Prallo

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« Che diabine è un prallo?! Non c'è nemmeno su Google! »
(Tu, nel vedere questa pagina.)
« Sotto coi fagioli: ho chiesto un do# minore! »
(L. van Beethoven nel tentativo di scrivere una variazione a pralli del Chiaro di Luna)

Il prallo è un oggetto antichissimo, antenato della vanvera da passeggio, il cui scopo è quello di musicare e profumare l'aria calda e pressurizzata proveniente dall'intestino, ed espulsa dall'ano, anchesì detta scoreggia.

Storia

Non è ben nota l'origine di codesto strumento, anche se molti esperti archeologi affermano già nell'antico Egitto il prallo era largamente in uso. Si narra l'anonimo inventore fosse un musico di corte, il quale, volendo ampliare i propri orizzonti a livello creativo, progettò uno strumento musicale che potesse essere suonato dallo sfintere, così da poter animare le serate del suo Signore con un terzetto di strumenti, anziché un banale duo. Sta di fatto che il prallo ebbe talmente tanto successo, che fu adottato da tutta la nobiltà egizia (e, successivamente, greca, romana ecc...).

Conformazione

Il prallo è un oggetto in legno o in ceramica, delle dimensioni e delle fattezze di un uovo di gallina (anche se sono stati trovati esempi di pralli delle dimensioni di uova di struzzo[1]), dotato di due fori comunicanti e un comodo cordoncino nella parte esterna, per facilitarne l'estrazione. Al suo interno possono essere poste erbe aromatiche, sicché, all'espulsione della flatulenza, sia possibile rinfrescare l'aria, meglio di un diffusore elettrico.

Il tipico suono del prallo, quando la scoreggia vi passa all'interno, è molto simile a quello di una trombetta, anche se, a seconda della potenza dell'aria emessa, questo suono può variare dalla similitudine con un fischietto a quella con un bassotuba.


Manuale d'uso

  1. Prendete il prallo tenendolo tra il pollice, l'indice e il medio della mano dominante[2].
  2. Assicuratevi che il cordoncino a forma di scopino per la polvere sia rivolto verso il vostro palmo e non verso l'esterno della mano.
  3. Avvicinate il prallo allo sfintere.
  4. Spingete all'interno, assicurandovi il cordoncino non penetri troppo a fondo (altrimenti l'unico modo per rimuoverlo sarà attendere uno stimolo maggiore, con conseguente difficoltà nel recupero).
  5. Bene, ora avete il vostro prallo nella posizione corretta. Andate e petate in pace, musicando le strade con concerti di sfiati e riempiendole di gradevoli profumi!

Avvertenze

  • Un uso improprio del prallo può essere adoperato dai bardassi per trarne piacere sessuale.
  • Non inserire all'interno della vagina; per ciò esistono i vibratori.
  • Non inserire all'interno del prallo sostanze chimiche che producano reazioni a contatto con aerosol solfurei: l'omicidio è reato.

Curiosità

  • La Raid, nel 600 a.C. brevettò il "Prallo Anti-Zanzara", inserendo citronella e geranio nell'utile strumento.
  • W.A. Mozart compose la sinfonia KV 297 inserendo i pralli nell'orchestra[3]. Da qui il nome della sinfonia: "Sinfonia Concertante per Sfiati[4]".

Note

  1. ^ per i culi più esigenti
  2. ^ se siete ambidestri usatele entrambe
  3. ^ d'altronde si sa: Mozart era un burlone
  4. ^ for Winds/Vents

Voci correlate