Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico: differenze tra le versioni

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[[File:Primo piano di Grendel dal film La leggenda di Beowulf.jpg|right|thumb|200px|L'immagine più presentabile dell'imperatore Claudio.]]
[[File:Primo piano di Grendel dal film La leggenda di Beowulf.jpg|right|thumb|200px|L'immagine più presentabile dell'imperatore Claudio.]]


{{Wikipedia|testo=Per quelli che vogliono farsi davvero del [[male]], su [[Wikipedia]] è presente un articolo ancora più deprimente: '''''[[Wikipedia:{{{lang|it}}}:Claudio|Claudio]]'''''}}
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{{cit2|Boni, 'sti [[funghi]]! [[Agrippina]], è la prima volta che cucini in modo decente!|L'imperatore Claudio durante la sua ultima cena.}}
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{{cit2|Ma quanto ci mette a crepare?|Agrippina durante ''quella cena''.}}
{{cit2|Ma quanto ci mette a crepare?|Agrippina durante ''quella cena''.}}

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'''Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico''' ([[latino]] ''Tiberius Claudius Cæsar Augustus Germanicus''), per gli amici '''Klaus''', per i [[Rosicone|detrattori]] '''[[Emorroide]]''', fu un [[imperatore]] [[burino]], anche se lui se ne rese conto solo il giorno prima di morire<ref>Nel senso che sì, sapeva di essere imperatore, ma si rese conto di essere anche burino solo il giorno prima di morire.</ref>. Variamente giudicato nel corso dei secoli, è stato recentemente rivalutato grazie ad [[Clistere|approfondite analisi]] della moderna [[NonLibri:Critiche ad oggetti a caso|critica storica]]. Ciononostante, il resto del mondo continua a vivere la sua vita fottendosi serenamente di tutto ciò.
'''Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico''' ([[latino]] ''Tiberius Claudius Cæsar Augustus Germanicus''), per gli amici '''Klaus''', per i [[Rosicone|detrattori]] '''[[Emorroide]]''', fu un [[imperatore]] [[burino]], anche se lui se ne rese conto solo il giorno prima di morire<ref>Nel senso che sì, sapeva di essere imperatore, ma si rese conto di essere anche burino solo il giorno prima di morire.</ref>. Variamente giudicato nel corso dei secoli, è stato recentemente rivalutato grazie ad [[Sega mentale|approfondite analisi]] della moderna [[Nonsource:Critiche ad oggetti a caso|critica storica]]. Ciononostante, il resto del mondo continua a vivere la sua vita fottendosi serenamente di tutto ciò.
Ma chi era veramente Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico?
Ma chi era veramente Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico?
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[[File:Nerone Colosseo che brucia.jpg|right|thumb|200px|'''[[Nerone]]''', la [[fine]] ingloriosa della '''Dinastia Giulio-Claudia'''. Non si nota alcuna somiglianza con l'illustre avo.]]
[[File:Nerone Colosseo che brucia.jpg|right|thumb|200px|'''[[Nerone]]''', la [[fine]] ingloriosa della '''Dinastia Giulio-Claudia'''. Non si nota alcuna somiglianza con l'illustre avo.]]


Prima di [[Penetrazione|addentrarsi]] nel [[Scoglionamento|dettagliato resoconto]] della vita di Claudio imperatore, {{citnec|è necessario|e=ma davvero?}} effettuare un sia pur fugace ''excursus'' sulla sua famiglia, o meglio, sulla sua ''Gens''. La Dinastia Giulio-Claudia (da qui in avanti DGC) inizia con '''Caio''' {{u|1='''Giulio'''}} '''Cesare''' e finisce con '''Tiberio''' {{u|1='''Claudio'''}} '''Nerone''', e così abbiamo dato un senso al suo nome. La DGC si distingue dalle altre ''gentes'' romane perché pare che uno dei bisbisavoli di Giulio Cesare<ref>La questione è molto controversa: di questo personaggio si saprebbe anche il nome, ma le testimonianze a riguardo sarebbero insufficienti, frammentarie, ed anche piuttosto arbitrarie. Ad ogni modo, pare che si chiamasse {{USERNAME}}.</ref>, di passaggio nell'[[Africa]] nera, si sia trattenuto alquanto tempo come [[Parassita|ospite]] presso una tribù di scimpanzè [[Bonobo]], assimilandone usi e costumi, che trasmise alla sua stirpe e che diffuse per [[Roma]]. A cagione di ciò, la DGC non è altro che un [[casino|guazzabuglio]] di accoppiamenti, unioni, [[Incesto|incesti]] tale che ne è stata tratta ispirazione per realizzare la [[soap opera]] [[Beautiful]], facendo la fortuna dei suoi sceneggiatori. Al tirar delle somme, la DGC non è stata la peggiore dinastia di imperatori romani, anche se tutto il popolo era costretto a sottoporsi alle [[Stupro|attenzioni]] dei loro principi, i quali facevano rapire dalla milizia coloro che gli ispiravano desideri goderecci<ref>Sesso, età e ''status'' sociale non erano determinanti ai fini di questa scelta.</ref>. Si riporta qui un solo dato statistico: durante il periodo della DGC si avrà un'impennata inaudita nel consumo di strutto di [[Porco|maiale]], usato come lubrificante nei cosiddetti ''rapporti contro natura''.
Prima di addentrarsi nel dettagliato resoconto della vita di Claudio imperatore, è necessario effettuare un sia pur fugace ''excursus'' sulla sua famiglia, o meglio, sulla sua ''Gens''. La Dinastia Giulio-Claudia (da qui in avanti DGC) inizia con '''Caio <u>Giulio</u> Cesare''' e finisce con '''Tiberio <u>Claudio</u> Nerone''', così abbiamo dato un senso al suo nome. La DGC si distingue dalle altre ''gentes'' romane perché pare che uno dei bisbisavoli di Giulio Cesare, di passaggio nell'[[Africa]] nera, si sia trattenuto alquanto tempo come [[Parassita|ospite]] presso una tribù di scimpanzè [[Bonobo]], assimilandone usi e costumi, che trasmise alla sua stirpe e che diffuse per [[Roma]]. A cagione di ciò, la DGC non è altro che un [[casino|guazzabuglio]] di accoppiamenti, unioni, [[Incesto|incesti]] tale da far impallidire [[Beautiful]], facendo la fortuna dei suoi sceneggiatori. Al tirar delle somme, la DGC non è stata la peggiore dinastia di imperatori romani, anche se tutto il popolo era costretto a sottoporsi alle [[Stupro|attenzioni]] dei loro principi, i quali facevano rapire dalla milizia coloro che gli ispiravano desideri goderecci<ref>Sesso, età e ''status'' sociale non erano determinanti ai fini di questa scelta.</ref>. Si riporta qui un solo dato statistico: durante il periodo della DGC si avrà un'impennata inaudita nel consumo di strutto di [[Porco|maiale]], usato come lubrificante nei cosiddetti ''[[sesso anale|rapporti contro natura]]''.




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=== Dalla nascita alle prime [[polluzioni]] ===
=== Dalla nascita alle prime [[polluzioni]] ===


Claudio nacque pretermine di [[ventordici]] giorni tramite [[parto anale]], nell'anno in cui Berta filava con [[Mario]], da '''Sisinnio Scrofolo''' e '''[[Flavia Vento]]''', due lontani [[cugini di campagna]] di [[Ottaviano Augusto]], che lui non poteva sopportare {{citnec|in quanto rozzi, sguaiati e puzzolenti}}. Quando andavano a rendergli visita, pareva che a Roma si fossero dati appuntamento tutti i grossisti di letame dell'impero. Il piccolo Claudio non capiva perché, spesso, il lontano zio Augusto lo prendesse in braccio indossando un sovracamice da [[macellaio]], un doppio strato di guanti di pelle e una vistosa molletta sul [[naso]]. All'età di otto anni, il suo [[Fallo|pisellino]] iniziò a funzionare per conto suo, nei momenti meno opportuni: a [[Squola|lezione di grammatica]], a tavola, nei [[Funerale|funerali]], durante il saggio artistico di fine anno scolastico. [[Puff, eccolo qua|D'improvviso e senza preavviso]], il suo membro si ergeva e schizzava notevoli quantità di [[Sperma|liquido seminale]] in tutte le direzioni, con conseguenti scene di imbarazzo generale. Questa singolare disfunzione sarà un tratto distintivo dell'imperatore Claudio per tutta la vita.
Claudio nacque pretermine di [[ventordici]] giorni tramite [[parto anale]], nell'[[anno]] in cui Berta filava con [[Mario]], da '''Sisinnio Scrofolo''' e '''[[Flavia Vento]]''', due lontani [[cugini di campagna]] di [[Ottaviano Augusto]], che lui non poteva sopportare in quanto rozzi, sguaiati e puzzolenti. Quando andavano a rendergli visita, pareva che a Roma si fossero dati appuntamento tutti i grossisti di letame dell'impero. All'età di otto anni, il suo [[Fallo|pisellino]] iniziò a funzionare per conto suo, nei momenti meno opportuni: a [[Squola|lezione di grammatica]], a tavola, nei [[Funerale|funerali]], durante il saggio artistico di fine anno scolastico. [[Puff, eccolo qua|D'improvviso e senza preavviso]], il suo membro si ergeva e schizzava notevoli quantità di [[Sperma|liquido seminale]] in tutte le direzioni, con conseguenti scene di imbarazzo generale. Questa singolare disfunzione sarà un tratto distintivo dell'imperatore Claudio per tutta la vita.


