Andrew Jackson

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Andrew Jackson da giovane.
« Salve. Sono il vostro nuovo Presidente Andrew Jackson, ma voi potete chiamarmi "Signor nuovo Presidente degli Stati Uniti Andrew Jackson". Bene, ora che abbiamo chiarito questo punto vorrei illustravi in maniera dettagliata la mia politica di governo: da oggi in poi qui comando io, parlate quando lo dico io, mangiate quando lo dico io, dormite quando lo dico io, andate al cesso quando lo dico io, se vi ordino di abbaiare, voi dovete imitare in maniera impeccabile un levriero afgano, se vi faccio vedere un legnetto, voi vi dovete mettere in posizione ed essere pronti scattare. Quello che dico io non si discute e se qualcuno, per puro caso, dovesse farmi qualche scherzo, tipo attentare alla mia vita, potrei non rispondere delle mie azioni, né nei suoi confronti, né in quelli della sua famiglia. Bene, avete capito tutto? Ci sono domande? No? Perfetto; allora adesso andate a lavorare! »
(Il discorso di insediamento del neo Presidente Andrew Jackson.)
« Ho ucciso una banca e tutti quei fottuti indiani che c'erano dentro. »
(Jackson risponde alla domanda "Qual è stato il più grande successo della sua vita?")
« Bene! Adesso deportare indiani e oppositori sarà più facile e veloce. »
(Jackson durante l'inaugurazione della prima ferrovia nordamericana.)
« Massacrateli! »
(Jackson su chiunque.)


Andrew Jackson (Colonia Inglese, 15 marzo 1767Stati Uniti, 8 giugno 1845) è stato il 7º Presidente degli Stati Uniti d'America ed è noto come uno dei pochi ad aver permesso reiteratamente la violazione dei diritti umani delle tribù indiane. Lui stesso li andava personalmente a sterminare quando si annoiava, e purtroppo si annoiava spesso.


Jackson, come nasce e si forma un dittatore

Andrew Jackson nacque già ottantenne, sbucando dalla terra come un titano il 15 marzo 1767, nella zona di Waxhaw nell'estremo ovest della Carolina del Nord, in un luogo paradisiaco, ovvero senza squole. Poiché era sostanzialmente un orfano, venne da prima allevato da dei lupi, che uccise in seguito per farcisi un vestito; poi venne allevato da una povera maestra vedova, che gli insegnò a leggere e a scrivere quando tornava dalle sue scorribande. In seguito usò la sua capacità di comprendere la scrittura per soggiogare un gruppo di coloni analfabeti e con essi mettere insieme un esercito per razziare tutti i territori del circondario.

Le aggressioni e i massacri di cui si rendevano colpevoli Jackson e i suoi spinsero gli Inglesi a cercare un'alleanza con lui per poter riconquistare la Carolina, ma il futuro presidente rispose uccidendo l'ambasciatore anglofono e usando la sua pelle per farcisi una cintura e i lacci delle scarpe. Per questo motivo venne considerato un pericoloso nemico e venne braccato anche dagli inglesi, che lo catturarono e lo richiusero in catene nel Tartaro. Liberatosi dalla prigionia, grazie all'intervento del Dio della Morte, Jackson ritornò nei suoi territori di origine, ma quando arrivò trovò che tutta la sua famiglia e i suoi tirapiedi erano morti. Senza l'appoggio del suo esercito, non poteva più fare niente, dunque decise di abbandonare quel luogo e di mettersi in viaggio per tutto il Nord America alla ricerca di uomini fidati con cui ridarsi alle razzie.

Jackson, gli anni dell'esodo e dell'alleanza

Jackson ghigna beffardo verso il prossimo accampamento che deprederà.
Un giovanissimo Andrew Jackson, mentre parte alla volta di Washington D.C.

Jackson vagò in lungo e in largo; non si conoscono di preciso i luoghi che visitò, ma si sa che attraversò il Canada in pedalò e percorse a nuoto la Beringa raggiungendo la Russia, arruolando tra le sue fila ogni genere di criminale, balordo e sbandato che trovava. Quando poi nel 1803 arrivò nel Tennessee, decise di stabilircisi creando il suo quartier generale, dove poté rafforzare il suo esercito e organizzare le nuove razzie nei territori limitrofi.

