Associazione Sportiva Roma: differenze tra le versioni

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*'''[[Adriano Leite Ribeiro|Adriano]]''' (Favelas di Rio de Janeiro, 1982-). Alto due metri, pesante due quintali (da magro), fu ribattezzato «l’Imperatore» probabilmente per le spese folli cui era abituato. Passato per la Capitale senza lasciare tracce sportive, ebbe comunque il merito di risollevarne l’industria notturna e ''underground'' visto l’incremento di fatturato che generò in tutti i night club nei quali mise piede durante il suo soggiorno romano.
*'''[[Adriano Leite Ribeiro|Adriano]]''' (Favelas di Rio de Janeiro, 1982-). Alto due metri, pesante due quintali (da magro), fu ribattezzato «l’Imperatore» probabilmente per le spese folli cui era abituato. Passato per la Capitale senza lasciare tracce sportive, ebbe comunque il merito di risollevarne l’industria notturna e ''underground'' visto l’incremento di fatturato che generò in tutti i night club nei quali mise piede durante il suo soggiorno romano.
* '''[[Doni]]''', al secolo '''Doniéber Alexander Marangon''' (Caffè Paulista, 1979-). [[Portiere]] [[brasile|brasiliano]] (una bizzarria logica come beach-volleisti svedesi, bobbisti giamaicani, sciatori di fondo congolesi e alpinisti figiani), deve il suo soprannome all’inventiva degli attaccanti avversari, visto che rappresenta quello che gli riesce meglio di fare in campo. In sei stagioni alla Roma è riuscito a parare 11 tiri totali, peraltro un record considerando il Paese di provenienza. I solerti editor di [[Wikipedia]] in italiano si sono affrettati a inserire l’inutile particolare che, per ascendenza paterna (come era peraltro inferibile dal nome), Doni possiede anche il passaporto del [[Italia|Bel Paese]]: ahimé, non sono stati avvertiti in tempo che a [[nessuno]] frega.
* '''[[Doni]]''', al secolo '''Doniéber Alexander Marangon''' (Caffè Paulista, 1979-). [[Portiere]] [[brasile|brasiliano]] (una bizzarria logica come beach-volleisti svedesi, bobbisti giamaicani, sciatori di fondo congolesi e alpinisti figiani), deve il suo soprannome all’inventiva degli attaccanti avversari, visto che rappresenta quello che gli riesce meglio di fare in campo. In sei stagioni alla Roma è riuscito a parare 11 tiri totali, peraltro un record considerando il Paese di provenienza. I solerti editor di [[Wikipedia]] in italiano si sono affrettati a inserire l’inutile particolare che, per ascendenza paterna (come era peraltro inferibile dal nome), Doni possiede anche il passaporto del [[Italia|Bel Paese]]: ahimé, non sono stati avvertiti in tempo che a [[nessuno]] frega.
* '''[[Mirko Vucinic|Mirko Vučinić]]''' (Campo Rom di Centocelle, 1983-). Nato nella periferia romana ma montenegrino di passaporto e cultura, Vučinić vinse scudetti Primavera a Lecce prima di diventare attaccante della Roma per un quinquennio, durante il quale si distinse per la vittoria in cinque edizioni consecutive del premio «Carbonara amatoriale» di Fregene; nell’estate del 2011 disse ai tifosi giallorossi in estasi: «Quest’anno vedrete un Vučinić motivato e vincente, che darà il suo contributo alla vittoria dello scudetto!». In effetti aveva già firmato un triennale con la [[Juventus]] con cui finalmente si laureò campione d’Italia l’anno seguente e anche quello dopo, prima di diventare un ex calciatore ad Abu Dhabi.
* '''[[Mirko Vucinic|Mirko Vučinić]]''' (Campo Rom di Centocelle, 1983-). Nato nella periferia romana da montenegrini in trasferta all’estero per accattonaggio e furto di ramee, Vučinić vinse scudetti Primavera a Lecce prima di diventare attaccante della Roma per un quinquennio, durante il quale si distinse per la vittoria in cinque edizioni consecutive del premio «Carbonara amatoriale» di Fregene; nell’estate del 2011 disse ai tifosi giallorossi in estasi: «Quest’anno vedrete un Vučinić motivato e vincente, che darà il suo contributo alla vittoria dello scudetto!». In effetti aveva già firmato un triennale con la [[Juventus]] con cui finalmente si laureò campione d’Italia l’anno seguente e anche quello dopo, prima di diventare un ex calciatore ad Abu Dhabi.
* '''[[Philippe Mexès]]''' (Casablanca, 1982-). Calciatrice transex francese, saltava due partite al mese per le mestruazioni. Sfranta dal dolore per avere perso l’ennesimo scudetto, nel 2011 dimostrò il suo incrollabile attaccamento alla squadra trasferendosi al [[A.C. Milan|Milan]] a parametro zero.
* '''[[Philippe Mexès]]''' (Casablanca, 1982-). Calciatrice transex francese, saltava due partite al mese per le mestruazioni. Sfranta dal dolore per avere perso l’ennesimo scudetto, nel 2011 dimostrò il suo incrollabile attaccamento alla squadra trasferendosi al [[A.C. Milan|Milan]] a parametro zero.
* '''[[Nicolas Burdisso|Nicolás Burdisso]]''' (Cinco de la Tarde, 1981-). Difensore a passo di tango (di lato qualche volta, avanti mai, sempre indietro e girato), fu in carriera sostituto dell’aiuto magazziniere all’[[Inter]] nonostante gli elogi ricevuti da [[Diego Armando Maradona|Maradona]] ai tempi del Boca Juniors («Hermanos, no he visto un desastre similar desde la derrota en la Guerra de las Malvinas», furono le parole del Pibe). La Roma fu quindi il suo sbocco professionale ideale, infatti quando la partita sembrava al sicuro interveniva lui a movimentare il gioco combinando qualche [[Cazzata|intelligente manovra]] tipo farsi espellere, svirgolare il pallone e buttarselo nella propria porta, lisciarlo e liberare l’attaccante avversario, insomma tutte quelle finezze tecniche in linea con la tradizione vincente dei giallorossi. All’Inter veniva ingenerosamente fischiato al primo tocco di palla; il più competente pubblico della Roma, invece, a ogni liscio, commentava con «Armeno ’aa grinta ce la mette!».
* '''[[Nicolas Burdisso|Nicolás Burdisso]]''' (Cinco de la Tarde, 1981-). Difensore a passo di tango (di lato qualche volta, avanti mai, sempre indietro e girato), fu in carriera sostituto dell’aiuto magazziniere all’[[Inter]] nonostante gli elogi ricevuti da [[Diego Armando Maradona|Maradona]] ai tempi del Boca Juniors («Hermanos, no he visto un desastre similar desde la derrota en la Guerra de las Malvinas», furono le parole del Pibe). La Roma fu quindi il suo sbocco professionale ideale, infatti quando la partita sembrava al sicuro interveniva lui a movimentare il gioco combinando qualche [[Cazzata|intelligente manovra]] tipo farsi espellere, svirgolare il pallone e buttarselo nella propria porta, lisciarlo e liberare l’attaccante avversario, insomma tutte quelle finezze tecniche in linea con la tradizione vincente dei giallorossi. All’Inter veniva ingenerosamente fischiato al primo tocco di palla; il più competente pubblico della Roma, invece, a ogni liscio, commentava con «Armeno ’aa grinta ce la mette!».

