Grover Cleveland

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« Boooni, state boooni o prendo il kalasnjikov. »
« I miei baffi non si discutono! »
(Grover Cleveland mette il punto su un problema che non è stato sollevato da nessuno.)
« Dai, che quest'anno lo vince la Sampdoria lo scudetto. »
(Grover Cleveland annuncia eventi che non si avvereranno mai.)
« Stefano Garibbo? Mai sentito nominare. »
(Grover Cleveland mentre dice una bugia.)


Stephen Grover Cleveland al secolo Stefano Garibbo Schiappacasse Doria (Genova, 18 marzo 1837Princeton, 24 giugno 1908) fu un criminale italiano naturalizzato statunitense, divenuto grazie a vari magheggi il 22º e 24º presidente degli Stati Uniti d'America, l'unico, in tutta la storia degli USA e getta, ad essere eletto per due mandati non consecutivi; questo è anche il solo e unico motivo per cui gli americani si ricordano ancora di lui.

Il Presidente italiano

Stefano Garibbo nasce a Genova il 18 marzo 1837 come quinto di nove figli, da Riccardo Garibbo Doria e Anna Schiappacasse; il padre faceva il pastore di pecore, mentre la madre vendeva la lana e i formaggi che ricavavano dal gregge, occupandosi nel contempo dei quattro figli più giovani. Alla morte del padre, avvenuta a causa del morso di un agnello, Stefano dovette pagarsi gli studi da avvocato[1] con il sudore della fronte, svolgendo ogni genere di lavoro: lustrascarpe, pescivendolo, bambinaia, misuratore di testicoli equini, segnalatore spartitraffico e dulcis in fundo, quando tornava a casa doveva badare a quelle pesti dei suoi fratelli minori e fare da mangiare a quelli maggiori.

La vita di Stefano non fu dunque rose e fiori, i fratelli più giovani lo insultavano, mentre quelli maggiori lo sfruttavano in continuazione; alla fine esasperato mandò a cagare tutti quanti e scappò di casa. Solo e senza un tetto sulla testa, andò in cerca di lavoro dalle parti di Marassi, riuscendo a farsi assumere come muratore a tempo determinato nella costruzione di uno stadio di calcio; fu proprio qui che il futuro Presidente degli Stati Uniti maturò la sua passione per lo sport, diventando un accanito tifoso della squadra locale: la Sampdoria.

In poco tempo Stefano Garibbo divenne uno dei volti noti del quartiere Marassi, lui stesso per rendersi ancora più riconoscibile si fece crescere un paio di folti baffi, che sfoggiava fiero per le vie di Genova con la sua camminata tronfia. Completata la costruzione dello stadio, il futuro Presidente continuò a lavorare nell'edilizia, svolgendo lavori saltuari per le varie ditte del capoluogo ligure, mettendo insieme un bel gruzzoletto con il quale iniziò a svolgere delle attività molto meno oneste, ma decisamente più remunerative, come lo spaccio di oppio e caramelle per la tosse. Dopo pochi anni Stefano Garibbo divenne un piccolo boss malavitoso conosciuto con il nome di "Groviera", per la sua abitudine di scaricare un intero caricatore di kalasnjikov su tutti quelli che gli creavano problemi.

L'arrivo in America e la discesa in campo

Lo stemma della città di Baffalo voluto dalla pro loco dello Stato di New York, che ci fa capire che la presenza di bufali e altri bovini è soltanto una mera illusione.

Il periodo di strapotere di Stefano "Groviera" Garibbo iniziò a vacillare quando qualcuno lo denunciò per i suoi onesti e corretti metodi di fare impresa; per evitare di finire al gabbio salì sulla prima caravella ed emigrò nel posto più lontano allora conosciuto: l'America.

