Insulto

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(Rimpallato da Insulti)
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Tipico esempio di insulto all'intelligenza umana.
« Andate e moltiplicatevi. Stronzi. »
(Dio su insulto.)

L'insulto è la più antica forma di saluto nota all'uomo. Essa viene utilizzata sin dall'antichità con lo scopo di demolire l'ego dell'interlocutore e causargli eventuali traumi psicologici semplicemente perché è bello così. È anche la lingua ufficiale dell'Unione Europea. Per tanto è diventata dal 2001 materia di studio nell'Esercito Italiano e parte del bagaglio culturale di ogni uomo di televisione che si rispetti.

Nascita dell'insulto secondo la religione

Il primo insulto del mondo risale alla creazione dell'uomo stesso, o comunque a poco dopo. Quando Adamo, dopo aver mangiato il frutto proibito, venne scacciato dal paradiso terrestre; come riportato dalla Bibbia:

« 6 La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e utile per sfamarsi; prese del frutto, ne fece un frullato e ne mangiò offrendone anche al suo compagno. Egli ne mangiò, ma ne sputò, poiché non gradiva il sapore dei kiwi. 7 Allora se ne lamentò con Dio e chiese che i kiwi scomparissero dalla faccia della Terra, ma non fu esaudito. Sopraggiunse così un fruttivendolo travestito da serpente, che indicò alla donna un altro albero da cui raccogliere i frutti. 8 La donna raccolse un frutto diverso e ne mangiò. Ne frullò e ne mischiò col latte di capra parzialmente scremato e ne offerse all'uomo. L'uomo ne gradì. 9 Non si accorsero che avevano raccolto dall'albero della conoscenza, da cui Dio aveva proibito di raccogliere perché c'era l'inflazione e i fruttivendoli approfittavano della sua generosità. Essi ne mangiarono e Dio se ne incazzò. 10 Si aprirono gli occhi ad entrambi e s'accorsero che erano nudi; unirono delle foglie di fico e fu così che nacque la prima moda giovanile. Dio disse ad Adamo: "Che cazzo fai con quella foglia lì? Rotfl! Hai forse mangiato il frutto dell'albero che ti avevo comandato di non mangiare?" 11 L'uomo rispose: "Omg! La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato." 12 Il Signore disse allora alla donna: "Donna, poiché hai disobbedito alla mia legge io ti condanno ad una vita di affanni! Partorirai i figli con dolore, sarai di cattivo umore una volta al mese e avrai le doppie punte." 13 Poi si rivolse ad Adamo e disse: "Fail. Poiché hai dato ascolto alla voce di una donna e hai mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua! Ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. 14 Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai anche quelle. Mangerai il pane con il sudore del tuo volto, e mangerai anche kiwi, finché non tornerai nella terra da cui fosti tratto; perché polvere sei e in polvere ritornerai". E fu così che furono bannati dal sito giardino dell'Eden. 15 Allora Adamo si voltò verso la moglie e disse: "Puttana Eva!" »
(La Sacra BibbiaTM, Genesi 6-15)

La forma

A volte gli insulti causano reazioni inaspettate.

L'insulto generalmente si compone di un semplice sostantivo, e a seconda della quantità di punti esclamativi ci si rende conto della veemenza dell'insulto.

« Sei una puttana! »
(Esempio di insulto semplice seguito da punto esclamativo.)

Tuttavia non è infrequente l'uso di espressioni più complesse, che contengono diversi insulti e, se ci si trova in Veneto, anche qualche bestemmia per spezzare il ritmo.

A seconda dei contesti poi, l'insulto può assumere svariate sfumature di significato: si va dallo scherzoso frocio di merda al ben più temuto villano. Lo scopo principale di solito è quello di ledere l'onore di un individuo in modo da screditare o ridicolizzare la sua persona al cospetto di terzi. È per questo che l'antico codice d'onore vuole che ad ogni insulto segua un insulto più grande. Segue un esempio:

- Contendente 1: “Stupido!”
- Contendente 2: “Uomo di merda!”
- Contendente 1: “Cornuto!”

E così via.

Come possiamo notare, il contendente numero uno ha attaccato il suo rivale sminuendo le sue capacità intellettive. Costui, di rimando, lo ha paragonato ad una comune e maleodorante sostanza organica, al che il contendente numero uno ha avanzato dubbi sull'integrità morale della compagna del proprio sfidante.

A questo punto il contendente numero due dovrebbe rispondere con un insulto più articolato.

- Contendente 2: “La conosci quella puttana di tua madre che vive sotto i ponti?”

