Capibara

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Un capibara insieme ad altri componenti della sua famiglia zoologica mentre viene venduto al mercato del pesce.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Capibara

Il Capibara (Hydrocetus gigantis anche chiamato capivara, carpincho, chigüire, kapiÿva o semplicemente topo) è classificato fra i roditori come la più grossa pantegana al mondo, secondo la scienza biologica e il CICAP[1] mentre per la Chiesa, unica detentrice di verità assolute[citazione necessaria], è sicuramente un pesce molto succoso da gustare in tutta la sua morbidezza durante la Quaresima.
L'autore di questo articolo, pur essendo uomo di scienza, si fa da parte con umiltà di fronte alle parole dettate da Dio al suo rappresentante in terra[2].
Questo piccolo malinteso, tutt'ora persistente nella mente del sommo Pastore, deriva dal fatto che nel XVI secolo i missionari europei videro per la prima volta i capibara in Sud America e scrissero al Pontefice a Roma per chiedere istruzioni:

« C'è un animale che è squamoso ma anche peloso e passa il tempo in acqua ma occasionalmente viene sulla terra; possiamo classificarlo come un pesce? »
La dottrina cattolica allora proibiva di mangiare carne durante la Quaresima, tranne quella di pesce. I furbacchioni, non avendo una descrizione precisa dell'animale, decisero quindi che il capibara è un pesce. La cosa più ironica, però, è che la decisione da allora non è più stata modificata.
Eppure la chiesa non sbaglia mai![citazione necessaria]

Ad oggi il capibara è considerato un pesce dalla Santissima Chiesa Cattolica, Apostolica, Ortodossa, Ebraica, Laica e Blasfema.

Biologia

Questa graziosa bestiacciaola somiglia in tutto e per tutto ad un ratto: nell'80% dei casi è un quadrupede, ha un muso piatto sul davanti, ha un corpo tondo al centro ma è senza coda alla fine. Le zampette esili sono palmate e gli permettono di camminare goffamente sulla terraferma e di nuotare agilmente nell'acqua. Le branchie, probabilmente, sono nascoste dalla folta e ispida pelliccia. Tutto sommato è un animale simpatico.
Il capibara vive con la mamma nelle paludi, negli acquitrini, nei pantani e sulla riviera romagnola dove d'estate gli piace far festa tutta la notte.

L'unico capibara buono è un capibara morto: le ricette

Acquistate solo capibara freschissimi dal vostro pescivendolo di fiducia.
Tenendo il capibara adagiato sul tagliere, in orizzontale davanti a voi, sventrate la bestia pulendola dalle interiora. Con un po' di pazienza imparerete ben presto a sfilettarla a dovere e a preparare tante succulente ricette.

Capibara al forno

Un riconoscibilissimo capibara al forno

Ingredienti e dosi per 4 persone

  • 40 kg di capibara fresco,
  • 1 spicchietto di aglio,
  • 1 bicchierino di aceto di vino,
  • patate,
  • rosmarino,
  • 2 pizzichi di origano,
  • sale,
  • pepe nero,
  • olio d'oliva.

Preparazione

Pulite i capibara tagliando la testa e togliendo la lisca centrale. Adagiateli aperti sul dorso in una teglia ben oliata. In una ciotola capiente versate l'aceto, aggiungete 4/5 cucchiai d'olio, 2 pizzichi generosi di origano, il rosmarino, sale e pepe nero; mescolate bene e versate il composto sulle bestie. Aggiungete patate a piacere, a seconda dei gusti e della fame. Ponete in forno un quarto d'ora a 200° e servite subito.

Capibara al vapore

Ingredienti e dosi per 4 persone

  • 1 capibara di medie dimensioni,
  • Olio d'oliva,
  • Aceto di vino,
  • Olive nere,
  • Arance,
  • Sale.

Preparazione

Ammazzate un capibara con un preciso colpo di coltello alla base della testa. Lavatelo per bene e cuocetelo per 2 ore circa al vapore. Quando la carne è ben tenera, liberate l'animale dal guscio e affettatene la carne, poi unitevi la polpa delle chele ed il 'corallo' interno. Mantenetelo al caldo-umido fino al momento di servirlo e conditelo solo all'ultimo momento con olio d'oliva, aceto, un trito di olive nere e buccia d'arancia, sale e pepe quanto basta. Accompagnatelo con un'insalata di arance, finocchi e olive nere.

Capibara spinati fritti

Non vi fate commuovere dai teneri occhietti dei cuccioli di capibara: fritti saranno ancora più teneri!

Ingredienti e dosi per 4 persone

  • 4 cuccioli di capibara (massimo 2 settimane di vita),
  • 1/2 bottiglia di aceto,
  • 7 kg di farina,
  • 123 uova,
  • olio extra vergine di oliva, tanto olio.
Preparazione

Pulite i cuccioli di capibara staccandone la testa e sfilando insieme le interiora, apriteli dal lato della pancia ed eliminate la lisca centrale e la coda; lavateli bene, risciacquateli abbondantemente con acqua e aceto e asciugateli. Passate le bestioline nella farina poi nell'uovo battuto e friggetele in abbondante olio caldo. Fatele asciugare su carta assorbente e servitele croccanti.

Note

  1. ^ Che hanno indagato approfonditamente per determinare che genere di animale fosse
  2. ^ Il fatto poi che a me piaccia gustare l'arrosto di selvaggina quando mi pare, non c'entra nulla


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