Commodo

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« Accommodati. »
(Commodo su un ospite a casa sua)
« Date a Commodo quel che è più comodo. »
(Commodo in un'imitazione di Giulio Cesare)
Commodo, per gentile concessione di Commodo.
« Mi sento molto Commodo. »
(Commodo sulla sua nuova poltrona)
« Per carità, basta con 'ste battute scontate sulla natura bislacca del mio nome! »
(Commodo su precedenti citazioni)
« Non mi ha ancora pagato il copyright! »

Commodo (Roma, 161 - Roma Commodiana, 192 d.C) fu l'ultimo imperatore della dinastia dei Commodini. Amante del lusso e della comodità, salì al trono con comodo e vi rimase comodamente per molti anni; da qui l'espressione Stai Commodo.

Biografia

Infanzia e adolescenza

Figlio di Marco Aurelio e fratello di Commodata D'uso, uccise il padre perché in quel periodo andava di moda e scopò analmente la sorella. Da qui il termine In Commodato d'uso, scoprendo solo dopo che la sorella aveva anch'essa il pacco.
A cinque anni bruciò vivo un servo in un forno con la scusa di avergli preparato un bagno troppo caldo, ma in realtà perché era ebreo. A 14 anni fece un pauroso incidente con il motorino che gli costò due anni sulla sedia a rotelle e a 18, appena presa la macchina, si schiantò contro un altro veicolo parcheggiato. Inutili i tentativi di dare la colpa all'autista dell'altro mezzo. Rendendosi conto di essere una sega nella guida, tentò prima la carriera da imperatore e poi quella da gladiatore.

Ascesa al trono

Si fece incoronare imperatore dai senatori Costanzo ed Egidio, figli purosangue di Manfredo, nipote di Terenzio, il primo senatore cavallo della storia, ciuco di Caligola. Come primo impegno politico promise di svuotare al più presto le casse dello stato, organizzando più di 143,6 giorni di feste, orge, combattimenti tra gladiatori, musica house e pasta con le sarde in onore della sua ascesa al trono.

Commodo era solito combattere nell'arena contro i più terrificanti e feroci animali esistenti sulla Terra. Abbiamo in esclusiva un'immagine di uno Struzzus mangiahomines, di cui il prode imperatore riuscì addirittura a decapitare un esemplare.

Fu l'unico imperatore che scese nelle arene a combattere contro i gladiatori e a giocare a calcio da solo contro l'AS Roma.[1] Riusciva a vincere ogni combattimento grazie agli abiti che indossava, che causavano conati di vomito e giramenti di testa agli altri gladiatori, facendoli deconcentrare e perdere.
Terminate le feste in suo onore, ne organizzò un'altra cinquantina in onore di:

Una sera, tornato ubriaco fradicio dall'ennesima festa organizzata da lui stesso, blaterò di chiamarsi Ercole, figlio di Giove e bla bla bla, fino a quando Giove non s'incazzò veramente come una bestia e scatenò la peste bubbonica contro Roma e i suoi abitanti, vietando inoltre ogni festa o gioco organizzato dall'imperatore. Commodo si ritirò in vita privata, dove pensava di stare più comodo.

Morte

Morì cadendo dalle scale per via dei tacchi troppo alti che non lo facevano stare comodo. Gli fu proclamata contro la damnatio memoriae per non diffondere alle generazioni future la sua morte poco onorevole.

Curiosità

  • Nel 182 a.C.picchia migliaia di persone con divani, poltrone e sofà in spalla si mossero alla volta di Roma al grido di Date a Commodo quel che è più Commodo.

Note

  1. ^ Non a caso fu soprannominato "l'imperatore demente".

Articoli incommodati

Preceduto da:
Massimo
Marco Aurelio

Imperatore Romano

180 - 192
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Pertinace