Utente:MisterDi/Cantiere3: differenze tra le versioni
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Come profetizzato da un [[Mago do Nascimento|imbianchino delle favelas]] di [[San Paolo (città)|San Paolo]], un giorno verrà un ragazzino a fare due palleggi, decretando così il suo talento, il suo successo intergloboplanetariouniversale, una carriera stellare e l'assunzione in cielo di tutto i brasiliani tramite un contratto col Barcellona, un trasferimento ad un club italiano in crisi di risultati senza successo ed un trionfale ritorno in [[Brasile]] fatto di obesità e [[Trans|vizietti]]. Nel corso dei decenni il pubblico brasiliano ha cercato di capire chi fosse il predestinato, poiché questo è l'abituale curriculum di ogni calciatore carioca che si rispetti.<br /> |
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=== Un giovane talento === |
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Versione delle 16:58, 1 giu 2014
Walter Fontana
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Walter Fontana (Sala doppiaggio Merak Film 1957) è una famosa voce di Mai dire Gol. E nient'altro, in quanto non esiste come corpo fisico. Tanto quanto la Gialappa's Band.
Biografia
Walter Fontana nasce da un'involontario spasmo muscolo-gastro-polmonare di Carlo Romano mentre prestava la sua voce a Jerry Lewis. Era un momento critico in cui serviva una tonalità molto alta: lo sforzo fece fuoriuscire un acuto dalla gola dell'attore romano. La voce però non si esaurì e cominciò invece a riempire l'aria[1] densa e pregna ed iniziò a prendere vita, emettendo dapprima suoni, poi vocalizzi, infine elaborando concetti complessi. Improvvisò inoltre una serie di dissacranti prese in giro verso tutto lo studio; da questo episodio si poté saggiare il suo talento comico ed intuire il destino che gli profilava: posto fisso come dipendente pubblico.
Sepp mon amour
Alla vigilia dei Mondiali 1998 il mondo intero si è reso conto che la Fifa non solo esisteva davvero, ma aveva anche un presidente. Anche se stava meglio senza.
Fontana se ne accorse meglio di chiunque altro ed utilizzò le sue schede per illustrare al pubblico le grandi manovre operate dal brillante presidente Blatter, come l'introduzione del Golden Gol e del ballottaggio in caso di pareggio dopo 120', del doppio arbitro in campo, l'obbligo per tutte le nazionali di imparare a memoria l'inno composto da Ricky Martin ed usarlo in sostituzione del proprio inno nazionale e la sostituzione dei tacchetti di ferro con quelli di porcellana perché si abbinavano meglio ai manti erbosi francesi. Questo almeno secondo quanto riportavano le fonti citate da Fontana, tra cui segnaliamo beppegrillo.it.
Condusse le inchieste in maniera assolutamente imparziale, anzi si fece consigliare da Emilio Fede per essere più sicuro. Portiamo come esempio alcune frasi che testimoniano la sua neutralità:
L'inganno del Dottor Frattale
Per smentire le voci sulla sua presunta mancanza di un corpo fisico un giorno si presentò davanti alle telecamere con un nuovo personaggio: uno stronzo dalla lingua di velluto (altrimenti noto come responsabile delle risorse umane), che spiegava a luminosi dirigenti dallo stipendio di giada come crocifiggere in sala mensa i propri subalterni seguendo la filosofia zen, il feng shui e tutte quelle vaccate new age che andavano tanto di moda fino al 2005; a ciò si aggiungano alcuni impercettibili manifestazioni psicotiche riguardo una Volvo i e suoi accessori, mutui a tasso variabile e altre disgrazie varie che da sempre funestano la classe media: era il 12 maggio 1998 (me lo ricordo bene fu l'ultima volta che Maurizio Gasparri disse una cosa intelligente) quando nacque il dottor Frattale.
Ma la gente era scettica e volle toccare con mano, ma fu qui che si scoprì che Walter Fontana aveva utilizzato dei fondi neri di Fininvest (cosa di cui qualche malpensante magistrato comunista avrebbe poi incolpato gli innocenti Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri) per farsi costruire da ingegneri compiacenti al CERN di Ginevra un involucro robotico in cui far risiedere la propria entità vocale; ovviamente per completare le varie operazioni si avvalse di alcuni prestacorpo, essendo lui sprovvisto di arti per portare le valigette.
Scoppiò lo scandalo e per questo gli fu proibito di ricomparire in video, motivo per cui non esistono altri personaggi fisici da lui interpretati, ma solo voci di sottofondo.
