Risonanza magnetica

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Questa è l'apparecchiatura per la risonanza magnetica. Anche la maggior parte degli ospedali italiani può vederla soltanto in foto.
« TUNZ TUNZ TUNZ... Spakka di brutto! »
(Truzzo su Risonanza magnetica)

La risonanza magnetica è una modalità di analisi considerata in diversi paesi una tortura. Infatti il malcapitato che deve sottoporsi all'indagine diagnostica deve innanzitutto attendere sei o sette anni prima di accedere al servizio (esasperando la sintomatologia o portando all'exitus), o pagare di tasca propria un minimo conguaglio di 600 euro, che probabilmente finiranno in mano alla mafia o a Don Verzè. In ogni caso l'esame ha il seguente svolgimento: l'individuo, da ora in poi detto paziente o Pz,

  • si deve recare nel reparto di radiologia dell'ospedale più vicino;
  • tale ospedale non dispone mai della risonanza magnetica, ma solamente, al massimo, di clismi opachi;
  • verrà quindi indirizzato verso l'istituto più lontano;
  • sarà fissato un appuntamento, all'orario più scomodo e nel peggior giorno possibile.

Si stima che questo algoritmo sia stato consigliato da Berlusconi e Tremonti per minimizzare il numero di persone che avranno la possibilità di farsi curare, in linea con la politica "tagli a tutto".

Modalità di esecuzione

Il Pz deve presentare all'infermiere/a un foglio di carta che rappresenta la richiesta radiologica; ovviamente questa richiesta nessuno sa dove si prenda, chi la stampi e perché esista.

Se non viene frustato a sangue dall'infermiere/a per questa imperdonabile mancanza, o se presenta una busta con nascosti 20 euro, il Pz è tenuto a mostrare gli esami del sangue, probabilmente fatti 15 anni prima all'ASL di Caltanissetta, dove sono stati scambiati con quelli di un tossicodipendente del luogo. Fortunatamente nessuno prende visione dei valori di riferimento e gli esami sono cestinati di nascosto.

A questo punto, l'ormai incazzato infermiere/a sceglierà, ostentando un ghigno malefico, una vena periferica del Pz, che verrà impalata senza ritegno con un'asta di ferro rovente dall'operatore, incurante delle urla di dolore del malcapitato (si ritiene che durante la laurea triennale gli infermieri siano sottoposti a sessioni audio di 8 ore di nastri con grida umane di agonia, come i maiali in Hannibal Lecter, per far sparire ogni pietà e rendere efficiente il lavoro).

Il Pz viene ora lasciato su una sedia o barella, ignudo in toto, per almeno 2 ore, giusto il tempo nel quale il tecnico radiologo può fare colazione e finire di leggere il suo giornale preferito.

Il professionista, una volta rientrato, tenterà di abbattere la resistenza della vittima con una serie interminabile di domande, ad una velocità impressionante senza nemmeno ascoltare la risposta, tra le quali si annoverano "hamaisoffersodidiarreasonicaotumorièportatoredipacemakerprotesimetallichescheggeritenutepontiremovibililentiacontattooproiettili?", sebbene il Pz abbia in concomitanza tutte le sindromi riportate scandirà un netto "NO", per farsi ficcare nel calamitone e andarsene in pace dal becchino fuori l'ospedale.

A questo punto, nella nudità piu totale e sorvegliato da telecamere (i video migliori sono pubblicati su YouTube), l'ormai moribondo individuo viene fatto accomodare, sotto minaccia di una 44 magnum puntata alla tempia, sul lettino del macchinario, legato a mò di insaccato e ficcato nelle bobine a radiofrequenza elettromagnetica, mentre il tecnico esce dalla stanza pronunciando perentorio la formula di rito:

« L'esame dura dai 59 minuti alle tre ore, in ogni caso lei deve mantenere la più assoluta immobilità o dobbiamo ricominciare tutto da capo, e io vado in vacanza alle 16 quindi se mi rompe i maroni la prendo a calci in culo, OK? »


Solitamente l'operatore dimenticherà nella stanza le monete del resto del caffè che ha appena preso, che saranno attratte dall'elettromagnete del macchinario e schizzeranno a velocità supersonica fuori dalla divisa, finendo o per conficcarsi in un occhio del paziente, o per attaccarsi sulle pareti dell'apparecchio, creando artefatti fasulli sul risultato diagnostico, che saranno scambiati per carcinomi del testicolo, e obbligheranno il chirugo a rimuovere in toto l'apparato genitale del povero malcapitato.

Diagnostica

Nessuno è a conoscenza di come si leggano le immagini prodotte dal dispositivo: persino luminari della radiologia, quando tentano di refertare qualcosa, divinano nelle interiora di gabbiano e leggono i fondi del tè. Gli specializzandi, invece, sono dediti al lancio dei dadi o della moneta con annesse scommesse; in ogni caso quando salta qualcosa all'occhio, tipo una massa tumorale di 9 cm nel retto, ne fanno nota al paziente dopo 2 anni, quando purtroppo la maggior parte dei malati è gia deceduta.