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Associazione Sportiva Roma
(Stemma)
Stemma dell'A.S Rosiconi
Nazione Italia
Città Roma
Fondazione 1927
Motto Semo campioni morali!
Allenatore Luciano Spaletti
Capitano Francesco Totti
Scudetti vinti Scudetti vinti
« OH, RIGOREPAARIOMMA!! »
(Chiunque, in ogni partita dei giallorossi.)
« Laif is nau! »
(La frase più pronunciata dal Capitano.)
« Super Roma, lo scudetto si avvicina. »
(Il Corriere dello Sport ogni estate.)
« Messi? Mi’ cuggino l’ha ggià visto a Trigoria, è fatta! »
(Tipica frase del tifoso romanista.)
« Er Mencester ha rubbato perché er loro quinto go’ era ’n’fôriggioco! »
(Romanista medio dopo la sconfitta di misura per 1-7 in Champions League.)
« Mo che c’hanno pijato l’americani so’ cazzi pe’ tutti, puro p’er Barsa! »
(Tifoso romanista medio che commenta l’acquisto della società da parte della cordata statunitense.)
Tifosi della Roma festeggiano entusiasti la vittoria di un'amichevole.
« Er go’ de De Rossi cor Mencester valeva 6!!! »
(Tifoso romanista dopo l’1-7 a Manchester.)

