Elio e le Storie Tese

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Elio mentre recita la Divina Commedia con accorata partecipazione.
« Il miglior gruppo che abbia mai ascoltato. »
(Beethoven su Elio e le Storie Tese)
« Italia sì Italia no... »
(Elio sulla Sardegna)
« Ditemi perché se la mucca fa mu il Pinguino Pino non fa Pi. »
(Elio e le Storie Tese sul Pinguino Pino)

Gli Elio e le Storie Tese (vero nome: The Los Peparors), detti anche Elio e i Cazzi Tesi, sono un gruppo di filosofi che a tempo perso suonano e cantano. Tanto per dire che sono artisti completi. Sebbene ci sia tanta gente che li considera musicisti di grande talento, loro fanno di tutto per farsi inserire nella schiera dei gruppi del rock demenziale, che è una categoria tanto edificante.

Storia e origine

Elio in tutto il suo fascino

La storia del gruppo Elio e le Storie Tese fondamentalmente si perde nella notte dei tempi.
C'era una volta un mondo ostile, rovinato dalla droga, dove regnava l'oscurità e il dolore, nonché lo stridore di denti. La terra non era permeata dai sentimenti di amicizia attuali, e, diciamo, tutto andava piuttosto male. Le genti erano demotivate e depresse (e del resto sarà capitato anche a voi di vivere in un mondo che vi è ostile e non permeato da sentimenti di amicizia e di sentirvi demotivati e depressi, no?)
Ma un giorno apparve nel cielo una stella rilucente, e tutti capirono che finalmente poteva esserci qualcosa in cui sperare, che le cose potevano anche cambiare, volgere al meglio, non restare sempre così orrende come in origine.
Questi sentimenti così amichevoli, puri, semplici e anche un po' ambigui avevano principio e ispirazione da una sola persona, cioè il fantomatico Uomo del Giappone, su cui c'è addirittura una pagina su Nonciclopedia, quindi vuol dire ch'è uno importante, no? Egli, apparendo ai popoli della terra, promise di mandare sul pianeta dei suoi emissari, dei suoi alfieri, perché lui non poteva esserci. Ma questi alfieri avrebbero fatto la sua volontà, quindi non ci sarebbe stato niente da temere. Tutti gli abitanti della Terra sorrisero e furono pieni di gaudio, pensando che oramai non ci fosse più niente da temere.
E invece no, perché questi alfieri erano una banda di bastardi che dopo aver suonato e incassato lo mettevano nel culo al pubblico (in alternativa, a metterlo nel culo erano dei famelici orsetti ricchioni. Decidete un po' voi cos'era meglio), ed erano capitanati da una specie di scimmione irsuto (soprattutto in zona sopracciglia). Nemmeno i più forti supereroi (e parliamo di eroi del calibro di Supergiovane e Shpalman) riuscirono ad arrestare l'avanzata di questi alfieri, ma anzi ne furono irretiti e passarono dunque al loro servizio. Ben presto tutto il mondo fu sotto il dominio di questi alfieri, e lo è tutt'ora.

Ecco, questo è quello che raccontano loro. La verità è che l'Uomo del Giappone mandò un solo emissario (lo scimmione, appunto) con non molta convinzione e dicendo Oh, vedi se riesci a trovare qualche pirla che ti segue, poi mi fai sapere. Lo scimmione vide che l'unico modo per fare successo era dire cazzate (lui c'è riuscito pienamente, perché non provare, dunque?) e dunque si mise a comporre testi. Quando riuscì finalmente a trovare degli accoliti, decise che fare l'alfiere non faceva per lui e si dedicò soltanto alla musica, per la gioia di tutti noi.

Cantanti e musicisti del gruppo Elio e le Storie Tese, ovvero tutti i componenti della banda, che minchia tu non pensavi che fossero loro e invece erano proprio loro

Cesareo, il bonghista del gruppo.

I membri sono:

