William Henry Harrison

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Harrison mentre scruta sadicamente un indiano.
« Coff... coff... coff... »
(Citazione più famosa di William Henry Harrison)
« Come passa veloce il tempo. Sembra ieri che abbiamo eletto il Presidente e oggi ne dobbiamo eleggere uno nuovo. »
(Un americano in vena di sarcasmo.)
« Sì, lo conosco benissimo, è quello che faceva i mostri in computer grafica. »
(Un nerd confonde Henry Harrison con Harryhausen[1].)
« Neanche le intemperie mi possono fermare. »
(William Henry Harrison le spara grosse al suo primo e ultimo discorso da Presidente.)
« Harrison è il primo Presidente della storia appartenente al partito Whig e sarà il primo di una lunga serie, vedrete. »
(John Quincy Adams porta un po' di sfiga al suo pupillo.)


William Henry Harrison (Contea di Charles City, 9 febbraio 1773Washington, 4 aprile 1841) è stato il 9º Presidente degli Stati Uniti d'America, nonché il più grosso coglione che abbia mai ricoperto questo ruolo. Lo so, in base alle linee guida di Nonciclopedia non dovrei usare insulti diretti, ma vi posso assicurare che quest'uomo se li merita proprio.

Vita

Harrison durante l'università. Con quella faccia da matto non ci dobbiamo sorprendere che non avesse ancora imparato a scrivere.

La data e il luogo di nascita di William Henry Harrison li ho già scritti prima e non mi sembra il caso di stare a spendere altre parole per riportarli di nuovo. Il padre di Henry era un certo Benjamin Harrison V, un ricco possidente inglese che fu, tra l'altro, uno dei firmatari della Dichiarazione d'Indipendenza; quindi si può dire che Harrison fosse un perfetto raccomandato con parecchi quattrini nel portafoglio.

Come ogni raccomandato figlio di papà che si rispetti, Henry andò a studiare in una prestigiosa università americana, dove riuscì a essere promosso ogni anno grazie alle mazzette che il padre dava al rettore, quando poi però il padre morì all'improvviso, Harrison venne buttato fuori a calci nel culo, anche perché in tre anni non riusciva ancora a scrivere correttamente il suo nome.

A questo punto, non sapendo cosa fare, decise di sfogare la sua rabbia verso le minoranze indiane, così mise mano all'eredità che aveva ottenuto alla morte del padre e si arruolò nel grandioso esercito americano, con il grado di guardiamarina; ad oggi Henry Harrison è l'unico ufficiale di marina ad aver prestato servizio nella fanteria americana.

Come ufficiale Henry ebbe modo di imparare diversi perfidi trucchi dal suo superiore Anthony "Mad" Wayne, come ad esempio: avvelenare le acque dei fiumi dove si abbeveravano gli indiani, attaccare durante la notte e far pervenire al nemico dei video con le ultime puntate de L'Arena; in poco tempo il morale dei nativi venne fiaccato e Henry poté sferrare l'attacco decisivo e dare libero sfogo alla sua furia omicida, annettendo i territori del nord-ovest nei democratici Stati Uniti d'America.

Harrison ufficiale di marina durante una missione sulle Montagne Rocciose.

Le continue vittorie riportate sul campo permisero a Henry di diventare addirittura generale e di continuare nella sua personale crociata di sterminio; anche se va specificato il fatto che a lui le questioni politiche e religiose non interessavano, era solo una scusa per darsi alle cattiverie gratuite. Sicuramente la sua più grande impresa fu la vittoria nella battaglia di Tippecanoe[2], dove Henry ebbe modo di sconfiggere il Grande Capo indiano Tecumseh, il quale, prima di battere in ritirata, tirò una serie di accidenti al futuro Presidente degli Stati Uniti:

- Tecumseh: “C'at vègna un cancher”
- Harrison: “Eh? Cosa stai blaterando muso rosso?”
- Tecumseh: “Ti sto maledicendo, coglione.”
- Harrison: “Eheheh, io non credo al malocchio, specialmente se me lo fa un perdente.”
- Tecumseh: “Ridi, ridi, ma un giorno farai una fine degna del coglione che sei.”
- Harrison: “Ah sì? E come dovrei morire di grazia? Divorato da uno dei tuoi ridicoli totem?”
- Tecumseh: “No. Divorato dalla tua stupidità e da quella del tuo popolo.”
- Harrison: “Ma sparisci morto di fame, se non vuoi che t'ammazzo del tutto.”
- Tecumseh: “Ti ho avvertito coglione. Farai una fine talmente meschina che soffocherà tutte le tue vittorie.”
- Harrison: “Sì, certo, come no! E magari un domani qualche Presidente vi chiederà pure scusa. Tze, roba da matti!”