Una volta che ebbe costruito una fortezza e armato il suo esercito con dei bazooka, partì alla volta di New Orleans, dove attaccò un avamposto inglese, trucidandone brutalmente gli occupanti. Tuttavia fu una battaglia superflua, in quanto la guerra d'indipendenza americana era già finita da 10 anni; quelli che aveva ammazzato erano solo dei volontari dell'esercito della salvezza che si erano messi delle divise militari abbandonate per proteggersi dal freddo. Jackson però ignorava il fatto che gli inglesi avevano abbandonato l'America, così una volta tornato al suo quartier generale, organizzò un'altra spedizione punitiva. Pochi giorni dopo, il Presidente John Quincy Adams gli inviò una formale richiesta di adesione agli Stati Uniti.

Jackson, com'è giusto immaginarsi, prese quell'invito come una dichiarazione di guerra, così decise di radunare i suoi uomini e partire alla volta di Washington D.C., con lo scopo di sferrare un attacco preventivo. Quando arrivarono, però, Adams pensando che Jackson avesse accettato la richiesta di adesione, lo accolse di persona a braccia aperte, facendo imbastire per lui una tavolata degna del migliori episodi di Linea Verde. La situazione divenne subito imbarazzante: Adams insisteva ad abbracciare Jackson e a stringergli la mano, mentre le fanfare suonavano e Vissani spiegava ai presenti e alle telecamere, le prelibatezze che venivano esposte sulle tavole.

Al termine del pranzo, avvenuto alle 22:41, le parti completamente stordite dall'orgia del cibo, decisero di buttare giù un accordo: Jackson avrebbe annesso il territorio del Tennessee all'Unione, ma in cambio gli sarebbe stata data una carica di una certa importanza nell'amministrazione del suo ex dominio; Adams accettò l'offerta e lo nominò giudice della Corte Suprema, con potere di vita, morte e miracoli.

Jackson, il Presidente sterminatore

"Cazzo c'hai da guardare?"

Jackson a causa del suo carattere irruente e molto spesso rissoso, si annoiò presto della nuova vita come giudice della Corte Suprema: non poteva ridarsi alle razzie e non poteva nemmeno ritorcersi contro Adams e i suoi, dunque che fare? Rimuginando e rimuginando, arrivò alla soluzione del problema: siccome agli americani bigotti non piacevano gli usi e i costumi degli indiani, lui li avrebbe sterminati tutti, dando libero sfogo alla sua rabbia repressa. Così un bel giorno prese un reparto della milizia e partì alla volta dell'Alabama, attaccando e sterminando la tribù Creek. Dopo questa spedizione di sterminio bellica, iniziò ad ottenere una certa popolarità anche fuori dai confini del Tennessee e di conseguenza molti coloni cominciarono a chiedere il suo aiuto per allontanare le tribù indiane dalle loro terre, per potercisi insediare a loro volta a ufo.

Ma alcune delle tribù indiane da sterminare si erano insediate in territori protetti dai trattati presidenziali e dunque intoccabili. Non potendo accettare questa situazione, Jackson decise di diventare Presidente degli Stati Uniti per poter stracciare gli accordi e continuare a darsi alla pazza gioia. Così si iscrisse al primo partito che gli capitò a tiro, quello Democratico, dopodiché si fece strada tra i candidati alle primarie a suon di schiaffi e minacce, riuscendo a primeggiare e in seguito a battere Adams alle elezioni del 1828.

Fu il primo presidente che proveniva dalla cosiddetta "frontiera", ma venne visto con poca simpatia dagli intellettuali del Nord e del Sud, i quali ebbero la sensazione che con lui saliva al potere il suo "popolo" (i barbari). Questo fu provato quando alla cerimonia di insediamento egli aprì la Casa Bianca a migliaia di pionieri e razziatori, causando un vero e proprio caos nella residenza presidenziale, con tanto di furti, danneggiamenti e lo stupro di due cameriere.


Jackson, in azione

Jackson osserva soddisfatto i risultati delle sue politiche.

