Maestra

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Maetris

Una maestra nell'atto di interrogare
Classificazione scientifica
Regno Animale
Phylum Rompiscatole
Famiglia Docenti
Genere Donna
« L'alunno è intelligente e ha le potenzialità, ma non si applica. »
(Frase diplomatica della maestra)
« L'alunno si applica, ma è scemo. »
(Quello che pensa realmente la maestra quando dice la frase sopra)
« Abbassa gli occhi e scrivi. »
(La maestra dopo aver tirato un bestemmione)
« Si sta come a gennaio, nella merda gli studenti. »
(Ungaretti.)

La maestra è un primate appartenente al genere Homo, il suo habitat si estende per un vasto areale che comprende la scuola elementare, l'asilo e l'asilo nido. Lo scopo della maestra dovrebbe essere quello di istruire gli alunni, fornendo loro gli strumenti necessari e sufficienti alla comprensione del vasto mondo che dovranno affrontare quando saranno adulti; oltre a questo dovrebbe insegnare loro i principi fondamentali del rispetto reciproco e delle autorità. Alla fine però il suo vero scopo è quello di rovinare la giornata dei poveri alunni, che imparano da lei unicamente quanto possano essere stronze le persone con un briciolo di potere in mano.

Storia e evoluzione

C'era una volta un paese a forma di Stivale che prende a calci qualcosa, questo paese non aveva un nome proprio, ed era diviso in tanti begli staterelli popolati da una vasta gamma di analfabeti che ogni tanto giocavano ad ammazzarsi tra di loro con rastrelli e clave, mentre tutto il resto del mondo giocava alla Rivoluzione industriale. Le uniche persone che sapevano leggere, scrivere e contare erano i preti e gli uomini di legge, dunque se qualcuno voleva che suo figlio imparasse a leggere, scrivere e contare doveva rivolgersi a una di queste due categorie, previo pagamento di una cospicua somma di danaro; sfortunatamente per i pampini la scelta ricadeva quasi sempre sui belligeranti preti, perché gli uomini di legge erano tutti troppo impegnati a incastrare Andreotti. Un giorno però un trio di dispettosi discoli di nome Camillo, Beppe e Garibaldi decisero che il gioco del picchiarsi non era più di moda, dunque motu proprio conquistarono tutti gli staterelli e li fusero insieme creando una super penisola chiamata Itaglia. I tre allegri compagni di merende, insieme a tutta la loro combriccola, per impedire al nuovo popolo itagliano di ritornare ai vecchi costumi rissaioli, istituì dei centri di reclusione (scuole) onde rinchiudere i figli degli analfabeti in modo che diventassero dei non-analfabeti. L'apertura delle scuole permise ad alcuni loschi figuri di farsi assumere come insegnanti; così nacquero i primi maestri, una marmaglia di incompetenti che sfruttò l'occasione per poter dare libero sfogo ai propri bassi istinti, creando alcune delle più crudeli torture che la storia avesse mai visto: compiti, interrogazioni, bastonate, ecc... Questo portò alla rapida estinzione dei preti, che vennero relegati al solo insegnamento della religione cattolica, apostolica e vaticanologa.

Negli anni '20 i membri del neoeletto partito liberal fascista a seguito delle crescenti pressioni dei movimenti femministi, decisero di dare il contentino a quelle oche isteriche ampliando il roster degli insegnanti anche alle donne, nacquero così le prime maestre, la cui unica ambizione nella vita era quella di incastrare un suo simile di sesso opposto, onde non rimanere zitella. Le nuove leve dell'insegnamento erano molto simili alle loro controparti maschili, baffi inclusi, l'unica differenza era il fatto che invece che insegnare nelle scuole di città, venivano spedite nei più atroci recessi delle campagne italiche, da cui spesso non facevano più ritorno. Nonostante questo le maestre riuscirono a poco a poco a soppiantare i loro ingombranti concorrenti, che videro ridurre sempre di più il loro numero e la loro influenza sino alla soglia dell'estinzione.