=== Le malattie giovanili ===
=== Le malattie giovanili ===


[[File:Coprolite gigante sorretto con due mani.jpg|left|thumb|250px|Una '''scheggia di sebo''' prodotta da Claudio durante un attacco di '''dermatite seborroica'''.]]
[[File:Coprolite gigante sorretto con due mani.jpg|left|thumb|250px|Una '''scheggia di sebo''' prodotta da Claudio durante un attacco di '''dermatite seborroica'''.]]

[[File:Coglioni con orchite.jpg|right|thumb|200px|Lo [[scroto]] di Claudio un istante prima di '''quello starnuto'''. ]]


Alla tenera età di ventuno giorni, Claudio aveva già passato tutti i CEI<ref>Non è la Conferenza Episcopale Italiana, ma i Comuni Esantemi dell'Infanzia nella nomenclatura della [[Medicina|scienza di Esculapio]] , ossia morbillo, varicella, rosolia ed orecchioni. E questo non è uno sfoggio di cultura.</ref>, e fu sottoposto ad intervento di protesi d'anca destra all'età di quattro anni, per una grave forma di ''coxartrosi''. A tredici anni fu colpito da una forma particolarmente farmaco-resistente di dermatite seborroica, che gli faceva produrre grandi quantità di scaglie secche di sebo che
Alla tenera età di ventuno giorni, Claudio aveva già passato tutti i CEI<ref>Non è la Conferenza Episcopale Italiana, ma i Comuni Esantemi dell'Infanzia nella nomenclatura della [[Medicina|scienza di Esculapio]] , ossia morbillo, varicella, rosolia ed orecchioni. E questo non è uno sfoggio di cultura.</ref>, e fu sottoposto ad intervento di protesi d'anca destra all'età di quattro anni, per una grave forma di ''coxartrosi''. A tredici anni fu colpito da una forma particolarmente farmaco-resistente di dermatite seborroica, che gli faceva produrre grandi quantità di scaglie secche di sebo che
[[File:Testicoli giganti.jpg|right|thumb|200px|Lo [[scroto]] di Claudio un istante prima di '''quello starnuto'''.]]

''"olebant sicut veteris pedes"''.<ref>Come leggiamo nel ''Cessum Latinorum'', opera assai discussa, di dubbia collocazione stilistico-temporale, di [[Autore di questo articolo|autore ignoto]], scoperta ierlaltro in un [[mona]]stero [[Transiberiana|transiberiano]].</ref>
''"olebant sicut veteris pedes"''<ref>Come leggiamo nel ''Cessum Latinorum'', opera assai discussa, di dubbia collocazione stilistico-temporale, di [[Autore di questo articolo|autore ignoto]], scoperta ierlaltro in un [[mona]]stero [[Transiberiana|transiberiano]].</ref>.
{{Dimensione|90%|''(Puzzavano come piede vecchio)''}}
{{Dimensione|90%|''(Puzzavano come piede vecchio)''}}


Tale problema si ripresenterà periodicamente per tutta la vita, costringendo Claudio all'uso cronico di creme esfolianti, che a loro volta provocheranno reazioni allergiche da trattare con massicce dosi di Zirtec®,che però ([[effetti collaterali]]) provoca [[Narcolessia|sonnolenza]], curata con ettogrammi di Plegine®. A sedici anni, in preda ad una [[Raffreddore|rinite allergica]], starnutì così forte che gli esplosero entrambi i [[coglione|testicoli]], che peraltro ricrebbero spontaneamente nel giro di quattro giorni. Fu allora che Claudio pubblicò un 45 giri dal titolo ''Brava'', che sarebbe stato portato al successo da [[Mina]] secoli dopo. A diciotto anni iniziò a crescergli la [[coda]], molto simile a quella di [[Goku]]<ref>Ma Claudio, come abbiamo visto, non era un [[Sayian]].</ref>. Oltre a spuntarla periodicamente, per non esporla al pubblico fu costretto a nasconderla nell'[[culo|intestino retto]].
Tale problema si ripresenterà periodicamente per tutta la vita, costringendo Claudio all'uso cronico di creme esfolianti, che a loro volta provocheranno reazioni allergiche da trattare con massicce dosi di antistaminici, che però ([[effetti collaterali]]) provocano [[Narcolessia|sonnolenza]], curata con iniezioni di [[caffè|caffeina]]. A sedici anni, in preda ad una [[Raffreddore|rinite allergica]], starnutì così forte che gli esplosero entrambi i [[testicoli]], che peraltro ricrebbero spontaneamente nel giro di quattro giorni. A diciotto anni iniziò a crescergli la [[coda]], molto simile a quella di [[Goku]]<ref>Ma Claudio, come abbiamo visto, non era un [[Sayian]].</ref>. Oltre a spuntarla periodicamente, per non esporla al pubblico fu costretto a nasconderla nell'[[culo|intestino retto]].


=== Gli studi ed il ''Cursus honorum'' ===
=== Gli studi ed il ''Cursus honorum'' ===


Claudio non fu certo uno [[studente]] modello: pigro, svogliato e poco incline al rispetto della disciplina, si diplomò '''perito agrario''' solo a trentaquattro anni, col minimo dei voti, e con un [[Corruzione|grosso aiuto]] da parte dell'ormai anziano zio Augusto. Non volle sfruttare il diploma e per qualche tempo chiese spiccioli davanti al tempio di [[Giove|Giove Incontinente]]<ref>In latino ''Iuppiter cum pannolone'', meglio conosciuto come ''Giove Pluvio''.</ref>, minacciando i passanti tirchi di contagiargli la sua dermatite seborroica. Ma soprattutto spacciava [[hashish]] davanti al [[Circo]] Massimo durante i campionati di biga e i tornei di [[Gladiatore|gladiatori]]. In questo periodo inizia ad interessarsi al [[gioco dei dadi]] che diventerà, come vedremo più avanti, una delle sue passioni più coinvolgenti. Avrebbe trascorso il resto della sua vita in queste condizioni, se un giorno [[qualcuno]] non gli avesse rammentato la sua appartenenza alla DGC, di cui lui non aveva finora tenuto conto. Assillò il vecchio zio Augusto fino al punto che questi, un istante prima di esalare l'ultimo respiro, gli concesse, a trentasette anni suonati, la [[Toga rossa|toga virile]]. Durante la cerimonia ufficiale Claudio imbrattò la toga con una delle sue improvvise polluzioni, lo zio Augusto [[Bestemmia|trasecolò]], e cadde stecchito all'istante. Ma a questo punto, Claudio era ormai pronto per darsi alla [[politica]].
Claudio non fu certo uno [[studente]] modello: pigro, svogliato e poco incline al rispetto della disciplina, si diplomò '''perito agrario''' solo a trentaquattro anni, col minimo dei voti, e con un [[Corruzione|grosso aiuto]] da parte dell'ormai anziano zio Augusto. Non volle sfruttare il diploma e per qualche tempo chiese spiccioli davanti al tempio di [[Giove|Giove Incontinente]]<ref>In latino ''Iuppiter cum pannolone'', meglio conosciuto come ''Giove Pluvio''.</ref>, minacciando i passanti tirchi di contagiargli la dermatite seborroica. Ma soprattutto spacciava [[hashish]] davanti al [[Circo]] Massimo durante i campionati di biga e i tornei di [[Gladiatore|gladiatori]]. In questo periodo iniziò ad interessarsi al [[gioco dei dadi]], che diventerà una delle sue passioni più coinvolgenti. Avrebbe trascorso il resto della sua vita in queste condizioni, se un giorno non si fosse ricordato della sua appartenenza alla DGC. Assillò il vecchio zio Augusto al punto che questi, un istante prima di esalare l'ultimo respiro, gli concesse, a trentasette anni suonati, la [[Toga rossa|toga virile]]. Durante la cerimonia ufficiale Claudio imbrattò la toga con una delle sue improvvise polluzioni, lo zio Augusto [[Bestemmia|trasecolò]] e cadde stecchito all'istante. A questo punto Claudio era pronto per darsi alla [[politica]].


=== La carriera politica ===
=== La carriera politica ===
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[[File:Canna fumata.jpg|right|thumb|250px|Un '''senatore romano''' al lavoro.]]
[[File:Canna fumata.jpg|right|thumb|250px|Un '''senatore romano''' al lavoro.]]


