Thomas Jefferson: differenze tra le versioni

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia libera con l'indulto.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 26: Riga 26:
Conclusa la parentesi come vice presidente, Jefferson decise di puntare alla [[Casa Bianca]] mettendo in atto una gigantesca campagna elettorale caratterizzata da [[insulti]] e [[minacce]]. I democratico-repubblicani accusarono i federalisti di aver fatto comunella con dei non meglio precisati ''[[alieni|gruppi alieni sediziosi]]'' al fine di instaurare una [[monarchia]], dall'altra parte i federalisti accusavano il demorepubblicani di aver fatto accordi con [[Al Quaeda]] per trasformare gli States in un [[impero]] catto-clero-nazicomunista. Alla fine la spuntò Tom-Tom Jeff che alle elezioni del [[1800]] divenne il terzo [[presidente degli Stati Uniti]], facendo fare ai federalisti la stessa fine che fece la [[Democrazia Cristiana|DC]] nel [[1994]].
Conclusa la parentesi come vice presidente, Jefferson decise di puntare alla [[Casa Bianca]] mettendo in atto una gigantesca campagna elettorale caratterizzata da [[insulti]] e [[minacce]]. I democratico-repubblicani accusarono i federalisti di aver fatto comunella con dei non meglio precisati ''[[alieni|gruppi alieni sediziosi]]'' al fine di instaurare una [[monarchia]], dall'altra parte i federalisti accusavano il demorepubblicani di aver fatto accordi con [[Al Quaeda]] per trasformare gli States in un [[impero]] catto-clero-nazicomunista. Alla fine la spuntò Tom-Tom Jeff che alle elezioni del [[1800]] divenne il terzo [[presidente degli Stati Uniti]], facendo fare ai federalisti la stessa fine che fece la [[Democrazia Cristiana|DC]] nel [[1994]].


La prima rogna che Jeff dovette risolvere in qualità di Presidente erano le famigerate "nomine di Mezzanotte"; in sostanza l'amministrazione federalista uscente aveva nominato, nel tentativo di ostacolare la nuova amministrazione, un gran numero di giudici sportivi corrotti; il neo presidente contestò la validità di queste nomine sostituendo i giudici nominati con i giudici sportivi di [[Luciano Moggi]]. La questione finì in tribunale e tra mazzette e calunnie la sentenda si concluse a tarallucci e vino, obbligando Jeff a tenersi sia i suoi giudici che quelli nominati da [[John Adams|Adams]].
La prima rogna che Jeff dovette risolvere in qualità di Presidente erano le famigerate "nomine di Mezzanotte"; in sostanza l'amministrazione federalista uscente aveva nominato, nel tentativo di ostacolare la nuova amministrazione, un gran numero di giudici sportivi corrotti; il neo presidente contestò la validità di queste nomine sostituendo i giudici nominati con i giudici sportivi di [[Luciano Moggi]]. La questione finì in tribunale e tra mazzette e calunnie la sentenda si concluse a tarallucci e vino, obbligando Jeff a tenersi sia i suoi giudici che quelli nominati da [[John Adams|Adams]]. Un altro evento degno di nota avvenuto sotto l'amministrazione Jefferson fu l'acquisto dai francesi della [[Louisiana]]; le trattative di compravendita vennero tirate avanti dal [[professor Livingston]] e [[James Monroe]]


Con l'intenzione di espandere il territorio degli Stati Uniti Jefferson inviò nel 1801 Robert R. Livingston in Francia per condurre le trattative per l'acquisto della città di New Orleans. Livingston però si vide inizialmente contrapporre un deciso rifiuto da parte francese, fatto che spinse Jefferson a mandare Monroe in suo aiuto a Parigi. Nel frattempo però, al momento dell'arrivo di Monroe in Francia, la posizione dei francesi circa la vendita di New Orleans era cambiata. Napoleone e il suo ministro degli esteri, Charles-Maurice de Talleyrand, avevano rivalutato l'offerta americana pensando di vendere l'intera Louisiana agli Stati Uniti. Questo avrebbe permesso a Napoleone di finanziare le sue campagne di guerra consentendo agli Stati Uniti di raddoppiare il proprio territorio. Alla fine, dopo lunghe trattative, la Louisiana fu ceduta agli Stati Uniti al prezzo di 22,5 milioni di dollari, equivalenti a sette dollari per chilometro quadrato.