Con le penose contestazioni studentesche degli anni '70, le maestre subirono una rapida evoluzione che portò alla nascita di nuove specie, che colonizzarono le nicchie ecologiche cittadine lasciate libere dai maestri; questi ultimi sopravvissero all'estinzione evolvendosi nei professori. I successivi anni '70 soprannominati l'era DC, portarono ad un'ulteriore evoluzione delle maestre, le quali per ottenere l'abilitazione all'insegnamento non avevano più bisogno di sbattersi a studiare, ma semplicemente fare richiesta ai parenti con la tessera del partito; grazie a questo stratagemma molte maestre riuscivano a superare magicamente gli esami di abilitazione, ritrovandosi magicamente sedute su una qualche cattedra a non insegnare un tubo agli alunni.

Oggi le maestre stanno subendo un lento, ma costante declino, causato soprattutto dal massiccio apporto di bimbominkia e figli di immigrati nelle scuole, molto più difficili da gestire che i cari vecchi figli di operai italiani; come se non bastasse l'avvento dell'era internet ha reso anche fin troppo facile la documentazione dei comportamenti scorretti di cui le maestre si fregiavano negli anni passati, rendendo il mestiere meno divertente. Poi ci sarebbe anche da aggiungere il fatto che oggigiorno le maestre vengono obbligate a lavorare e pagate a sputi, il che, unito alla scomparsa dei tesserati DC, rende il mestiere decisamente meno appetibile di una volta.

Tratti salienti

I ferri del mestiere.

L'aspetto della maestra varia da esemplare a esemplare, dunque è difficile poterne fare un identikit universalmente valido; ci sono però dei tratti in comune, come ad esempio l'essere più ignoranti degli alunni a cui pretendono di insegnare qualcosa, ciò le rende indistinguibili dalla massa quando sono allo stato brado fuori dalle scuole. Un'altra cosa che hanno in comune tutte le maestre e che risulta ancora oggi un mistero mai risolto dagli studiosi è: dove vanno le maestre quando finisce il giorno di lezione? Perché in effetti nessuno ha mai visto una maestra al di fuori del suo habitat, il che ha portato molti a ritenere questa creatura un essere ultraterreno; questa teoria è suffragata anche dalla capacità della maestra di materializzarsi ogni mattina dietro la cattedra pochi istanti prima che entrino in classe gli alunni, anche nel caso ci sia una tormenta di neve o un ciclone atlantico. Oltre a questo va segnalato il fatto che la maestra è l'unico dipendente pubblico che non farà mai sciopero, presentandosi imperterrita anche se davanti all'ingresso della scuola ci fosse un raduno di operai comunisti incazzati e armati.

Strumenti di tortura insegnamento

  • Lavagna: da non confondere con l'omonima città ligure, trattasi di una lastra di pietra nera su cui la maestra scrive formule sataniche e altre bestialità.
  • Registro: in cui la maestra scrive le parolacce e altre cose sconce, spacciandole agli alunni per cose serie e importanti.
  • Sussidiario: un libro su cui, secondo la maestra, sta scritta la verità e nient'altro che verità, assieme a tutto lo scibile umano e altre cagate.
  • Il Grimorio maledetto: si tratta di un sussidiario che la maestra si porta direttamente da casa, da cui ella estrae tutta una serie di letture e compiti abominevoli e fuori da ogni logica; la maestra non mostrerà mai agli alunni il suo contenuto, perché secondo lei in questo libro c'è molta più verità che nel sussidiario ed è fuori dalla comprensione dei mocciosi.
  • Fotocopie: pezzi di carta da cui gli alunni taglieranno sempre via le enormi strisce bianche nelle parte superiore e inferiore onde incollarle più agevolmente sul quaderno, nessuno sa di preciso cosa c'è scritto perché generalmente nessuno le legge a causa dell'abnorme quantità di lettere di cui sono ricoperte.
  • Dettato: la tortura più comune messa in campo dalla maestra; consiste nel obbligare gli alunni a scrivere tutta una serie di puttanate che generalmente lei legge da qualche fottuto settimanale di gossip, mentre i poveri bambini si slogano il polso cercando di stargli dietro.
  • Compiti: dopo aver tenuto rinchiusi in un'aula gli alunni per un'intera mattinata, la maestra si prodiga di tenere i disgraziati chiusi in un stanza anche il pomeriggio.

