Thomas Jefferson
Thomas Jefferson, detto Tom-Tom (Da qualche parte in una colonia inglese, 13 aprile 1743 – Da qualche altra parte, ma negli Stati Uniti, 4 luglio 1826) è stato un geometra prima e un architetto poi, con la passione per la politica; era talmente tanto appassionato di politica, che è addirittura diventato il 3º Presidente degli Stati Uniti d'America.
È considerato uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, che progettò in qualità di capo architetto; fu inoltre un intellettuale di grande spessore, dato che aveva un girovita di 89cm. Fortemente segnato dal pensiero illuminista, fu fautore di uno Stato laico e liberale, e sostenne l'egualitarismo formale e legale di tutti gli esseri umani, a parte gli schiavi e quelli che non erano nati nei neonati States. In qualità di architetto indipendente ebbe modo di progettare: il campus dell'Università della Virginia, il quale crollò in seguito, perché non rispettava le norme antisismiche, il Campidoglio di Richmond, che venne chiuso perché non rispettava i limiti di quadratura consentiti, e la sua casa a Monticello Brianza, che nonostante fosse palesemente abusiva, fece condonare approfittando del condono edilizio varato da Berlusconi nel 2003.
Vita, morte e miracoli prima di diventare Presidente
Come ogni buon Presidente degli Stati Uniti che si rispetti, Thomas Jefferson era figlio di un importante e ricchissimo pioniere possidente, originario della terra dei galli inglesi; anche la madre era figlia di un'importantissima e ultraricca famiglia anglo-francofona trapiantata negli States. Entrambi i genitori di Jeff erano talmente importanti (e ricchi) che hanno fatto scoppiare la guerra di indipendenza americana solo perché gli inglesi alle 5:00 bevevano il tè e mangiavano i biscotti al posto di birra e hamburger. L'importanza della famiglia di Jeff permise a quest'ultimo di non doversi manco alzare al mattino per andare a scuola (che era rigorosamente privata), infatti gli insegnanti venivano direttamente a casa sua e non si limitavano solamente a spiegargli gli argomenti, ma gli facevano pure i compiti, studiavano al posto suo, si interrogavano da soli e mettevano il voto nella sua pagella.
Ottenuto il diploma di geometra autodidatta, "Tom-Tom Jeff" decise di laurearsi in qualcosa, ma era indeciso tra avvocato e architetto, così decise di tagliare la testa al toro e farsi regalare entrambe le lauree per natale. Intraprese da prima la carriera da avvocato, che sfruttò per difendere gli interessi dei più deboli membri della sua altolocata famiglia: come ad esempio suo zio "Gempronio", accusato di atti osceni in luogo pubblico, oppure suo nonno "Astrubale", accusato dallo stato del Massachusetts di ripetuti furti di indumenti ai danni delle persone che andavano a fare il bagno al lago. In seguito decise di seguire le orme del padre e diventare giudice di guerra & pace; quando ebbe guadagnato un po' di grano lasciò il lavoro da giurista per entrare in politica e mettersi a fare la persona socialmente inutile.
Cominciò la sua nuova vita nella cosiddetta "camera bassa" del parlamento della Virginia: in pratica il suo ruolo era quello di addetto alle caldaie interrate. Durante questo periodo si dedicò a scrivere il suo primo manoscritto, "Riepilogo dei diritti degli americani nati in America Britannica e col pedigree", il quale era un manualetto che indicava ai vari deputati quali richieste e quali cittadini andavano ascoltati e quali no, gettando le basi del patriottismo senza cervello americano. In seguito venne nominato Governatore della Virginia; durante la sua amministrazione, lo stato venne invaso due volte dagli inglesi, tre volte dagli alieni e 16 volte dagli uomini in nero. Quando il suo mandato da governatore scadde, Jeff lasciò la carica senza indire nuove elezioni amministrative, lasciando l'intera Virginia senza governatore per sei mesi. Questa negligenza gli valse una bella denuncia, alla quale il futuro presidente rispose scappando in Europa; giunto nel vecchio mondo si prodigò di mettere il becco negli affari degli altri scatenando: la rivoluzione francese, la guerra di indipendenza italiana e la rivolta dei coltivatori di cavoli belgi.
