Publio Terenzio Afro

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Un rarissimo Pog ritraente Terenzio.
« Sono un uomo: nulla che sia umano mi è estraneo. Neppure l'ingrediente segreto della Coca Cola. »
(Terenzio, Heautontimorumenos.)
« La vecchiaia stessa è una malattia. Cioè, dai, avete presente quei vecchi che hanno quei peli disgustosi nelle orecchie? »
(Terenzio, Phormio.)
« Tsk, Plauto era un copione di merda, fortuna che ci sono io! »
(Terenzio nel suo celebre trattato "Il bue che dice cornuto all'asino".)
« Si chiama "contaminatio", non è un plagio! »
(Terenzio si difende dalle accuse di plagio della sua commedia "Il senatore del Grillo".)

Publio Terenzio Afro, soprannominato così perché di origini africane e per la sua enorme acconciatura afro, fu un commediografo romano così popolare da essere apprezzato più per il suo lavoro da schiavo che per le sue commedie.

Vita

Terenzio nacque verso il 180 a.C. in Africa, a Cartagine, una cittadina che poi sarebbe diventata celebre per i profondi rapporti di amicizia intrattenuti con Roma. Qui venne catturato da un senatore che praticava la caccia al negro e portato a Roma, per lavorare nelle piantagioni di cicoria.

Il giovane Terenzio festeggia la propria liberazione con un bel sigaro.

Il senatore, Terenzio Lucano, lo fece istruire insegnandogli a centrare la tazza del cesso e a dividere per 0, ma dopo un po' lo affrancò, dopo aver notato che da quando l'aveva assunto[citazione necessaria] tutta la sua famiglia aveva perso la capacità di ridere a causa delle sue barzellette. Per essere sicuro che se lo prendesse qualcun altro, si inventò una balla dicendo di averlo liberato per la sua intelligenza e la sua bellezza, nonostante il ragazzo fosse magro come un'aspirante modella di Versace, basso come un nano da giardino e sapesse a malapena riconoscere il suo riflesso nello specchio. Il giovane assunse così con gioia il nome del padrone, facendosi chiamare Publio Terenzio Afro, visto che fino ad allora era chiamato da tutti "Quello là". Iniziò dunque a frequentare il Circolo degli Scipioni, un club esclusivo di letterati e anziani giocatori di bocce. Per loro scrisse diverse commedie, ma la critica, sapendo che l'humor non era il suo forte, tentò di affossarlo accusandolo di aver plagiato Nevio, Plauto, Menandro, Aldo, Giovanni & Giacomo e una decina di episodi di Friends. Tra la turba di critici spicca certamente la figura di Luscio Lanuvino ,membro della massoneria più radicale nonché attivista di Casapound. Come se non bastasse, fu accusato anche dell'incendio di Roma, dell'attacco a Pearl Harbor e di aver prestato il suo nome (che non era Pietro e dunque non gli fu restituito) ad alcuni suoi papponi protettori; fu in sostanza accusato di aver pubblicato delle commedie a suo nome nonostante fossero state scritte da politici suoi amici: a Roma, infatti, un politico poteva far trucidare la famiglia di un suo avversario, ma suscitava scandalo se scriveva commedie. Terenzio, ignorando che nessuno dei suoi accusatori avrebbe mai letto una sua opera, si difese con sagacia nell'introduzione di alcuni dei suoi lavori, scrivendovi, in rosso e in carattere Comic Sans, "NON HO FATTO NIENTE!". Terenzio morì all'età di 26-27 anni in Grecia, dove si era recato alla ricerca di altro materiale di Menandro da cui prendere spunto[citazione necessaria]; non si conosce la causa esatta della morte, ma le seguenti sono le ipotesi più accreditate:

  • morì per il dispiacere di aver perso in un naufragio più di cento commedie di Menandro, che aveva in programma di pubblicare a Roma a suo nome cambiando solo il colore dei capelli del protagonista;
  • morì in quello stesso naufragio, poco prima di morire di nuovo per il dispiacere;
  • morì annegato cercando di scoprire se avesse per caso il potere di respirare sott'acqua;
  • morì ucciso dallo zombie di Menandro, tornato dall'aldilà per vendicare le sue commedie innocenti.

Opere

La penna di Terenzio.

Terenzio scrisse di suo pugno addirittura sei commedie, alcune delle quali (per la precisione, sei) sono sostanzialmente opere di Menandro e Plauto copincollate su un foglio e poi pesantemente rimaneggiate; sono infatti caratterizzate, ad esempio, dall'inserimento di un tavolino da caffè che nelle opere originali non c'era.

  • Adria (Qualcosa): un uomo, Simone, si accorda col suo vicino di casa affinché i loro figli, Pànfilo e Filùmena (quest'ultima di chiare origini sarde) si sposino, ma non sa che in realtà suo figlio ha una relazione con Brooke, così Ridge gli spara e alla fine si scopre che Simone è la figlia perduta di Stephanie.
  • Hecyra (La suocera rompicoglioni): durante la prima rappresentazione di questa commedia il pubblico se ne andò schifato, preferendo andare a martellarsi le palle; durante la seconda se ne andarono tutti perché vicino al teatro stava passando il carretto dei gelati; solo al terzo tentativo il pubblico restò fino alla fine, siccome Terenzio aveva avuto l'idea di cospargere i sedili del teatro di supercolla. Svetonio riferisce che quell'anno, a Roma, il tasso di suicidi quintuplicò.
I due protagonisti degli Adelphoe: a sinistra il ragazzo che vive con suo padre, a destra quello adottato. Suo fratello non ha il privilegio di poter portare i bigodini.
  • Phormio (Il cloroformio, titolo dovuto alla sonnolenza provocata dalla commedia): un parassito riesce a combinare un matrimonio tra due cugini, Cip e Ciop, e le loro amate, una ragazza così povera da non potersi permettere una Panda usata e una ragazza punk che suona la cetra elettrica. Alla fine si scopre che quella povera è la sorella di uno dei due e la cugina dell'altro, ma questo se ne sbatte e la sposa lo stesso.
  • Adelphoe (I fratelli): un uomo, non riuscendo ad arrivare alla fine del mese, ha regalato al fratello uno dei suoi figli. I due bambini sono educati in modo opposto: mentre lo zio lascia che il nipote metta incinta tutte le MILF di Roma e dia fuoco ai cassonetti durante il derby, il padre naturale impone al figlio il coprifuoco alle due del pomeriggio e gli fa mangiare broccoli per cena.
  • Heautontimorumenos (Il punitore di se stesso, ossia chi decide di farsi la ceretta all'inguine): il titolo di questa commedia, che ha causato la morte per annodamento della lingua di chiunque abbia tentato di leggerlo ad alta voce, è lo stesso di una commedia di Menandro, così come i personaggi, lo stile e la trama: nella primissima versione del manoscritto, come autore figurava il nome di Menandro cancellato da una linea e seguito da quello di Terenzio.
  • Eunuchus (L'uomo-cappone): un ragazzo, pur di conquistare l'amata, finge che gli abbiano rubato il pene. Per lei la prima notte di nozze è indimenticabile.

Voci correlate