Specie

Specie estinte

Il Prete (Pretorum lexio)

Considerato dagli evoluzionisti il capostipite delle moderne maestre, il Prete era solito educare gli alunni con gli stessi metodi che normalmente usava per riportare gli eretici sulla retta via: sberle, bacchettate, scudisciate, insulti e interrogazioni; nessuno poteva ribellarsi alle sue angherie, neanche i poveri genitori che venivano tenuti buoni con la minaccia di finire all'inferno, oppure sul rogo. Quando la scuola divenne obbligatoria, i Preti vennero relegati al solo insegnamento della religione cattolica senza però rinunciare ad infliggere punizioni fisiche e corporali agli alunni, ovviamente non prima di aver enunciato i principi di pace, amore, perdono e fratellanza riportati sul vangelo™. In seguito gli venne pure impedito di insegnare religione finendo a insegnare catechismo nelle sagrestie delle chiese, dove molti di loro decisero di sostituire le vecchie punizioni con qualcosa di molto meno rumoroso e decisamente più silenziabile. Ogni tanto capita che alcuni di loro, particolarmente decrepiti e rimbambiti, si presentino nelle scuole con in mano dei santini e un pacchetto di caramelle Rossana scadute da più dieci anni, inquietando gli alunni e le maestre con discorsi sul dire 3-4 ave Maria al giorno per un non meglio precisato motivo, schiumando come lupi rabbiosi e tremando come lavatrici al risciacquo.

  • Metodo di insegnamento: insegnare qualche frase in latino a dei mocciosi che a malapena parlavano in dialetto, inframezzando la lezione con bestemmie e legnate.
Il Violento (Maestrum atrox impetus)

Specie che ha infestato le scuole fino alla sua definitiva estinzione negli anni '60; questo esemplare, ha evoluto le sue mani per fare in modo che la bacchetta che impugnava diventasse una naturale estensione del suo corpo, impiegandola spesso e volentieri per violentare fisicamente i bambini ritenuti incapaci o anche solo per mero divertimento personale. Ma le legnate non erano l'unico sistema che impiegava per tormentare gli alunni, il Violento non si faceva mancare crudeltà come far inginocchiare sui ceci i malcapitati facendogli indossare degli orribili cappelli con delle orecchie d'asino; alcuni di loro si producevano in autentiche bastardate, come ad esempio spezzare le matite ai figli dei mezzadri senza soldi. Tutto andò avanti sino a quando qualcuno non decise che era ora di mettere catena e museruola a questi animali, rinchiudendoli in qualche zoo.

  • Metodo di insegnamento: legnate, legnate e legnate.
La Maestra del villaggio (Maestris vulgaris)
Una ricostruzione di Maestra del villaggio.

Primo esemplare femminile ad apparire sul suolo italiano; essa era una giovane donna che appena ottenuta l'abilitazione ad insegnare veniva spedita nei più allucinanti, reconditi e impervi luoghi dello stivale al solo scopo di insegnare qualcosa agli zotici scolari che si ritrovava a gestire. Essendo stata non istruita, ma letteralmente indottrinata all'insegnamento, molte di queste maestre prendevano il loro mestiere come una missione, manifestando comportamenti autoritari e fanatici degli di un tenente dell SS; memorabili erano le sfuriate che mettevano in scena ogni volta che sentivano un alunno pronunciare una sola parola in dialetto, linguaggio che cercavano di eradicare con metodi alla Auschwitz. Ricordate con disprezzo dai loro ex alunni anche per la loro pignoleria, alcune di loro pretendevano dagli alunni cose come portare a scuola la legna per accendere la stufa, ovviamente senza pagare, rincarando la dose di stronzaggine qualora avessero fatto anche solo 5 minuti di ritardo.

