Millard Fillmore

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Dai, è uguale.
« È proprio vero, nella vita conta solo avere del culo. »
(Andreotti commenta l'elezione di Fillmore)
« Lo schiavismo è un fenomeno umano e come tale prima o poi finirà. Speriamo più poi che prima. »
(Millard Fillmore esprime una delle sue perle di saggezza.)
« No pezzi di merda, non ci sono legami di parentela. »
(Steven Seagal risponde gentilmente a una domanda.)
« Adesso voglio proprio vedere come ce ne tiriamo fuori. »
(Alcuni membri del Congresso commentano l'elezione di Fillmore.)

Millard Fillmore (bosco di Sumerhill, 7 gennaio 1800Buffalo, 8 marzo 1874) è stato un politico statunitense, divenuto 13º presidente degli Stati Uniti d'America in seguito alla morte del suo illustre[citazione necessaria] predecessore Zachary Taylor. A parte questo, l'unico altro motivo per cui vale la pena ricordarsi di lui è il fatto che era la copia sputata di Steven Seagal.

Vita grama

Un'altra foto di Millard Fillmore ci mostra meglio la sua indiscutibile somiglianza con Steven Seagal.

La vita di Millard Fillmore può essere raccontata con una sola parola: CULO; infatti il futuro Presidente degli Stati Uniti di tutte le Americhe riuscì ad arrivare alla poltrona più ambita del mondo solamente grazie alla sua fottuta fortuna. Fisicamente assomigliava molto a Steven Seagal, era grasso come un rospo e indossava sempre dei ridicoli parrucchini per coprire la sua calvizia precoce (iniziata già a 6 anni); anche caratterialmente assomigliava all'attore finto-nipponico, poiché aveva un modo di porsi nei confronti degli altri estremamente arrogante, tanto da finire sempre in mezzo a qualche rissa quando usciva la sera.

Fillmore nacque in una capanna di legno tarlato e frasche secche, nel bosco di Summerhill in Moravia; in pratica era il figlio di due bifolchi che si erano rintanati in quel luogo sperduto perché detestavano la società; tra l'altro i due bastardi, che si chiamavano Nathaniel Fillmore e Phoebe Millard, non si sforzarono neanche di dargli un nome, registrandolo all'anagrafe con i loro rispettivi cognomi.

I genitori tirarono su il loro figliolo esattamente come due talpe crescerebbero i loro cuccioli, mandandolo a zappare i campi e a raccogliere legna e funghi, arrivando al punto di non mandarlo neanche a squola per non "contaminarlo" con i germi della società moderna; come se non bastasse questi miserrimi genitori aggravavano ulteriormente la situazione cagando il cazzo per qualsiasi cosa: gli orti zappati male, i funghi troppo piccoli e i pochi tarli nei muri di casa. A un certo punto Millard, stufo marcio, cominciò a meditare di andarsene, ma sapeva anche di essere troppo rozzo per affrontare il mondo, così decise di recarsi di nascosto in paese e seguire le lezioni a scuola fingendo di essere la pianta di ficus vicino alla lavagna.

Andò avanti con questo sistema fino ai 19 anni, quando riuscì finalmente a leggere il suo primo libro, ovvero il libretto di istruzione del videogioco Pong; in quel giorno memorabile Millard Fillmore fece fagotto e piantò in asso i suoi genitori, i quali senza più il loro figlio da soma, dovettero ritornare a lavorare la terra invece che dormire. Sceso in paese, Fillmore cominciò a lavorare come avvocato di campagna, ma il massimo che gli capitava di fare era difendere i ladri di galline o rappresentare qualche contadino per questioni di confine; alla lunga si trovò nell'imbarazzante situazione di dover vivere e lavorare in affitto in un pollaio diroccato, facendo la guardia alle galline la notte e andando a cercare qualche lavoretto per tirare a campare di giorno, tra una causa e l'altra. Per questi motivi, gli abitanti del posto cominciarono a sfotterlo chiamandolo "Mister Milliardo", un perfido gioco di parole tra il suo cognome e le sue condizioni precarie di avvocato squattrinato.

Il matrimonio e l'ingresso in "pollitica"[1]

La moglie di Fillmore. Fidatevi, era peggio di quello che sembra.

Fillmore non sopportava il nomignolo che gli veniva affibbiato e tanto meno sopportava quella situazione di precariato; non sapendo come venirne fuori continuò a fare buon viso a cattivo gioco, fino a quando ripassando davanti alla scuola che aveva frequentato illegalmente, non vide la sua molto vecchia maestra. Millard cominciò a rimuginare e alla fine pensò di circuire la sua vecchia insegnate per sposarla e scippargli tutta l'eredità, magari accelerando il processo di morte; così il 5 febbraio 1826 i due convolarono a nozze, ma purtroppo la moglie del futuro presidente si dimostrò un osso troppo duro da rompere.