L’A.S. Roma, anche chiamata ’Aaa Maggica e ribattezzata simpaticamente A.S. Riomma dai «cugini» e rivali cittadini della Lazio, è una società di calcio italiana fondata nel 1927 da un frullato di circa una decina di club della Capitale che si trovavano lì per caso. La leggenda vuole che tra le società cui fu imposta la fusione figurassero anche anche un consorzio di casalinghe in protesta e un team di apicultori.

La storia

Nata nel 1927 per iniziativa di Italo Foschi, un abruzzese che si divertiva a fondare società in giro per l’Italia, la A.S. Roma era originariamente una squadra di bocce; lo spirito dello sport originario è tuttora vivo nei tifosi i quali sono convinti che, proprio come a bocce, per vincere il campionato basti avvicinarsi alla vetta della classifica quanto più possibile.

La squadra si caratterizza per il devoto affetto tributatole dai tifosi. Affetto degno di miglior causa dal momento che, a dispetto dei favorevoli fattori ambientali che da sempre hanno accompagnato la storia della compagine giallorossa, questa vanta un palmarès di un ordine di grandezza paragonabile a quello dei rivali cittadini della Lazio, la quale in passato ha vissuto momenti di scarsa partecipazione e interesse da parte di pubblico e istituzioni.

Ammirevoli gli sforzi dei tifosi, capaci di difendere la prestazione della squadra, l’unica appartenente a una tra le maggiori federazioni UEFA a incassare a poche edizioni di Champions’ League di distanza due sconfitte per 1-7, rispettivamente da Manchester United fuori casa e Bayern Monaco in casa.

Dal 2011, al termine di un’apparentemente interminabile trattativa durata nove mesi, la società è di proprietà di una cordata statunitense con a capo James Pallotta, che rilevò la proprietà da Rosella Sensi, la quale non vedeva l’ora di liberarsi di un affare in perdita indebitato per più di 300 milioni di euro con la banca Unicredit.

I trofei

Come dimostra questo striscione, la Lazio non è una scuadra.

L’A.S. Roma è nota per due caratteristiche fondamentali: essere totalmente sconosciuta a chiunque viva al di fuori del Grande raccordo anulare e, soprattutto, non avere praticamente mai vinto un cazzo.

Infatti, nei suoi (al 2017) ottant’anni di storia ha vinto tre scudetti, ovvero uno più di Napoli, Lazio e Fiorentina, quattro meno di Bologna e Pro Vercelli e addirittura sei meno del Genoa.

Nonostante ciò, la Roma ha collezionato nella sua storia la bellezza di 26 scudetti morali[1].

Oltre a quelli morali, la squadra ha anche tre scudetti (diciamo) veri: il primo, ottenuto al termine della stagione 1941-42, grazie all’interessamento di un noto intellettuale romagnolo all’epoca molto in auge, il quale permise ai giocatori giallorossi di prestare servizio militare, in piena mobilitazione bellica, nell’area della Capitale mentre le altre squadre perdevano i loro giocatori; il secondo grazie all’impegno in politica di Dino Viola, presidente dell’epoca, che con una mano del suo amico Giulio Andreotti nell’anno del giubileo 1983 portò a casa il titolo e per ringraziarlo fece da acchiappavoti per la Democrazia Cristiana con la candidatura al Senato; e il terzo nel 2001, quando la Federazione autorizzò a sei giornate dalla fine l’utilizzo di tutti gli extracomunitari in rosa, cosa che permise al club dell’allora presidente Franco Sensi di schierare tutti gli stranieri e di vincere il titolo di un’incollatura sulla Juventus.