In questo caso il contendente numero due attacca la madre del suo rivale, punto dolente per ogni uomo d'onore, affermando che ella sia di così facili costumi al punto da non avere una fissa dimora. Inoltre sottintende che il suo avversario non abbia mai conosciuto sua madre in quanto ella fosse così occupata ad intrattenere altri uomini da non aver mai avuto il tempo per crescere la prole.

Lo scambio di opinioni potrebbe durare ancora a lungo vertendo, ad esempio, sul campo professionale della sorella del contendente numero due, sui suoi gusti sessuali, sulle sue prestazioni a letto o su quelle di suo padre, dei suoi familiari, amici o animali domestici. La battaglia verbale potrà dirsi conclusa solo quando uno dei due abbandonerà il campo volgendo le spalle all'avversario, il quale verrà portato in trionfo, paonazzo e senza voce, da tutti i suoi sostenitori presenti. L'incontro si può definire concluso anche quando uno dei due salta addosso all'altro, colpendolo ripetutamente con i propri pugni o con qualsiasi cosa atta a procurare lesioni permanenti impedendogli di fatto di continuare ad insultare. Si parla in questi casi di Ko tecnico.

Capra

Tipico insulto tra capre.

Il termine "capra" viene paragonato alla parola "cretino". Quest'espressione viene definita dal dizionario come "entità o persona che manifesta stupidità". Un'inchiesta di Studio Aperto (sempre in prima linea quando si tratta di notizie di interesse scientifico) ha testato questa teoria svolgendo ricerche sul campo: è stato riscontrato che ben 10 capre su 10 non manifestano evidenti sintomi di stupidità quali ad esempio:

  • parlare in modo sconclusionato
  • danneggiare senza motivo se stessi o gli altri
  • incontrare difficoltà nell'apprendimento dei propri usi e costumi
  • incapacità di gestire la produzione di saliva
  • incapacità di deambulare correttamente

È stato così dimostrato che la capra non è un animale stupido, e che di conseguenza l'accostamento dei termini "capra" e "cretino" è del tutto arbitrario e fondato sul pregiudizio che il sopracitato ruminante sia un animale dotato di modeste capacità intellettive.

Altre forme di insulti

Non esistono soltanto insulti verbali, anche dei comportamenti specifici possono essere interpretati come insulti.
Nella cultura occidentale, ad esempio, pisciare sul prato di un vicino di casa potrebbe essere considerato un insulto. Cosa che invece non avverrebbe tra i Wachi-tù, una tribù del Congo, poiché in Africa non esistono prati né vicini di casa.

Alcuni popoli invece considerano un insulto il compiere o non compiere una determinata azione in determinate circostanze. In molti paesi dell'ex-Yugoslavia, ad esempio, è ritenuto un insulto non scrocchiarsi le dita delle mani di fronte ad una persona più anziana, mentre è considerato un insulto fare la stessa cosa davanti ad una persona più anziana se sposata. Il lato positivo, quando si incontra per la prima volta un vecchietto serbo, è che si ha il 50% di possibilità di non insultarlo, quello negativo è che se si sentono insultati i popoli slavi tendono a rispondere sparando in faccia.

Secondo la morale cristiana, sarebbe un insulto alla religione rispondere alla predica di un prete con un rutto. Pratica ritenuta del tutto doverosa invece tra i pagani delle isole Kiribati, Pacifico meridionale. Tuttavia entrambe le confessioni religiose concordano nel ritenere un insulto il rifiutarsi di partecipare al tradizionale banchetto durante le funzioni religiose: a base di un capo nemico sconfitto in un caso e di sangue e carne del proprio salvatore nell'altro.

Complicazioni giuridiche

A dispetto di quanto si possa pensare, nessuno stato al mondo ha liberalizzato l'uso dell'insulto[1]. Per esempio, dare del Negro ad un negro è punibile in Italia con una forte ammenda, anche se, in effetti, chi lo fa sta solo chiamando le cose con il loro nome. Pene diverse sono attribuite a diversi gradi nella gravità dell'insulto: se al Negro di prima si aggiungesse ad esempio un di merda la pena sarebbe di molto superiore, perché non solo si offende l'interlocutore paragonandolo ad un individuo fatto di feci, ma gli si dà anche del negro.
Una buona norma quando si visita un paese straniero è quella di informarsi prima della partenza su quali comportamenti o parole costituiscano un insulto nel paese dove ci si reca. In questo modo si possono prevenire spiacevoli incidenti, come un arresto per essersi leccati le mani in pubblico a Singapore o l'elezione a primo ministro in Italia per aver definito chi vota per Prodi un coglione.

Note

  1. ^ No, nemmeno l'Olanda.