Lucio Licinio Lucullo

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Anche Lucullo aveva sempre in testa una cosa sola. La seconda che hai detto!
« Panza mia, fatte capanna!! »
(Lucullo di fronte al suo spuntino pomeridiano.)
« Dove avete messo la porchetta avanzata a pranzo? »
(Lucullo che ha ancora un certo languore.)
« Avete preparato solo tre tipi di dolci?! Eccheccazzo!!! »
(Lucullo che prende a male la parsimonia in cucina.)

Lucio Licinio Lucullo - in latino: Lucius Licinius Lucullus - (Roma, 117 a.C. – 56 a.C.), detto "nescio fame", è stato un leggendario banchettatore, console, gozzovigliatore insaziabile e generale romano. Pur essendo uno sprocedato senza precedenti, le rappresentazioni che lo raffigurano ci mostrano un uomo dal fisico "asciutto", le spiegazione sono tre:

  • la tendenza nella scultura d'epoca romana a rappresentare l'uomo come forte e prestante, soprattutto se questi era un generale;
  • Lucullo aveva un verme solitario grosso come un pitone reale;
  • era bulimico e correva a vomitare subito dopo aver mangiato;
  • l'artista era un incapace (avevo detto tre).

Di lui ci rimane l'aggettivo "luculliano" (per indicare un pasto particolarmente abbondante e delizioso), qualche busto in marmo, un libro di ricette di settantaduemila pagine, i resti della sua villa di Napoli e il conto da pagare alla taverna Caesar's Palace ad Efeso (una cifra allora corrispondente ai proventi delle tasse dell'intera Anatolia).

Biografia

Una possibile ricostruzione del suo aspetto, basata sulle ossa trovate nella tomba, alcune dicerie e fantasie popolari.

Nato a Roma, fu membro dell'influente Gens Licinia. Era nipote del console Lucio Licinio Lucullo[1] e suo fratello era Marco Terenzio Varrone Lucullo (console nel 73 a.C.), entrambi figli di Cecilia Metella Calva[2] e Lucio Cecilio Metello Dalmatico[3]. Come sappiamo, i romani non sceglievano i nomi a caso, infatti Lucullo si ritrovò a ventinove anni a pettinarsi con lo straccetto di pelle di daino e ad avere tutta la pelle con grosse macchie nere tondeggianti, di cui una attorno all'occhio destro che gli valse il soprannome di Generale Panda.
Lucullo fu tribuno militare, prestando servizio agli ordini di Lucio Cornelio Silla e fu l'unico ufficiale ad appoggiare la sua marcia su Roma. Il dittatore si fidava di lui, tanto da affidargli la raccolta delle indennità di guerra di alcune regioni asiatiche che si erano ribellate. Lucio ci fece una discreta "cresta", ricavò palate di soldi e divenne potentissimo, tanto da attirare le invidie di alcuni consoli, che non digerirono la nomina ed iniziarono a chiamarlo Lucio Lecchinio Leccacullo. Leccacullo Lucullo ritornò a Roma nell'80 a.C. e fu eletto edile nel 79 a.C., per festeggiare diede splendidi giochi, ricordati per le cibarie fornite gratuitamente al pubblico: cartoccio de fusaje, ciotola de coratella, ciriola con porchetta e Caffè Borghetti.
Seppur la sua attività di edile lo impegnasse molto, sempre alle prese con un tramezzo da spostare o un controsoffitto, trovava comunque il tempo di assecondare la passione della sua vita, il buon cibo.

Un tipico banchetto "luculliano" che termina con la sodomia della cameriera, rea di aver portato il conto troppo alto e una bottiglia di Amaro Lucano quasi vuota.

Iniziò a diventare famoso per l'esagerata abbondanza e qualità dei suoi pasti, tanto che un invito a cena da Lucullo era il terzo desiderio più ambito a Roma, dopo: essere imperatore e una "zifonata" con Poppea. Silla in punto di morte rese Lucullo tutore di suo figlio Fausto, preferendolo a Gneo Pompeo Magno, perché quanto a magnà Lucio non era secondo a nessuno. Nel 74 a.C. diventò console, assieme a Marco Aurelio Cotta (zio di Giulio Cesare), e difese la costituzione di Silla dai tentativi di abrogazione e da Alfano. Nel 68 a.C. alla guida delle forze romane tentò la conquista dell'Armenia, gli equites (sostenitori di Pompeo) boicottarono Lucullo, la spedizione fallì, fu rimpiazzato proprio dal suo acerrimo nemico e fece ritorno a Roma.

Lucullo in vecchiaia si ritirò nella sua villa a Napoli, ove trascorse gli ultimi anni rimpinzandosi di schifezze d'ogni sorta.

