Pier Paolo Pasolini

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(Rimpallato da Pierpaolo Pasolini)
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Pasolini durante un concerto a Berna.


Pier Paolo Mussolini (Bologna, 5 marzo 1545 d.C. - Roma, 2 novembre 3450 a.C.) è una controversa figura della cultura contemporanea italiana. Attore, regista, barbone, romanziere, chirurgo di fama, poeta, scultore, giocatore incallito, idraulico, pederasta, avvocato, politico, ma soprattutto rocker a tempo perso.

Ancora giovanissimo, durante l'apprendistato come idraulico nel fiorente capoluogo emiliano adagiato fra le ridenti colline padane, scoprì, quasi per caso, la sua vera vocazione al cinema. Mussolini è padre di Gesù, di cui è madre.

Nonquote contiene deliri e idiozie (forse) detti da o su Pier Paolo Pasolini.


PPP Regista

La storia del suo incontro con il suo primo amore, la macchina da presa, confermata in più interviste dallo stesso PPP, vuole che, trovatosi protagonista involontario insieme al suo padroncino del documentario sperimentale "Dal tubo alla tuba" del primo Tim Curry, il Pierpa sentì forte l'attrazione, oltre che per (come è noto) lo stesso Curry, anche la prospettiva di dietro più che davanti. La macchina da presa.

Fattosi prestare la cinepresa da Timmy, scrisse e girò in pochissimi giorni il suo primo capolavoro: Ragazzi di Evita (1938).

Ragazzi di Evita

Primo film del regista che al momento delle riprese (1938) aveva solo sedici anni. Girato di notte con i pochi mezzi a sua disposizione e sfruttando la casa in ricostruzione nella quale all'epoca stava lavorando, Ragazzi di Evita è la lucida narrazione delle turbolenze morali che attanagliano un'indecisa Evita Peron, interpretata da Sancio Mancio che, circondata da giovani aitanti e bellocci, palesi impersonificazioni delle tentazioni del capitalismo, si trova posta dinanzi al bivio del tradimento.

Sancio Mancio in un momento qualunque del film.

L'acerba estetica pasoliniana, sebbene debba palesemente molto al cinema di Ciprì & Maresco & Sacco & Vanzetti, pare già sicura di sé e alcune azzardate scelte stilistiche si rivelano particolarmente efficaci. Il ruolo di Eva, per esempio, trova perfetto compimento nel volto espressionista di Sancio Mancio, il piastrellista che lavorava con Pasolini, scelto per la parte principale.

L'unica, audace inquadratura, un ostinato primo piano frontale del volto di Evita per i 257 minuti di film, apparve immediamente agli intellettuali suoi coevi come

« Ontologicamente perfetta per la messinscena della macchina moloch-giocattolo motore della rappresentazione. Però due palle... »
(Enrico Ghezzi (1939) PPP - Pierpa, Possa Perire!)

Delle oltre quindici ore di pellicola girate, PPP, in fase di montaggio, decise coraggiosamente di eliminare ogni inquadratura riguardante i ragazzi-capitalismo (fra cui sarebbe spiccato l'allora ignoto Bud Spencer) per "meglio concentrarsi sul dramma interiore di Eva. E poi la luce in quelle scene non era un granché." (Pier Paolo Pasoli (1946) Haiku, brevi pensieri e sceneggiature inedite per Nembo Kid).

Una Evita violenta

In questo secondo film sul mito di Evita si narra di come la bella fanciulla, in seguito a un incidente nucleare, si trasformi in un essere praticamente indistinguibile da Benito Mussolini e cerchi di sfruttare questa dote per formare in Argentina un governo basato sul pesce fritto e sull'incontrastato regno dei pidocchi hitleriani. Tragico il finale in cui Evita, dopo aver fatto sesso con il proprio maestro elementare, il proprio parrucchiere, il capo di gabinetto e i quadri della polizia in uno sgabuzzino per le scope, si accorge di essere calva, si trasforma in un mostro verde e viene uccisa da Samus Aran per sbaglio.

Pasolini commenterà questo film come il suo migliore pollo fritto, ma la critica lo criticò per la mancanza di pepe.