  • Elio (alias Roberto Moroni), primo degli emissari al soldo dell'Uomo del Giappone era un mendicante che si recava nei ristoranti, di tavolo in tavolo, ad arrecare disturbo agli avventori. Può essere facilmente riconosciuto all'interno del gruppo perché a) è quello che dà nome al gruppo; b) è quello che canta (gli altri sono troppo timidi; o forse hanno ancora un poco di dignità); c) ha una voce soave e non caratterizzata da alcun accento cittadino; d) parla l'Inglese con inflessioni tipiche degli abitanti di Londra centro (non so: go tu bài e trì, bat nòt a tru trì, bicos aderuàis it cùld dài). E inoltre è bellissimo.
  • Faso (alias Nicola Nicky Faso Ronconi) era uno degli avventori che abitava tra Loreto e Turro (ma un tempo a Busto Arsizio). Elio lo sorprese in mezzo a un pasto, che fu nefasto per il suo nome. Quando è contento sborra. Tra quelli che non sono pratici del gruppo, è conosciuto come quello col naso grosso, che poi da giovane assomiglia anche un po' a Gianluca Zambrotta.
  • Cesareo (alias Davidino Gorrini): prima dell'incontro col Monociglio suonava esclusivamente il liuto, ed era appeso ad un paranco. Prima credeva di non goder letizia, poi invece ha tro(m)vato la Patrizia. Noto per la sua loquacità inesauribile e per il fatto di essere il più grande suonatore di campanaccio al mondo.
  • Rocco Tanica, che in realtà si chiama Confo Tanica. O Renato Trinca. O René. O Rocco Taniche. O Sergio Conforti. O Carambola. O Luigi Calimero. O Antonelliano. O Rocko. O Vano Fossati. O Nuovo Boosta. O Nixon Giselle. O Tony Pistulino. O Carlo Ponte. È il sogno erotico segreto (ma neanche troppo segreto) di tutte le fan del gruppo (oh, vi giuro che esistono!). Ma anche dei fan maschi, dai, non negatelo, che tanto qui nessuno vi giudica.
  • Christian Meyer (alias Abuabua, Millefinestre, Bobo, Pupillon, Turtello, Mago Avatesque, Tupisque, Planibello), il batterista extracomunitario (proveniente dalla Siria) della band.
  • Jantoman (alias Uomo o, per l'amico Vincenzo Mollica, Santoman), che fa concorrenza a Cesareo in fatto di spigliatezza e loquacità, suona tutto quello che gli altri non possono umanamente suonare, dalle tastiere elettroniche agli elastici, dai tronchi di legno ai coperchi delle pentole.
  • Mangoni (alias Mangoni), non membro della banda, ma grosso membro e basta: uno dei pochi uomini al mondo che non è possibile offendere a causa del suo manifesto eccesso di difetti. A volte si diletta a fare l'architetto, ma proprio di rado. Il resto del tempo lo passa su un palo di lap dance.

Ah, poi c'era Feiez (alias Paul Branigade, Luigi Panigada, Mu Fogliasch, Luigi Piloni) di cui non possiamo parlare perché sennò, visto ch'è morto, saremmo assaliti da orde di fan inferociti. Tutti e sei.

Origine del nome Elio: annedoti, segreti, retroscena, aspetti inquietanti ma anche quietanti di un nome tutto da scoprire

Elio da bambino.

Come alcuni di voi avranno potuto notare il nome Elio ha una certa somiglianza con il nome dell'elemento chimico, l'elio. Questo perché? Non saprei dirvi. Pare che tutto ciò sia causa del masochismo di Elio. Infatti fin dalla tenera età di 40 anni amava essere insultato dai suoi compagni con nomi similari a stronzo e quant'altro. Fu così che, raggiunta la maggiore età di 10 anni, andò all'anagrafe e iscrisse il suo nome come Elio, dato che il nome Stronzio era già stato preso.
A questo punto solamente un arcano è rimasto irrisolto. Il nome di Elio prima della sua registrazione. Da alcune foto è chiaramente visibile il vero nome: Addolorato.

Addolorato in realtà nacque e venne gettato in un cassonetto, ecco il perché del tanto accanimento nelle sue opere nel voler creare un cassonetto differenziato per il frutto del peccato (Lui). Venne poi salvato, cresciuto e formato dall'Uomo del Giappone che lo portò sulla retta via e fondò questo gruppo.

Opere

"Ma i CD di questo ELIO sono proprio una pizza!"

Tra le sue opere più note, ricordiamo:

Filmografia

  • La Saga di Addolorato: una versione maschile di Cenerentola, narra della storia di nove gemelli oppressi da un cattivissimo fratello minore. O forse era il contrario. Mah, chi se lo ricorda... comunque alla fine qualcuno muore.

Curiosità

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Un dipinto ritrovato nella Terra dei (ma)cachi ritraente un combattivo Elio (in primo piano). Balsa su spugna, 1777, forse.
  • Le sopracciglia di Elio sono state dichiarate protette dal WWF, in quanto formano un ecosistema a parte: i microorganismi al loro interno non sono stati ritrovati in nessuna altra parte della Terra.
  • I membri del gruppo conoscono l'attuale ubicazione di Elvis e di tutti gli altri musicisti famosi che sono nascosti a fare la bella vita. Peccato che i loro membri non possano comunicare con i loro cervelli, quindi il segreto rimarrà per sempre al sicuro.
  • La canzone Li Immortacci è stata scritta quando i componenti della band hanno avuto una Apparizione Divina, con il rischio di far prendere il controllo ai membri.
  • In più resta ancora un mistero il motivo per cui le storie siano "Tese", si pensa che sia un messaggio suliminale che conferma la presenza della vita extraterrestre. Alcuni invece, rifacendosi alla versione ufficiale del gruppo, rispondono:
« Gli andava di chiamarsi così. »
  • Per uno strano conflitto neuralspaziotemporale si è ritrovato su un palco con Claudio Bisio ed i Monty python[1]
  • Il nome del primo album Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu, nella lingua degli dèi (singalese)ඒලියෝ සමඟ හුකපං කැරියන තුරු,vuol dire letteralmente "Fotti con Elio fino a sborrare". Per motivi ancora ignoti all'uomo del Giappone.
  • Quei malandrini dei Testimoni di Geova hanno censurato l'LP degli elii di nome Sveliatevi! perchè la copertina ricorda "vagamente" la pagina frontale di una rivista edita da loro!

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