Herbert Hoover
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Soprannomi | Herbert chi?, HH (ovviamente non si pronuncia, essendo l'H una lettera muta). | |
Mandato presidenziale | 1929-1933 | |
Vicepresidente | Nelson Muntz (che per tutto il mandato gli disse solo "Ha-Ha"). | |
Amici | Nessuno, non lo invitavano mai alle feste. | |
Nemici | Adam Smith | |
Il suo motto: | "La prosperità è dietro l'angolo. No, non quest'angolo. Nemmeno questo. Neanche quest'altro..." |
Herbert Clark Kent Hoover, o il Grande Vuoto, è stato un Presidente degli Stati Uniti, anche se nessuno se ne è mai accorto. Sebbene militasse nel Partito Repubblicano, Hoover era un convinto sostenitore del marxismo, del comunismo e del consumo di sostanze stupefacenti, il che avrebbe fatto di lui una più che valida alternativa a John McCain per battere Barack Obama alle presidenziali del 2008. Purtroppo, però, Hoover era morto dal 1964 e, sebbene l'età di McCain possa far pensare il contrario, di norma i cadaveri non sono accettati nella corsa alla Casa Bianca; il partito dovette quindi ripiegare sul nonnetto e la signora Terminator[1].
La vita
Herbert Hoover nacque in Iowa[2] nel 1874. Poco dopo la sua nascita, i suoi genitori decisero di trasferirsi da qualche altra parte, senza però comunicarlo al figlio. Rimasto solo, senza uno straccio di parente, Hoover fu allevato da Babbi l'orsetto, che gli tramandò tutto il suo sapere, cioè niente, facendo di lui il grand'uomo che la storia ha immortalato[e la marmotta confeziona la cioccolata].
Laureatosi in scienze della comunicazione all'Università Statale degli Studi Statali dello Stato Statale dell'Iowa Ma Anche un po' Del Wisconsin e del Nebraska con una tesi su come stampare il nome dell'università sull'attestato di laurea senza uscire dai margini, finì in seguito a lavorare nel posto che più si confaceva al suo iter di studi: in miniera. Durante gli anni che passò a spaccarsi la schiena, Hoover comprese che il lavoro non faceva per lui, quindi riuscì convincere tutti di essere un esperto geologo e fu incaricato di sovrintendere all'estrazione mineraria. Dopo pochi giorni, tuttavia, fu nuovamente disoccupato, in seguito al misterioso crollo della miniera, che aveva ucciso tutti i testimoni i minatori.
Segnato dalla tragica perdita del lavoro, Hoover decise di dedicarsi a qualcosa di totalmente nuovo, che non lo impegnase eccessivamente sul piano fisico e mentale. Costantemente in dubbio tra l'occuparsi di uncinetto, la sua grande passione, o di politica, alla fine scelse quest'ultima e si trasferì a Washington.
Le sue cosine private
Pur non avendo ucciso nessuno a fucilate durante una battuta di caccia o cercato di insabbiare indagini federali, come ogni politico repubblicano che si rispetti, anche Herbert Hoover aveva i suoi scheletri nell'armadio. Conviveva, infatti, da anni con la drag queen Lou Henry Hoover (all'anagrafe Luigi Enrico Aspirapolvere), che pomposamente chiamava "sua moglie". I due, durante un viaggio diplomatico in Thailandia avevano anche adottato un nano da giardino, che presentavano a tutti come loro figlio.
Herbert Hoover era di religione quacchera, ovvero la "Religione degli Amici di Gesù", da non confondere con la "Religione degli Amici del Dio Denaro", la "Religione degli Amici del Dio Cane" e la "Religione degli Amici di Maria De Filippi".