Burlesque
Il Burlesque è quell'arte[citazione necessaria] che ha convinto tutte le donne più brutte del mondo di essere delle vagine di dimensioni stratosferiche capaci di sedurre anche il titanio.
Burnout 3: Takedown
Burnout 3: Takedown è il terzo capitolo della serie ideata da Criterion Games che ha insegnato ai videogiocatori di tutto il mondo come "pimpare" le proprie auto sui guardrails.
In questo episodio è stata aggiunta una nuova manovra, il Takedown per far cessare le bestemmie e permettere al giocatore di sfogare i propri istinti omicidi.
- ^ Questa ambiguità è dovuta alla differenza di sesso di Atomika tra la versione in inglese e quella in italiano.
Neymar
INCREDIBILE AMISCI! No ho mai visto un sgiocatore così bravo dai tempi di Pelè! Sgiuro su Signore onipotente, a cui vano tuti miei dolsci basci e languide caresse, che questo può diventare migliore calsciatore di tuti i tempi, può vinscere tuto tuto tuto! |
Neymar da Silva Santos Júnior de la Cantera Brasileira del Chupacabras (Nei cuori di tutti i brasiliani, 5 febbraio 1992 - Maledetto bimbominkia!, 13 luglio 2014), altrimenti detto Solopelèhovistofare, è il nuovo messia, campione del mondo, capocannoniere, capomastro e presidente del Brasile. Secondo le sacre scritture egli apparirà decenni fa per insegnare a tutte le genti l'orrida bellezza del campionato Paulista. Verrà crocifisso il 13 luglio 2014 allo Stadio Maracanã quando il Brasile perderà la finale in casa per un suo autogol; risorgerà dopo 3 stagioni ed ascenderà al cielo accompagnato da dei cherubini con la faccia di Joseph Blatter.
Vita, morte e miracoli
La profezia
Come profetizzato da un imbianchino delle favelas di San Paolo, un giorno verrà un ragazzino a fare due palleggi, decretando così il suo talento, il suo successo intergloboplanetariouniversale, una carriera stellare e l'assunzione in cielo di tutto i brasiliani tramite un contratto col Barcellona, un trasferimento ad un club italiano in crisi di risultati senza successo ed un trionfale ritorno in Brasile fatto di obesità e vizietti. Nel corso dei decenni il pubblico brasiliano ha cercato di capire chi fosse il predestinato, poiché questo è l'abituale curriculum di ogni calciatore carioca che si rispetti.
Un giovane talento
Un talent scout un giorno vide un infante palleggiare con una palla di stracci™[1]. Come sempre succede in Brasile in questi casi avvicinò il bambino, gli chiese di incontrare i genitori che lo vendettero al gentiluomo convinti di destinarlo ad un redditizio giro di prostituzione minorile.
In realtà dietro quell'attività del tutto lecita nel paese del sole, del mare e della
ceretta inguinale, si nascondeva il Santos, lo stesso club di Pelè; motivo per cui gli fu affibbiata l'etichetta di "nuovo Pelè", presa direttamente dallo stesso scatolone in cui stavano quelle affibbiate a Zico, Rivaldo, Ronaldo, Ronaldinho, Adriano e il suo massaggiatore quand'era all'Inter.
Per questo motivo venne messo sottovetro per proteggerlo dagli sputi e renderlo più visibile ai riflettori. Florentino Pérez, durante la sua abituale sessione di compere al mercato brasiliano, cercò di portarlo a Madrid, ma il Santos gli offrì una mandria di buoi pur di tenerselo. Non disponendo di bestiame il presidente dei Galacticos preferì puntare sull'investimento di Cristiano Ronaldo. Con una Jeep.
Finché un giorno il Santos lo schierò senza un vero perché e i tifosi videro che era capace di segnare da distanze superiori agli 11 metri e di cadere alla prima occhiataccia degli avversari: per queste sue invidiabili e rare doti fu acclamato come campione e conquistò l'affetto di un'intera nazione e la sua devozione per i prossimi tre secoli.
Da quel momento la sua carriera esplode, grazie anche all'aiuto di Cesare Battisti, e Neymar vince tutto quello che si può vincere in una serata di poker: Campionato, Coppa Nazionale, Copa Libertadores, Intertoto e due euro al Totocalcio. E lo fa dimostrando di saper segnare in un contesto in cui le squadre si schierano con questo modulo
e i portieri sono preparati dal connazionale Dida.