Quando la denuncia per negligenza cadde in prescrizione, Tom-Tom Jefferson ritornò in patria riprendendo l'attività politica, ma questa volta voleva ottenere qualcosa di più rispetto al passato; per questi motivi si alleò con i famigerati James Duo, al secolo James Madison e James Monroe, e con essi formò il partito Democratico-Repubblicano. La nuova coalizione di larghe intese si contrapponeva al partito federalista di Alexander Hamilton, il quale minacciava di far cadere il governo se l'aula del Congresso avesse votato a favore della decadenza del suo leader. Quando poi l'aula diede parere positivo alla decadenza, la crisi di governo che ne venne fuori portò il paese a nuove elezioni e Jefferson, come ogni parlamentare democratico che si rispetti, invece di organizzare una campagna elettorale decente, decise di ritirarsi dalla politica, facendo andare al governo i federalisti; i quali ebbero comunque l'accortezza di sostituire Hamilton con il ben più presentabile John Adams.
Il ritiro dalla politica di Tom-Tom, si dimostrò comunque il solito bluff da politicante italo-americano, infatti neanche 3 anni dopo si candidò per la vice presidenza del federalista Adams; dimostrando che oltre a possedere una straordinaria coerenza politica aveva anche una gran bella faccia di bronzo.
Presidente e presidenza
Conclusa la parentesi come vice presidente, Jefferson decise di puntare alla Casa Bianca mettendo in atto una gigantesca campagna elettorale caratterizzata da insulti e minacce: i democratico-repubblicani accusarono i federalisti di aver fatto comunella con dei non meglio precisati gruppi alieni sediziosi al fine di instaurare una monarchia, dall'altra parte i federalisti accusavano il demorepubblicani di aver fatto accordi con Al Quaeda per trasformare gli States in un impero catto-clero-nazicomunista. Alla fine la spuntò Tom-Tom Jeff che alle elezioni del 1800 divenne il terzo presidente degli Stati Uniti, facendo fare ai federalisti la stessa fine che fece la DC nel 1994.
La prima rogna che Jeff dovette risolvere in qualità di Presidente erano le famigerate "nomine di Mezzanotte"; in sostanza l'amministrazione federalista uscente aveva nominato, nel tentativo di ostacolare la nuova amministrazione, un gran numero di giudici sportivi corrotti; il neo presidente contestò la validità di queste nomine sostituendo i giudici nominati con i giudici sportivi di Luciano Moggi. La questione finì in tribunale e tra mazzette e calunnie la sentenza si concluse a tarallucci e vino, obbligando Jeff a tenersi sia i suoi giudici che quelli nominati da Adams. Un altro evento degno di nota avvenuto sotto l'amministrazione Jefferson fu l'acquisto dai francesi della Louisiana; le trattative di compravendita vennero tirate avanti dal professor Livingstone e James Monroe i quali convinsero Napoleone a cedergli i territori per 22,5 giglioni di dollari. In seguito, quando fu ora di tirare fuori il contante, i due pagarono con le consuete banconote del monopoli; il monarca franco-francese non si accorse subito della cosa, il ché permise ai due ambasciatori di ritornarsene in America; quando poi Napoleone si rese conto di essere stato inculato, mise a tacere la cosa, onde evitare che quella figura di merda diventasse di pubblico dominio.
Per quanto riguarda la politica interna Jefferson si adoperò per abbattere il debito pubblico degli Stati Uniti; di fatto fu molto efficiente nel perseguire tale scopo, tanto che alla fine del suo mandato il debito risultava praticamente nullo, anche grazie alla sua brillante intuizione di non riportare tutte le spese effettuate dalla pubblica amministrazione, specialmente le voci riguardanti i rimborsi per i mezzi di trasporto e i buoni pasto. Quando venne rieletto per un secondo mandato Tom-Tom dovette eseguire un rimpasto di governo, soprattutto per quanto riguardava il suo vice Aaron Burr, che ebbe la brillante idea di sfidare e uccidere a duello il segretario del partito Federalista Alexander Hamilton. A quei tempi fare i duelli era legale e nessuno avrebbe mai detto niente se non fosse saltato fuori che Burr aveva sostituito la pistola di Hamilton con una pistola ad acqua. A questo scandalo ne seguirono altri come ad esempio il comprovato aiuto che il Presidente diede al suo ex vice per squagliarsela ad ovest e sfuggire alla forca; per non parlare degli accordi sottobanco[1] che vennero portati avanti dalla presidenza per appropriarsi illecitamente della Florida, che a quei tempi era di proprietà esclusiva della Spagna. In seguito saltò fuori che l'acquisto della Louisiana era illegale, perché la costituzione americana non prevedeva la possibilità di annessione di territori tramite compravendita, ma solo a seguito di invasione militare; Jeff risolse la cosa modificando, sempre illegalmente, la costituzione per consentire che anche quella possibilità venisse contemplata, riuscendo di fatto a pararsi il culo.