Uno degli eventi più importanti durante la presidenza di Jefferson fu certamente l'acquisto della Louisiana dalla Francia per 22,5 milioni di dollari.[25] Con l'intenzione di espandere il territorio degli Stati Uniti Jefferson inviò nel 1801 Robert R. Livingston in Francia per condurre le trattative per l'acquisto della città di New Orleans. Livingston però si vide inizialmente contrapporre un deciso rifiuto da parte francese, fatto che spinse Jefferson a mandare Monroe in suo aiuto a Parigi. Nel frattempo però, al momento dell'arrivo di Monroe in Francia, la posizione dei francesi circa la vendita di New Orleans era cambiata. Napoleone e il suo ministro degli esteri, Charles-Maurice de Talleyrand, avevano rivalutato l'offerta americana pensando di vendere l'intera Louisiana agli Stati Uniti. Questo avrebbe permesso a Napoleone di finanziare le sue campagne di guerra consentendo agli Stati Uniti di raddoppiare il proprio territorio. Alla fine, dopo lunghe trattative, la Louisiana fu ceduta agli Stati Uniti al prezzo di 22,5 milioni di dollari, equivalenti a sette dollari per chilometro quadrato.


Nonostante l'entusiasmo iniziale da parte di Jefferson per quanto riguardava l'offerta francese, sia Jefferson che Madison nutrivano seri dubbi sul fatto che la costituzione permettesse al congresso di acquistare porzioni di territorio da un altro paese, tanto che Jefferson richiese una modifica della costituzione con l'aggiunta di un paragrafo che esplicitamente prevedesse tale eventualità,[26] anche se poi in definitiva decise di accettare l'offerta francese senza che la costituzione fosse modificata. Il contratto di vendita fu ratificato il 30 aprile 1803 dal congresso e il 20 ottobre dello stesso anno dal senato.
Nonostante l'entusiasmo iniziale da parte di Jefferson per quanto riguardava l'offerta francese, sia Jefferson che Madison nutrivano seri dubbi sul fatto che la costituzione permettesse al congresso di acquistare porzioni di territorio da un altro paese, tanto che Jefferson richiese una modifica della costituzione con l'aggiunta di un paragrafo che esplicitamente prevedesse tale eventualità,[26] anche se poi in definitiva decise di accettare l'offerta francese senza che la costituzione fosse modificata. Il contratto di vendita fu ratificato il 30 aprile 1803 dal congresso e il 20 ottobre dello stesso anno dal senato.

Versione delle 01:14, 2 dic 2013

Template:Incostruzione Template:Gilda

« Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per sé stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali e che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili. Fra questi vi sono: la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità. Sono però esclusi dal computo: i neri, i gialli, i rossi, i troppo bianchi, i comunisti, gli atei, quelli che sono andati al liceo scientifico, gli ispanici, gli inglesi e gli stranieri in generale. Ne dimentico qualcuno? Ah, già: i conducenti degli autobus, che non vogliono che gli si parli quando guidano. Ma chi si credono di essere? »
« Qui è stato sepolto Thomas Jefferson, autore della dichiarazione di indipendenza, dello statuto della Virginia per la libertà religiosa dei soli cristiani e padre fondatore dell'università della Virginia, la quale è crollata alla prima scorreggia troppo forte fatta del preside. »
(Iscrizione sulla lapide di Thomas Jefferson.)