Claudio aveva notato, con un certo [[Rabbia repressa|disappunto]], che tanti altri [[Lei non sa chi sono io|rampolli]] della Roma-bene avevano avuto un ''cursus honorum'' e una carriera politica abbastanza in discesa: ognuno era stato via via pretore, propretore, edile, censore, [[Console war|console]]<ref>No, in effetti questo link non c'entra una mazza.</ref>, proconsole e infine [[senatore]] entro il quarantesimo anno di vita. Egli, invece, alla stessa età, si ritrovava ancora fermo al [[palo]], con una toga tutta [[Sborra|macchiata]], e nemmeno una collaborazione a progetto come [[Portinaia|usciere]]. Ma aveva un'altra possibilità: il 95% dei senatori si riforniva di hashish da lui. Per questo motivo, Claudio si ritrovò a sedere sugli scranni senatoriali nel giro di due giorni, bruciando in un battibaleno tutte le tappe intermedie. Poiché l'attività di senatore gli consentiva di {{citnec|trascorrere tutta la giornata senza avere un cazzo da fare|e=Allora come oggi.}}, si dedicò anima e corpo alla nuova passione che lo stava divorando: il gioco dei [[dadi]]. Si presume che in tutta la sua vita abbia gettato i dadi per dodici fantastiliardi di volte, e propose un teorema, valido ancora oggi, secondo il quale ogni volta che si getta un dado con le facce numerate da 1 a 6, immancabilmente uscirà un numero da 1 a 6. Sull'argomento scrisse anche un voluminoso trattato, che impose come testo scolastico, dopo aver reso il gioco dei dadi materia fondamentale di studio e disciplina olimpica. Gli altri senatori, perennemente [[fumo|fumati]], non si curavano di lui se non per rinnovare le scorte, ed in breve tempo Claudio divenne ricchissimo. Quando i soldi non bastarono più, i senatori iniziarono a pagarlo in natura, offrendogli mogli, figli, fidanzate/i, ed offrendosi essi stessi. Per Claudio era un toccasana: poteva finalmente dare sfogo a tutte le sue polluzioni spontanee senza che ciò fosse motivo di vergogna o di scandalo<ref>D'altronde, abbiamo visto quanto fossero morigerati i costumi romani di quegli anni.</ref>. Nello stesso periodo, il suo caro nipote [[Caligola]], appena acclamato imperatore, dava il meglio di sé, per lasciare ai posteri un [[cagata pazzesca|degno ricordo]] fino alla consumazione dei secoli.
Claudio aveva notato, con un certo [[Rabbia repressa|disappunto]], che tanti altri [[Lei non sa chi sono io|rampolli]] della Roma-bene avevano avuto un ''cursus honorum'' e una carriera politica abbastanza in discesa: ognuno era stato via via pretore, propretore, edile, censore, [[Console war|console]]<ref>No, in effetti questo link non c'entra una mazza.</ref>, proconsole e infine [[senatore]] entro il quarantesimo [[anno]] di vita. Egli, invece, alla stessa età, si ritrovava ancora fermo al [[palo]], con una toga tutta [[Sborra|macchiata]] e nemmeno una collaborazione a progetto come [[Portinaia|usciere]]. Ma aveva un'altra possibilità: il 95% dei senatori si riforniva di hashish da lui. Per questo motivo, Claudio si ritrovò a sedere sugli scranni senatoriali nel giro di due giorni, bruciando in un battibaleno tutte le tappe intermedie. Poiché l'attività di senatore gli consentiva di trascorrere tutta la giornata senza avere un cazzo da fare, si dedicò anima e corpo alla nuova passione che lo stava divorando: il gioco dei [[dadi]]. Si presume che in tutta la sua vita abbia gettato i dadi per dodici fantastiliardi di volte; propose un teorema, valido ancora oggi, secondo il quale ogni volta che si getta un dado con le facce numerate da 1 a 6, immancabilmente uscirà un numero da 1 a 6. Sull'argomento scrisse anche un voluminoso trattato, che impose come testo scolastico, dopo aver reso il gioco dei dadi materia fondamentale di studio e disciplina olimpica. Gli altri senatori, perennemente [[fumo|fumati]], non si curavano di lui se non per rinnovare le scorte ed in breve tempo Claudio divenne ricchissimo. Quando i soldi non bastarono più, i senatori iniziarono a pagarlo in natura, offrendogli mogli, figli, fidanzate/i ed offrendosi essi stessi. Per Claudio era un toccasana: poteva finalmente dare sfogo a tutte le sue polluzioni spontanee senza che ciò fosse motivo di vergogna o di scandalo. Nello stesso periodo, suo nipote [[Caligola]], appena acclamato imperatore, dava il meglio di sé, per lasciare ai posteri un [[cagata pazzesca|degno ricordo]] fino alla consumazione dei secoli.


=== Imperatore! ===
=== Imperatore! ===
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[[File:Claudio dietro le tende.jpg|right|thumb|250px|'''Claudio''' apprende di essere diventato '''imperatore'''. È ancora un po' umidiccio...]]
[[File:Claudio dietro le tende.jpg|right|thumb|250px|'''Claudio''' apprende di essere diventato '''imperatore'''. È ancora un po' umidiccio...]]


Caligola, in soli quattro anni, aveva raggiunto un indice di gradimento che i suoi predecessori non avrebbero potuto neanche lontanamente immaginare: solo un altro [[Silvio Berlusconi|leader carismatico]] avrebbe eguagliato un tale consenso popolare, duemila anni dopo. Come ben si sa, l'invidia è una brutta bestia, e un gruppo di senatori, [[Sindrome dei sentimenti offesi|totalmente privi di senso dell'umorismo]], organizzò l'[[omicidio]] di Caligola, reo di costringerli a mangiare la stessa biada che dava al famoso [[cavallo]] ''Incitatus'', da poco loro collega, per di più nella stessa mangiatoia. Fatto fuori Caligola, i senatori decisero che il suo successore dovesse essere uno di loro, per ridare forza all'autorità senatoriale, che Caligola aveva ripetutamente ridicolizzato, guadagnandoci in popolarità, garantendo comunque la prosecuzione della DGC. L'elezione di Claudio alla massima carica dell'impero fu quindi poco più che una formalità. Un drappello di pretoriani fu mandato a casa sua per avvisarlo della notizia. In quel momento, Claudio aveva avuto l'ennesima polluzione improvvisa, e si era innaffiato da capo a piedi. Lì per lì, si diresse verso gli ampi tendaggi del suo [[loft]] con vista su Piazza Navona, e cominciò a pulirsi meticolosamente con essi. I pretoriani lo trovarono immerso in questa operazione, tutto avvolto nelle tende. Per questo nacque e si diffuse la [[leggenda metropolitana]]<ref>Messa in giro da '''Svetonio''' (''Gaius Suetonius Tranquillus Mica Tantus''), l'[[Alfonso Signorini]] del tempo.</ref> che lo voleva talmente timido da nascondersi dietro alle tende alla vista dei soldati.
Caligola, in soli quattro anni, aveva raggiunto un indice di gradimento che i suoi predecessori non avrebbero potuto neanche lontanamente immaginare: solo un altro [[Silvio Berlusconi|leader carismatico]] avrebbe eguagliato un tale consenso popolare, duemila anni dopo. Come ben si sa, l'invidia è una brutta bestia: un gruppo di senatori, [[Sindrome dei sentimenti offesi|totalmente privi di senso dell'umorismo]], organizzò l'[[omicidio]] di Caligola, reo di costringerli a mangiare la stessa biada che dava al famoso [[cavallo]] ''Incitatus'', da poco loro collega, per di più nella stessa mangiatoia. Fatto fuori Caligola, i senatori decisero che il suo successore dovesse essere uno di loro, per ridare forza all'autorità senatoriale, che Caligola aveva ripetutamente ridicolizzato, guadagnandoci in popolarità, garantendo comunque la prosecuzione della DGC. L'elezione di Claudio alla massima carica dell'impero fu quindi poco più che una formalità. Un drappello di pretoriani fu mandato a casa sua per avvisarlo della notizia. In quel momento, Claudio aveva avuto l'ennesima polluzione improvvisa, e si era innaffiato da capo a piedi. Lì per lì, si diresse verso gli ampi tendaggi del suo [[loft]] con vista su Piazza Navona e cominciò a pulirsi meticolosamente con essi. I pretoriani lo trovarono immerso in questa operazione, tutto avvolto nelle tende. Per questo nacque e si diffuse la [[leggenda metropolitana]]<ref>Messa in giro da '''Svetonio''' (''Gaius Suetonius Tranquillus Mica Tantus''), l'[[Alfonso Signorini]] del tempo.</ref> che lo voleva talmente timido da nascondersi dietro alle tende alla vista dei soldati.


=== <s>L'imperato da operatore</s> L'operato da imperatore ===
=== <del>L'imperato da operatore</del> L'operato da imperatore ===


[[File:Oche in processione.jpg|left|thumb|250px|La '''patonza''' gira in grande quantità per tutto l'impero romano, per merito di '''Claudio'''.]]
[[File:Oche in processione.jpg|left|thumb|250px|La '''patonza''' gira in grande quantità per tutto l'impero romano, per merito di '''Claudio'''.]]
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{{cit2|Vertere oportet [[patonza]]!<ref>La traduzione è presente anche su [[Google translator]]. In ogni caso, questa frase dimostra che la [[storia]] si ripete e che non c'è niente di nuovo sotto il [[sole]].</ref>|La prima disposizione legislativa di Claudio, appena diventato imperatore.}}
{{cit2|Vertere oportet [[patonza]]!<ref>La traduzione è presente anche su [[Google translator]]. In ogni caso, questa frase dimostra che la [[storia]] si ripete e che non c'è niente di nuovo sotto il [[sole]].</ref>|La prima disposizione legislativa di Claudio, appena diventato imperatore.}}


Questo fu il primo ordine di Claudio, e fu prontamente eseguito. Ma non come aveva inteso l'imperatore: accadde infatti che i suoi centurioni e i suoi pretoriani, un'accozzaglia di individui che, messi tutti insieme, non avrebbero raggiunto la metà del [[Q.I.]] di [[Costantino Vitagliano]], fecero effettivamente "girare la patonza", ma nella seguente maniera: radunarono tutte le donne di Roma e dintorni dagli undici ai settantacinque anni, le stiparono su interminabili carovane, e le mandarono in giro per tutto l'impero, compresi i luoghi più sperduti e sfigati, come la Pannonia, la Tettonia, la Caccadocia, la Patatonia, Macomer e Poggio Rusco. Dunque, la patonza girò ovunque, tranne che dalle parti di Claudio. Dovettero trascorrere due anni prima che l'imperatore, che nel frattempo si era letteralmente liquefatto a forza di [[Sega|rasponi]], si decidesse a modificare il suo ordine: {{Quote2|'''Vertere oportet patonza APUD ME! Eccheccazzo!'''}} Solo allora i suoi uomini capirono.
Questo fu il primo ordine di Claudio e fu prontamente eseguito. Ma non come aveva inteso l'imperatore: i suoi centurioni e i suoi pretoriani, un'accozzaglia di individui che, messi tutti insieme, non avrebbero raggiunto la metà del [[Q.I.]] di [[Costantino Vitagliano]], fecero effettivamente "girare la patonza", ma nella seguente maniera: radunarono tutte le donne di Roma e dintorni dagli undici ai settantacinque anni, le stiparono su interminabili carovane, e le mandarono in giro per tutto l'impero, compresi i luoghi più sperduti e sfigati, come la Pannonia, la Tettonia, la [[Culonia]], la Caccadocia e la Patatonia. Dunque, la patonza girò ovunque, tranne che dalle parti di Claudio. Dovettero trascorrere due anni prima che l'imperatore, che nel frattempo si era letteralmente liquefatto a forza di [[Sega|rasponi]], si decidesse a modificare il suo ordine: {{citazione|'''Vertere oportet patonza APUD ME! Eccheccazzo!'''}} Solo allora i suoi uomini capirono.
[[File:Elton John 1.jpg|right|thumb|250px|'''Claudio''' in un momento della sua precipitosa fuga dalla Britannia.]]
[[File:Elton John 1.jpg|right|thumb|250px|'''Claudio''' in un momento della sua precipitosa fuga dalla Britannia.]]


