Luigi XIV

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(Rimpallato da Re Sole)
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« C'è Gigi? No, c'è la Cremeria! »
(Mazzarino risponde al citofono del Louvre a Madame de Montespan.)
« Lo Stato sono Io, la Provincia sono Io, il Comune sono Io, la Circoscrizione sono Io, il capo-condomino sono Io! E tu chi sei? Un povero tamarro! »
(Luigi XIV rivolto all'ambasciatore del Burundi.)
« Comunica che sono andato in Papuasia e tornerò nel 1843 »
(Luigi XIV dopo aver saputo che le sue 342 amanti, con in testa Madame de Platinette, stanno superando il portone di Versailles.)

Luigi XIV detto "il Re Sole", "l'Apollineo", "il Condottiero dei popoli", "il Re cristianissimo", per gli amici "Ciccio", per le amanti "Duracell", per i nemici "Infamone", fu un famoso re di quel popolo famoso per essere goloso e genericamente sofisticato: i francesi. Il regno di Luigi XIV fu uno dei più longevi della storia subito dopo quello di Noè e appena prima quello di Galliani. Assertore dell'Assolutismo, non gradiva le obiezioni. Un cameriere che gli fece notare che aveva uno scarpino slacciato fu salumificato seduta stante.

Re Luigi XIV nel famoso ritratto di Hyacinthe Ninteund.

Biografia

Luigi XIV (Saint-Germain-en-Laye, 5 settembre 1638Versailles, 1º settembre 1715) è un membro della famiglia nobiliare dei Barboni, una famiglia venuta su dal nulla: Luigi I infatti era un semplice mendicante ma già suo nonno fu nominato Grande Elemosinante. Una caratteristica di questa famiglia è l'uso esclusivo del nome Luigi© e simili. Tollerati i seguenti nomi: Luigi, Luigina, Gigi, Gigetto, Gigetta, Bruno Liegi Bastonliegi. Inizialmente si chiamarono tutti allo stesso modo per confondere le indagini della Gendarmerìe di Parigi. Per utilizzare il nome "Luigi", la Nintendo ha dovuto sborsare agli eredi 18 fantastilioni e la consegna in anteprima di tutti i giochi di Super Mario. La genealogia di Luigi XIV è illustrissima: fra i suoi antenati si annoverano caporioni della religione come Giovanna d'Arco, assassini di prima qualità come Carlo Magno ed erotomani come Dominique Strauss-Kahn.

L'infanzia

Luigi XIV divenne re all'età di cinque anni: era divertente vederlo mentre pisciava addosso agli ambasciatori di Spagna. Eiaculò la prima volta a tre anni. Per evitare che diventasse padre in tenera età iniziarono a vestirlo da principessa ma con scarso successo. A cinque anni era già padre di tre gemelli generati da una bambola.
Durante l'adolescenza, a seguito dei traumi subiti dagli ambasciatori che di nascosto gli davano dei dolorosissimi pizzicotti sul sedere, avrebbe voluto impasticcarsi, ma non essendo stato ancora inventato il mercato della droga, si buttò sulle pasticche del Re Sole che furono subito dichiarate illegali. Non fu mai un gran consumatore di viagra, che riteneva un modo scorretto di esercitare la caccia alla selvaggina.

Gli anni della reggenza

Il Delfino di Francia mentre si fa una nuotata.

Essendo ancora piccino, a Luigi fu affiancato suo fratello Super Mario e un Comitato di saggi presieduto dal Cardinale Mazzarino, un emissario della mafia siciliana con importanti amici nella Curia Vaticana. Facevano parte del Comitato di saggi anche un giovane Pippo Baudo, il cadavere mummificato di Carlo Magno, il Delfino curioso di Francia e Super Mario.
In questo periodo tutti cercarono di profittare della giovane età del re. I nobili riuscirono ad ottenere delle ottime rendite in cambio di una cassa di aringhe che servì a corrompere il Delfino. i giudici invidiosi riuscirono ad ottenere nuove tasse che loro stessi intascavano. Inoltre i loro titoli divennero ereditari e furono accreditati come "noblesse de robe", da distinguersi dalla "noblesse d'epee" e dalla "noblesse de peperepè". La Chiesa non restò con le mani in mano e rumoreggiò tanto da ottenere il riconoscimento dello "jus pedofilum". Il popolo che non sapeva che cavolo inventarsi si rassegnò a prenderlo nel culo.