La nave attraccò nella città di Cleveland in Ohio e qui Groviera venne immediatamente intercettato dai reclutatori unionisti che lo presero di forza e lo spedirono sul fronte occidentale a combattere la guerra di secessione. Questa botta di sfiga si rivelò un'opportunità per lui, infatti la coscrizione gli diede il modo di cambiare nome e di far perdere le sue traccie; per prima cosa americanizzò il suo nome in Stephen, poi modificò il suo soprannome Groviera nel più americaneggiante Grover e in fine sostituì i suoi altisonanti cognomi con il nome della prima città americana su cui aveva messo piede, cioè Cleveland. E così il genovese Stefano Garibbo Schiappacasse Doria detto "Groviera" divenne l'americano Stephen Grover Cleveland. Il cambio di nome gli portò pure fortuna: infatti venne nominato comandante magazziniere di divisione; questo ruolo gli permise di evitare le battaglie in campo aperto e dunque di tenersi la pelle ben attaccata al corpo.

Grover si dimostrò molto abile nel suo ruolo, ma il suo carattere dispotico lo portava spesso a degli eccessi nei confronti della truppa: pretendeva sempre che i soldati lo salutassero con un perfetto saluto militare quando passava, persino quando stavano cagando alle latrine (che erano ancora a cielo aperto) ed esigeva anche che gli facessero da muro umano quando era lui a usare i servizi igienici. Oltretutto era solito dare nomignoli cattivi ai suoi sottoposti come ad esempio: "Palla di Lardo", "Letamaio del Texas" e "Grifone spennato"[2].

Finita la guerra Cleveland sfruttò i suoi successi militari per farsi eleggere sindaco della città di Buffalo. Scelse proprio questo posto perché era una vita che voleva assaggiare la famosa "mozzarella di Buffalo" e la "fiorentina di Buffalo", equivocando evidentemente sulla pronuncia del nome della città. Quando se ne rese conto pensò tra sé e sé:

« Ah, si pronuncia B"A"ffalo, con la A. Beh, Baffalo richiama i miei baffi, va bene comunque. »

In seguito venne nominato Governatore dello Stato di New York; questo nuovo posto era decisamente più comodo: poteva delegare il lavoro ai suoi sottoposti e abusarne verbalmente, esattamente come faceva durante la guerra, per di più lavorava in un comodo ufficio all'ultimo piano di un palazzo nel centro della capitale, invece che nel lurido tugurio che gli avevano assegnato a Baffalo. Durante questo periodo cominciò ad interessarsi di politica, esattamente come un serial killer si interessa della sua prossima vittima prima di ucciderla.

Il primo mandato

Una stampa d'epoca mostra Grover Cleveland mentre cerca di contrastare il Congresso mandanodogli contro un vecchio ciccione nudo con il corpo coperto di scritte.
Lo stemma familiare di Cleveland.

Cleveland si iscrisse al Partito Democratico statunitense e convinse i capoccia a farsi candidare alla presidenza a suon di "leccate". Basò tutta la sua campagna elettorale sul denunciare la corruzione che serpeggiava all'interno del Partito Repubblicano, specialmente sul loro candidato James Blaine, accusato di essere il Re dei corrotti. Le accuse di Grover ebbero un'ottima presa sull'elettorato e grazie anche all'appoggio dei Mugwumps (dei repubblicani ultra bigotti e traditori con delle spesse fette di salame sugli occhi) divenne il 22º Presidente degli Stati Uniti d'America.

