Renato Portaluppi

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Il Guerin Sportivo, autorevole testata sportiva, assegnò alla Roma la corona per il miglior colpo di mercato...
"Ma gli fosse venuto... un colpo!"

Renato Portaluppi (Samba Pa Ti, 9 settembre 1962), noto in Brasile come Renato Gaúcho, è un allenatore di calcio brasiliano che ha giocato nel ruolo ala, perché quello di sovraccoscia non era disponibile.
In Italia è ricordato col solo nome Renato in quanto, se non si aggiunge altro, di bidoni così in passato se ne son visti pochi, e non ci si può confondere. È uno dei due ex calciatori al mondo che venivano considerati "ex" anche quando erano ancora in attività, l'altro è Andrade. Per un malvagio scherzo del destino, i due giunsero alla A.S. Roma assieme, formando il duo comico Andrade & Renato che oscurò per un anno intero quello di Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto. In campo erano davvero spassosi, tanto che Nils Liedholm fu costretto a centellinare le loro presenze perché, come ebbe a dire:

« No è possible fa bono kalcio co lacrime a ochi. »
(Nils Liedholm, allenatore della A.S. Roma nella stagione 1988-1989.)

La militanza nella squadra della capitale gli valse il premio "Miglior figo in panchina", ma arrivò a sfiorare quello di Bidone d'oro della stagione, finendo sconfitto (dopo un avvincente testa a testa) proprio dal connazionale Andrade.
Lo ricorda un suo ex compagno di squadra, il campione del mondo tedesco Rudi Völler, intervistato da Giampiero Galeazzi.

Galeazzi : Cosa si ricorda di Renato?
Rudi Völler : Io sempre amato Renato Rascel, molto ride a suoi spetacoli!
Galeazzi : No, parlavo di Renato quello che ha incontrato a Roma.
Rudi Völler : Ah, Renato Zero! Brafo kantante, me apreza ja.
Galeazzi : Mi scusi, le chiedevo di Renato Portaluppi.
Rudi Völler : Renato Portal... Chi è kvesto Portalupi?
Galeazzi : Stagione 88-89... brasiliano... arrivò assieme ad Andrade.
Rudi Völler : Me ora rikorda!! AHAHAHAHAHAH SIII! ME RICORDAAHAHAHAHAHA... AHAHAHAHA!

Dal 2000 è allenatore, in Brasile ha guidato la Fluminense, il Bahia, il Gremio e il Vasco da Gama, portandoli inesorabilmente alla deriva.

La carriera

Al Grêmio Foot-Ball Porto Alegrense era considerato quasi una divinità, tanto da diventare patrono della città al posto di San Leão de Caipirinha.

Primo periodo in Brasile

Dodicesimo e penultimo figlio della famiglia Portaluppi, chiamata ironicamente dai vicini "gli sculati che hanno fatto 13", comincia la carriera nel Grêmio di Porto Alegre. In realtà, all'insaputa dell'allenatore, sostituisce suo fratello Gilson nelle sue continue fughe dagli allenamenti, durante le quali svolge una delle attività prevalenti del luogo, il furto con scasso. L'inganno ha successo per due motivi, da un lato per l'incredibile somiglianza con suo fratello, dall'altro per il fatto che il mister è affetto da una forma aggressiva di degenerazione maculare, arrivata ad uno stadio tale che gli impedisce di distinguere un calciatore da una falciatrice (che schiera regolarmente come terzino di fascia). Durante l'incontro Gremio-Madureira, valevole per l'accesso ai quarti di Copa América, Renato sostituisce di nuovo il fratello Gilson (momentaneamente ospite del blocco C di una struttura statale) e segna una tripletta, con due assist di Edvaldo Tadeu da Aranda e uno della falciatrice. Quest'ultima, in evidente calo fisico, viene sostituita nella restante parte del campionato proprio da Renato. Grazie a lui il Gremio guadagna in spinta offensiva, di contro, il taglio dell'erba è meno preciso. In quattro stagioni gioca 65 partite e segna 15 gol, arrivando a vincere la Coppa Libertadores. Sulla fascia è un vero ciclone, a metà del campionato i difensori avversari che la occupano sono tutti calvi. Conquista la Coppa Intercontinentale, realizzando la doppietta che consente al Grêmio di vincere per 2-1 la finale contro l'Amburgo. L'Europa si è accorta di lui ed iniziano a seguirlo i maggiori club. Si trasferisce al Flamengo di Rio de Janeiro, gioca 37 partite e segna 9 gol, gli osservatori della A.S. Roma lo segnalano al presidente Dino Viola e, per essere sicuri che non si riveli una bufala, si trasferiscono al Miramar Windsor Atlântica di Copacabana, per tre mesi. A fine stagione viene acquistato dalla squadra giallorossa.