Il Vangelo Secondo Matteo

La prima prova come regista lanciò Pasolini alla ribalta. Infervorato dalle critiche positive ricevite da Ragazzi di Evita, il genio creativo del regista si lanciò in una impresa di maggior rilievo: Il vangelo secondo Michele.

Intorno al 1939 la sua controversa liason sentimentale con Tim Curry lo fece diventare suo malgrado protagonista involontario di innumerevoli servizi di Novella 1950 e Verissimo. La risposta al polverone sollevato dalla sua vita sentimentale viene con il film tratto, a suo dire, da un vangelo apocrifo consegnato a Baget Bozzo da S. Pietro in persona durante un esorcismo su Pietro Taricone (farà seguito all'affermazione un acceso dibattito culturale negli anni a venire).

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Una volta avevo un criceto di nome George che lesse la trama di "Bianca e Bernie nella terra dei Borghezio" prima di vedere il film e si suicidò. Quindi fate attenzione, non voglio avere altre morti pelose sulla coscienza.

Gesù (Baget Bozzo), ultimo discendente di una ricca dinastia di liutai di Gerusalemme, decide di abbandonare un futuro di certa prosperità e un posto di lavoro fisso per seguire il bel ragazzo di cui è invaghito, lo spirito libero Giuda (Alvaro Vitali).

Baget Bozzo nei panni del Nazareno in una scena del film.

Il film, diviso in dodici capitoli, narra il peregrinaggio dei due nei territori della Giudea. Ogni capitolo segue uno schema fisso: Giuseppe (Burt Lancaster magistralmente doppiato in napoletano da Lello Arena), padre di Gesù, arriva in una nuova città e chiede notizie del figlio. Gli viene quindi narrato, tramite un flashback, di quanto accaduto. Nei flashback Giuda fa scoprire a Gesù un nuovo vizio (l'alcol, le droghe eccetera) e mentre il giovane sprovveduto è privo di coscienza, il fedigrafo Giuda/Vitali si concede al primo abitante del villaggio in cui si imbatte (Luca, Marco, Giovanni eccetera). Ogni capitolo si conclude con il volto corrucciato di Giuseppe che afferma "Nun sta manco 'cca!".

Quando finalmente, nell'ultimo episodio, Giuseppe raggiunge il figlio, gli comunica che ha attraversato, seguendo le sue tracce, mezzo medio oriente per consegnargli le chiavi di casa che ha dimenticato prima di uscire e dirgli che il suo vero padre è Dio. Nella celebre scena con cui si conclude il film Giuseppe esclama: "Figlie mie, tu si' 'na croce", pronunciata nel momento meno opportuno e con insistita mancanza di tatto.

Durante i titoli di coda, la voce fuori campo di Gesù racconta che Giuseppe ebbe un'altra figlia, Elisabetta II

Nel montaggio finale non appaiono le sequenze con Maria (Valeria Marini alla sua prima prova come attrice di cinema), tagliate alla fine dal regista e regalate all'amico fraterno Bigas Luna che le montò ottenendo, anni dopo, il successo di botteghino Bambola.

Il film suscitò polemiche non solo per i temi trattati, ma anche le scene da snuff movie riguardanti l'uccisione del cammello di Bartolomeo, le sequenze di necrofilia fra Lazzaro e Maria Maddalena e la scena dell'aggessione di massa di Zebedeo (padre di Giacomo) e la sua crew ai danni di Giuseppe, colpevole di avergli dato del "coglione".

I Sodomitici Racconti del Decameron

Terminata la burrascosa relazione con Tim Curry, la carriera artistica di Pasolini giunse a un punto di svolta. La frequentazione con il circolo degli intellettuali Gemelli Diversi di Manlio Sgalambro (ancora non assumeva il popolare nome d'arte di Franco Battiato) lo spinse a tentare nuovi approcci all'arte.

Il frutto di questo nuovo sforzo intellettuale è I sodomitici racconti del Decameron (1943). La complessa opera voleva essere il biglietto da visita di Pasolini all'interno del nuovo circolo e tentò di condensare quanta più cultura potesse all'interno di un singolo film. Ispirandosi al Decameron, ai Racconti di Canterbury e alla Bibbia, mischiò il tutto in un amalgama eterogeneo di citazioni e situazioni al limite del risibile.