A questo punto Cleveland credeva di avere il mondo ai suoi piedi, ma i membri del Congresso gli fecero capire che non poteva fare come cazzo gli pareva; in un primo momento Grover pensò di sistemare la questione alla vecchia maniera, purtroppo per lui non c'erano kalashnikov a portata di mano e nessuno degli inservienti sembrava intenzionato a portargliene uno. Nonostante questo cercò in tutti i modi di mettere i bastoni nelle ruote ai senatori opponendo il peto, pardon, veto per fermare le varie leggi proposte dal Congresso, come ad esempio: l'utilizzo del rogo nelle esecuzioni capitali, l'aumento delle spese militari nella guerra in Svervegia, l'aumento delle accise sulla benzina per finanziare l'acquisto di lavandini in oro per i parlamentari, l'istituzione di imposte per creare asili nido e centri di assistenza ai mutilati di guerra e tante altre cose più o meno lecite. Ma le sue tattiche non tennero banco a lungo, da solo non poteva farcela, così prese l'elenco telefonico e contattò un'agenzia di escort. La sua idea era quella di trovare una ragazza laureata in qualcosa (dunque più intelligente di lui) per farsi aiutare nelle faccende più delicate e distrarre i suoi nemici più prossimi; già che c'era anche per trombarsela. La scelta ricadde su Frances Folsom, una ventenne diplomata alla Harvard in medicina e finita a fare la escort perché a quei tempi alle donne non era ancora permesso di entrare in un ospedale (né come dottore né come ricoverata).

Grover Cleveland e Frances Folsom convolarono a nozze nel 1886. L'idea del Presidente si rivelò azzeccata: la presenza di una first lady così prosperosa e intelligente gli diede la possibilità di ottenere un certo margine di manovra all'interno del Congresso, ma i senatori non erano per niente contenti di quello che stava accadendo, così, forti dello scontento popolare verso il presidente, si organizzarono per eliminarlo alle successive elezioni.

La prima sconfitta e il quadriennio sabbatico

Grover Cleveland e Frances Folsom durante l'intimità.
Frances Folsom quando lavorava ancora come escort.

Alle presidenziali del 1888 Cleveland e Signora credevano di poter vincere senza fatica, purtroppo per loro gli americani non vedevano l'ora di potersi sbarazzare di quel presidente incapace, che per tutto il mandato non aveva fatto altro che respingere leggi e star seduto sul "seggiolone". Il giorno delle votazioni accadde però una cosa imprevista da tutti: lui e lo sfidante Benjamin Harrison arrivarono ad ottenere entrambi il 50% dei voti contro ogni pronostico; la motivazione di tale evento è imputabile al fatto che la sera prima molti americani si ubriacarono per festeggiare la fine del mandato di Grover e, conseguentemente, il giorno dopo si sbagliarono a votare a causa dei tremendi postumi a cui furono soggetti.

La situazione di stallo sembrava però potersi risolvere in favore di Cleveland: alla fine della conta il presidente uscente risultò in vantaggio sull'avversario per 51% a 49%, ma proprio a questo punto i senatori calarono la loro perfida mannaia e grazie ad un'oculata opera di corruzione riuscirono a ribaltare il risultato, decretando la sconfitta di Grover.

Il presidente apprese la notizia mentre era al cesso, rimanendo paralizzato come una statua; voci di corridoio dichiarano che venne portato fuori dalla Casa Bianca di peso, mentre era ancora in posizione seduta, col giornale in mano, la bocca aperta e intento a buttare fuori un enorme prodotto fisiologico. La moglie invece fece buon viso a cattivo gioco, commentando in questo modo l'avvenuta sconfitta:

« Tra quattro anni ritorneremo, stronzi! »

Nei quattro anni seguenti i due si presero una pausa di riflessione e si riorganizzarono per affrontare il problema del Congresso con un approccio differente: visto che tanto non potevano togliersi i senatori dai coglioni, allora tanto valeva allearsi con loro e ottenere reciprocamente dei vantaggi. L'accordo prevedeva questo: Cleveland avrebbe approvato solo leggi che non gli facessero fare brutta figura agli occhi della popolazione, in cambio avrebbe ottenuto la possibilità di poter far approvare anche quello che voleva lui, a patto che non intaccasse gli interessi del Congresso. L'accordo venne ritenuto vantaggioso da entrambe le parti, così Cleveland cominciò a preparare una nuova campagna elettorale.

