Marco Amelia
Marco Amelia è un particolare tipo di sedimento calcareo che vive in simbiosi con le panchine e, nei suoi esemplari più evoluti, con le tribune dei campi da calcio.
In seguito all'appendicite che ha colpito Gianluigi Buffon nel 2007 ha rivestito il ruolo di portiere della Nazionale italiana per alcune partite, dimostrandosi un valido sostituto oltre che un eccellente sputatore di semi di anguria. Dopo una sontuosa prestazione contro il Lussemburgo (appena otto reti subite e un rigore parato con i denti) nel 2006 viene convocato da Marcello Lippi come decimo portiere ai Mondiali in Germania, e contribuisce a suon di barzellette sporche alla vittoria della competizione assieme ai suoi compagni di reparto Angelo Peruzzi e Simone Barone.
Carriera
Roma
Marco Amelia muove i primi passi nel mondo del calcio imponendosi nel ruolo di sagoma delle punizioni nelle giovanili della A.S. Roma. Il suo pacifico e comprensivo padrone allenatore Carletto Mazzone, vedendo che Marco è così lento che non riesce a scartare neppure tua madre, decide tra una bestemmia e l'altra di arretrare la sua posizione in campo e di farlo giocare in porta, dando così una svolta decisiva alla carriera del giocatore e il colpo di grazia definitivo alla sua credibilità come allenatore [1].
Amelia dimostra fin da subito di possedere tutte le doti necessarie per diventare un ottimo estremo difensore: ha infatti senso della posizione, riflessi eccezionali e un grado d'istruzione non superiore alla quarta elementare.
Inspiegabilmente però la Roma non lo ritiene degno di fiducia e nell'agosto del 2001 preferisce cederlo al Livorno, società all'epoca militante nella serie D e nel Partito Comunista.
Livorno
Con la maglia amaranto Amelia ha finalmente l'occasione di giocare con regolarità e i risultati, com'è ovvio che sia, non tardano ad arrivare: nel giro di cinque giornate il Livorno centra la promozione in massima serie e Amelia viene nominato all'Oscar del Calcio come "miglior oggetto decorativo situato sulla linea di porta".
Ad aggiudicarsi l'ambita statuetta è però il presidente labronico Aldo Spinelli, il quale esaltato dall'insperata vittoria si lancia in un numero di mimo reso ancor più leggendario dai suoi indimenticabili guanti gialli.
Durante il Governo Prodi (2005 - 2004) il Livorno riesce a raggiungere numerose e tranquille salvezze, grazie all'apporto di Amelia e di talentuosi prodotti del vivaio labronico come Igor Protti, seconda punta non ancora diciassettenne [2], e Cristiano Lucarelli, centravanti comunista col conto in banca alle Isole Cayman. Con l'ascesa al potere di un noto palazzinaro abusivo nel 2008, però, le cose stranamente cambiano per la società toscana, che si ritrova nei bassifondi della classifica e retrocede matematicamente già a ottobre.
Palermo
Marco Amelia decide di non seguire il Livorno in Serie B e si trasferisce al Palermo, scatenando l'astio dei tifosi livornesi che lo tacciano di ingratitudine e di esaltazione. A queste accuse il giocatore, che nel frattempo ha cominciato a parlare di sé in prima persona plurale e costringe chiunque a chiamarlo "Sire", risponde con un signorile "Vaffanculo."
La stagione in Sicilia è iniziata nel migliore dei modi ed è continuata su elevatissimi livelli: Marco infatti ha subito appena 50 reti in 34 partite. Restano memorabili i numerosi attentati dinamitardi orditi dagli ultras palermitani ai suoi danni, nonché un gol subito da metà campo in un match contro il Catania: il portiere, noto morto di fame, si china per raccogliere cinque centesimi da terra e si fa scavalcare dalla palla.
Genoa
Spinto dall'ambizione bruciante di giocare nelle coppe europee e dal bisogno fisiologico di comprarsi un'altra Lamborghini, l'anno seguente Amelia passa al Genoa in cambio di Rubinho, di una batteria per auto e di un cesto di frutta.
Con i rossoblu comincia alla grande: 16 reti subite in 8 gare, di cui 13 soltanto nella sfida contro l'Inter, gara in cui sfoggia il repertorio classico del buon portiere saponetta (rinvii sbilenchi, uscite a farfalle, tuffi dalla parte sbagliata, craniate contro i pali, assist agli avversari) e viene definitivamente consacrato al ruolo di erede di Valerio Fiori e Sebastiano Rossi. Conclude l'anno con 46 reti subite in 26 partite, ottimo, rispetto ai suoi soliti standard
Milan
Attratto dalle sue prestazioni, non solo calcistiche, il Silvio lo acquista per farlo giocare tra i suoi bidoni del Milan.
Curiosità
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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici? |
- Marco Amelia quando ha sonno non conta le pecore, ma i goal subiti.
- Per la sua straordinaria abilità nel riuscire a vincere trofei senza mettere piede in campo Marco Amelia è stato spesso l'oggetto del desiderio da parte di numerose società. Amelia ha tuttavia deciso di accasarsi al Palermo in seguito a una proposta che non ha potuto rifiutare.
- Nel 2006 ha segnato una rete durante un incontro di Coppa UEFA contro il Partizan Belgrado: la prodezza è dovuta al fatto che Marco quando inizia il secondo tempo si dimentica sempre di cambiare porta, e in quest'occasione ha ciondolato per 45 minuti nell'area avversaria finendo per farsi colpire sulla zucca da un pallone che poi è finito in goal.
Note
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