Il resto della storia giallorossa sono magre colossali benché i tifosi giallorossi si consolino con il fatto che la squadra gioca un calcio spettacolare[citazione necessaria], anche se poi non segna quasi mai.

I romanisti si vantano di essere una delle prime squadre italiane ad avere vinto un trofeo europeo. In effetti portarono a casa la Coppa delle Fiere del 1961. Il problema è che, in primis, di quella coppa a nessuno fregava alcunché all’epoca e neppure dopo, essendo praticamente l’antenata calcistica di Giochi senza frontiere da disputarsi tra squadre di città che null’altro merito avessero che essere sede di fiera di qualsiasi tipo, fosse anche di quella dei minolli da soma; a seguire c’è il particolare non trascurabile che la UEFA non riconosce quel trofeo Moretti europeo come competizione ufficiale, che quindi negli almanacchi ufficiali conta quanto una banconota da 6 euro e il talento canoro di Mengoni, cioè zero.

Stagione tipo

Il più prestigioso trofeo vinto ad oggi dalla Roma.
  • Campagna acquisti. La società va sul mercato. Poi le spiegano che non deve andare al mercato ortofrutticolo della Garbatella, ma al calciomercato a Milano. Una volta capito ciò, è regolarmente costretta ogni anno a vendere un pezzo pregiato (insomma… se era pregiato stava alla Juve) per poter pagare lo stipendio di Totti[2].
  • Precampionato. La squadra piega i temibili avversari delle amichevoli estive (campioni maltesi, terzoturnisti di Champions’ League lituani, Inter) alimentando l’esaltazione dei tifosi che già pregustano l’ineluttabile scudetto.
  • Inizio di stagione. All’insegna del primi a Natale la squadra inizia il campionato rispettando le attese, per esempio perdendo in casa con Siena, Chievo, Cesena e altre compagini che in un qualsiasi altro stadio boccheggerebbero per portare a casa i punti-salvezza. Quando è chiaro che per Natale il primo posto è [eufemismo] difficilmente raggiungibile parte la caccia al capro espiatorio cui addossare la responsabilità dei mancati luminosi traguardi[3].
  • Girone di ritorno. Quando appare chiaro che anche quest’anno vinciamo l’anno prossimo, tra i tifosi più previdenti la parola d’ordine è «Febbraio, prenotamo ’a sdrajo», riferito al posto in spiaggia ai bagni di Ostia Lido dell’estate successiva.
  • Volata finale. Tuttavia può capitare che la Roma, in un ultimo sussulto d’orgoglio[4], dia vita a una straordinaria rimonta a media-scudetto che provoca un rigurgito di esaltazione della tifoseria, ma che si arresta miseramente e invariabilmente a una o due giornate dal termine contro una retrocedenda che non ha più nulla da chiedere al campionato che non congedarsi con uno sgambetto ai giallorossi. I tifosi si stringeranno intorno alla squadra convinti che non potesse fare di più, e la stampa della Capitale le accrediterà l’ennesimo scudetto morale (ambìto riconoscimento che ingenerosamente i rivali della Lazio equipareranno regolarmente all’«ariconsolasse co’ l’ajetto»).
  • Fine campionato. In quel periodo in genere ci sono le prime comunioni e le cresime dei figli dei tifosi, e talora anche qualche matrimonio. Finalmente il tifoso romanista può festeggiare qualcosa a maggio mentre i soliti festeggiano i trofei veri.