Durante gli anni del suo principato, Claudio legalizzò le droghe leggere, commerciando egli stesso immense partite di cannabis. Le quotazioni del sesterzio schizzarono alle stelle, provocando le proteste della Britannia, che vedeva le frontiere di Roma chiuse al loro [[oppio]], importato dal [[Cina|Catai]], provocandone il deterioramento nei ''docks'' sul Tamigi dove era stoccato in attesa di invadere i mercati esteri. Per tutta risposta, Claudio attaccò di sorpresa la Britannia, un secolo dopo il suo grande avo '''Cesare''', riuscendo a conquistarla quasi del tutto costringendo l'esercito nemico a provocarsi [[Overdose|overdosi]] col loro stesso oppio. Per evitare ulteriori spargimenti di sangue e di oppio, l'ultima battaglia doveva risolversi in una sfida a dadi tra Claudio e il capo dell'esercito britannico, Càlgaco<ref>Costui, secondo [[Tacito]], avrebbe detto dei romani:''"Auferre, trucidare, rapere: falsis nominibus imperium et, ubi solitudinem faciunt, pacem appellant"'' (Razziare, massacrare, rubare: con nome bugiardo questo lo chiamano impero e, dove fanno il deserto, dicono di aver fatto la pace). Ma ciò non vale solo per loro.</ref>. Giocarono al meglio dei cinque set, e vinse Claudio col seguente punteggio: 21-18, 16-21, 21-17, 19-21, e 25-23 al tie-break. Càlgaco però ritenne che Claudio avesse barato, e forse non aveva tutti i torti, quindi aggredì con una testata sul [[naso]] l'imperatore romano, che reagì tirandogli addosso una scheggia di sebo, centrandolo magistralmente all'occhio destro. Da cosa nasce cosa, ed in breve [[Ultrà|ultras]] [[romani|romanisti]] e hooligans britannici giunsero allo scontro, con la [[polizia]] del tutto impotente a sedare gli animi. Alla fine il bilancio fu tragico: [[millemila]] morti da ambo le parti, tra cui lo stesso Càlgaco, mentre Claudio si salvò a stento travestendosi da [[Elton John]], e raggiunse in maniera rocambolesca Roma, che per sua fortuna era una data del tour europeo del cantante, {{citnec|rilasciando false interviste in nome di quest ultimo|e=E forse adesso iniziate a spiegarvi molte cose.}}. Rientrato nell'Urbe, Claudio si rese conto che durante la sua assenza sua moglie Agrippina aveva tentato di metterlo sotto '''impeachment''' con l'accusa di mancato pagamento di alcuni dividendi semestrali. Sarà questa la vera causa della sua morte.
Durante gli anni del suo principato, Claudio legalizzò le droghe leggere, commerciando egli stesso immense partite di cannabis. Le quotazioni del sesterzio schizzarono alle stelle, provocando le proteste della Britannia, che vedeva le frontiere di Roma chiuse al loro [[oppio]], importato dal [[Cina|Catai]], provocandone il deterioramento nei ''docks'' sul Tamigi dove era stoccato in attesa di invadere i mercati esteri. Per tutta risposta, Claudio attaccò di sorpresa la Britannia, un secolo dopo '''Cesare''', riuscendo a conquistarla quasi del tutto costringendo l'esercito nemico a morire pieno di [[overdose]] col loro stesso oppio. Per evitare ulteriori spargimenti di sangue e di oppio, l'ultima battaglia doveva risolversi in una sfida a dadi tra Claudio e il capo dell'esercito britannico, Càlgaco. Giocarono al meglio dei cinque set, e vinse Claudio col seguente punteggio: 21-18, 16-21, 21-17, 19-21 e 25-23 al tie-break. Càlgaco ritenne che Claudio avesse barato e forse non aveva tutti i torti, quindi aggredì con una testata sul [[naso]] l'imperatore romano, che reagì tirandogli addosso una scheggia di sebo, centrandolo magistralmente all'occhio destro. Da cosa nasce cosa, ed in breve [[Ultrà|ultras]] [[romani|romanisti]] e hooligans britannici giunsero allo scontro, con la [[polizia]] del tutto impotente a sedare gli animi. Alla fine il bilancio fu tragico: [[millemila]] morti da ambo le parti, tra cui lo stesso Càlgaco, mentre Claudio si salvò a stento travestendosi da [[Elton John]]. Raggiunse in maniera rocambolesca Roma, che per sua fortuna era una data del tour europeo del cantante, rilasciando false interviste in nome di quest ultimo. Rientrato nell'Urbe, Claudio si rese conto che durante la sua assenza sua moglie Agrippina aveva tentato di metterlo sotto '''[[impeachment]]''' con l'accusa di mancato pagamento di alcuni dividendi semestrali. Sarà questa la vera causa della sua morte.


=== Le disavventure private ===
=== Le disavventure private ===


[[File:Alley Baggett bella ragazza.jpg|left|thumb|175px|Messalina colpita da un furioso attacco di '''prurito intimo'''.]]
[[File:Alley Baggett topless.jpg|left|thumb|175px|Messalina colpita da un furioso attacco di '''prurito intimo'''.]]