Thomas Jefferson detto Tom-Tom (Da qualche parte in una colonia inglese, 13 aprile 1743 – Da qualche altra parte, ma negli Stati uniti, 4 luglio 1826) è stato un geometra prima e un'architetto poi, con la passione per la politica; era talmente tanto appassionato di politica, che è addirittura diventato il 3º presidente degli Stati Uniti d'America.

È considerato uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, che progettò in qualità di capo architetto; fu inoltre un intellettuale di grande spessore, dato che aveva un girovita di 89cm. Fortemente segnato dal pensiero illuminista, fu fautore di uno Stato laico e liberale, e sostenne l'egualitarismo formale e legale di tutti gli esseri umani, a parte gli schiavi e quelli che non erano nati nei neonati States. In qualità di architetto indipendente ebbe modo di progettare: il campus dell'Università della Virginia, il quale crollò in seguito, perché non rispettava le norme anti sismiche, il Campidoglio di Richmond, che venne chiuso perché non rispettava i limiti di quadratura consentiti e la sua casa a Monticello Brianza, che venne giustamente condonata nonostante fosse palesemente abusiva.


Vita, morte e miracoli prima di diventare Presidente

Come ogni buon Presidente degli Stati Uniti che si rispetti, Thomas Jefferson era figlio di un importante e ricchissimo pioniere possidente, originario della Terra dei galli inglesi; anche la madre era figlia di un'importantissima famiglia anglo-francofona trapiantata negli States. Entrambi i genitori di Jeff erano talmente importanti (e ricchi) che hanno fatto scoppiare la Guerra di indipendenza americana solo perché gli inglesi bevevano il the alle 5:00 invece che alle 5:30. L'importanza della famiglia di Jeff, permise a quest'ultimo di non doversi manco alzare al mattino per andare a scuola (che era rigorosamente privata), infatti gli insegnanti venivano direttamente a casa sua e non si limitavano solamente a spiegargli gli argomenti, ma gli facevano pure i compiti e studiavano al posto suo, dandosi pure un voto che finiva inesorabilmente nella pagella di Tom-Tom.

Ottenuto il diploma di geometra autodidatta, "Tom-Tom Jeff" decise di laurearsi in qualcosa, ma era indeciso tra avvocato e architetto, così decise di tagliare la testa al toro[1] e farsi regalare entrambe le lauree per natale. Intraprese da prima la carriera da avvocato, che sfruttò per difendere gli interessi dei più deboli membri della sua altolocata famiglia: come ad esempio suo zio Alibrando, accusato di atti osceni in luogo pubblico, oppure suo nonno Gianpierferdinando, accusato dallo stato del Massachusetts di ripetuti furti di indumenti ai danni delle persone che andavano a fare il bagno al lago. In seguito decise di seguire le orme del padre e diventare giudice di guerra & pace, poi entrò in politica, lasciando il lavoro da giurista per mettersi a fare la persona socialmente inutile.

Cominciò la sua nuova vita nella cosiddetta "camera bassa" del parlamento della Virginia, in pratica il suo ruolo era quello di addetto alle caldaie interrate; durante questo periodo si dedicò a scrivere il suo primo manoscritto: "Riepilogo dei diritti degli americani nati in America Britannica e col pedigree", il quale era un manualetto che indicava ai vari deputati quali richieste e quali cittadini andavano ascoltati e quali no, gettando le basi del patriottismo senza cervello americano. In seguito venne nominato Governatore della Virginia; durante la sua amministrazione, lo stato venne invaso due volte dagli inglesi, tre volte dagli alieni e 16 volte dagli uomini in nero. Quando il suo mandato da governatore scadde, Jeff lasciò la carica senza indire nuove elezioni amministrative, lasciando l'intera Virginia senza governatore per sei mesi. Questa negligenza gli valse una bella denuncia, alla quale il futuro presidente rispose scappando in Europa; giunto nel vecchio mondo si prodigò di mettere il becco negli affari degli altri scatenando: la rivoluzione francese, la guerra di indipendenza italiana e la rivolta dei coltivatori di cavoli belgi.