Il secondo mandato

Una stampa propagandistico-patriottica d'epoca mostra Grover Cleveland intento a curare l'orto dello Zio Sam dopo aver sculacciato i suoi nipoti.

Alle elezioni del 1892 Grover Cleveland ottenne la sua vendetta su Benjamin Harrison, sconfiggendolo con il 100% dei voti; questo risultato senza precedenti è dovuto a tre motivi fondamentali:

Cleveland esulta per aver vinto il suo secondo mandato.

Il rientro alla Casa Bianca venne fatto in pompa magna, tra gli sguardi atterriti dei presenti, i quali ormai avevano perso totalmente la fiducia nelle istituzioni; il morale era talmente a terra che scoppiò un'ennesima crisi economica. Cleveland, per dimostrarsi all'altezza dell'accordo che aveva fatto col Congresso, pensò bene di affrontare il problema degli scioperi e delle manifestazioni con l'esercito, che venne autorizzato a sparare sulla folla e ad usare bombe incendiarie per disperdere i manifestanti. Nel contempo attuò anche un manovra riguardante il divieto di produzione e emissione illimitate di argento; nella sua testa credeva che il prezioso metallo venisse prodotto direttamente nelle acciaierie fondendo insieme piombo, trucioli di ferro e vernice argentata, invece che trovarsi direttamente in natura.

Ridendo e scherzando Cleveland e sua moglie arrivarono allo scadere del secondo mandato, perciò cominciarono a prepararsi alle future elezioni imbastendo una campagna di "moralizzazione" degli Stati Unti autoreferenziale, in cui il Presidente esaltava la sua figura militare e le sue gesta durante la guerra di secessione, ma purtroppo per loro l'America non era più il paese di prima. Ormai il secolo stava finendo, gli americani erano arci-stufi dei presidenti fantoccio che avevano tenuto piede per più di cinquant'anni, così come lo erano della guerra di secessione e dei residuati bellici che non facevano altro che rompere i coglioni con le loro storie di guerra. Gli Stati Uniti si stavano arricchendo e le prospettive per diventare una super potenza c'erano tutte, persino il Congresso e le lobby delle grandi industrie se ne erano accorte, scaricando Grover e sua moglie, ma senza dirgli nulla.

La seconda sconfitta e la dipartita

Un disegnatore bastardo immortala la faccia di Grover Cleveland, il quale oltre ad aver capito di essere ormai spacciato, cerca anche una via di fuga.

E così arrivò il giorno delle elezioni, che videro il presidente uscente ricevere solo 5 voti su 10.000.000 schede:

  • uno dello stesso Cleveland;
  • uno di sua moglie;
  • uno di un tizio che ebbe pietà;
  • uno di Benjamin Harrison che si era sbagliato a scrivere;
  • e infine una scheda gli venne data buona perché avevano sputato proprio sul simbolo di Grover (su cui c'era la sua faccia).
Vauro: Cleveland mentre importuna un neonato.

Preso dalla disperazione l'ex presidente scappò via, andando a rifugiarsi all'interno della Casa Bianca; il vincitore McKinley, senza scomporsi prese una spranga e si diresse anche lui verso la sua futura abitazione. Quando arrivò non incontrò alcuna resistenza, infatti gli inservienti gli aprirono tutte le porte indicandogli anche l'armadio in cui si era nascosto Cleveland. Una volta stanato, McKinley lo afferrò per i baffi e lo trascinò fuori dall'abitazione fino al cancello d'uscita, per poi buttarlo fuori con un paio di schiaffi, facendolo finire su una pozza d'olio motori.

Quando Cleveland si rialzò in piedi vide il cancello della tenuta presidenziale chiudersi e il neo Presidente che rientrava in casa accompagnato Frances Folsom, che nel frattempo aveva ottenuto il divorzio.