Il grande regno

Una volta divenuto maggiorenne, Luigi XIV, che non era un idiota[1], fece capire che la musica era cambiata. Infatti il re non gradiva il minuetto e promosse la musica pastorale invitando numerosi gruppi di zampognari sardi.
Inoltre promulgò alcune nuove leggi che cambiavano il cerimoniale di corte. I grandi di Francia dovevano entrare nella stanza dei ricevimenti facendo tre leggeri saltelli, una giravolta e poi fare un ossequio imitando il verso dello yak. I nobili ordinari dovevano entrare all'indietro facendo degli urletti "ah ah", "ah ah" e poi dovevano ballare il tip tap. I burocrati dovevano strisciare sul pavimento come dei serpenti e non potevano proferire parola. Nonostante l'indispensabile ventata di cambiamento, Luigi, a causa dei traumi riportati in tenera età, continuò con piacere a vestirsi da donna giustificandosi dicendo che tali vesti avrebbero risaltato la virilità della sua persona. Tutti i nobili s'adeguarono alla moda condannando la Francia alle umiliazioni dei Re vicini, che si spisciavano dalle risate a vedere quella mandria di fricchettoni. I camerieri svolgevano intanto il loro sporco lavoro compatendo in cuor loro quella congrega di svitati.
A lungo gli storici si sono domandati perché tutti abbiano ubbidito così prontamente al re una volta che costui divenne maggiorenne.
Secondo il professore Bakalovich della libera Università di Friburgo, il segreto risiedeva nelle pasticche del Re Sole.
Secondo altri, fra cui lo storico circense Edmund Stockfisher, il segreto era insito nella trasmissione a cascata del potere: il re diceva al duca "puliscimi le scarpe e fai quel che ti dico", il duca diceva al marchese "puliscimi le scarpe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo al re", il marchese diceva al conte "puliscimi le scarpe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo al duca", il conte diceva al barone "puliscimi le scarpe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo al marchese", il barone diceva al giudice "puliscimi le scarpe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo al duca", il giudice diceva al prefetto "puliscimi le scarpe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo al barone", il prefetto diceva al poliziotto "puliscimi le scarpe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo al giudice", il poliziotto diceva al contadino: "puliscimi le scarpe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo al prefetto", il contadino diceva a suo figlio "puliscimi le scarpe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo al poliziotto", il figlio del contadino diceva al suo cane "puliscimi le scarpe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo al contadino", il cane diceva al gatto "puliscimi le zampe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo con il figlio del contadino", il gatto diceva al topo "puliscimi le zampe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo al cane", il topo diceva a suo figlio "puliscimi le zampe e fai quel che ti dico altrimenti ne parlo al gatto".
Il figlio del topo subiva tutta questa catena di comando senza potersi rivalere su nessuno e ciò sembra sia stata la causa principale della sua nevrosi[2].

I collaboratori

Mazzarino

Cardinale della Chiesa Romana pur non essendo neppure curato di campagna. Dopo una giovinezza scapestrata trascorsa in compagnia di Gagliostro e di Gaglioffo, riuscì a mettere le mani su alcune intercettazioni calde del cardinale Richelieu, il quale lo elevò subito al suo rango di Cardinale ricattatore. Alla morte di Richieleu in Francia era ormai considerato normale che un Cardinale governasse lo stato e l'azzimato Mazzarino sembrava giunto al posto giusto nel momento giusto.

Il duca Yves Sottant Lagnois al tempo della Fronda.

Mazzarino ebbe il pregio di insegnare al giovane Luigi XIV tutti i trucchi del buon governo, dal genocidio, alla tassazione esorbitante del popolino ed anche alcuni numeri da prestigiatore che sarebbero potuti sempre venir bene, nel caso in cui il lavoro del Re non fosse piaciuto al giovane virgulto. Il grande merito di Mazzarino fu quello di opporsi alla Fronda, un'associazione sovversiva che avrebbe voluto rovesciare il potere e creare una situazione di anarchia simile a quella dell'Italia del XXI secolo. Tipicamente i frondisti manifestavano nei recessi boscosi e per questo motivo erano votati al fallimento.
Dopo aver avuto due cardinali primi ministri, Luigi XIV decise di non avere più primi ministri.

Colbert

Un giovane Giulio Andreotti, sottosegretario del primo governo Colbert.