Quando la denuncia per negligenza cadde in prescrizione, Tom-Tom Jefferson ritornò in patria riprendendo l'attività politica, ma questa volta voleva ottenere qualcosa di più rispetto al passato; per questi motivi si alleò con due loschi figuri: i famigerati James Duo, al secolo James Madison e James Monroe e con essi formò il partito Democratico-Repubblicano. La nuova coalizione di larghe intese si contrapponeva al partito federalista di Alexander Hamilton, il quale minacciava di far cadere il governo se l'aula del Congresso avesse votato a favore della decadenza del suo leader. Quando poi l'aula diede parere positivo alla decadenza, la crisi di governo che ne venne fuori, portò il paese a nuove elezioni e Jefferson, come ogni parlamentare democratico che si rispetti, invece che organizzare una campagna elettorale decente, decise di ritirarsi dalla politica, facendo andare al governo i federalsisti; i quali ebbero comunque l'accortezza di sostituire Hamilton con il ben più presentabile John Adams.

Il ritiro dalla politica di Tom-Tom, si dimostrò comunque il solito bluff da politicante italo-americano, infatti neanche 3 anni dopo si candidò per la vice presidenza del federalista Adams, dando sfoggio della grande coerenza politica di cui era dotato.


Presidente e presidenza

Conclusa la parentesi come vice presidente, Jefferson decise di puntare alla Casa Bianca mettendo in atto una gigantesca campagna elettorale caratterizzata da insulti e minacce. I democratico-repubblicani accusarono i federalisti di aver fatto comunella con dei non meglio precisati gruppi alieni sediziosi al fine di instaurare una monarchia, dall'altra parte i federalisti accusavano il demorepubblicani di aver fatto accordi con Al Quaeda per trasformare gli States in un impero catto-clero-nazicomunista. Alla fine la spuntò Tom-Tom Jeff che alle elezioni del 1800 divenne il terzo presidente degli Stati Uniti, facendo fare ai federalisti la stessa fine che fece la DC nel 1994.

La prima rogna che Jeff dovette risolvere in qualità di Presidente erano le famigerate "nomine di Mezzanotte"; in sostanza l'amministrazione federalista uscente aveva nominato, nel tentativo di ostacolare la nuova amministrazione, un gran numero di giudici sportivi corrotti; il neo presidente contestò la validità di queste nomine sostituendo i giudici nominati con i giudici sportivi di Luciano Moggi. La questione finì in tribunale e tra mazzette e calunnie la sentenda si concluse a tarallucci e vino, obbligando Jeff a tenersi sia i suoi giudici che quelli nominati da Adams. Un altro evento degno di nota avvenuto sotto l'amministrazione Jefferson fu l'acquisto dai francesi della Louisiana; le trattative di compravendita vennero tirate avanti dal professor Livingston e James Monroe

Con l'intenzione di espandere il territorio degli Stati Uniti Jefferson inviò nel 1801 Robert R. Livingston in Francia per condurre le trattative per l'acquisto della città di New Orleans. Livingston però si vide inizialmente contrapporre un deciso rifiuto da parte francese, fatto che spinse Jefferson a mandare Monroe in suo aiuto a Parigi. Nel frattempo però, al momento dell'arrivo di Monroe in Francia, la posizione dei francesi circa la vendita di New Orleans era cambiata. Napoleone e il suo ministro degli esteri, Charles-Maurice de Talleyrand, avevano rivalutato l'offerta americana pensando di vendere l'intera Louisiana agli Stati Uniti. Questo avrebbe permesso a Napoleone di finanziare le sue campagne di guerra consentendo agli Stati Uniti di raddoppiare il proprio territorio. Alla fine, dopo lunghe trattative, la Louisiana fu ceduta agli Stati Uniti al prezzo di 22,5 milioni di dollari, equivalenti a sette dollari per chilometro quadrato.