Claudio non fu molto fortunato con le donne: non che gli mancassero, per carità, ma fu spesso manovrato da quelle che sarebbero dovute essere "le donne della sua vita". Si era sposato tre volte: la prima con '''Iulia Andreotia''', [[fellatio|fellatrice]] nota per la sua [[gobba|schiena curva]] da deformazione professionale, che lo scaricò fuggendo via con un [[Pornostar|pornodivo]] dell'epoca, un certo [[Franco Trentalance|Francus Trigintacuspides]], la seconda con '''[[Valeria Marini|Valeria Messalina]]''', di cui si dirà più avanti, ed infine con '''Agrippina Minore''', della quale tutto si può dire, fuorché che fosse un'ottima cuoca. Quando Claudio l'aveva sposata, Messalina era casta ed illibata, e sarebbe ora di restituire dignità e rispetto a questa donna, che certa [[Emilio Fede|storiografia]] ha dipinto nei secoli come dissoluta, empia e cospiratrice. In realtà, Messalina fu vittima fin dai suoi tempi di una colossale [[Metodo Boffo|montatura]] mediatica, scatenata proprio da colei che l'avrebbe succeduta come moglie dell'imperatore: Agrippina, che non si faceva scrupoli di sorta pur di far diventare un giorno imperatore il proprio figlio [[Nerone Burning Rom|Nerone]], che aveva avuto anni prima da un fuochista gallico di nome '''Gneo Domizio Enobarbo''', noto come "'''Banana flambè'''"<ref>È altresì noto per aver inventato la famosissima ''Osteria numero mille''.</ref>. Come già detto, Messalina era una donna di saldi pricipi morali, e mai e poi mai si sarebbe sognata di [[Gossip Girl|mettere in giro voci disdicevoli]] sul suo conto, ma anch'essa, come il consorte Claudio, aveva qualche imbarazzante problema di salute: un fastidioso ed incontrollabile [[prurito intimo]], contro il quale nulla potevano le abbondanti applicazioni di Vagisil®, le frequenti lavande con Tantum Rosa®, le quotidiane frizioni con [[olio di gomito]]. Così, la povera Messalina si attaccava a qualsiasi cosa potesse procurarle un po' di momentaneo sollievo. Che fossero ortaggi, attrezzi oblunghi, manici di scopa, membri maschili, non aveva importanza: per Messalina era imperativo infilare qualcosa nella [[vagina]], al solo scopo di placare il diuturno tormento che l'affliggeva. Fu facile, per Agrippina, mettere in giro voci malevoli secondo cui Messalina si ripassava quotidianamente tre o quattro legioni di pretoriani, tutta la serie A dei gladiatori, e chiunque fosse disposto a spendere un misero semiasse<ref>Una ''piotta'', al cambio attuale</ref>. Claudio ci cascò come un [[tonno]] e fece uccidere Messalina, non prima di averla sottoposta alla [[tortura]] del solletico alle piante dei piedi per quattro ore. Era ancora calda quando Agrippina si installò al suo posto in casa di Claudio, trascinandosi dietro un [[Bimbominkia|bimbo]] paffuto, lentigginoso e rosso di capelli: Nerone. Agrippina non era bella come Messalina, anzi: era alquanto [[Cesso|bruttina]], ma per Claudio andava benissimo così: gli uomini non sarebbero caduti in tentazione davanti a lei. Agrippina era [[Stronza|scaltra, astuta, perfida e calcolatrice]], e riuscì in brevissimo tempo a tenere saldamente in mano le redini politiche, economiche e sociali dell'impero, mentre Claudio si attardava tra patonze che giravano, interminabili partite a dadi, [[Spacciatore|compravendita]] di canapa e derivati. Bastarono un paio d'anni per ridurre l'autorità di Claudio al valore di una cippa lippa: ormai non se lo cagava più nemmeno lo sgorgacessi del senato, che gli faceva trovare il bagno regolarmente intasato. Chi comandava veramente era Agrippina, che organizzò l'eliminazione di Claudio in un insolitamente torrido pomeriggio novembrino<ref>Faceva tanto caldo che fu sospeso il campionato imperiale di scoregge, che potevano generare incontrollabili incendi.</ref>.
Claudio non fu molto fortunato con le donne: non che gli mancassero, ma fu spesso manovrato da quelle che sarebbero dovute essere "le donne della sua vita". Si era sposato tre volte: la prima con '''Iulia Andreotia''', [[fellatio|fellatrice]] nota per la sua [[gobba|schiena curva]] da deformazione professionale, che lo scaricò fuggendo via con un [[Pornostar|pornodivo]] dell'epoca, un certo [[Franco Trentalance|Francus Trigintacuspides]]; la seconda con '''Valeria Messalina''', di cui si dirà più avanti; infine con '''Agrippina Minore''', della quale tutto si può dire, fuorché che fosse un'ottima cuoca. Quando Claudio l'aveva sposata, Messalina era casta ed illibata. Sarebbe ora di restituire dignità e rispetto a questa donna, che certa [[Emilio Fede|storiografia]] ha dipinto nei secoli come dissoluta, empia e cospiratrice. In realtà, Messalina fu vittima fin dai suoi tempi di una colossale [[Metodo Boffo|montatura]] mediatica, scatenata proprio da colei che l'avrebbe succeduta come moglie dell'imperatore: Agrippina, che non si faceva scrupoli di sorta pur di far diventare un giorno imperatore il proprio figlio [[Nerone Burning Rom|Nerone]], nato anni prima da un fuochista gallico di nome '''Gneo Domizio Enobarbo''', noto come "'''Banana flambè'''". Messalina era una donna di saldi pricipi morali e mai e poi mai si sarebbe sognata di [[Gossip Girl|mettere in giro voci disdicevoli]] sul suo conto, ma anch'essa, come il consorte, aveva qualche imbarazzante problema di salute: un incontrollabile [[prurito intimo]], contro il quale nulla potevano le abbondanti applicazioni di Vagisil®, le frequenti lavande con Tantum Rosa®, le quotidiane frizioni con [[olio di gomito]]. Così, la povera Messalina si attaccava a qualsiasi cosa potesse procurarle un po' di momentaneo sollievo. Che fossero ortaggi, attrezzi oblunghi, manici di scopa, membri maschili, non aveva importanza: per Messalina era imperativo infilare qualcosa nella [[vagina]], al solo scopo di placare il diuturno tormento che l'affliggeva. Fu facile, per Agrippina, mettere in giro voci malevoli secondo cui Messalina si ripassava quotidianamente tre o quattro legioni di pretoriani, tutta la serie A dei gladiatori e chiunque fosse disposto a spendere un misero semiasse<ref>Una ''piotta'', al cambio attuale</ref>. Claudio ci cascò come un [[tonno]] e fece uccidere Messalina, non prima di averla sottoposta alla [[tortura]] del solletico alle piante dei piedi per quattro ore. Era ancora calda quando Agrippina si installò al suo posto in casa di Claudio, trascinandosi dietro un [[Bimbominkia|bimbo]] paffuto, lentigginoso e rosso di capelli: Nerone. Agrippina non era bella come Messalina, anzi: era alquanto [[Cesso|bruttina]], ma per Claudio andava benissimo così: gli uomini non sarebbero caduti in tentazione davanti a lei. Agrippina era [[Stronza|scaltra, astuta, perfida e calcolatrice]] e riuscì in brevissimo tempo a tenere saldamente in mano le redini politiche, economiche e sociali dell'impero, mentre Claudio si attardava tra patonze che giravano, interminabili partite a dadi, [[Spacciatore|compravendita]] di canapa e derivati. Bastarono un paio d'anni per ridurre l'autorità di Claudio al valore di una cippa lippa: ormai non se lo cagava più nemmeno lo sgorgacessi del senato, che gli faceva trovare il bagno regolarmente intasato. Chi comandava veramente era Agrippina, che organizzò l'eliminazione di Claudio in un insolitamente torrido pomeriggio novembrino<ref>Faceva tanto caldo che fu sospeso il campionato imperiale di scoregge, che potevano generare incontrollabili incendi.</ref>.


=== La [[morte]] ===
=== La [[morte]] ===
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[[File:Cocomeroculo.jpg|right|thumb|250px|Ecco il vero colpevole della morte di Claudio.]]
[[File:Cocomeroculo.jpg|right|thumb|250px|Ecco il vero colpevole della morte di Claudio.]]


Anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad una delle più clamorose [[Balle atomiche|mistificazioni]] storiche, montata ad [[arte]] dalla solita [[Augusto Minzolini|storiografia di parte]], per compiacere ora questo, ora quel [[regime]]. Ci siamo sempre bevuti la favola che Claudio sia morto dopo aver mangiato un piatto di funghi avvelenati a bella posta da Agrippina. Ebbene, sappiatelo tutti, i funghi sono innocenti! Erano commestibilissimi, freschissimi, buonissimi, e, per una volta, cucinati ottimamente da Agrippina.
Anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad una delle più clamorose [[Balle atomiche|mistificazioni]] storiche, montata ad [[arte]] dalla solita [[Augusto Minzolini|storiografia di parte]], per compiacere ora questo, ora quel [[regime]]. Ci siamo sempre bevuti la favola che Claudio sia morto dopo aver mangiato un piatto di funghi avvelenati a bella posta da Agrippina. Ebbene, sappiatelo tutti, i funghi sono innocenti! Erano commestibilissimi, freschissimi, buonissimi e, per una volta, cucinati ottimamente da Agrippina.


Ma allora, come è morto realmente Claudio?
Ma allora, come è morto realmente Claudio?


Si è detto più sopra che in quei giorni faceva un caldo bestiale e Claudio, che lo soffriva particolarmente, si rimpinzava di [[Cocomero killer|anguria]]. Agrippina aveva pianificato di avvelenarlo nella seguente maniera: preparò una quantità industriale di granita d'anguria, addizionata con generose mestolate di cloruro di potassio, mortale con simili dosaggi, e karkadè, che imitava il colore rosso della sbroda d'anguria, di cui Claudio era golosissimo. In quel pomeriggio Claudio sgargarozzò sessanta litri di granita taroccata, abbastanza per accoppare una mandria di [[Giraffa|giraffe]], ma non fece una piega: a causa delle sue malattie, era diventato farmaco-resistente, e i sovradosaggi di qualunque cosa gli facevano un [[Baffi|baffo]]. Verso sera, quando Agrippina già pensava di vederlo [[cadavere]] egli, rinfrancato dalla granita e dal fresco serotino, le disse tutto pimpante: {{quote|Beh, che si mangia stasera?}} Agrippina trasalì, ma seppe mantenere un contegno, e pensò ai funghi che il loro giardiniere '''Cucullione Proculo''' aveva raccolto per loro nelle tenute imperiali, quindi rispose prontamente: {{quote|Funghi al funghetto, micione mio!}} Agrippina si diresse in [[cucina]] per preparare il piatto, non capacitandosi del fatto che Claudio fosse ancora vivo. Cucinò distrattamente, dimenticandosi di aggiungere il [[prezzemolo]], ma imbandì, pur senza volerlo, un manicaretto squisito. Claudio lo divorò di gusto, mentre Agrippina si domandava ormai se non l'avessero bidonata, spacciandole latte in polvere per cloruro di potassio. Dopo un [[rutto]] tanto assordante quanto fetente di [[aglio]], Claudio le disse: {{quote|E ora, che ne dici di staccarmi un po' di croste di sebo dalla schiena?<ref>Queste sono le ultime parole di Claudio.</ref>}} Agrippina, colta di sorpresa, prese in mano il raschietto che di solito usava per questa simpatica operazione, ma finalmente, il veleno entrò in circolo e Claudio, spalancati occhi e bocca, emise l'ultima sua polluzione, che investì in pieno Agrippina, e si accasciò al suolo, privo di vita.
Si è detto più sopra che in quei giorni faceva un caldo bestiale e Claudio, che lo soffriva particolarmente, si rimpinzava di [[Cocomero killer|anguria]]. Agrippina aveva pianificato di avvelenarlo nella seguente maniera: preparò una quantità industriale di granita d'anguria, addizionata con generose mestolate di cloruro di potassio, mortale con simili dosaggi, e karkadè, che imitava il colore rosso della sbroda d'anguria, di cui Claudio era golosissimo. In quel pomeriggio Claudio sgargarozzò sessanta litri di granita taroccata, abbastanza per accoppare una mandria di [[Giraffa|giraffe]], ma non fece una piega: a causa delle sue malattie, era diventato farmaco-resistente e i sovradosaggi di qualunque cosa gli facevano un [[Baffi|baffo]]. Verso sera, quando Agrippina già pensava di vederlo [[cadavere]] egli, rinfrancato dalla granita e dal fresco serotino, le disse tutto pimpante: {{quote|Beh, che si mangia stasera?}} Agrippina trasalì, ma seppe mantenere un contegno. Pensò ai funghi che il loro giardiniere '''Cucullione Proculo''' aveva raccolto per loro nelle tenute imperiali, quindi rispose prontamente: {{quote|Funghi al funghetto, micione mio!}} Agrippina si diresse in [[cucina]] per preparare il piatto, non capacitandosi del fatto che Claudio fosse ancora vivo. Cucinò distrattamente, dimenticandosi di aggiungere il [[prezzemolo]], ma imbandì, pur senza volerlo, un manicaretto squisito. Claudio lo divorò di gusto, mentre Agrippina si domandava ormai se non l'avessero bidonata, spacciandole latte in polvere per cloruro di potassio. Dopo un [[rutto]] tanto assordante quanto fetente di [[aglio]], Claudio le disse: {{quote|E ora, che ne dici di staccarmi un po' di croste dalla schiena?<ref>Queste sono le ultime parole di Claudio.</ref>}} Agrippina, colta di sorpresa, prese in mano il raschietto che di solito usava per questa simpatica operazione, ma finalmente, il veleno entrò in circolo e Claudio, spalancati occhi e bocca, emise l'ultima sua polluzione, che investì in pieno Agrippina, quindi si accasciò al suolo, privo di vita.