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Una volta avevo un criceto di nome George che lesse la trama di "Bianca e Bernie nella terra dei Borghezio" prima di vedere il film e si suicidò. Quindi fate attenzione, non voglio avere altre morti pelose sulla coscienza.

Una vivace scena del film dopo l'opera della censura.

Dieci giovanotti, per sfuggire a una fantomica epidemia di gonorrea scoppiata a San Francisco nel 1981, si rinchiudono in un club privé in disuso nella periferia della città cinese. Sopraffatti dalla noia, decidono di passare il tempo guardando i VHS trovati nello scantinato del locale. Nonostante la presenza di avvenenti attrici, si ritrovano, pian piano, a concentrare i loro commenti sulla bellezza dei protagonisti maschili. Uno alla volta riveleranno la loro omosessualità ai compagni. Senza apparente motivo, decidono quindi di improvvisare una seduta spiritica ed evocano lo spirito di Bera, il re della città biblica di Sodoma (interpretato da un imberbe Gabriele Paolini). Tutto il film, il primo di Pasolini in Technicolor, pare un malcelato pretesto per mostrare scene di raffinato erotismo in un climax che porterà ai 43 minuti dell'orgia finale. In questa ultima parte è particolarmente evidente il frutto del sodalizio con il produttore del film Riccardo Schicchi.

Il film destò scandalo e, sebbene pubblicamente lodato dall'allora presidente dell'Arcigay Alfonso Pecoraro Scanio, la censura permise la presentazione della pellicola nel solo cinema Sacher di Nanni Moretti, per una sola serata e pesantemente oscurato da bollini censori.

PierEmilio Salgari

A causa del clamoroso flop de I sodomitici racconti del Decameron, Pasolini decise di abbandonare la carriera cinematografica e ritirarsi in esilio sull'isola di Corsica.

Il bruciante fervore intellettuale che lo consumava, però, non lo tenne lontano dall'arte e si dedicò alla scrittura. Al lungo periodo dell'esilio (1945 - 1966) risalgono innumerevoli operette non degne di alcuna nota, la prolifica collaborazione con il creatore di Nembo Kid Andrea Pazienza e soprattutto il corpus comunemente noto con il nome di Scritti sui corsari pubblicati con lo pseudonimo di PierEmilio Salgari.

Delle sceneggiature per Nembo Kid ricordiamo solamente lo struggente "Nembo Kid depone le uova di iguana del guano, Nembo Kid contro Kramer contro Kramer e il team-up crossover Nembo Kid e Paperone alla scalata del Mibtel.

Il suo maggior successo editoriale, però, fu la serie di romanzetti di genere ambientati nel Tirreno aventi come protagonista il pirata cagliaritano Sandokan Zichiruddu.

Le pecore di Mompracemmu

La prima avventura, in cui sono già presenti schemi e protagonisti che diventeranno poi tipici della saga, è il classico Le pecore di Mompracemmu. Il placido pastore Sandokan Zichiruddu vede la sua vita sconvolta dal rapimento dell'amato ovino Beddachedda a opera del malvagio governatore di Ajaccio. Decide di abbandonare le bucoliche colline di Mompracemmu e la sua misera capanna e cercare vendetta.

Radunato un manipolo di prodi compagni (Yannezzu, Kammammurri e Tremal-Naik) partono alla volta della Corsica su una zattera improvvisata, ma non prima di aver sacrificato un porceddu agli dei.

Sbarcati a Propriano, si trovano dinanzi a uno spettacolo agghiacciante: i Corsari praticano la sodomia (tema ricorrente nel corpus pasoliniano) con gli spauriti ovini ricavati delle loro scorribande nel Mediterraneo.

La prima edizione de Le pecore di Mompracemmu.

Piuttosto indisposto e ingelosito, Sandokan guida i suoi a fare strage di Corsari e prendono temporaneamente il loro posto alle lanose terga delle belanti bestie indifese. Dopo mesi di nullafacenza, mentre riposa sotto un pero, Sandokan, riprendendosi da una sbornia colossale, si rende improvvisamente conto che non solo il Cannonau è finito, ma non ha recuperato la sua Beddechedda ancora rinchiusa ad Ajaccio.

Sprona quindi i suoi ignavi compagni e si rimettono in viaggio verso la capitale corsara. Il libro termina con un agghiacciante to be continued.