Grover Cleveland non lasciò mai più gli Stati Uniti, ridotto peggio di un barbone riuscì a scampare alla miseria lavorando come professore universitario a Princeton (tanto lì basta averci un nome strano per essere assunti subito). Quando poi apprese la notizia dell'omicidio di McKinley (ignorando completamente il fatto che quando un Presidente muore gli succede il vice) ebbe l'idea di organizzare una campagna elettorale per tornare al potere, ma quando si diresse in cartoleria per comprare i festoni si rese conto che ormai gli Stati Uniti non erano più il paese che aveva conosciuto anni prima. Tutto intorno a lui c'erano operai salariati, imprenditori rampanti, lavanderie cinesi e pizzerie Bella Napoli, lui invece era solo un relitto di un mondo a cui si poteva interessare solo qualche regista di B-movies. Amareggiato, lasciò perdere l'idea delle elezioni, evitando così una sicura figura di merda[3]. Passò il resto della vita lavorando, la sua unica soddisfazione fu l'abbonamento alla Pay TV, con il quale poteva seguire le partite della sua squadra del cuore.

Cleveland morì all'università di Princeton il 24 giugno del 1908 all'età di 71 anni mentre stava spiegando come mai Vincenzo Montella aveva abbandonato la Samp nel '99. Nessuno si accorse subito dell'accaduto, perché i pochi studenti che seguivano la lezione o erano andati al bagno o stavano dormendo; in seguito visto che nessuno andava a reclamare il cadavere, il Magnifico Rettore ordinò che venisse seppellito nel giardino dell'Università come concime per le piante.

Dopo la morte

Un secchione americano dopo aver preso un 2 che gli ha sballato la media e tutto per colpa di Cleveland.

Nonostante sia morto da più di un secolo, Grover Cleveland continua a fare casini: essendo stato eletto per due volte non consecutive invece che per due volte di fila, la conta dei Presidenti degli Stati Uniti risulta essere sballata. Cleveland è considerato sia il 22º che il 24º presidente degli Stati Uniti d'America, per tanto il numero dei presidenti risulta essere (ora come ora) 45, ma in realtà il numero effettivo di presidenti è 44; questo spinge diversi professori americani a fare delle gran bastardate ai loro studenti che, ignorando questa stramberia matematica, si ritrovano dei 2 nelle loro pagelle, maledicendo il defunto Grover, ma al tempo stesso ricordandosi della sua esistenza e salvandolo dunque dal dimenticatoio.

In molti affermano che quando Cleveland cadde nella pozza di olio motori sembrava proprio un nero americano, da questa scena un certo Seth MacFarlane creò una sitcom animata chiamata The Cleveland Show, con protagonista proprio un nero americano con un bel paio di corna in testa; il programma risultò sorprendentemente uguale agli 8 anni di governo del vero Cleveland, cioè un autentico schifo.

Onoreficenze

  • - Cavaliere emerito dell'ordine dei Baffi
  • - Gran Cazzaro dell'esercito nordista
  • - Maestro Cavaliere del'ordine dei Blucerchiati
  • - Cavaliere dell'ordine dei Presidenti non consecutivi
  • - Riconoscimento al merito civile per aver incasinato il numero effettivo di presidenti americani
  • - Riconoscimento al merito per aver fatto qualcosa di non specificato
Preceduto da:
Arthur Pendragon 1881 - 1885
e
Beniamino Harrison 1889 - 1893
Grover Cleveland
Presidente non consecutivo degli Stati Uniti
1885 - 1889 e 1893 - 1897
Succeduto da:
Quello di prima 1889 - 1893
e
Gunny Mk.1 Kinley 1897 - 1901

Note

  1. ^ Oh, tra i presidenti USA non ce n'era uno che non abbia fatto l'avvocato.
  2. ^ Con evidente riferimento all'odiato Genoa.
  3. ^ Questa fu una delle poche cose intelligenti che fece in vita.
Presidenti degli Stati Uniti Sigillo del Presidente degli Stati Uniti d'America
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