Dopo la grande vittoria conseguita a Tippecanoe, Henry decise di lasciare definitivamente l'esercito; ormai aveva sfogato in toto la sua rabbia scolastica e nel frattempo era morta pure sua madre, il ché gli permise di prendersi anche il resto della corposa eredità di famiglia.


La morte del coglione

Una delle tante immagini della campagna elettorale di Harrison, questa doveva dimostrare la sua capacità di sopravvivere nello spazio profondo.

Grazie ai quattrini guadagnati e al nome che si era fatto, Harrison venne nominato Segretario per i Territori del Nord Ovest, in pratica faceva il lavoro sporco per i governatori del nord-ovest, assicurandosi che i vari coloni potessero appropriarsi illecitamente degli ultimi territori rimasti agli indiani in barba ai vari accordi che questi siglavano col governo centrale. L'abilità di Henry venne rapidamente notata nei piani alti del parlamento, così nel 1825 venne nominato senatore e in seguito spedito in Colombia; ufficialmente come ambasciatore, ma in realtà il suo scopo era quello di stroncare nel sangue eventuali rivolte da parte dei locali e assicurarsi che i traffici di droga rimanessero sotto stretto controllo americano. Esaurito anche questo mandato, Henry si ritirò a vita privata nella città di Hamilton, svolgendo saltuariamente il ruolo di giudice-avvocato-giuria-boia nei processi che vedevano imputati neri, indiani o qualsiasi altra persona non rispondesse ai valori della famiglia bigotta americana.

A un certo punto però, i membri del neonato Partito Whig o Winx che dir si voglia, smaniosi di ottenere la presidenza, ma nel contempo privi di un candidato valido, puntarono gli occhi proprio su Henry Harrison; il nostro venne convinto a presentarsi come candidato a suon di leccaculate, puttane, bustarelle e anche qualche minaccia. Una volta accettata la candidatura, venne imbastita una campagna elettorale degna del peggior Berlusconi: utilizzando una piattaforma politica estremamente vacua e indistinta, tirò fuori argomentazioni populiste senza alcun fondamento, arrivando a definirsi "l'uomo della capanna di tronchi e del sidro forte", dipingendosi come il naturale referente dei duri uomini della frontiera, nonostante lui non fosse mai stato né un duro, né un uomo di frontiera. Oltretutto, Harrison fu il primo presidente ad utilizzare la diffamazione come argomento elettorale; l'avversario Martin Van Buren veniva insultato per qualsiasi motivo: dal fatto che fosse alcolizzato al fatto che avesse le basette troppo lunghe; venne addirittura accusato di essere gay solamente perché aveva installato una vasca da bagno e un cesso alla Casa Bianca (fino a quel momento i presidenti non si lavavano e andavano a cagare tra le aiuole).

Nonostante Harrison vivesse in una lussuosa magione dell'Ohio e non conducesse certo vita "da pioniere" il messaggio fece presa sulla massa dei rozzi e ignoranti elettori americani, consegnandogli la vittoria e di fatto decretandone la condanna a morte.

Se Herrison si fosse presentato alla cerimonia vestito così forse non sarebbe diventato il presidente più coglione d'Amerca.