Per finanziare l'autoproduzione della prima stampa, Pasolini trovò come sponsor la Microsoft e una nota marca di ciabatte e trasformò il nome del personaggio Tremal-Naik in Hotmail-Nike. Gli sponsor pretesero anche che il personaggio secondario prendesse il posto del protagonista sulla copertina del romanzo.

La Pirla di Labuan

Ringalluzzito dal successo commerciale e di certa critica ("L'esegesi epistemiologica di Sandokan si infutura lampantemente nel territorio della maieutica ontologica. E poi le scene di sesso con le pecore sono proprio attizzanti", come commentava il Enrico Ghezzi nel 1949) del suo primo romanzo (12 ristampe in 2 mesi), Pasolini si mise subito al lavoro per compilare il seguito de Le Pecore.

L'opera successiva, La Pirla di Labuan, tuttavia, mostra tutti i limiti del Pasolini-scrittore. Pur muovendo da dove il precedente romanzo era terminato, lo scrittore si lasciò prendere la mano dalla sua passione per la fantascienza portando il romanzo su territori inattesi che delusero buona parte dello stuolo di fan che si era rapidamente formato.

Imbarcatisi di nuovo sulla loro zattera per raggiungere Ajaccio, Sandokan & compagni vengono risucchiati da un mulinello. Calmatesi le acque, in ogni senso, con loro sommo stupore scoprono di non essere né morti né in fondo al mare. Un essere dal corpo vagamente umano ma molto dinoccolato con testa e branchie da cernia comunica loro di averli tratti a sé per mezzo di un vortice spazio-temporale. Nelle successive 400 pagine circa, Xumerchakatl (questo il nome dell'essere) condurrà i sardi in giro per il regno di cui è imperatore illustrando loro le meraviglie tecniche conquistate dalla scienza del suo popolo ma soprattutto disquisendo del loro ordinamento giuridico mentre vivono sporadiche avventure.
È questa forse la parte più controversa del romanzo. È qui evidente l'interesse di PierEmilio per gli ordinamenti giuridici e non perde occasione per ostentare le sue competenze a riguardo. Riportiamo un breve brano tratto dal libro:

[...]Trascinando la gamba ferita, Hotmail-Nike raggiunse i compagni mentre i colpi balenanti dai fucili protoneuronici fischiavano sfiorandolo. Sandokan lo cinse con il villoso braccio virile e lo trascinò nell'anfratto al riparo.
<<Dannazione>> sibilò Xumerchakatl <<Questa è un'infrazione molto grave compiuta nei contronti del loro regnante! Ci sparano addosso!>>
<<Un'infrazione, maestà?>> chiese stupito Kammammurri <<Pensavo che un simile attacco dovesse riacadere nell'ambito dei reati!>>
<<Era così>> gli rispose sconsolato il re asciugandosi il sudore <<prima dell'emendamento 156 alla legge 78b del Codice>>
<<Non vi starete mica riferendo>> chiese Sandokan aggrottando le ciglia <<a quella parte di Codice che ci avete pocanzi illustrato riguardante il rapporto cittadino - istituzioni e lo jus regis?>> [...]

Nella parte successiva del romanzo re Xumerchakatl svela finalmente loro il motivo della convocazione: la principessa Pirla, sua figlia e amata secondo la tradizione della sua stirpe, è stata rapita da una razza di piovre spaziali che vogliono usare i poteri psionici della principessa per alimentare il loro cannone a neurodeflagrazione e attaccare quindi Xumerchakatl con la loro corazzata spaziale; sarà compito dei sardi, investiti dal re a pirati spaziali, recuperare la principessa in cambio del prisma magico con il quale saranno in grado di attivare la retromacchina del tempo con cui potranno tornare nell'antica era in cui nel pianeta esisteva il submotore della distorsione spaziale che potrà ricondurli sulla Terra. E se avete perso il segno del riassunto, figuratevi cosa dev'essere il romanzo.

Sconfitti molti improbabili nemici e attraversate innumerevoli galassie e situazioni perigliose, giungono finalmente al cospetto di Pirla, principessa ottusa che non riescono a convincere a seguirli. Da questo personaggio letterario prende poi forma il comune insulto vernacolare.