Fillmore venne messo subito in riga dalla futura first lady Abigail Powers, che obbligò il marito a ristrutturare casa, rifare ex novo tutto il giardino e comprare con i suoi miseri risparmi quella collana di perle che aveva sempre desiderato, rendendosi ancora più ridicolo agli occhi dei locali; alla fine disperato scappò dal tetto coniugale e si rifugiò a New York, dove grazie ad alcuni agganci si fece eleggere deputato.

La moglie lo rintracciò quasi subito, ma non lo uccise perché il nuovo posto da deputato che aveva ottenuto il marito le avrebbe permesso di comprarsi molte più collane e magari tante altre cazzate; così Fillmore si ritrovò a dover rompersi i coglioni tutti i giorni alla Camera dei Rappresentanti, mentre la sua "dolce" consorte gli dilapidava lo stipendio. Probabilmente molti lettori affamati di sapere si domanderanno dove sta il famigerato "culo" di cui Millard Fillmore sembrava essere provvisto, ma è presto detto: i vari colleghi del futuro presidente, viste le condizioni in cui versava, decisero mossi dalla compassione di dargli una mano, così nel 1832 grazie ad una serie di raccomandazioni, spedirono Fillmore a Washington come senatore del Congresso.

Il nuovo ruolo permise a Millard di tenere sua moglie lontano dalle scatole e in seguito anche di stringere diverse nuove amicizie con tanti allegri individui che gli permisero di creare dei simpatici fondi neri in cui nascondere parte dei suoi guadagni, onde tenerli lontani da quella strega che aveva avuto la pessima idea di sposare.

Lo Steven Seagall ante litteram alla presidenza

La locandina elettorale di Taylor e Fillmore; quando si dice "Dio li fa e poi li accoppia".
Steven Seagal Millard Fillmore si presenta agli americani, notarsi il parrucchino da donna che gli hanno messo.

Si arrivò dunque alle elezioni del 1849, il candidato favorito era l'ex militare Zachary Taylor, che concorreva in nome del Partito Whig. E qui il culo di Fillmore fece di nuovo le sue magie: infatti Taylor nominò proprio Fillmore come eventuale suo vice. Le motivazioni di tale scelta sono da ricercarsi nel fatto che Taylor voleva avere come braccio destro qualcuno abbastanza intelligente da risolvergli le magagne, ma altrettanto stupido da non potergli fare le scarpe ed eventualmente da utilizzare come agnello sacrificale in caso di estremo bisogno; questo sistema venne adottato anche da altri illustri presidenti come Harding e Nixon quando nominarono vice rispettivamente Coolidge e Ford.

Alla fine Taylor stravinse le elezioni, grazie anche all'idiozia dei Democratici, che pensarono bene di dividersi in due partiti e rubarsi i voti tra di loro, in seguito il neo Presidente diede modo di dimostrarsi per quello che era veramente: un dannato "Sergente Hartman" con manie di grandezza. Giorno dopo giorno il neo eletto Presidente ne combinava sempre una: fucilava gli avversari, torturava gli alleati e continuava a coltivare schiavi; in molti cercarono di mettere fine al suo potere uccidendolo, ma senza riuscirci. Gli americani dovettero aspettare un anno prima che Zachary Taylor morisse di dissenteria tifo-colerica, causata da un micidiale cocktail a base di ciliegie sporche di pesticida e latte rancido raffreddato con la brina di un freezer, che lui stesso si era preparato.

Così, zitto, zitto, Millard Fillmore venne nominato Presidente degli Stati Uniti, tra lo stupore generale dei deputati del Congresso, che cominciavano a temere i guai che avrebbe sicuramente combinato. Il primo guaio non si fece attendere: sua moglie si presentò subito alla Casa Bianca e iniziò a dettar legge come suo solito, provocando l'imbarazzo del vecchio entourage di Taylor, che preferì dimettersi in blocco piuttosto che sottostare alle richieste di quell'arpia. In seguito i vari gruppi pro e contro schiavi aumentarono l'intensità delle loro litigate, arrivando anche a tirarsi qualche sassata a vicenda, per questo motivo Fillmore creò il Compromesso del 1850, un trattato basato su cinque punti fondamentali:

  • punto uno; i possessori di schiavi potevano richiedere allo Stato di intercettare, catturare e bastonare chi cercava di darsi la libertà;
  • punto due; se il Texas voleva continuare a mantenere gli schiavi, allora doveva piantarla di andare a cercare rogne con quelli del New Mexico[2];
  • punto c; venne ufficialmente accettata la richiesta di annessione della California, a patto però che sostituisse la pratica dello schiavismo con la più gradevole pratica della prostituzione;
  • numero d; se qualsiasi altro Stato avesse voluto annettersi agli Stati Uniti avrebbe dovuto decidere subito se mantenere lo schiavismo oppure no, e una volta fatta la scelta non si sarebbe potuti tornare indietro[3];
  • Punto finale; a Washington D.C. il mercato degli schiavi sarebbe stato abolito e spostato nella vicina Alexandria[4].