Giocatori famosi

Tipica esultanza di un giocatore romanista.
  • Francesco Totti (Porta Metronia, 1976-). Soprannominato «er Pupone», è divenuto ormai il simbolo della società. Il Capitano è noto per essere il miglior marcatore in attività, campione di sputi internazionale, maestro nell’arte dell’imbruttire e gran paraculo della casata di Porta Metronia. Ultimamente è diventato ancor più famoso grazie alle sue divertentissime[citazione necessaria] pubblicità della Vodafone.
    Particolare curioso, benché sia considerato unanimanente uno dei più forterrimi giocatori della storia del calcio, anche di quello giocato fuori dal citato Grande raccordo anulare intendiamo, Totti è considerato un portafortuna sì, ma dai cugini della Lazio: infatti, dalla stagione d’esordio in serie A del Pupone (1992-93), la Roma ha vinto ben uno scudetto (2000-01), due Coppe Italia (2006-07 e 2007-08) e due Supercoppe d’Italia (2001 e 2007), mentre invece i biancocelesti, nello stesso periodo, si sono portati a casa anche loro uno scudetto (1999-2000) ma cinque Coppe Italia (1997-98, 1999-2000, 2003-04, 2008-09 e 2012-13, quest’ultima vinta proprio in un derby di finale), tre Supercoppe d’Italia (1998, 2000 e 2009), una Coppa delle Coppe (1998-99) e una Supercoppa UEFA (1999). Ragion per cui i tifosi della Lazio si sono associati ai loro cugini nel chiedere a gran voce un rinnovo decennale al quarantenne Totti onde vederlo in campo fino alla soglia dell’età pensionabile.
  • Daniele De Rossi (Banda della Magliana, 1983-). Chiamato «Capitan Futuro», che è quantomeno un controsenso, dal momento che un futuro come capitano De Rossi non ce l’ha, essendo il posto preso da Totti che, per incrementare gli incassi allo stadio e favorire il marketing di magliette taroccate e bandiere che da trent’anni non necessitano di aggiornamento dei trofei, smetterà di giocare nel 2066 a novant’anni.
  • Adriano (Favelas di Rio de Janeiro, 1982-). Alto due metri, pesante due quintali (da magro), fu ribattezzato «l’Imperatore» probabilmente per le spese folli cui era abituato. Passato per la Capitale senza lasciare tracce sportive, ebbe comunque il merito di risollevarne l’industria notturna e underground visto l’incremento di fatturato che generò in tutti i night club nei quali mise piede durante il suo soggiorno romano.
  • Doni, al secolo Doniéber Alexander Marangon (Caffè Paulista, 1979-). Portiere brasiliano (una bizzarria logica come beach-volleisti svedesi, bobbisti giamaicani, sciatori di fondo congolesi e alpinisti figiani), deve il suo soprannome all’inventiva degli attaccanti avversari, visto che rappresenta quello che gli riesce meglio di fare in campo. In sei stagioni alla Roma è riuscito a parare 11 tiri totali, peraltro un record considerando il Paese di provenienza. I solerti editor di Wikipedia in italiano si sono affrettati a inserire l’inutile particolare che, per ascendenza paterna (come era peraltro inferibile dal nome), Doni possiede anche il passaporto del Bel Paese: ahimé, non sono stati avvertiti in tempo che a nessuno frega.
  • Mirko Vučinić (Campo Rom di Centocelle, 1983-). Nato nella periferia romana da montenegrini in trasferta all’estero per accattonaggio e furto di ramee, Vučinić vinse scudetti Primavera a Lecce prima di diventare attaccante della Roma per un quinquennio, durante il quale si distinse per la vittoria in cinque edizioni consecutive del premio «Carbonara amatoriale» di Fregene; nell’estate del 2011 disse ai tifosi giallorossi in estasi: «Quest’anno vedrete un Vučinić motivato e vincente, che darà il suo contributo alla vittoria dello scudetto!». In effetti aveva già firmato un triennale con la Juventus con cui finalmente si laureò campione d’Italia l’anno seguente e anche quello dopo, prima di diventare un ex calciatore ad Abu Dhabi.
  • Philippe Mexès (Casablanca, 1982-). Calciatrice transex francese, saltava due partite al mese per le mestruazioni. Sfranta dal dolore per avere perso l’ennesimo scudetto, nel 2011 dimostrò il suo incrollabile attaccamento alla squadra trasferendosi al Milan a parametro zero.
  • Nicolás Burdisso (Cinco de la Tarde, 1981-). Difensore a passo di tango (di lato qualche volta, avanti mai, sempre indietro e girato), fu in carriera sostituto dell’aiuto magazziniere all’Inter nonostante gli elogi ricevuti da Maradona ai tempi del Boca Juniors («Hermanos, no he visto un desastre similar desde la derrota en la Guerra de las Malvinas», furono le parole del Pibe). La Roma fu quindi il suo sbocco professionale ideale, infatti quando la partita sembrava al sicuro interveniva lui a movimentare il gioco combinando qualche intelligente manovra tipo farsi espellere, svirgolare il pallone e buttarselo nella propria porta, lisciarlo e liberare l’attaccante avversario, insomma tutte quelle finezze tecniche in linea con la tradizione vincente dei giallorossi. All’Inter veniva ingenerosamente fischiato al primo tocco di palla; il più competente pubblico della Roma, invece, a ogni liscio, commentava con «Armeno ’aa grinta ce la mette!».