Mentre progettano la fuga dal pianeta (a forma di Golfo di Napoli), vengono circondati dalle truppe imperiali nemiche. Ancora una volta Pasolini scontenta il suo pubblico concludendo il romanzo con un to be continued.

Pepsicola

Per riprendersi dall'insuccesso del romanzo, e rimasto senza soldi, Pasolini decise di far ritornare la sua opera entro confini più consoni. L'elaborazione di Pepsicola richiese numerosi anni e passò attraverso svariatissime modifiche.

La storia originale,a quanto si sa, partiva dall'inelegante trovata per cui Sandokan si risvegliava da un incubo e si ritrovava ancora accampato a Propriano. Il resto del romanzo si svolgeva in buona parte ad Ajaccio fra combattimenti e gesta epiche.

Memore dei soldi guadagnati con l'affare Microsoft / Nike, però, PierEmilio pensò di ritentare la via della sponsorizzazione letteraria e stipulò una lunga serie di remuneraitivi contratti con grosse firme.

Nella versione del libro data alla stampa, Sandokan si risveglia sotto un albero della Foppa Pedretti e, per ben destarsi, beve grandi sorsate di caffè Segafredo. I compagni dicono di preferire l'Orzobimbo, ma alla fine convengono che sono due bevande diverse ma complementari e anche Sandokan berrà una bollente tazza di orzo inzuppandoci i suoi amati Grancolussi.

La grafomania di PierEmilio pare ingigantita ulteriormente. Il tono del romanzo non cambia di molto dal primo capitolo (Risvegli) di cui abbiamo riportato una sinossi nelle 1600 pagine successive. Sandokan abbandona la sua fida scimitarra per un Mocho Vileda, un Lexotan lo calma quando muore Hotmail-Nike, chiama la cagnetta da guardia che regala a Bellachedda Dolce Euchessina (con un volo pindarico di rilievo, come testimoniato dal passo che segue).

[...]La cagnolina zampettò vicino alla pecora odorandole il profumoso sedere splendidamente deterso dal sapone Dove© al mughetto. Beddachedda belò sdegnosa mostrando i suoi denti imbiancati dal Colgate White Pearl®.
<<Cosa intendeva dire, Sandokan?>> chiese Kammammurri grattandosi la gamba attraverso il suo robustissimo Levis™ 505, molto di moda.
<<Penso abbia detto che la cagnetta fa cagare... La chiameremo Dolce Euchessina©! Nulla come... Dolce Euchessina© riesce a rimettere in moto il mio intestino quando si sente pigro! In confezioni da 24 o da 36.>>[...]


Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Una volta avevo un criceto di nome George che lesse la trama di "Bianca e Bernie nella terra dei Borghezio" prima di vedere il film e si suicidò. Quindi fate attenzione, non voglio avere altre morti pelose sulla coscienza.

Nel finale Beddachedda sta per annegare mentre si rilassa con un bagno nel Perlana. Entra in coma, sono tutti disperati. Solo un sorso di Pepsicola riuscirà a salvarla e a riportarla al casto amore di Sandokan.

Per queste pagine finali ci fu una lotta combattuta a suon di dollari fra le multinazionali della bevanda gasata Coca cola e Pepsicola, vinta ovviamente da quest'ultima. Non si conosce l'ammontare esatto della cifra alla fine intascata da Pasolini, ma di certo fu talmente esosa che l'azienda pretese il nome della propria bevanda nel titolo - che inizialmente avrebbe dovuto essere Il ritorno di Sandokan, poi fu cambiato in Il ritorno di Sandokan che ama la Pepsicola, poi Il ritorno della Pepsicola, PepsiSandokan, e alla fine semplicemente Pepsicola.

PierElvis

Correva l'anno 1975, un anno cruciale nella vita di Pier Paolo/Emilio Pasolini. Mentre su internet impazzano notizie su un suo eventuale ritorno al cinema (una trasposizione di Sandokan con Danny De Vito nel ruolo di protagonista e l'algido attore islandese Kabir Bedi nel ruolo della pecora Beddachedda) e alla scrittura (una raccolta di poesie ermetiche in slovacco ispirate al ciclo vitale degli stafilocchi), accade l'impensabile.