Dunque, altro che funghi! Bah!
Altro che funghi! Bah!


== Giudizi su Claudio ==
== Giudizi su Claudio ==


Non si sa perché, ma dall'antichità ad oggi un sacco, ma davvero un sacco di gente ha ritenuto di dover dire la sua su questo personaggio storico, suscitando profonde crisi di [[latte]] alle ginocchia e [[Tafazzi|smartellamento scrotale]] in chi ha avuto la [[sfortuna]] di ascoltarli. Non è chiaro l'intento di tutta questa moltitudine di [[Gente che non si fa mai i cazzi suoi|esegeti]], a parte una malcelata tendenza a [[Rompicoglioni|logorare la pazienza altrui]], tuttavia si ritiene giusto, in questa {{citnec|rispettabilissima}} sede, riportare almeno alcuni di questi [[Manuali:Rosik|giudizi]], sì da poter avere {{citnec|un quadro il più possibile articolato e preciso|e=qui si studia sul serio, mica pippe!}}.
Non si sa perché, ma dall'antichità ad oggi un sacco, ma davvero un sacco di gente ha ritenuto di dover dire la sua su questo personaggio storico, suscitando profonde crisi di [[latte]] alle ginocchia e [[Tafazzi|smartellamento scrotale]] in chi ha avuto la [[sfortuna]] di ascoltarli. Non è chiaro l'intento di tutta questa moltitudine di [[Gente che non si fa mai i cazzi suoi|esegeti]], a parte una malcelata tendenza a [[Rompicoglioni|logorare la pazienza altrui]], tuttavia si ritiene giusto, in questa {{citnec|rispettabilissima}} sede, riportare almeno alcuni di questi [[Nonbooks:Rosik|giudizi]], sì da poter avere un quadro il più possibile articolato e preciso.


=== La critica storica tradizionale ===
=== La critica storica tradizionale ===


{{cit2|Claudio era impotente, puzzava di cloaca, e si odorava le dita dopo essersele infilate nell'ano!|[[Svetonio]] nelle sue "Vite dei Cesari".}}
{{cit2|Claudio era impotente, puzzava di cloaca e si odorava le dita dopo essersele infilate nell'ano!|[[Svetonio]] nelle sue "Vite dei Cesari".}}
{{cit2|Mi ha sempre venduto [[merda]], e sì che gli ho mollato un pacco di soldi!|Un senatore bidonato più volte.}}
{{cit2|Mi ha sempre venduto [[merda]]! E sì che gli ho mollato un pacco di soldi!|Un senatore bidonato più volte.}}
{{cit2|Claudio chi?|[[Tizio]], [[Caio e Sempronio]] all'unisono.}}
{{cit2|...|[[Tacito]] su Claudio.}}
{{cit2|...|[[Tacito]] su Claudio.}}
{{cit2|Quel figlio di [[puttana]], che il [[cazzo]] di [[Nettuno]] se lo strainculi...|Il filosofo [[Seneca]] non prende bene la notizia dell'esilio comminatogli da Claudio.<ref>Se non sapete com'è andata questa storia, informatevi.</ref>}}
{{cit2|Quel figlio di [[puttana]], che il [[cazzo]] di [[Nettuno]] se lo strainculi...|Il filosofo [[Seneca]] non prende bene la notizia dell'esilio comminatogli da Claudio.}}


=== La moderna critica storica ===
=== La moderna critica storica ===
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{{cit2|Mi pare di poter affermare, senza tema d'esser da veruno contraddetto, che Claudio si trovasse nell'impossibilità di discernere i particolari presarcastici di quella società ambigua, che lo stringeva in una unilateralità falsamente antidemagogica.|[[Gennaro Gattuso]].}}
{{cit2|Mi pare di poter affermare, senza tema d'esser da veruno contraddetto, che Claudio si trovasse nell'impossibilità di discernere i particolari presarcastici di quella società ambigua, che lo stringeva in una unilateralità falsamente antidemagogica.|[[Gennaro Gattuso]].}}
{{cit2|La mia illustre ava ha contribuito a farlo crescere politicamente!|[[Giulio Andreotti]], non si sa a proposito di che.}}
{{cit2|La mia illustre ava ha contribuito a farlo crescere politicamente!|[[Giulio Andreotti]], non si sa a proposito di che.}}
{{cit2|Ma chi me l'ha fatto fare?|Il sottoscritto su [[questa pagina qua]].}}
{{cit2|Ma chi me l'ha fatto fare?|Il [[sottoscritto]] su [[questa pagina qua]].}}


== Curiosità ==
== Note ==
{{Curiosità}}


*Claudio scrisse in gioventù un trattato di [[Etruschi|lingua etrusca]]: peccato che avesse copiato pari pari un trattato di lingua afro-prussiana, donde le difficoltà che si incontrano tuttora nella comprensione dell'etrusco.
*Claudio trascorse 4/5 della sua vita lavorativa in [[Malattia venerea|malattia]], sottraendo indebitamente cospicue somme all'INPS.
*Il vero nome di Claudio, quello con cui è effettivamente nato, è '''Tiberio Claudio Druso''', ma lui lo aveva modificato anni dopo, perché, secondo le assonanze dell'epoca, avrebbe suonato come ''Tiberio Claudio Cacca''.
*Dopo aver letto tutto ciò, probabilmente Claudio ed io vi stiamo un po' sui coglioni<ref>Caro lettore, se sei arrivato fin qui, hai tutta la mia stima, anche se a te, molto probabilmente, non frega un cazzo.</ref>.

== Note ==
{{Legginote}}
{{Note|2}}
{{Note|2}}


{{cronologia|[[File:SPQR 2.png|50px]]<br />'''[[Imperatore|Imperatore Romano]]'''<br />41 - 54|'''[[Caligola]]'''|'''[[Nerone]]'''}}
<br />
{| border="1" cellpadding="4" cellspacing="0" style="border-collapse: collapse; margin:0 auto;"
|- style="text-align: center;"
| width="30%" |Preceduto da:<br />'''[[Caligola]]'''
| width="40%" style="text-align: center;" |'''[[File:SPQR 2.png|50px]]<br />[[Imperatore|Imperatore Romano]]''' <br/>41 - 54
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{{Anticaroma}}
{{Anticaroma}}
{{Portali|Storia}}


[[Categoria:Nomi]]
[[Categoria:Nomi]]

Versione attuale delle 14:50, 3 gen 2023

L'immagine più presentabile dell'imperatore Claudio.


Per quelli che vogliono farsi davvero del male, su Wikipedia è presente un articolo ancora più deprimente: Claudio
« Boni 'sti funghi! Agrippina, è la prima volta che cucini in modo decente! »
(L'imperatore Claudio durante la sua ultima cena.)
« Ma quanto ci mette a crepare? »
(Agrippina durante quella cena.)

Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico (latino Tiberius Claudius Cæsar Augustus Germanicus), per gli amici Klaus, per i detrattori Emorroide, fu un imperatore burino, anche se lui se ne rese conto solo il giorno prima di morire[1]. Variamente giudicato nel corso dei secoli, è stato recentemente rivalutato grazie ad approfondite analisi della moderna critica storica. Ciononostante, il resto del mondo continua a vivere la sua vita fottendosi serenamente di tutto ciò.

Ma chi era veramente Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico?

Preambolo essenziale: la Dinastia Giulio-Claudia. Caratteri generali

Giulio Cesare, il capostipite della Dinastia Giulio-Claudia.
Nerone, la fine ingloriosa della Dinastia Giulio-Claudia. Non si nota alcuna somiglianza con l'illustre avo.

Prima di addentrarsi nel dettagliato resoconto della vita di Claudio imperatore, è necessario effettuare un sia pur fugace excursus sulla sua famiglia, o meglio, sulla sua Gens. La Dinastia Giulio-Claudia (da qui in avanti DGC) inizia con Caio Giulio Cesare e finisce con Tiberio Claudio Nerone, così abbiamo dato un senso al suo nome. La DGC si distingue dalle altre gentes romane perché pare che uno dei bisbisavoli di Giulio Cesare, di passaggio nell'Africa nera, si sia trattenuto alquanto tempo come ospite presso una tribù di scimpanzè Bonobo, assimilandone usi e costumi, che trasmise alla sua stirpe e che diffuse per Roma. A cagione di ciò, la DGC non è altro che un guazzabuglio di accoppiamenti, unioni, incesti tale da far impallidire Beautiful, facendo la fortuna dei suoi sceneggiatori. Al tirar delle somme, la DGC non è stata la peggiore dinastia di imperatori romani, anche se tutto il popolo era costretto a sottoporsi alle attenzioni dei loro principi, i quali facevano rapire dalla milizia coloro che gli ispiravano desideri goderecci[2]. Si riporta qui un solo dato statistico: durante il periodo della DGC si avrà un'impennata inaudita nel consumo di strutto di maiale, usato come lubrificante nei cosiddetti rapporti contro natura.