E a questo punto possiamo finalmente spiegare per quale motivo William Henry Harrison è considerato il Presidente più coglione d'America. Dopo essere stato eletto Presidente degli Stati Uniti Harrison fece la consueta cerimonia di insediamento alla Casa Bianca, che si svolse il 4 marzo 1841, fin qui niente di strano, il problema è che quel giorno batteva su Washington una di quelle fitte, fredde e inarrestabili piogge di fine inverno, che soltanto a pensarci ti si gela il sangue nelle vene. Di solito in queste situazioni una persona normale può fare solo due cose: o rimandare l'evento, oppure organizzarlo in maniera tale da limitare i danni, ma Henry (che ricordiamo era un coglione) durante la campagna elettorale si era spacciato per un rude uomo di frontiera rotto ad ogni avversità e per questo, spinto anche dai compari di partito, si presentò alla cerimonia a torso nudo e non solo, tenne il discorso d'insediamento più lungo della storia americana (13 ore ininterrotte); alla fine del quale stramazzò a terra colpito da una polmonite fulminante.

Willim Henry Harrison entro nella Casa Bianca con i piedi in avanti[3] il 4 marzo 1841 e ne uscì sempre con i piedi in avanti[4] il 4 aprile 1841. Le uniche cose che riuscì a fare durante la sua presidenza furono: tossire, vomitare catarro e pronunciare frasi deliranti di cui vi riportiamo una breve summa:

« Pape Satàn, pape Satàn aleppe! »
« I gatti, i gatti, date da mangiare ai gatti! »
« Eehh...oohh...eehh...oohh...Jimmyyyyy! »
« Gli indiani...il coso...nnoooooo! »
« Titanic...iceberg...babuumm! »

La misera fine di Harrison è da considerarsi una beffa da contrappasso dantesco a 360°: lui che sputtanava gli indiani e la loro danza della pioggia è stato ucciso da un temporale; lui che si vantava di essere un duro si è rivelato una sega; lui che derideva Tecumseh mentre gli dava del coglione è stato seppellito tra le risate dei presenti che urlavano "coglione, coglione" al passaggio del feretro. Tra l'altro il partito Whig fece una tale figura di merda che si spaccò in due, anche a causa del vice Presidente John Tyler, il quale era stato nominato vice solo per servire da capro espiatorio in caso di problemi durante la presidenza; quando poi succedette a Harrison si guardò bene dall'accontentare i suoi onesti compagni di partito.

Tirando le somme

Possiamo dire di aver ampiamente dimostrato la tesi secondo cui Henry Harrison era un coglione; il suo mandato è stato il più corto fra tutti i presidenti degli Stati Uniti e nonostante questo se domandate ad un qualsiasi americano chi sia stato il Presidente dal mandato più breve, quello 99 su 100 vi risponderà James A. Garfield, incrementando ulteriormente la figura da coglione che Henry fece in vita.

Bibliografia

  • (EN) William Henry Harrison, Sono invincibile, una biografia scritta da gobbi durante la campagna elettorale, 1840 ISBN 0-00000-000-0.
  • (EN) William Alexander, Mettiti il maglione, una raccolta di lettere tra Harrison e sua madre, 1967 ISBN 0-12345-678-9.
  • (EN) Tecumseh, Come fare una danza della pioggia funzionante, un libro che spiega come innaffiare l'orto e non solo, 1845 ISBN 0-199-67845-8-chiamate bollenti a ogni ora del giorno e della notte.
  • (EN) Robert Ripley, La maledizione dell'anno 0, un libro che mette in relazione le elezioni avvenute negli anni terminanti con lo 0 e la morte dei rispettivi vincitori, 1934 ISBN 0-00000-666-0.
  • (EN) Sigmund Freud, Politica e coglioni, un trattato sulla correlazione tra i due argomenti, 1936 ISBN 0-65879-123-stella.
  • (EN) Anonimo, Vendette dall'oltretomba, un manoscritto rinvenuto sulla tomba di Harrison che spiega come vendicarsi di quelli che scrivono su Nonciclopedia, 2013 ISBN x-xxxxx-xxx-x.


Preceduto da:
Brighella
1837 - 1841
William Henry Harrison
Gran coglione degli Stati Uniti
1841 - 1841
Succeduto da:
Quello a cui piacevano quelle giovani
1841 - 1845

Note

  1. ^ E non ha neanche tutti i torti.
  2. ^ Dovrebbe essere un fiume, ma con un nome del genere potrebbe anche essere un pezzo dell'intestino tenue.
  3. ^ Su una barella.
  4. ^ Ma 'sta volta in una bara.
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