Jean Batipste Colbert nacque a Reims il 29 agosto 1619. Fin da piccolo fu attratto dal denaro. A dieci anni aveva fondato una banca ed emetteva buoni coperti dalla sua collezione di cavalli a dondolo. Indefesso lavoratore si svegliava alle 4.00 e andava a dormire alle 3.59: diceva ai suoi collaboratori, fra cui un giovanissimo Andreotti, che un minuto di sano riposo era più che sufficiente per lui. A scuola era sempre il primo della classe, il classico secchione che non ti fa mai copiare i compiti. Inoltre era incorruttibile. Alcuni agenti inglesi gli portarono fin sotto casa tutte le ballerine del Moulin Rouge e lui si limitò a rendere noto alle ballerine che avrebbe detratto loro un'ora di paga sindacale.
All'età di settant'anni prese in moglie la sua scrivania e procreò otto splendide cassettiere portadocumenti e due archivisti nati già cinquantenni.
I difetti di Colbert erano compensati da un ottimo caratteraccio e da un brutto meteorismo che lo affliggeva soprattutto durante le riunioni di gabinetto. Grazie ad esso riusciva sempre a sottolineare enfaticamente i suoi discorsi e quelli degli altri.

D'Artagnan

D'Artagnan fu il più famoso moschettiere di tutti i tempi. Fu chiamato da Aramis, Porthos e Athos perché i tre erano stanchi di giocare a poker col morto. Appena assunto D'Artagnan, che era omosessuale attivo, sodomizzò senza l'ausilio di lubrificanti gli altri tre moschettieri. Ecco spiegato il famoso motto dei moschettieri "Uno per tutti, tutti per uno". Infatti, secondo il professor Bakalovich, quell'uno non è altro che l'organo riproduttivo maschile di D'Artagnan.[3]
Dopo questi trascorsi giovanili, D'Artagnan trovò un suo equilibrio sentimentale e una certa instabile normalità, sposando Lady Oscar, la quale lo tradiva spudoratamente con il naso di Cyrano Bergerac. Sfidato a duello, il naso starnutì così forte che D'Artagnan fu scaraventato nel golfo di Biscaglia, dove annegò miseramente.

Le amanti

Luigi XIV aveva un debole per tutto ciò che era dotato di un orifizio, sia organico che inorganico. A causa di questo capriccio secondo le ultime statistiche è considerato il padre di diciottomila figli illegittimi, tremila figli non riconosciuti e ottocento eredi al trono. Si ritiene che l'ars amandi di Luigi XIV abbia contribuito all'aumento della popolazione francese del 400 per cento e degli affitti a Parigi del 390 per cento.
La prima amante il re la brutalizzò (ma lei era consenziente) poco dopo aver celebrato le nozze con Maria Teresa d'Austria, una vecchia mentecatta sposata solo per ambire al trono dell'Impero. In un parossismo narcisistico-onnipotente Luigi collezionò in breve una quantità impressionante di amanti di ogni colore, sesso e dimensioni. Alcuni procacciatori di escort, come messieur Jean-Paul Tarantin, furono chiamati in quel tempo alla corte del Re Sole.
Luigi XIV, nonostante questa vita libertina, era un vero moralista ed amava dire che lui, a differenza di qualcun'altro, non avrebbe mai violato una minorenne. Poco dopo promulgò una legge secondo la quale la maggiore età si sarebbe conseguita a dodici anni.

Le guerre

Re Luigi ebbe sempre un debole per le guerre. Iniziò le sue campagne nella guerra dei trent'anni, in seguito si impegnò nella guerra dei dieci anni e la sua ultima guerra fu la guerra dei "due minuti", allorché diede un paio di sganassoni al suo cameriere portaombrelli.

Grandi opere

Luigi nel 1684. A causa delle folli spese, quell'anno il re non andò mai dal barbiere.