Morte di Pasolini

Il cadavere di Pasolini viene rinvenuto in una discarica abusiva alle porte di Oristano nell'afosa mattina del 2 novembre. Dopo mesi di indagini, interrogatori e una più attenta autopsia che ne determina il sesso femminile, la polizia dichiara che il cadavere non è quello di Pasolini.

Il cadavere ritrovato a Oristano nel 1975.

Circolano sospetti sulla messinscena di una morte apparente. La notizia desta profondo stupore e inquietudine nell'opinione pubblica e nelle forze politiche.

Lo stesso Pasolini, in una lettera pubblica al Corriere Dei Piccoli si dichiarerà indignato per le "illazioni tendenziose" che circolavano attorno alla sua morte da troppo tempo. Il caso venne insabbiato.

PierElvis

In quegli stessi mesi nel nord-Italia fece la sua comparsa la nota figura di PierElvis. Non in pochi ricollegarono sul momento la scomparsa dalla scena pubblica di Pasolini e la nascita della stella del soul. Ma fu soltanto con l'outing di Pasolini del 1992 che i dubbi vennero fugati.

Fra lo stupore della folla, sono ormai leggenda i casi di svenimento e l'aborto spontaneo che accaddero durante l'evento, PierElvis, durante un concerto nella basilica di S. Gregorio Armeno, dichiarò pubblicamente di essere Pier Paolo Pasolini.

PierElvis in uno dei suoi primi concerti.

I Primi Concerti

L'inizio della carriera non fu dei più sfolgoranti. Destreggiandosi fra Abbiategrasso, Rho e Binasco, l'uomo dal ciuffo singolare, come venne subito soprannominato, si esibiva in piccoli club accompagnandosi con il suo organo liturgico.

I testi dei primi brani, come Oh Rosanna, sto male, Aiutatemi sto male o la celebre Sto male, lasciano trapelare un disagio interiore dell'artista che tuttavia non tarderà a essere abbandonato.

Avvolto da un alone di maledettismo, PierElvis diviene presto l'idolo di ragazzine e giovanotti disagiati che conducono le loro piccole vite nell'interland milanese. Canzoni come Non ho detto mele, ho detto male e la criptica Elam ots diventano la colonna sonora dei gelidi inverni interiori di una generazione "contro" e, sebbene difettasse di un contratto o un album, i suoi bootleg circolano nelle piccole radio private meneghine come RadioLogica che trasmette dal reparto gravi ustionati dell'Ospedale Maggiore del capoluogo lombardo.

Il Successo

Ma fu solo con la svolta verso una musica più leggera e luminosa, il suo popular soul, che PierElvis raggiunse la tanto agognata fama. Il brano punto di svolta fu Mica tanto bene in cui si scorgono i primi accenni di cambiamento nella sua poetica.

Firmato un contratto con un'etichetta minore, PierElvis incide il suo primo singolo Mattanza della Milano maranza, con Mica tanto bene come b-side.

Il disco scala le classifiche e si piazza per mesi ai primi posti. I vecchi fan rimangono delusi da quello che considerano l'infighettamento di PierElvis che ora canta di belle pollastre con i tacchi alti e di come queste devo stare attenti ai

"Maragli di questa provincia
Camionisti con in vista la pancia
Il loro cervello pesa meno di un'oncia
Attaccati a 'sta lancia"

come dice nel popolare ritornello. Fanno anche capolino le prime velate allusioni erotiche che in seguito gli varranno il soprannome di PierElvis the Pervert.

Fra il 1976 e il 1978 la carriera del cantante non conoscerà riposo. Otto album, centinaia di concerti e un Granny Award, il premio consegnato dall'associazione Nonnine italiane ai cantanti che tanto piacciono ai loro nipotini.

Album come Questo pezzo non puzza o il concept album Vaffansoul sono ormai parte della storia culturale italiana.

Oggi

Sebbene la sua popolarità non sia mai realmente diminuita, oggi PierElvis continua la sua carriera artistica sfiorando raramente i palchi più in vista o la testa delle classifiche.

Tuttavia lo stuolo di aficionados continua a sostenerlo nei concerti che a 91 anni suonati continua a tenere con regolarità in Svizzera, Paese in cui risiede dal 1997 per questioni di tasse.


Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 7 agosto 2006 col 100% di voti (su 1).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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