In ogni caso tutti questi megheggi non piacquero ai membri del Congresso, specialmente ai suoi alleati, andando a creare una situazione vagamente simile a quella che capita sovente tra le fila del PD, ovvero i membri del partito che tentano di ammazzare il loro leader. Comunque Jeff riuscì a scampare ai tentativi di linciaggio promettendo degli interventi più incisivi contro le ritorsioni degli inglesi; per prima cosa applicò il principio della non-ingerenza nelle vicende politiche europee, secondo il quale ogni volta che capitava qualcosa in Europa il Presidente si sarebbe battuto le mani sulle orecchie urlando. Poi, varò l'Embargo Act con cui proibì la vendita di prodotti made in USA in Europa, il risultato di 'sta manovra fu il crollo delle esportazioni, con conseguente perdita di lavoro per marinai e piccoli produttori, che a sua volta venne seguito da incazzature e desiderio di sventrare il Presidente con un taglierino. Suddetta legge oltre a non comportare nessun beneficio per gli States, non intacco minimamente le potenze europee, sminchiando ulteriormente la figura di Tom-Tom agli occhi della popolazione.
Allo scadere del secondo mandato presidenziale, Tom-Tom Jeff non si ricandidò per un terzo mandato, ufficialmente perché secondo lui era pericoloso lasciare per troppo tempo il potere a un solo uomo, ma la triste verità era che nessuno si sarebbe azzardato a dargli uno straccio di voto; tra l'altro molte delle sue cazzate leggi vennero immediatamente abrogate dal suo successore, permettendo agli Stati Uniti di ripresentarsi sulla scena internazionale.
Dopo la presidenza
Quando scadde il mandato presidenziale Jeff decise di ritirarsi definitivamente dal mondo della politica, o meglio, gli venne intimato di abbandonare il mondo della politica; in questo periodo ebbe modo di mettere a frutto la sua laurea in architettura progettando i vari edifici precedentemente riportati. Ebbe una fitta corrispondenza con diversi pensatori del suo periodo, ai quali inviava buste piene di polvere per starnutire; tra i beneficiari di tali buste c'era anche il suo predecessore John Adams. Jeff era intenzionato a riallacciare i rapporti di amicizia con lui, che si erano deteriorati a causa delle corna che gli mise con sua moglie.
Gli ultimi anni di vita di Jefferson furono abbastanza movimentati, nonché segnati da forti problemi finanziari, scatenati da diverse beghe legali connesse all'ampliamento alla sua villa a Monticello Brianza e alle denunce di pesanti negligenze nella costruzione di tutte le altre strutture da lui progettate. Infine ai molti problemi di Jefferson si aggiunsero anche problemi di salute che gli impedirono di partecipare al cinquantesimo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza, per somma gioia di tutti gli americani.
Morì il 4 luglio 1826, esattamente il giorno del cinquantesimo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza; in quello stesso giorno tirò la ghirba pure il suo amico/nemico John Adams. Dopo la sua morte tutti i suoi averi e i suoi possedimenti vennero sequestrati e messi all'asta, altri invece vennero demoliti in quanto totalmente pericolanti. La salma di Jefferson fu sepolta a Monticello Brianza; nel suo testamento aveva inoltre disposto la donazione della sua casa al governo statunitense, che secondo le sue ultime volontà, la doveva utilizzare per ospitare un orfanotrofio, ma il presidente Harry Truman preferì trasformarla nell'ennesima base militare.