Anziché tornare pienamente alla vita politica (nonostante fosse amico di Marco Tullio Cicerone), egli si ritirò a una vita privata e piena di piaceri, o, per dirla con le parole di Plutarco:

« Abbandonò i pubblici affari, si sentiva a disagio perché si accorse che essi erano oramai al di là del suo controllo, aveva avvertito che la sfortunata questione dei suoi molteplici sforzi e delle sue fatiche era destinata ad essere senza frutto. Inoltre, mi parve di intuire che s'era di molto rotto i coglioni!! »
(Plutarco.)

Usò la grande fortuna che aveva accumulato durante le sue guerre in Oriente per trascorrere una vita nello sfarzo più sfrenato. Aveva splendidi giardini fuori dalla città di Roma, così come ville a Tusculum e a Napoli. Quella nei pressi di Napoli era dotata di laghetti di pesci e di moli che si protendevano sul mare. Lucullo amava il mare, quasi quanto gli abitanti del mare stesso: fritture di calamari, impepata di cozze, mazzancolle alla griglia e spigola all'acqua pazza, non c'era pietanza a base di pesce che non lo attraesse in modo irresistibile, però cadde in depressione e iniziò a nutrirsi solo di pizza e panini. Si guastò il fegato e schiattò a sessant'anni, col rimpianto di non aver mai assaggiato le uova alla tartara e la figa di Cleopatra.

Aneddoti

Lucullo era veramente avanti, aveva inventato il McMixturam già nel 68 a.C.

Si tramandano parecchi aneddoti, alquanto celebri, sulla figura di quest'uomo.

  • Cicerone e Pompeo riuscirono a farsi invitare a cena a casa di Lucullo, ma gli proibirono di farne parola ai cuochi. Erano curiosi di sapere come mangiasse il loro anfitrione quando si trovava da solo. Siccome uno gli era simpatico e l'altro no, li invitò in serate diverse.
    • Quando Cicerone arrivò per cena, Lucullo ordinò ai servi di imbandire la tavola nella stanza di Apollo. Gli schiavi conoscevano precisamente a quali tipi di cibo fossero adibite le varie sale da pranzo, per cui l'ospite mangiò una palla di pelle di pollo farcita con cacciagione pregiata, come: pavoni di Samo, pernici di Frigia e Orsato di Schio.
    • Quando invece si presentò Pompeo, disse ai servi di preparare la sala di Plutone, che era il cesso del rustico. Cosa fu servito per cena non è stato specificato, ma Lucullo si finse indisposto e non toccò cibo.
  • Un'altra storia narra che, avendo sentito che il padrone non avrebbe avuto invitati per la serata, un servo imbandì la tavola solo per uno. Lucullo lo rimproverò dicendo: "Cosa?! Non sai dunque che oggi Lucullo cena con Lucullo?". Lo schiavo restò perplesso, poi disse: "Padrone, non credo che abbiamo scorte di cibo adeguate per questi invitati". Lucullo apprezzò l'acume del servo, ci fece una grassa risata sopra e lo fece crocifiggere perché gli aveva dato implicitamente del ciccione.

Curiosità

Lucky Luciano Loculetti, titolare della Taverna di Lucullo a Las Vegas, a suo dire vanta una discendenza diretta dal console romano.

Ovviamente è tutto da verificare, potrebbe trattarsi di un mitomane o di una storia tramandata oralmente di padre in figlio in buona fede, ma l'individuo è decisamente convinto di quello che dice. Per avvalorare quanto espone, mostra un'antica pergamena contenente una poesia scritta, secondo lui, da Lucullo in persona. L'esame al carbonio 14 ha collocato il foglio attorno al primo secolo avanti Cristo, mentre quello all'uranio 235 lo ha rovinato irrimediabilmente.
Per questo motivo citeremo l'ode a memoria:

« La colazione falla a bon'ora[4].
Er pranzo prima dell'ora[5].
A merenda nun tardà,
sennò la cena nun puoi fa!! »
(Lucio Licinio Lucullo. Console Romano. DCXIV Ab Urbe còndita.)

Lucullo fa rima con bullo, fanciullo, Catullo, citrullo e altro. Mi correggo, con altro fa rima altro. Cioè, intendo dire che... Vabbè!!

Note

  1. ^ Sì, pure er nonno.
  2. ^ Nome che fornisce assist n°1.
  3. ^ Nome che fornisce assist n°2... quando si dice "culo".
  4. ^ Buona ora = presto (tra le 6 e le 7)
  5. ^ Ora 1 quindi entro le 13:00

Voci correlate