L'approdo al Barcellona
Nell'estate del 2013 i blaugrana si interessano a lui e decidono di acquistarlo, anche perché dovevano pur spendere quei 70 milioni di disavanzo provenienti dalla cessione di Thiago Alcántara e non gli sconfinferava l'idea di darli alla UEFA per pagare debiti, meglio utilizzarli per regalare un'emozione a Neymar Sr[2]. Neymar è ben felice di andare a giocare nell'equivalente europeo del Brasilerao.
Nonostante Sanchez gli tenda continui agguati negli spogliatoi e Messi tenti invano di rifilargli paterni scapaccioni sulla testa[3], Neymar riesce a sopravvivere e ad emergere.
Con la maglia del club più forte al mondo non fa niente, poiché quella squadra non è il Barcellona. Con la maglia blaugrana invece si esibisce in numeri impressionanti, riuscendo anche a schivare le bombe a mano lanciategli da Pepe durante i numerosi Clasicos, e realizza gol straordinari e soprattutto utili, come il pareggio nell'andata contro l'Atletico Madrid in Champions che regalerà la semifinale. Ai madrileni.
Con la Nazionale
Con la maglia verdeoro ottiene risultati incredibili per la loro insignificanza. Tra questi citiamo la conquista dell'argento olimpico a Londra in un torneo zeppo di squadre sconosciute alla FIFA o inventate come la Gran Bretagna. Seguono la Confederations Cup e un premio Oscar (Giannino) come calciatore meglio vestito.
Ci aspettiamo invece grandi cose da lui al Mondiale, anche perché Scolari ha composto una squadra di soli difensori per esaltare le sue doti tecniche. E siccome in Brasile sono già incazzati per questo grande evento se sbaglia dovrà pagarne le amare conseguenze.
Caratteristiche tecniche
Allenato personalmente da Giorgio Cagnotto, in campo si distingue per il fiuto del gol, il bel visino, l'entusiasmo e l'equilibrio precario a ridosso dell'area di rigore. I suoi ingressi senza schizzi gli hanno quasi sempre garantito voti al di sopra del 7.5
Quando qualche malalingua lo accusa di essere un simulatore lui, molto sportivamente, incassa. In seguito scatena una rissa di proporzioni apocalittiche contro lo sventurato supporter.
In più si rivela un autentico fenomeno palla al piede, capace di favolosi dribbling, anche perché non è che ci voglia tanto a superare i cartonati di David Luiz che costituiscono la difesa della massima serie carioca.
Le sue giocate stellari a ritmo di samba hanno incantato un'intera nazione e un intero telecronista come Josè Altafini. Un uomo capace di incantarsi anche quando l'edicolante gli vende la Gazzetta.
Arrivato in Europa, al primo doppio passo in Coppa Campioni ha ricevuto in premio una fontana di sputi dalla curva dell'Amsterdam Arena e un'affettuosa craniata sugli zigomi da parte di Poulsen. Perché, si sa, il pubblico europeo ama quel calcio fatto di numeri incredibili senza alcuna consistenza. Soprattutto gli olandesi.
Purtroppo fatica ancora a trovare la sua giusta dimensione col Barcellona, anche perché sfidiamo chiunque a rientrare nelle dimensioni di Messi per intero.
Note
- ^ Pallone ufficiale del campionato brasiliano
- ^ [1]
- ^ Occasionalmente si è fatto aiutare da Dani Alves per raggiungere i perentori 175cm del talento brasileiro.
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Richard Hammond
Richard Hammond, detto anche Hamster, ovvero criceto, per le dimensioni, l'attitudine alla corsa e la folta peluria invernale, è un famoso nano, nonché conduttore radiofonico, esperto di motori e conduttore televisivo con la passione per la terapia intensiva. Ma soprattutto nano.
Biografia
Richard Hammond nasce a Soulihull il 19 dicembre 1969, dopo due settimane di gravidanza. Ancora oggi detiene il record della gravidanza umana più controversa di tutto il Regno Unito per la durata incredibilmente lunga del parto, che durò 7 mesi 15 giorni 2 minuti e 27 secondi netti, secondo il timekeeping ufficiale. Il nascituro non voleva uscire in alcun modo dall'utero, poiché temeva le avversità della vita, come incidenti d'auto, uomini alti e stronzi o uomini di mezz'età con noiosi e con pessimo gusto nel vestire. I medici avviarono le trattative e lo convinsero, mentendo, della bellezza del mondo. La prima cosa che vide al mondo fu una Porsche 911 che subito riconobbe come madre, motivo per cui è ancora così legato a questo modello di auto, anche perché la 911 è sempre la 911. Perché non cambia mai nonostante gli anni, le serie e miliardi spesi in progettazione. Ma andiamo avanti.
- ^ Sì, anche il Maggiolino.