La sua presidenza fu caratterizzata da tre questioni fondamentali:

  • punto uno: l'esproprio delle terre della tribù Cherokee, colpevole di aver osato darsi una costituzione su modello di quella statunitense. Già questo fatto venne ritenuto inaccettabile, ma quando poi venne scoperto che nei loro territori c'era l'oro, lo Stato della Georgia si affrettò ad espropriarne le terre utilizzando una squadriglia di "picchiatori sgombera-baracche". Inizialmente la Corte Suprema, presieduta da John Marshall, ritenne l'azione illegale, in quanto riconosceva i Cherokee come stato straniero; ma Jackson, come ogni politico che si rispetti, cambiò rapidamente ideologia, passando da Dittatore ultra-statalista a Senatore per l'autonomia dei singoli Stati dell'Unione. Per questo motivo istituì l"Indian Removal Act", legittimando l'esproprio delle terre e la deportazione degli indiani nel campo di concentramento "Sentiero delle lacrime" a Caracas. In seguito tornò ad essere il Dittatore di sempre e fece pervenire il cadavere di John Marshall alla sua famiglia, un pezzo alla volta.
  • Punto due: le tentazioni secessioniste della Carolina del Sud. In pratica i sudcaroliniani[1] non accettavano la legge federale sui dazi, accusata di favorire il Nord a discapito del Sud. Jackson era però troppo impegnato a trucidare l'ennesima tribù indiana, così mandò una squadra navale a Charleston per costringere lo Stato ad accettare la legge. Cosa che di fatto avvenne in quanto la Carolina del sud si ritrovò isolata dagli altri Stati e con una massiccia dose di cannoni navali da 153mm armati con proiettili al napalm, puntati sulle tempie.
  • Punto tre: la guerra contro la Banca degli Stati Uniti, che stava iniziando ad alzare un po' troppo la cresta. Jackson non accettava che qualcun altro potesse anche solo vagamente insidiare il suo potere, ecco perché si rifiutò di rinnovare il mandato ventennale che nel 1815 aveva istituito la Banca centrale. Quando poi i banchieri protestarono, lui sguinzagliò la polizia, che a suon di arresti e pestaggi, mise fine alle proteste. Ciò, però, ebbe effetti negativi sull'economia e sulla stabilità monetaria a causa delle ritorsioni volute dagli ex dirigenti sopravvissuti ai rastrellamenti e del fuggi fuggi generale che diverse persone misero in atto per non finire nel mirino della nuova Gestapo.

Jackson, il ritorno

Andrew Jackson scruta l'orizzonte in cerca di una nuova tribù indiana da dissanguare.

Visti i suoi metodi, il Congresso accusò il Presidente di totalitarismo, Jackson dal canto suo accusò il Congresso di alto tradimento nei suoi confronti e fece arrestare buona parte degli oppositori per poi farli rinchiudere nello stesso campo di concentramento in cui sbatteva gli indiani. I pochi sopravvissuti alla mattanza si organizzarono nel Partito Whig, che in seguito sarebbe diventato quella cancrena conosciuta come Partito Repubblicano. L'eliminazione dei suoi avversari gli permise di ripresentarsi alle elezioni da solo e di essere nuovamente rieletto per la gioia di tutti, specialmente di sciacalli e avvoltoi.

Un disegno che mostra la sequenza in cui è avvenuta la morte di Jackson. Nessuno ha mai scoperto il nome dell'uomo che lo ha ucciso.

Dopo questa nuova vittoria, Jackson riprese le sue personali campagne di conquista e sterminio nel Nord America. Per la paura alcuni Stati come l'Arkansas preferirono limitare i danni entrando spontaneamente a far parte dell'Unione, ma la popolazione statunitense iniziò lentamente a covare il desiderio di toglierlo di mezzo. Così il 30 gennaio 1835, mentre si trovava ai funerali di un deputato da lui ucciso per errore mentre cercava di prepararsi un caffè, fu vittima di un duplice attentato alla sua vita per mano di un pittore inglese disoccupato. L'attentatore puntò una pistola contro Jackson ma si inceppò; così prese uno shotgun, ma con uguale risultato. Gli storici attribuiscono questo doppio malfunzionamento delle armi alle condizioni climatiche particolarmente umide, i religiosi a un'intercessione satanica, gli americani a una brutale botta di sfiga. Lo stesso Jackson e altri presenti, tra cui David Crockett (quello che andava in giro con il copricapo con coda di procione annessa), immobilizzarono e fecero arrestare l'attentatore, che venne condannato a mangiarsi le sue armi un pezzo alla volta e a cagarle intere.

