. Non mangiano, che tanto tra poco moriranno e non prendono le medicine perché il loro oroscopo non era favorevole.
  • Pazienti dementi: mangiano il brodino col bisturi, usano siringhe come stuzzicadenti e scambiano i farmaci per mentine.
  • Pazienti decrepiti: ormai hanno superato l'età del non-ritorno e tutto quello che puoi fare è chiuder loro il coperchio della bara, anche se si stanno ancora lamentando dei dolori.

E poi esistono i pazienti ciccioni-depressi-dementi il cui unico trattamento efficace è l'eutanasia. Dal momento che questi pazienti rappresentano un grande costo per la spesa pubblica, la Lega Nord ha recentemente proposto una legge di solidarietà che prevede l'impiego di questi disabili come bersagli nei poligoni di tiro (dove si esercitano i Brianzoli, in attesa della rivoluzione seccessionista che renderà libera la Padania).

L'ignoranza abbonda

Qui di seguito un repertorio di frasi famose.

- Paziente: “Dottore, ho la cervicale.”
- Fisioterapista: “Sì, signora, ce l'abbiamo tutti. Serve per tenere attaccata la testa.”
- Paziente: “Ho un nervo accavallato.”
- Fisioterapista: “Ah, sì? Me lo saluti.”
« Sono una discarica: non ci vedo un cazzo, mi mancano 4 dottrine, ho le piastrelle basse e mi sono anche lustrato un gomito. »
- Passante: “Signora perché sta mettendo il ghiaccio sul muro?”
- Paziente: “Il dottore mi ha detto di mettere del ghiaccio dove ho preso la botta”
« Dottore mi fa male il linguine[2] »

Vedi anche


Note legali

  1. ^ E allora perché non vi fate curare da lui e non vi levate dai coglioni?
  2. ^ allo scoglio