Luigi Maria Verzé

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(Rimpallato da Don Verzè)
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Evidentemente farsi baciare la mano da Silvio non porta fortuna.
« È morto don Verzé. Lascia un vuoto incolmabile. »
(Annuncio della morte di Don Verzè diffuso dall'ANSA)
« Don Verzé ha rimesso a voi i suoi debiti. »
(Epitaffio sulla tomba del sacerdote)
« Non è un politico. È un artista. È istinto; istinto buono, naturalmente. Berlusconi è un dono di Dio all’Italia. Ora i tempi non sono maturi; ma più avanti, quando potrete confrontare la sua era con quella del fascismo e quella della DC, lo vedrete, quanto ha fatto quell’uomo per voi. Spero che allora si potrà capire di più anche il valore del San Raffaele, che non è un’opera di don Verzé ma un’evidenza del cristianesimo vissuto non a parole. Solo allora potrò dire che la mia vita non sarà stata vana, che sono stato un buon prete »
(Don Verzé su Silvio Berlusconi[1])


Don Luigi Maria Verzé è stato un prete, un benefattore e un megalomane italiano, talmente megalomane da possedere sia un nome maschile che uno femminile.

Vita e miracoli

Nascita

Luigi Maria Verzé nasce a Tangentopoli nel 1920, figlio di un ricco possidente. Diseredato dal padre per la sua scelta di vestire l'abito sacerdotale, a partire dal 1996, anno di fondazione dell'Università Vita-Salute San Raffaele, Don Verzé mobiliterà i migliori ricercatori e teologi dell'università per attestare la sua discendenza divina e dimostrare come sua madre fosse ancora vergine al momento del concepimento del figlio, che le era stato annunciato da un angelo di nome Raffaele (da cui prenderà il nome l'Ospedale San Raffaele).

Don Verzé in compagnia di uno dei più autorevoli professori dell'Università Vita-Salute San Raffaele: Mariastella Gelmini, riconosciuta esperta di fisica dei neutrini.

Fondazione dell'Opera San Raffaele

Nel 1971 Don Verzé contrae contemporaneamente due gravi forme di bronchite e di megalomania: per curarsi deciderà di fondare dal nulla il San Raffaele con i soldi ottenuti attraverso la pratica della vendita delle indulgenze, da molti ritenuta cessata da almeno quattro secoli ma abilmente rispolverata dal prete-manager per finanziare la sua opera.
La filosofia del nuovo ospedale, consistente nell'accumulare milioni di debiti al fine di garantire ai pazienti il massimo dell'accoglienza mettendo a loro disposizione lenzuola di lino, posate d'argento e infermiere gnocche, si rivelò vincente, anche se non priva di inconvenienti: non pochi dei pazienti ricoverati prima di essere dimessi faranno razzia delle preziose posate per ripagare i costi delle spese mediche.

Carriera ecclesiastica

La fondazione del San Raffaele donerà a Don Verzé grande notorietà presso la Santa Sede e la Procura di Milano, mettendolo a contatto con le più alte cariche ecclesiastiche e concedendogli così l'onore di stringere amicizia con il papa, padre Gabriele Amorth, padre Fedele, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi.
L'allora intraprendente imprenditore milanese rimarrà positivamente colpito dalla fede di Don Verzé, commentando con una barzelletta l'incontro con il sacerdote:

« Sapete qual è la differenza tra Gesù e un prete megalomane? Nessuna, entrambi hanno le mani bucate! »
(Intervista a Berlusconi per "Famiglia Cristiana")

La crisi del San Raffaele e la morte

Il 31 dicembre 2011, durante i festeggiamenti per Capodanno, Don Verzé muore in seguito all'esplosione ravvicinata di un petardo. Viene canonizzato lo stesso giorno dal tribunale di Milano. Nei più infimi gironi preteschi dell'Inferno si vocifera che attualmente sia diventato la groupie di Belzebù[2].

Note

  1. ^ Citazione vera, purtroppo...
  2. ^ Ciò spiegherebbe il secondo nome femminile.