La stagione in Italia

Renato in panchina con Andrade durante il ritiro estivo.
« Preso Renato! »
(Titolo del Corriere della Sera che fece pensare immediatamente a Renato Vallanzasca, già evaso dall'Asinara un anno prima.)

Nell'estate del 1988 viene acquistato dalla Roma per 3 miliardi di lire, operazione considerata un favoloso affare dalle principali testate sportive[1]. Con lui sbarca dall'aereo anche Andrade, molti pensano che quel buffo negretto imbambolato sia l'interprete, per poi scoprire che il Flamengo li aveva entrambi in rosa, e che Viola[2] li ha acquistati con l'offerta 2x1.

« Renato è il primo rinforzo giallorosso di questa stagione, la pietra miliare per un nuovo gioco. Basta col gioco atletico ed agonistico, il calcio è bello per la fantasia, la classe, e Renato ne è uno dei massimi rappresentanti. La Roma sarà di nuovo grandissima! »
(Dino Viola, Presidente Roma, all’arrivo di Renato all’Aeroporto di Fiumicino.)
I bene informati sostengono che ad arrivare a Roma fu uno dei suoi fratelli, il doppio mento e la panza sembrerebbero rafforzare la loro tesi.

Dopo due mesi Renato è ingrassato di almeno dieci kg, chi lo conosce bene è certo che sia dovuto all'incontro del calciatore con l'amore della sua vita, la coda alla vaccinara.
Ad inizio stagione riesce comunque a farsi valere, segnando 3 gol in 5 gare nel primo turno di Coppa Italia. Il 12 ottobre segna anche in Coppa UEFA contro il Norimberga, i difensori tedeschi restano immobili, cercando di capire per quale paradosso cinetico quel panzone riesca a deambulare. I tifosi romanisti aspettano che trovi la via del gol anche in campionato, sono fiduciosi, ma l'acuto con i crucchi rappresenta invece il suo canto del cigno. Nel corso delle successive partite si fa strada nella mente dell'allenatore un atroce sospetto, ossia che Andrade abbia su Renato lo stesso effetto che ha la kryptonite su Superman, e manda il primo in tribuna. Niente da fare, la squadra guadagna un uomo a centrocampo, ma Renato resta un pippone epocale.

Renato non beccava mai il pallone, l'allenatore cercò di incoraggiarlo in ogni modo.

Nils Liedholm è un allenatore di enorme esperienza, è un perfezionista e vuole che i suoi ragazzi possano esprimersi al 100%. Renato appare sfiduciato, quindi studia per lui un allenamento speciale, che possa restituirgli sicurezza.

  • Lunedì - Vengono visionati i filmati dell'ultima partita per correggere eventuali errori tattici. Nei sei minuti a partita, in cui mediamente Renato entra nel vivo dell'azione, si scopre un problema ricorrente, parte sempre in fuorigioco con la panza e vanifica la ripartenza. Gli viene fornita una panciera contenitiva da indossare sotto la maglia.
  • Mercoledì - Si svolge la consueta "partitella". Renato si fa togliere spesso la palla dal suo diretto avversario di fascia, un paffuto undicenne prelevato apposta per lui dal "settore pulcini". Viene utilizzato un enorme pallone gonfiabile con dentro un suonarello, nella speranza che almeno "ad orecchio" possa trovare il contatto con la sfera.
  • Venerdì - Durante la seduta tattica vengono elaborati schemi offensivi ed accorgimenti che possano valorizzare le sue caratteristiche. Si decide di migliorare la velocità di Renato, un raccattapalle correrà lungo la fascia con un piatto di rigatoni con la pajata in mano.

Non si ottengono i risultati sperati, il presidente Viola capisce che la ragione del suo scarso rendimento vada ricercata fuori dal campo. Il suo pensiero corre alla prima frase detta da Renato appena sbarcato all'aeroporto:

« Mi dovrò adattare più al gioco italiano che non al vostro modo di vivere. Continuerò la vita che ho sempre fatto. »
(Renato al suo arrivo a Roma.)
Luoghi in cui incontrare Renato: al bar con la gnocca, alle feste in maschera, in spiaggia a Ostia, dal parrucchiere.

Dino Viola in quel momento si era figurato una vita fatta di duro allenamento e sacrificio, ma ora il dubbio si è insinuato e incarica un investigatore di pedinarlo. L'indagine svela il Renato "by night", il calciatore frequenta il giro di Maradona, consumando le sue nottate brave tra femmine e droga.