  • Metodo di insegnamento: di solito non insegnavano nulla di utile, passando l'intera mattinata obbligando gli alunni a riempire i quaderni con delle linee oblique o delle chiavi di violino, punendo severamente, arrivando anche alla bocciatura di chi non le sapeva fare bene; non c'è da sorprendersi dunque se negli anni passati molti ci mettessero dieci anni per arrivare in quinta.
Il Relitto (Maestris vulgaris relittis titanicus)

Il Relitto era la dimostrazione pratica dell'incompetenza dell'intero apparato scolastico italiano, il quale, neanche tanto tempo fa, lasciava beatamente che una maestra con più di 50 anni di servizio e senza aver mai fatto un corso d'aggiornamento in vita sua, continuasse con metodi e programmi oltremodo vetusti ad insegnare a dei bambini, testimoniando con la sua monolitica presenza le brutture di un mondo passato. A causa della vecchiaia il suo aspetto era simile a quello di una cariatide: dimensioni ragguardevoli e volto porchino, immancabili erano gli indumenti antidiluviani in diverse tonalità di grigio da intonare col grigiume dei suoi capelli. Il suo modo di camminare era un incedere pachidermico, che la obbligava a doversi mettere in marcia per la scuola, che si trova nei pressi di casa sua, tre ore prima del normale, onde rispettare l'inossidabile consuetudine della maestra che arriva sempre prima degli alunni. Essendo cardiopatica non si lasciava mai andare a sfuriate e roba simile, il che unito al suo aspetto da innocua nonnina poteva far pensare a lei come un maestra tranquilla, ma non bisognava lasciarsi ingannare dalle apparenze; essendo stata addestrata ai tempi del fascismo risultava estremamente fiscale e stronza, non ci pensava due volte a dare dei votacci ai poveri alunni, che disprezzava con tutto il cuore, i quali ben presto capivano con che terribile essere avevano a che fare.

  • Metodo di insegnamento: non avendo mai aggiornato le sue competenze, questa maestra era insistentemente attaccata come un lichene a consuetudini scolastiche desuete, spaccando non poco le balle con l'apprendimento mnemonico di poesie orrende e coniugazioni verbali assurde, menando insopportabilmente il cazzo per la brutta calligrafia.

Specie ancora tra le palle

Un tipico esemplare di sadica
La Sadica (Maestris atrox sadist)

Conscia del fatto che se allunga le mani su un alunno rischia di finire in galera, la Sadica per far soffrire gli scolari ha ripiegato sulla violenza psicologica, escogitando tutta una serie di sottili crudeltà degne di un serial killer psicopatico. Come prima cosa la Sadica farà capire chi comanda facendo sfoggio della sua indole severa e ritrosa, solitamente parla a bassa voce, per rilassare le vittime, salvo poi urlare all'improvviso alla prima mancanza frantumando un timpano ai malcapitati. Spesso opera nelle scuole di periferia o di campagna dove, facendo leva sulla probabile ignoranza dei paesani che mai si sognerebbero di mettere in discussione i metodi d'insegnamento di una con un titolo di studio, instaura dei veri e propri regimi di terrore. Tra le altre cattiverie vanno riportate: l'abitudine di far durare la ricreazione meno del normale, affermare l'inesistenza di Babbo natale deridendo in modo perfido chi ci crede ancora, dare dello sfaticato all'alunno che dopo 2 ore filate di dettato non riesce più a starle dietro, costringere gli alunni a leggere le porcate scritte nel sussidiario lamentandosi che vanno o troppo piano o troppo veloce e come ciliegina finale, agli incontri con i genitori esagererà in maniera esponenziale ogni mancanza degli scolari facendo si che li sgridino, magari rifilandogli gli sganassoni che lei non può dargli.