Filosofia romanista

Tifoso della Roma che esulta per l'insperato gol del pareggio contro la Triestina.

Come detto, il tifoso romanista ha una fede incrollabile, e in molti casi ingiustificata. La sua più grande abilità è quella di inventare scuse, motivazioni o eventuali complotti per giustificare le sconfitte della Roma.

  • Avemo perso contro il Manchester perché ce mancava Tonetto.
  • Spalletti ha distratto i giocatori colla lucentezza della pelata.
  • Er pupone non s'è ancora ripreso dall'infortunio del 1998.
  • Ilary è rimasta 'n'artra vorta incinta.
  • Taddei è brutto. Troppo brutto. No davero. Avrei perso pure io pur de finilla in fretta qua partita e nun vedello più.
  • Semo scomodi, er palazzo ce odia!
  • Il campo era in pendenza.
  • Er Barcellona ha vinto la Champions, se semo vendicati der Manchester.
  • Semo i vincitori morali dello scudetto.
  • Menez c'ha i colpi de Cristiano Ronaldo.
  • La Roma nun se discute, se ama.
  • Ce mancava er Capitano.
  • Baptista era fuori ruolo.
  • Spalletti c'ha problemi a casa.
  • Ce manca er Pek.
  • Mourinho è 'no stronzo.
  • Se giocava Loria vincevamo facile.
  • Roma Roma Roma.
  • La mamma der laziale je piace er sesso anale!
  • Er gol de Turone era bbono.
  • Okaka è acerbo.
  • 'St'anno lottamo su tre fronti.
  • Er Pupone ha vinto pure 'a scarpa d'oro.
  • Mo je ne danno 'n'artra, cosi ce po andà in giro.
  • Volemose bbene.
  • Capitan futuro.
  • Daje Roma.
  • Er grinta Panucci.
  • Doni è 'na talpa.
  • A Spalletti s'è staccata 'a parucca.
  • La Lanzie in B.
  • L'Inter ha vinto rubbando.
  • Annamose a fa' 'na matriciana.
  • Baptista ha giocato male perché nun s'è mangiato e banane.
  • L'anno prossimo lo scudetto è nostro matematico.
  • Totti lo doveva dà più forte er calcio a Balotelli.
  • Perché noi semo la squadra de Roma... i laziali ce vengono a portà le ova fresche.
  • Totti è n pezzo de pane, se fa li falli è perché je mancano de rispetto.
  • E se permettono pure de mancà de rispetto a Ilari!
  • C'hanno fatto er Biscotto.
  • Se ce fosse stato Totti avremmo vinto er mondiale.
  • Pure se semo arivati secondi è come se avemo vinto noi.
  • Tifo l'italia solo perché c'è De Rossi... Daje Roma!
  • Quanno vincemo semo li mejo, quanno perdemo so l'artri che rubbano quindi semo comunque li mejo.
  • A maggica non vince mai perché favoriscono solo er nord.
  • Nun c'è problema.
  • Magno, bevo e tifo Roma.
  • Co' Borriello vinceremo er tricolore.
  • Adriano se l'è magnato...
  • Chi tifa Roma non perde mai.
  • Vabbè avemo perso, ma alla prossima je famo un culo così.
  • Noi al Circo Massimo, voi massimo al circo.
  • A Laziesi, nun ve sarva manco la memory card.
  • Mo arrivano l'americani, quelli so imballati de soldi, daje!



Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • Anche il Cervia di Ciccio Graziani, il Napoli, il Frosinone, l'Alto Adige e il Fiumicino sono stati fondati prima dell'A.S. Roma.
  • Rodrigo Taddei vanta il record di giocatore più brutto della serie A ancora in attività. Inoltre, in occasione di un derby giocato contro la Lazio, è riuscito a essere l'unico giocatore a segnare un gol più brutto di se stesso.
  • Francesco Totti è l'unico calciatore in attività ad aver mandato più di un milione di SMS.

Note

Template:Legginote

  1. ^ Tutti quelli in cui è giunta seconda oppure ci ha creduto fino alla fine!
  2. ^ Che ormai è pari al PIL del Belgio.
  3. ^ In genere, ma non è scontato, è l’allenatore, benché non è infrequente che in diversi casi sia stato incolpato il massaggiatore, la stampa o perfino il gatto del guardalinee.
  4. ^ Generalmente alimentato dal fatto che diversi giocatori in scadenza di contratto e anche altri che si sono stufati di stare in una società dove non si vince una fava si sbattono per farsi notare dagli osservatori delle squadre inglesi e spagnole in tribuna e strappare un contratto milionario per le stagioni successive.


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Club Bisnes Clas: il BergamoSoccmelSalto CarpiatoChiavo VeronaHeavoniaFootball MaremmamaialaFrocinoneGenoa Per NoiInteLGiuveLazieFozza MilaNapulePaleeeemmmo'A MaggicaSampeiCazzuoloGranata al LimoneMandimandimandiPirlas Verona

Classe Economica: Olive F.C.AvellinobanfiU' BàarUccellacci bianchiCastedduC'è SenoComodinoScrotoneLatrina CalcioBoiadèTortellino PowerVecchiaraMelugiaRapugnetta'sPro VermicelliThe PesciarolsSpezzatinoThyssenKruppBlack and DeckerBOH Dal MicinChiava(to)riLinciano

Derelitti e sfigati misti: AlbinoCHE?Lu CataniaCentro Scommesse CremonaScatarraroLusulelumareluientuParmacotto FCScorregginaCozzballBora BoraSvarionese

Ministero degli esteri:

Albione: ScarsenalChel$ki AbramogradNevertonLiwhirlpoolMinaretochester United 2Ducato di Ferguson

Iberia: Solari BilbaoFC PorcellonaRepubblican Madrid

Gallia: Merz CalcioOlympique SimbaOmmmmmmmmmmParigi San MosconiGiacobini violetti

Crucchia: Baiern FrateBorussia DormiMusicanti VerdiForza PaninoBaier quell'altro

Continente: Ajax PavimentiDinamo BadantiBentopaI texaniI padaniMonte OlympiakosLe Panatine

Nazionali Carampano Continente: Andostà?SacherlandiaCavol(ett)i (di Bruxelles) RossiCraxiaLa leva calcistica del '92Fare le OreFrociarìaCrukkiaMacachi FCSpartaaai pionieriPOPOPOEminflexoniaAmaro MonteabbronzatoTulipaniaPolacchiaPortoGaioCecatiaROMlandiaUЯSSSan CulamoBanda delle CornamuseSerbi della Glebale Furie MosseSchfizeraFigoniaI kebabbariFamiglia ShevchenkoQuelli che erano invincibili

Suonatori di bonghi: Camerun da lettoUna massa di DrogbatiLe MummieGhana PadanoIl figlio di GheddafiLavavetri UnitedAgbonavbarèI Ricchi e PoveriOlympique Hammamet

Asia Argento e i mari del Sud: La Rabbia SubitaQuelli a capasottaCinciuèI dentistiByron MorenoAlfieri dell'Uomo del GiapponePersiaUSA 2Ka mate! Ka ora!I numeri ultimi