Il compromesso venne giudicato una cazzata colossale da tutti i membri del Congresso e Fillmore di tutta risposta fece esattamente quello che fa di solito Steven Seagal quando deve rispondere alle critiche: mandò a fanculo tutti facendo il gesto dell'ombrello, specificando che non gliene fregava una beata mazza di quello che pensavano loro, così aveva deciso, l'udienza era tolta.

In seguito il Presidente si rese conto di essere stato troppo duro, così per placare un po' gli animi e farsi perdonare annunciò l'avvio dei rapporti commerciali col Giappone. L'Imperatore però, smentì seccamente l'intenzione di accettare merci americane, obbligando Millard ad inviare la flotta militare con la velata minaccia di bombardamento su vasta scala. Questa azione venne accolta favorevolmente dai politici guerrafondai americani, che fecero richiesta al Presidente di assaltare una volta per tutte Cuba e annetterla a forza negli States, Fillmore però rifiutò; secondo lui Cuba poteva essere conquistata in ogni momento, era meglio spendere le forze per cercare di conquistare la costa occidentale o eventualmente lo stesso Giappone.

I tentativi (mai riusciti) di imporre nell'Impero del Sol Levante un governo fantoccio non vennero mai digeriti dai giapponesi, che covarono vendetta fino al 7 dicembre 1941, quando bombardarono Pearl Harbor, insegnando agli americani qual è il loro vero posto nella catena alimentare.

Il resto della storia e il finale

Quando Fillmore morì non ci fu bisogno di scavargli la fossa.

Quando scadde il suo mandato, Fillmore venne obbligato dalla moglie e ripresentarsi, purtroppo gli americani non premiarono il presidente uscente, preferendogli il candidato Democratico Franklin Pierce; incredibile dirlo, ma gli statunitensi ebbero modo di pentirsi amaramente di quella scelta.

Comunque il "culo" di Millard non smise di fare prodezze: pochi giorni dopo la sua sconfitta, la sua consorte venne colta da un'accidente mentre cercava di rompergli un mattarello in testa, rimanendoci secca stecchita. La dolorosa[citazione necessaria] e improvvisa perdita spinsero l'ex presidente a darsi alla pazza gioia in giro per il mondo; viaggiò per quattro anni, frequentando i più importanti bordelli e sale da gioco europei. Quando ebbe finito di mangiarsi tutti i suoi risparmi, ritornò in patria e tentò di nuovo la fortuna alle elezioni, ma i magheggi del Congresso fecero salire alla poltrona presidenziale quell'incapace di James Buchanan, obbligando Fillmore a cercarsi un altro modo per parassitare.

Millard Fillmore stava rischiando seriamente di finire di nuovo a fare il morto di fame come una volta; facendo una rapida valutazione dei rischi, decise di circuire di nuovo qualche donna, ma 'sta volta si fece furbo e selezionò attentamente la sua vittima; alla fine incastrò Caroline Carmichael McIntosh, una ricca vedova rimbambita che oltre a non dare problemi a Fillmore gli fece guadagnare diversi milioni grazie alle aziende che possedeva; è proprio vero: al "culo" non si comanda.

Millart Fillmore morì all'età di 74 anni a Buffalo (New York): l'ex presidente era uscito come di suo solito per andare a puttane, ma prima di darsi a questa attività pensò bene di andarsi a bere qualcosa in qualche bettola. Durante la fase di "rifornimento" esagerò con il carburante, così cominciò a credere di essere un non precisato attore di arti marziali e invitò tutti quelli presenti nel locale ad assistere ad una delle sue manovre acrobatiche. Fillmore salì sul tetto del locale urlando che sarebbe saltato sul tetto del palazzo adiacente, ma purtroppo per lui il palazzo in questione era più altro di ben 30 metri e distante 10; così l'ex presidente si fracassò al suolo frantumandosi quante ossa aveva in corpo ed entrando di diritto nel santo luogo ove si ritrovano tutti i presidenti come lui: il dimenticatoio.

Preceduto da:
Lo pseudo dittatore morto di diarrea
1849 - 1850
Millard Fillmore
Presidente per puro culo
1850 - 1853
Succeduto da:
L'inutile
1853 - 1857

Note

  1. ^ Scusate, non ho resistito.
  2. ^ Che a quel tempo non faceva parte degli States.
  3. ^ Provate un po' a indovinare cosa hanno scelto.
  4. ^ Che è, per chi non lo sapesse, a un tiro di schioppo scarico.
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