Opinioni personali
L'opinione di Jefferson riguardo alla schiavitù
Jefferson era un convinto sostenitore dei diritti umani, nonostante questo non soltanto possedeva schiavi, ma si oppose sempre in modo deciso a qualsiasi tentativo di abolire la schiavitù, sostenendo che mantenere in vigore la schiavitù era come tenere un lupo per le orecchie: si vorrebbe lasciare la presa, ma non lo si vuole fare per evitare di essere sbranati; sostenne anche che i neri sono inferiori ai bianchi e che la terra è piatta, vantandosi, per altro. Appare paradossale che egli negasse ai propri schiavi il diritto alla libertà, nonostante avesse esortato l'intera popolazione a liberare i loro; quando gli venne fatta notare questa cosa se ne venne fuori ricordando che anche gli altri padri fondatori degli Stati Uniti d'America erano ricchi proprietari terrieri e schiavisti, esattamente come lui, dunque non c'erano problemi. In ogni caso, come ogni buon politico doppiafaccia che si rispetti, Jeff disprezzava i neri definendoli: "razza inferiore da non toccare a meno di usare un bastone di rovere", ma quando c'era da trombrasi le sue cameriere sostituiva il bastone in rovere con un altro tipo di legno. Va segnalato che ebbe parecchi figli illegittimi da una delle sue schiave, la quale era per giunta la sorellastra di sua moglie, evidentemente anche suo suocero la pensava come lui.
L'opinione di Jefferson riguardo ai nativi americani
Dopo aver comprato la Louisiana si scatenarono gli inevitabili conflitti tra le popolazioni di indiani che abitavano quei territori e i nuovi coloni esportatori di democrazia venuti da oriente; Jefferson nutrì subito un grande interesse verso la cultura di queste popolazioni, specialmente sui loro terreni e la possibilità di edificarci sopra i suoi ecomostri. Anche verso gli indiani Tom-Tom ebbe un attegiamento doppiofaccista, se da un lato li definiva un popolo interessante e superiore ai neri, dall'altra li definiva dei sudici barbari incivili seminomadi. Tentò pure di farli convertire a forza al cristianesimo, ma la sua politica fallì a causa della pessima abitudine di alcuni pastori di abusare sessualmente degli indiani minorenni, a cui si aggiunsero i bisogni dei vari coloni tagliagole che non potevano più rimandare il loro bisogno di vedere scorrere fiumi emofoghi.
L'opinione di Jefferson riguardo la religione
Per quanto concerne la religione, Jeff andava in chiesa di giorno e bestemmiava la sera; ebbe dunque un comportamento uguale a qualsivoglia politico: finché si trattava di imporre i dogmi agli altri per i propri interessi riforniva i preti di bastoni e fucili, ma quando si trattava di rispettarli lui i dogmi, tirava fuori i soliti argomenti anticlericali da salotto. Ebbe pure la faccia tosta di scrivere una versione della Bibbia basata sulla sua personale concezione del mondo, secondo la quale Dio è un geometra mentre il diavolo uno diplomato allo scientifico.
Manoscritti
- Riepilogo dei diritti degli americani nati in America Britannica e col pedigree; di cui si è già parlato.
- Manuale per le pratiche parlamentari illegali a uso e consumo dei Senatori corrotti degli Stati Uniti; manualetto scritto durante la vice presidenza, il cui contenuto si può ben immaginare.
- Kentucky & Virginia, la risoluzione; una storia d'amore tra due tizi nati in due stati diversi.
- Le note della Virginia; una raccolta di note disciplinari ricevute dagli studenti delle scuole superiori virginiesi[2].
- Le statue della Virginia e altri monumenti; una guida turisatica commissionata dalla pro loco della Virginia per l'appunto.
- Freeeedooommm, un trattato sul bisogno di abolire la schiavitù, ma non per i neri.
- La bibbia di Jefferson; una riedizione del testo sacro, modellata sulle idee del presidente, secondo il quale Gesù era un chitarrista Grunge e i Farisei una loggia massonica.
- Declamazione delle cause e della necessità di prendere le armi ed esportare la democrazia nel mondo; un libro scritto sotto l'effetto di massicce dosi di alcool e droghe, forse è per questo che piaceva tanto a George W. Bush.
- Dieci validi motivi per cui la mia faccia dovrebe essere scolpita sul fianco di una montagna; un progetto con cui gettò le basi per la realizzazione del monte Rushmore.
Preceduto da: L'eterno secondo, Gomez Addams 1797 - 1801 |
Thomas Jefferson Presidente terzo classificato. 1801 - 1809 |
Succeduto da: Lo stadio in cui si è svolta la competizione: il Madison Square Garden 1809 - 1817 |
Note
Presidenti degli Stati Uniti | |
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