Il regno di terrore di Andrew Jackson terminò nel 1837, ma l'ex presidente continuò ad andare in giro in cerca di indiani da massacrare e paesi da razziare, arrivando ad insediarsi in un piccolo villaggio ad ovest degli Stati Uniti che lui ribattezzò Jacksonville; qui lui e i suoi sottoponevano la popolazione ad ogni genere di angheria. Tutto durò sino al 1845, quando uno straniero che veniva dal deserto, affrontò il tiranno e tutti i suoi uomini, uccidendoli senza pietà e liberando definitivamente gli Stati Uniti dall'incubo di Andrew Jackson.

Jackson, le curiosità

Con l'oro rubato agli indiani, Jackson poté rifarsi il guradaroba.
  • Era un uomo molto determinato e assolutamente deciso ad ottenere ciò che voleva, l'unica cosa che non riuscì mai ad ottenere fu l'autografo di Chuck Norris.
  • Il suo Animale da compagnia era una iena.
  • Riteneva che la democrazia, per essere tale, doveva essere piena. Sì, di schiaffi.
  • Veniva chiamato "The Old Hickory", "la Vecchia Quercia", con riferimento alla sua abitudine di impiccare i prigionieri sulle querce e usare i loro cadaveri per concimarle.
  • Gli piacevano le querce perché era goloso di ghiande. Maiale fino in fondo.
  • In molti vorrebbero risolvere il problema della crisi economica con i suoi metodi, ma la pena di morte e i campi di sterminio sono stati aboliti anche per i banchieri, purtroppo.
  • Jackson rispettava il volere del popolo. Secondo lui, siccome era il popolo che lo aveva eletto a governare, al popolo andavano bene sia i suoi metodi, sia il suo modello di governo prettamente dittatoriale.
  • La deportazione dei Cherokee è considerata dagli storici "uno dei peggiori crimini della storia degli Stati Uniti", lui invece l'ha sempre considerata una cosa di cui vantarsi.
  • Era un fervente sostenitore dello "spoils system", letteralmente "sistema del bottino" (in pratica il clientelismo); dopotutto era un razziatore, ottenere il "bottino" era una delle sue prerogative.
  • Nonostante fosse nato vecchio, aveva abbastanza forza da strangolare quattro indiani tutti insieme.
  • Secondo alcuni testimoni, fu lui da solo a fermare il suo attentatore; le altre persone che accorsero cercarono soltanto di staccare le mani di Jackson dal collo dello sventurato.
  • A proposito del suo attentatore: ma come cazzo pensa di fare un inglese a trovare lavoro in America poco dopo la sua dichiarazione di indipendenza dall'Inghilterra? E come pittore tra l'altro?
  • Si è reincarnato in Mario Monti.


Preceduto da:
Il figlio di Gomez e Morticia
1825 - 1829
Andrew Jackson
Dittatore degli Stati Uniti
1829 - 1837
Succeduto da:
Van Burino
1837 - 1841

Note

  1. ^ O sudcarolinesi.
Presidenti degli Stati Uniti Sigillo del Presidente degli Stati Uniti d'America
Washington (1789-1797) - J. Adams (1797-1801) - Jefferson (1801-1809) - Madison (1809-1817) - Monroe (1817-1825) - J.Q. Adams (1825-1829) - Jackson (1829-1837) - Van Buren (1837-1841) - W.H. Harrison (1841) - Tyler (1841-1845) - Polk (1845-1849) - Taylor (1849-1850) - Fillmore (1850-1853) - Pierce (1853-1857) - Buchanan (1857-1861) - Lincoln (1861-1865) - A. Johnson (1865-1869) - Grant (1869-1877) - Hayes (1877-1881) - Garfield (1881) - Arthur (1881-1885) - G. Cleveland (1885-1889) - B. Harrison (1889-1893) - G. Cleveland bis (1893-1897) - McKinley (1897-1901) - T. Roosevelt (1901-1909) - Taft (1909-1913) - Wilson (1913-1921) - Harding (1921-1923) - Coolidge (1923-1929) - Hoover (1929-1933) - F.D. Roosevelt (1933-1945) - Truman (1945-1953) - Eisenhower (1953-1961) - Kennedy (1961-1963) - L.B. Johnson (1963-1969) - Nixon (1969-1974) - Ford (1974-1977) - Carter (1977-1981) - Reagan (1981-1989) - G.H.W. Bush (1989-1993) - Clinton (1993-2001) - G.W. Bush (2001-2009) - Obama (2009-2017) - Trump (2017-2021)- Biden (2021-?)
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 17 novembre 2013 col 41.7% di voti (su 12).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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