Tutti i Ministeri per le Grandi Opere passati e futuri fanno una pippa alle grandi opere realizzate da Luigi XIV. Tutto ciò che circondava il re doveva essere grande e maestoso. In questo clima delirante fu creata la reggia di Versailles, il cui unico scopo era quello di far divertire i nobili prima di mandarli a morire durante qualche guerra.
La reggia è tuttora gigantesca, ma bisogna ammettere che il ristorante Mac Donald all'angolo della strada è leggermente più grande.
La sala da pranzo è lunga 8 chilometri e ai lati ha due strade ciottolate dove passavano i carri trainati dai camerieri con le famose brioches, il latte caldo e i polli arrosti, le anatre all'arancia e lo zibibbo che venivano anch'essi generosamente serviti a colazione. Per accelerare i tempi le portate venivano lanciate dai carri e i commensali si affrettavano a divorarle. Ogni giorno si provvedeva ai pasti in continuazione, essendo i nobili in numero così elevato da non poter mangiare contemporaneamente. Talvolta accadeva anche che i nobili si mangiassero fra di loro.
La cucina è di dimensioni analoghe, con un bancone da lavoro di marmo rosa lungo 5 chilometri e mezzo. All'interno di essa lavoravano quattromila cuochi, trecento pelapatate, quattromila lavapiatti e ottantamila camerieri.
Inventore del Moulin Rouge e degli eros center, Luigi XIV esibiva spesso la sua sfrenata sensualità di fronte ad un numeroso pubblico pagante. Si trattava di una delle maggiori entrate dello stato francese, e un evento con il maggior numero di "mi piace" sul Gazzettino del "Livre de visage".
La sala da ballo poteva contare su un'orchestra di 5300 musicisti e 18 direttori d'orchestra che si alternavano. Dato il loro elevato numero, i ballerini dovevano ballare sulle scale procurandosi spesso fratture e lesioni gravi.
Il parco che circonda Versailles è talmente kitch da essere stato preso ad esempio da Gardaland. Per allestire il parco fu sradicata una foresta in Alsazia e temporaneamente trasportata l'isola di Minorca con tutti gli abitanti, subito assunti come selvaggina o bracchi da riporto.

Frasi celebri

A Luigi XIV sono attribuite diverse frasi celebri, la più famosa delle quali è "Lo stato sono io". Recentemente il professor Bakalovich della libera Università di Friburgo ha scoperto dei carteggi segreti dai quali si evince che la vera frase era "Los Tato sono Yo". Infatti in Spagna, nel giro delle Casas de Tolerancia era conosciuto con il nomignolo di "Tato" o "Tatino": Luigi XIV soleva alternare un Grand Tour e un Puttan Tour. Durante la visita presso la Casa della Maitresse Carmen a Barcellona non lo conoscevano con questo pseudonimo e quindi Luigi XIV ci tenne a rimarcare che era proprio lui: "Los Tato sono Yo".

Curiosità

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  • Nel corso della sua vita Luigi XIV fu operato per una fistola all'ano. A seguito di ciò farsi operare per una fistola all'ano divenne di gran moda nell'alta società e tutti volevano assolutamente possedere una fistola all'ano. Se il dottore rivelava loro che non avevano fistole all'ano ma soltanto banali emorroidi, i pazienti erano capaci di insultare il medico per manifesta incompetenza. Questo è un fatto storico, non una cazzata, anche se a tutti gli effetti potrebbe sembrare una cazzata.
  • Luigi era un fan sfegatato di Serse, re dei persiani, da lui ammirato e imitato perché modello di stile e mascolinità.
  • Luigi XIV modificò lo stemma di famiglia: due peni eretti incrociati in campo oro, su scudo guelfo gigliato. Questa invece è una cazzata.
  • Si consiglia di utilizzare integralmente o parzialmente questo articolo per scrivere la vostra ricerca su Luigi XIV.
  • L'erede di Luigi XIV, Luigi CX, dopo aver letto questa voce, ha dato mandato al suo avvocato per agire per danni morali, materiali, immateriali, psicologici, tanatologici, storici, aristocratici e socratici. La cifra richiesta si presume possa sfiorare le 300 lire tornesi, che al cambio attuale corrispondono a 300 fantastiliardi di super-euro rinforzati e garantiti alla schiuma blu.

Note

  1. ^ Luigi XIV aveva un Q.I. di 61 e, come noto, si definisce idiota chi arriva a livello 60.
  2. ^ Sulla nevrosi del topo cfr: Reginaldo Cazzabubbola, "Splendore e miseria dei topi adolescenti all'ombra del Re Sole", Einaudi, Ricerche, 1966.
  3. ^ Bakalovich, Le tendenze sessuali dei moschettieri ai tempi del Re Sole, dal trenino della felicità alle pratiche dionisiache del tardo-barocco, Budapest, 1955.

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