Cenni biografici

Dalla nascita alle prime polluzioni

Claudio nacque pretermine di ventordici giorni tramite parto anale, nell'anno in cui Berta filava con Mario, da Sisinnio Scrofolo e Flavia Vento, due lontani cugini di campagna di Ottaviano Augusto, che lui non poteva sopportare in quanto rozzi, sguaiati e puzzolenti. Quando andavano a rendergli visita, pareva che a Roma si fossero dati appuntamento tutti i grossisti di letame dell'impero. All'età di otto anni, il suo pisellino iniziò a funzionare per conto suo, nei momenti meno opportuni: a lezione di grammatica, a tavola, nei funerali, durante il saggio artistico di fine anno scolastico. D'improvviso e senza preavviso, il suo membro si ergeva e schizzava notevoli quantità di liquido seminale in tutte le direzioni, con conseguenti scene di imbarazzo generale. Questa singolare disfunzione sarà un tratto distintivo dell'imperatore Claudio per tutta la vita.

Le malattie giovanili

Una scheggia di sebo prodotta da Claudio durante un attacco di dermatite seborroica.

Alla tenera età di ventuno giorni, Claudio aveva già passato tutti i CEI[3], e fu sottoposto ad intervento di protesi d'anca destra all'età di quattro anni, per una grave forma di coxartrosi. A tredici anni fu colpito da una forma particolarmente farmaco-resistente di dermatite seborroica, che gli faceva produrre grandi quantità di scaglie secche di sebo che

Lo scroto di Claudio un istante prima di quello starnuto.

"olebant sicut veteris pedes"[4].

(Puzzavano come piede vecchio)

Tale problema si ripresenterà periodicamente per tutta la vita, costringendo Claudio all'uso cronico di creme esfolianti, che a loro volta provocheranno reazioni allergiche da trattare con massicce dosi di antistaminici, che però (effetti collaterali) provocano sonnolenza, curata con iniezioni di caffeina. A sedici anni, in preda ad una rinite allergica, starnutì così forte che gli esplosero entrambi i testicoli, che peraltro ricrebbero spontaneamente nel giro di quattro giorni. A diciotto anni iniziò a crescergli la coda, molto simile a quella di Goku[5]. Oltre a spuntarla periodicamente, per non esporla al pubblico fu costretto a nasconderla nell'intestino retto.

Gli studi ed il Cursus honorum

Claudio non fu certo uno studente modello: pigro, svogliato e poco incline al rispetto della disciplina, si diplomò perito agrario solo a trentaquattro anni, col minimo dei voti, e con un grosso aiuto da parte dell'ormai anziano zio Augusto. Non volle sfruttare il diploma e per qualche tempo chiese spiccioli davanti al tempio di Giove Incontinente[6], minacciando i passanti tirchi di contagiargli la dermatite seborroica. Ma soprattutto spacciava hashish davanti al Circo Massimo durante i campionati di biga e i tornei di gladiatori. In questo periodo iniziò ad interessarsi al gioco dei dadi, che diventerà una delle sue passioni più coinvolgenti. Avrebbe trascorso il resto della sua vita in queste condizioni, se un giorno non si fosse ricordato della sua appartenenza alla DGC. Assillò il vecchio zio Augusto al punto che questi, un istante prima di esalare l'ultimo respiro, gli concesse, a trentasette anni suonati, la toga virile. Durante la cerimonia ufficiale Claudio imbrattò la toga con una delle sue improvvise polluzioni, lo zio Augusto trasecolò e cadde stecchito all'istante. A questo punto Claudio era pronto per darsi alla politica.

La carriera politica

Un senatore romano al lavoro.

Claudio aveva notato, con un certo disappunto, che tanti altri rampolli della Roma-bene avevano avuto un cursus honorum e una carriera politica abbastanza in discesa: ognuno era stato via via pretore, propretore, edile, censore, console[7], proconsole e infine senatore entro il quarantesimo anno di vita. Egli, invece, alla stessa età, si ritrovava ancora fermo al palo, con una toga tutta macchiata e nemmeno una collaborazione a progetto come usciere. Ma aveva un'altra possibilità: il 95% dei senatori si riforniva di hashish da lui. Per questo motivo, Claudio si ritrovò a sedere sugli scranni senatoriali nel giro di due giorni, bruciando in un battibaleno tutte le tappe intermedie. Poiché l'attività di senatore gli consentiva di trascorrere tutta la giornata senza avere un cazzo da fare, si dedicò anima e corpo alla nuova passione che lo stava divorando: il gioco dei dadi. Si presume che in tutta la sua vita abbia gettato i dadi per dodici fantastiliardi di volte; propose un teorema, valido ancora oggi, secondo il quale ogni volta che si getta un dado con le facce numerate da 1 a 6, immancabilmente uscirà un numero da 1 a 6. Sull'argomento scrisse anche un voluminoso trattato, che impose come testo scolastico, dopo aver reso il gioco dei dadi materia fondamentale di studio e disciplina olimpica. Gli altri senatori, perennemente fumati, non si curavano di lui se non per rinnovare le scorte ed in breve tempo Claudio divenne ricchissimo. Quando i soldi non bastarono più, i senatori iniziarono a pagarlo in natura, offrendogli mogli, figli, fidanzate/i ed offrendosi essi stessi. Per Claudio era un toccasana: poteva finalmente dare sfogo a tutte le sue polluzioni spontanee senza che ciò fosse motivo di vergogna o di scandalo. Nello stesso periodo, suo nipote Caligola, appena acclamato imperatore, dava il meglio di sé, per lasciare ai posteri un degno ricordo fino alla consumazione dei secoli.

Imperatore!

Claudio apprende di essere diventato imperatore. È ancora un po' umidiccio...

Caligola, in soli quattro anni, aveva raggiunto un indice di gradimento che i suoi predecessori non avrebbero potuto neanche lontanamente immaginare: solo un altro leader carismatico avrebbe eguagliato un tale consenso popolare, duemila anni dopo. Come ben si sa, l'invidia è una brutta bestia: un gruppo di senatori, totalmente privi di senso dell'umorismo, organizzò l'omicidio di Caligola, reo di costringerli a mangiare la stessa biada che dava al famoso cavallo Incitatus, da poco loro collega, per di più nella stessa mangiatoia. Fatto fuori Caligola, i senatori decisero che il suo successore dovesse essere uno di loro, per ridare forza all'autorità senatoriale, che Caligola aveva ripetutamente ridicolizzato, guadagnandoci in popolarità, garantendo comunque la prosecuzione della DGC. L'elezione di Claudio alla massima carica dell'impero fu quindi poco più che una formalità. Un drappello di pretoriani fu mandato a casa sua per avvisarlo della notizia. In quel momento, Claudio aveva avuto l'ennesima polluzione improvvisa, e si era innaffiato da capo a piedi. Lì per lì, si diresse verso gli ampi tendaggi del suo loft con vista su Piazza Navona e cominciò a pulirsi meticolosamente con essi. I pretoriani lo trovarono immerso in questa operazione, tutto avvolto nelle tende. Per questo nacque e si diffuse la leggenda metropolitana[8] che lo voleva talmente timido da nascondersi dietro alle tende alla vista dei soldati.

L'imperato da operatore L'operato da imperatore

La patonza gira in grande quantità per tutto l'impero romano, per merito di Claudio.
« Vertere oportet patonza![9] »
(La prima disposizione legislativa di Claudio, appena diventato imperatore.)

Questo fu il primo ordine di Claudio e fu prontamente eseguito. Ma non come aveva inteso l'imperatore: i suoi centurioni e i suoi pretoriani, un'accozzaglia di individui che, messi tutti insieme, non avrebbero raggiunto la metà del Q.I. di Costantino Vitagliano, fecero effettivamente "girare la patonza", ma nella seguente maniera: radunarono tutte le donne di Roma e dintorni dagli undici ai settantacinque anni, le stiparono su interminabili carovane, e le mandarono in giro per tutto l'impero, compresi i luoghi più sperduti e sfigati, come la Pannonia, la Tettonia, la Culonia, la Caccadocia e la Patatonia. Dunque, la patonza girò ovunque, tranne che dalle parti di Claudio. Dovettero trascorrere due anni prima che l'imperatore, che nel frattempo si era letteralmente liquefatto a forza di rasponi, si decidesse a modificare il suo ordine:

« Vertere oportet patonza APUD ME! Eccheccazzo! »

Solo allora i suoi uomini capirono.

Claudio in un momento della sua precipitosa fuga dalla Britannia.

Durante gli anni del suo principato, Claudio legalizzò le droghe leggere, commerciando egli stesso immense partite di cannabis. Le quotazioni del sesterzio schizzarono alle stelle, provocando le proteste della Britannia, che vedeva le frontiere di Roma chiuse al loro oppio, importato dal Catai, provocandone il deterioramento nei docks sul Tamigi dove era stoccato in attesa di invadere i mercati esteri. Per tutta risposta, Claudio attaccò di sorpresa la Britannia, un secolo dopo Cesare, riuscendo a conquistarla quasi del tutto costringendo l'esercito nemico a morire pieno di overdose col loro stesso oppio. Per evitare ulteriori spargimenti di sangue e di oppio, l'ultima battaglia doveva risolversi in una sfida a dadi tra Claudio e il capo dell'esercito britannico, Càlgaco. Giocarono al meglio dei cinque set, e vinse Claudio col seguente punteggio: 21-18, 16-21, 21-17, 19-21 e 25-23 al tie-break. Càlgaco ritenne che Claudio avesse barato e forse non aveva tutti i torti, quindi aggredì con una testata sul naso l'imperatore romano, che reagì tirandogli addosso una scheggia di sebo, centrandolo magistralmente all'occhio destro. Da cosa nasce cosa, ed in breve ultras romanisti e hooligans britannici giunsero allo scontro, con la polizia del tutto impotente a sedare gli animi. Alla fine il bilancio fu tragico: millemila morti da ambo le parti, tra cui lo stesso Càlgaco, mentre Claudio si salvò a stento travestendosi da Elton John. Raggiunse in maniera rocambolesca Roma, che per sua fortuna era una data del tour europeo del cantante, rilasciando false interviste in nome di quest ultimo. Rientrato nell'Urbe, Claudio si rese conto che durante la sua assenza sua moglie Agrippina aveva tentato di metterlo sotto impeachment con l'accusa di mancato pagamento di alcuni dividendi semestrali. Sarà questa la vera causa della sua morte.