Da nullafacente a Presidente, la carriera politica di Herbert Hoover


Grazie all'influenza esercitata dalla moglie, che si occupava di intrattenere il Presidente con spettacoli di cabaret, Herbert Hoover, appena novantaseienne, riuscì a ottenere l'ambitissimo posto di tritadocumenti dello Studio Ovale. Dal momento che il suo impiego richiedeva stesse tutto il giorno appollaiato sulla scrivania presidenziale a masticare pezzi di carta, Hoover riuscì a inserirsi piano piano nella cerchia dei fidati consiglieri del Presidente.
Ma fu durante la grande inondazione del Mississippi che Hoover ebbe l'occasione di farsi bello davanti ai futuri elettori Americani. Subito giunto negli stati del sud colpiti dalla piena, fece una scoperta scioccante. Apparentemente la Louisiana era piena di negri. Sentendo già nella sua testa il fruscio delle schede elettorali, Hoover promise aiuti a destra e a manca alla comunità afroamericana, baciò qualche bambino e riprese l'aereo per Washington. Due settimane dopo era il candidato repubblicano per le elezioni. E, dal momento che l'altro candidato alla presidenza era Al Gore, non ci fu nemmeno bisogno di ricontare i voti in Florida[3]
Cose fatte da Presidente
Sette secondi dopo la divulgazione dei primi exit-poll, la borsa di New York diede un segnale di incoraggiamento e vicinanza al nuovo Presidente, perdendo miliardi di dollari in poco meno di un nanosecondo e gettando l'economia americana sul lastrico. Le cronache ufficiali dipingono la freddezza e la calma solenne con cui Hoover reagì al crack finanziario, limitandosi a commentare semplicemente: "E che palle, io volevo invadere il Messico!".
In seguito, mise appunto un piano per affrontare la pesantissima crisi, introducendo una serie di misure di emergenza che comprendevano:
- L'istituzione della Social Card per i manager bisognosi
- La costruzione di nuove verande per proteggere i passanti dagli imprenditori che si buttavano dalle finestre
- La promessa di creare nuovi posti di lavoro nei nuovi settori emergenti come il settore persistico o quello delle parellene comparate
Hoover in prima persona si impegnò per tentare di risparmiare un po' di soldi: per tutta la durata della sua presidenza non si fece la doccia e non tirò mai lo sciacquone, forse era per questo che non aveva amici.
Nonostante il grande impegno, gli americani non seppero vedere la forza innovatrice dell'ideologia marxismo-capitalista che trasudava dalle politiche economiche del presidente e, quando si ripresentò alle successive elezioni presidenziali, gli preferirono il candidato democratico Franklin Delano Roosevelt, perché aveva una faccia da bravo ragazzo e un secondo nome che si prestava perfettamente a storpiature scurrili.
Dopo la presidenza
Sconfitto con ignomia, Herbert Hoover si ritirò a vita privata nella sua villetta a Ibiza, dove convolò a giuste nozze con Luigi Enrico, che gli era rimastoa accanto anche e soprattutto nei momenti più duri e si dedicò a uno dei suoi primi amori, i transessuali brasiliani. Scrisse anche qualche libro, tra cui vale la pena di menzionare:
- "Ora ho capito cos'è il Pil" (1940);
- "La legge della domanda e dell'offerta e la delicata arte di trattare con le zoccole" (1947);
- "Luigino il coniglietto contro la massoneria", una fiaba per bambini dal contenuto allegorico che nessuno ha ancora decrifrato (1953);
- "Ah, sono stato presidente?", la sua autobiografia (1969).
Collegamenti
Preceduto da: Calvin Klein 1923 - 1929 |
![]() Lìder Maximo de los Estados Unidos 1929 - 1933 |
Succeduto da: L'Immortale Dell'Ano 1933 - 1945 |
Note
- ^ Ma si sta divagando. Vedete? Perfino alla voce che lo riguarda non interessa nulla di Herbert Hoover
- ^ Lo stato, non l'album degli Slipknot o la band russa.
- ^ Test clinici dimostrano che chiunque può vincere un'elezione contro Al Gore, perfino Flavia Vento.
Presidenti degli Stati Uniti | ![]() |
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