Sudditi della Casabbianca e Mangiacucujanji: MaradonidiJoga BollitoI CaimaniCileccail cartello di MedellinTosta PheecaRastamenArribarribarribaAcciuffainghippiQuelli che il "Soccer"...Urrà Gay

Boschetto della mia fantasia: PadaniaNazionale cantanti
Tecniche Colpo di testaCalcio rotanteRovesciataAutogolSimulazione di falloTestata SardaTrivelaPallonettoCucchiaioCatapulta infernaleCatenaccioContropiedeDoppie punteFalloFuorigiocoMarcaturaRigorePunizioneVuvuzela attacksSbagliare un calcio di rigoreTiki-taka
Videogiochi FIGAFIGA StreetFootball ManagerHattrickWinning Eleven + Patch - Potenza e superpotenza
I Calciattori
Portieri AbbiatiBorucButtChimentiDidaDoniDudekFioriKalacManningerMarchettiMattoliniMusleraNeuerPizzaballaRossiSovieroWarner
Difensori AronicaBagniBaresiBenettiBergomiBettariniBoumsongBurdissoCarrozzieriChielliniCirilloCocoDavid LuizFerriGreškoIulianoKaladzeLúcioMaiconMaldiniMellbergMolinaroMonteroNeqrouzOkanOnyewuRuganiSantonSenderosTerryZanettiZapataZé MariaZenoni
Centrocampisti AndradeBaBeckhamBiapirljiderBoatengBrocchiCaniggiaCapparellaCasertaDiegoDzemailiFelipe MeloFellainiFlaminiGheddafiGiaccheriniGnocchiHamsikLampardLedesmaManciniMontolivoMorfeoNakataNedvedNserekoQuaresmaPadoinPerdomoPlatiniPogbaPoulsenRenatoSeedorfSissokoStrootmanTedescoTiagoValderramaVerrattiVidalVolpi
Attaccanti AdrianoAguileraAltafiniAmauriAmorosoAmorusoBaggioBalotelliBatistutaBendtnerBestBettegaBorrielloBrienzaCalaiòCaraccioloCassanoCavaniChinagliaCorradiCrouchCruzDi NataleEijkelkampEto'oFindleyFlachiFrickGiovincoHuntelaarIbrahimovicInsigneIturbeJacobsenKakàLarriveyLavezziLendersMakinwaMarachellaMatriMessiMiccoliMilitoMoscardelliMutuNappiNeymarOliveiraOsvaldoPančevPandevPatoPazziniPeléPlasmatiPoggiQuagliarellaRecobaRivaRocchiRonaldinhoC. RonaldoRonaldoRooneyG. RossiP.RossiSchillaciShevchenkoSimoneSuazoTareTevezToffoliTorresTrezeguetVan NistelrooyVerpakovskisVieriVucinicZalayetaZampagnaZarateZidaneMutande di BendtnerJuan Manuel IturbeMartinez
Allenatori Allenatore dell'U.S. Città di PalermoAncelottiBagnoliBaldiniBearzotBeckenbauerBenettiBenitezBoskovCapelloCloughConteCoriniDi CanioDelneriDomenechDonadoniFergusonFerraraGarciaGascoigneGiordanoGrazianiGuidolinGullitHiddinkLeonardoLippiLöwManciniMaradonaMazzarriMihajlovicMourinhoPrandelliRanieriSacchiSimoniSpallettiTrapVenturaZaccheroniZemanZengaZola
Campioni del mondo 2006 1 Buffon • 2 Zaccardo • 3 Grosso • 4 De Rossi• 5 Cannavaro • 6 Barzagli • 7 Del Piero • 8 Gattuso • 9 Toni • 10 Totti • 11 Gilardino • 12 Peruzzi • 13 Nesta • 14 Amelia • 15 Iaquinta • 16 Camoranesi • 17 Barone • 18 Inzaghi • 19 Zambrotta • 20 Perrotta • 21 Pirlo • 22 Oddo • 23 Materazzi