Nonostante l'entusiasmo iniziale da parte di Jefferson per quanto riguardava l'offerta francese, sia Jefferson che Madison nutrivano seri dubbi sul fatto che la costituzione permettesse al congresso di acquistare porzioni di territorio da un altro paese, tanto che Jefferson richiese una modifica della costituzione con l'aggiunta di un paragrafo che esplicitamente prevedesse tale eventualità,[26] anche se poi in definitiva decise di accettare l'offerta francese senza che la costituzione fosse modificata. Il contratto di vendita fu ratificato il 30 aprile 1803 dal congresso e il 20 ottobre dello stesso anno dal senato.


Manoscritti

  • Riepilogo dei diritti degli americani nati in America Britannica e col pedigree, di cui abbiamo già parlato.
  • Manuale per le pratiche parlamentari illegali a uso e consumo dei Senatori corrotti degli Stati Uniti, manualetto scritto durante la vice presidenza, il contenuto potete immaginarlo da soli.
  • Kentucky & Virginia, la risoluzione, una storia d'amore tra due tizi nati in due stati diversi.
  • Le note della Virginia, una raccolta di note disciplinari ricevute dagli studenti delle scuole superiori virginiesi[2].
  • Le statue della Virginia e altri monumenti, una guida turisatica commissionata dalla pro loco della Virginia per l'appunto.
  • Freeeedooommm, un trattato sul bisogno di abolire la schiavitù, ma non per i neri.
  • La bibbia di Jefferson, una riedizione del testo sacro, modellata sulle idee del presidente; secondo il quale Gesù era un chitarrista Grunge e i Farisei una loggia massonica.
  • Declamazione delle cause e della necessità di prendere le armi ed esportare la democrazia nel mondo, un libro scritto sotto l'effetto di massicce dosi di alcool e droghe, forse è per questo che piaceva tanto a George W. Bush.


Preceduto da:
L'eterno secondo,
Gomez Addams

1797 - 1801
Thomas Jefferson
Presidente terzo classificato.
1801 - 1809
Succeduto da:
Lo stadio in cui si è svolta la competizione:
il Madison Square Garden

1809 - 1817

Note

Template:Legginote

  1. ^ MMMMMUUUUUUUUURRRRRGGGGHHHHHH!
  2. ^ O virginiane, come dir si voglia.
Presidenti degli Stati Uniti Sigillo del Presidente degli Stati Uniti d'America
Washington (1789-1797) - J. Adams (1797-1801) - Jefferson (1801-1809) - Madison (1809-1817) - Monroe (1817-1825) - J.Q. Adams (1825-1829) - Jackson (1829-1837) - Van Buren (1837-1841) - W.H. Harrison (1841) - Tyler (1841-1845) - Polk (1845-1849) - Taylor (1849-1850) - Fillmore (1850-1853) - Pierce (1853-1857) - Buchanan (1857-1861) - Lincoln (1861-1865) - A. Johnson (1865-1869) - Grant (1869-1877) - Hayes (1877-1881) - Garfield (1881) - Arthur (1881-1885) - G. Cleveland (1885-1889) - B. Harrison (1889-1893) - G. Cleveland bis (1893-1897) - McKinley (1897-1901) - T. Roosevelt (1901-1909) - Taft (1909-1913) - Wilson (1913-1921) - Harding (1921-1923) - Coolidge (1923-1929) - Hoover (1929-1933) - F.D. Roosevelt (1933-1945) - Truman (1945-1953) - Eisenhower (1953-1961) - Kennedy (1961-1963) - L.B. Johnson (1963-1969) - Nixon (1969-1974) - Ford (1974-1977) - Carter (1977-1981) - Reagan (1981-1989) - G.H.W. Bush (1989-1993) - Clinton (1993-2001) - G.W. Bush (2001-2009) - Obama (2009-2017) - Trump (2017-2021)- Biden (2021-?)