Le disavventure private

Messalina colpita da un furioso attacco di prurito intimo.

Claudio non fu molto fortunato con le donne: non che gli mancassero, ma fu spesso manovrato da quelle che sarebbero dovute essere "le donne della sua vita". Si era sposato tre volte: la prima con Iulia Andreotia, fellatrice nota per la sua schiena curva da deformazione professionale, che lo scaricò fuggendo via con un pornodivo dell'epoca, un certo Francus Trigintacuspides; la seconda con Valeria Messalina, di cui si dirà più avanti; infine con Agrippina Minore, della quale tutto si può dire, fuorché che fosse un'ottima cuoca. Quando Claudio l'aveva sposata, Messalina era casta ed illibata. Sarebbe ora di restituire dignità e rispetto a questa donna, che certa storiografia ha dipinto nei secoli come dissoluta, empia e cospiratrice. In realtà, Messalina fu vittima fin dai suoi tempi di una colossale montatura mediatica, scatenata proprio da colei che l'avrebbe succeduta come moglie dell'imperatore: Agrippina, che non si faceva scrupoli di sorta pur di far diventare un giorno imperatore il proprio figlio Nerone, nato anni prima da un fuochista gallico di nome Gneo Domizio Enobarbo, noto come "Banana flambè". Messalina era una donna di saldi pricipi morali e mai e poi mai si sarebbe sognata di mettere in giro voci disdicevoli sul suo conto, ma anch'essa, come il consorte, aveva qualche imbarazzante problema di salute: un incontrollabile prurito intimo, contro il quale nulla potevano le abbondanti applicazioni di Vagisil®, le frequenti lavande con Tantum Rosa®, le quotidiane frizioni con olio di gomito. Così, la povera Messalina si attaccava a qualsiasi cosa potesse procurarle un po' di momentaneo sollievo. Che fossero ortaggi, attrezzi oblunghi, manici di scopa, membri maschili, non aveva importanza: per Messalina era imperativo infilare qualcosa nella vagina, al solo scopo di placare il diuturno tormento che l'affliggeva. Fu facile, per Agrippina, mettere in giro voci malevoli secondo cui Messalina si ripassava quotidianamente tre o quattro legioni di pretoriani, tutta la serie A dei gladiatori e chiunque fosse disposto a spendere un misero semiasse[10]. Claudio ci cascò come un tonno e fece uccidere Messalina, non prima di averla sottoposta alla tortura del solletico alle piante dei piedi per quattro ore. Era ancora calda quando Agrippina si installò al suo posto in casa di Claudio, trascinandosi dietro un bimbo paffuto, lentigginoso e rosso di capelli: Nerone. Agrippina non era bella come Messalina, anzi: era alquanto bruttina, ma per Claudio andava benissimo così: gli uomini non sarebbero caduti in tentazione davanti a lei. Agrippina era scaltra, astuta, perfida e calcolatrice e riuscì in brevissimo tempo a tenere saldamente in mano le redini politiche, economiche e sociali dell'impero, mentre Claudio si attardava tra patonze che giravano, interminabili partite a dadi, compravendita di canapa e derivati. Bastarono un paio d'anni per ridurre l'autorità di Claudio al valore di una cippa lippa: ormai non se lo cagava più nemmeno lo sgorgacessi del senato, che gli faceva trovare il bagno regolarmente intasato. Chi comandava veramente era Agrippina, che organizzò l'eliminazione di Claudio in un insolitamente torrido pomeriggio novembrino[11].

La morte

I funghi, questa volta, sono innocenti.
Ecco il vero colpevole della morte di Claudio.

Anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad una delle più clamorose mistificazioni storiche, montata ad arte dalla solita storiografia di parte, per compiacere ora questo, ora quel regime. Ci siamo sempre bevuti la favola che Claudio sia morto dopo aver mangiato un piatto di funghi avvelenati a bella posta da Agrippina. Ebbene, sappiatelo tutti, i funghi sono innocenti! Erano commestibilissimi, freschissimi, buonissimi e, per una volta, cucinati ottimamente da Agrippina.

Ma allora, come è morto realmente Claudio?

Si è detto più sopra che in quei giorni faceva un caldo bestiale e Claudio, che lo soffriva particolarmente, si rimpinzava di anguria. Agrippina aveva pianificato di avvelenarlo nella seguente maniera: preparò una quantità industriale di granita d'anguria, addizionata con generose mestolate di cloruro di potassio, mortale con simili dosaggi, e karkadè, che imitava il colore rosso della sbroda d'anguria, di cui Claudio era golosissimo. In quel pomeriggio Claudio sgargarozzò sessanta litri di granita taroccata, abbastanza per accoppare una mandria di giraffe, ma non fece una piega: a causa delle sue malattie, era diventato farmaco-resistente e i sovradosaggi di qualunque cosa gli facevano un baffo. Verso sera, quando Agrippina già pensava di vederlo cadavere egli, rinfrancato dalla granita e dal fresco serotino, le disse tutto pimpante:

« Beh, che si mangia stasera? »

Agrippina trasalì, ma seppe mantenere un contegno. Pensò ai funghi che il loro giardiniere Cucullione Proculo aveva raccolto per loro nelle tenute imperiali, quindi rispose prontamente:

« Funghi al funghetto, micione mio! »

Agrippina si diresse in cucina per preparare il piatto, non capacitandosi del fatto che Claudio fosse ancora vivo. Cucinò distrattamente, dimenticandosi di aggiungere il prezzemolo, ma imbandì, pur senza volerlo, un manicaretto squisito. Claudio lo divorò di gusto, mentre Agrippina si domandava ormai se non l'avessero bidonata, spacciandole latte in polvere per cloruro di potassio. Dopo un rutto tanto assordante quanto fetente di aglio, Claudio le disse:

« E ora, che ne dici di staccarmi un po' di croste dalla schiena?[12] »

Agrippina, colta di sorpresa, prese in mano il raschietto che di solito usava per questa simpatica operazione, ma finalmente, il veleno entrò in circolo e Claudio, spalancati occhi e bocca, emise l'ultima sua polluzione, che investì in pieno Agrippina, quindi si accasciò al suolo, privo di vita.

Altro che funghi! Bah!

Giudizi su Claudio

Non si sa perché, ma dall'antichità ad oggi un sacco, ma davvero un sacco di gente ha ritenuto di dover dire la sua su questo personaggio storico, suscitando profonde crisi di latte alle ginocchia e smartellamento scrotale in chi ha avuto la sfortuna di ascoltarli. Non è chiaro l'intento di tutta questa moltitudine di esegeti, a parte una malcelata tendenza a logorare la pazienza altrui, tuttavia si ritiene giusto, in questa rispettabilissima[citazione necessaria] sede, riportare almeno alcuni di questi giudizi, sì da poter avere un quadro il più possibile articolato e preciso.

La critica storica tradizionale

« Claudio era impotente, puzzava di cloaca e si odorava le dita dopo essersele infilate nell'ano! »
(Svetonio nelle sue "Vite dei Cesari".)
« Mi ha sempre venduto merda! E sì che gli ho mollato un pacco di soldi! »
(Un senatore bidonato più volte.)
« ... »
(Tacito su Claudio.)
« Quel figlio di puttana, che il cazzo di Nettuno se lo strainculi... »
(Il filosofo Seneca non prende bene la notizia dell'esilio comminatogli da Claudio.)

La moderna critica storica

« Mi pare di poter affermare, senza tema d'esser da veruno contraddetto, che Claudio si trovasse nell'impossibilità di discernere i particolari presarcastici di quella società ambigua, che lo stringeva in una unilateralità falsamente antidemagogica. »
« La mia illustre ava ha contribuito a farlo crescere politicamente! »
(Giulio Andreotti, non si sa a proposito di che.)
« Ma chi me l'ha fatto fare? »

Note

  1. ^ Nel senso che sì, sapeva di essere imperatore, ma si rese conto di essere anche burino solo il giorno prima di morire.
  2. ^ Sesso, età e status sociale non erano determinanti ai fini di questa scelta.
  3. ^ Non è la Conferenza Episcopale Italiana, ma i Comuni Esantemi dell'Infanzia nella nomenclatura della scienza di Esculapio , ossia morbillo, varicella, rosolia ed orecchioni. E questo non è uno sfoggio di cultura.
  4. ^ Come leggiamo nel Cessum Latinorum, opera assai discussa, di dubbia collocazione stilistico-temporale, di autore ignoto, scoperta ierlaltro in un monastero transiberiano.
  5. ^ Ma Claudio, come abbiamo visto, non era un Sayian.
  6. ^ In latino Iuppiter cum pannolone, meglio conosciuto come Giove Pluvio.
  7. ^ No, in effetti questo link non c'entra una mazza.
  8. ^ Messa in giro da Svetonio (Gaius Suetonius Tranquillus Mica Tantus), l'Alfonso Signorini del tempo.
  9. ^ La traduzione è presente anche su Google translator. In ogni caso, questa frase dimostra che la storia si ripete e che non c'è niente di nuovo sotto il sole.
  10. ^ Una piotta, al cambio attuale
  11. ^ Faceva tanto caldo che fu sospeso il campionato imperiale di scoregge, che potevano generare incontrollabili incendi.
  12. ^ Queste sono le ultime parole di Claudio.
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