  • Metodo di insegnamento: le sue lezioni consistono in estenuanti dettati e letture inutili, che interromperà solamente quando si vuole divertire al suo gioco preferito, ossia mandare uno sventurato alla lavagna per obbligarlo a scrivere frasi astruse o risolvere operazioni difficilissime, mettendolo in soggezione con il suo sguardo gorgonico che si contrarrà in un perfido sogghigno non appena individuerà l'errore che le permetterà di umiliarlo con frasi cattivissime al limite della denuncia.
La Picchiatrice (Maestris atrox pestantem)

La Picchiatrice è una sottospecie ascrivibile al genere atrox che se ne infischia altamente dei rischi derivanti dal pestaggio di un bambino. Si tratta di una creatura vile, che preferisce alzare le mani e maltrattare gli indifesi alunni degli asili nido in quanto troppo codarda per affrontare prede anche di poco più grandi; ella credendosi invincibile, si auto convince che ogni sua azione rimarrà impunita in quanto i mocciosi che molesta sono troppo codardi per raccontare ai genitori quello che combina. Convinzione che viene sistematicamente smentita dai carabinieri, i quali, a seguito di una bella denuncia e dopo aver piazzato delle microtelecamere dove lavora, la catturano facendogli fare una bella figura di merda al telegiornale delle 7:00.

  • Metodo di insegnamento: strattonare e insultare i bambini, giustificandosi col fatto che la vita è una lotta e bisogna impararlo fin da subito.
Il Maestro (Maestrum whiskeymaschiumsenzarischium)

La linea evolutiva di questo insegnante si è separata da quella del Violento presumibilmente nella seconda metà del 1800, ma gli scienziati sono tuttora discordi su questa teoria, anche perché i primi esemplari risultavano molto simili ai loro più feroci coetanei; venne descritto per la prima volta da Edmondo De Amicis, che nel suo libro Cuore ne riportò la rudimentale umanità che lo distinguevano dal predecessore. Il Maestro non riuscì mai a imporsi a causa della spietata competizione con i Violenti e con le neonate Maestre del villaggio, che fino alla fine degli anni 40 spadroneggiavano nelle scuole di tutta Italia; fu però negli anni sessanta con l'avvento della televisione che il Maestro riuscì a imporsi, grazie anche ad esemplari come Alberto Manzi che col suo programma Non è mai troppo tardi mostrò agli analfabeti italiani che potevano tranquillamente imparare a leggere senza l'ausilio delle bastonate. Con il passare dei decenni il Maestro riuscì non solo a soppiantare il suo inutile predecessore, ma anche ad ottenere una spiccata autorevolezza che lo distingueva, spesso in modo positivo, dalle varie specie di maestre che si sono evolute assieme a lui. Pur non soffrendo dei disturbi psichici che spesso affliggono le maestre, qualora si ritrovasse un alunno che in quarta elementare non sa ancora fare una banale divisione, si potrebbe risvegliare il suo istinto primordiale facendolo sbroccare di brutto, arrivando nei casi più estremi, a riesumare la vecchia pratica del prendere per i capelli il malcapitato e fargli sbattere la fronte sulla lavagna ogni volta che scrive una castroneria.

  • Metodo di insegnamento: obbligherà gli alunni a studiare alla grande, sottoponendoli poi a delle gran interrogazioni.
La Maestra normale (Maestris maestris)

Questa maestra, purtroppo meno comune di quanto dovrebbe, è ciò che ogni alunno prega di avere: una persona senza problemi cerebrali che insegni loro qualcosa del mondo e possibilmente che non gli meni il cazzo.

  • Metodo di insegnamento: conscia del fatto che ha a che fare con dei bambini, dunque cerca di inculcargli le cose in testa senza forzare troppo la mano, con metodo e tanta sana pazienza, che non guasta mai; grazie a questo chiunque ha avuto a che fare con lei non se la dimenticherà finché campa o finché non gli viene l'alzheimer.
La Zia (Maestris ziie)

Molto simile alla Maestra normale, presenta però un comportamento più bonaccione, che porterà gli alunni a comportarsi nei suoi confronti come farebbero con una qualsiasi delle loro zie zitelle. Ovviamente questo porterà gli alunni ad essere lassisti nei suoi confronti e a fare spesso del bordello, spingendo la Zia a cioccare due o tre urli per riportare tutto all'ordine; normalmente la cosa finisce li senza coinvolgere registri o genitori e alla fine tutti tornano amici come prima, fino al prossimo bordello.

  • Metodo di insegnamento: siccome è troppo buona si limita a consegnare una gran quantità di fotocopie che nessuno leggerà mai, a volte spiega, ma raramente gli alunni si ricordano quello che dice.
L'Incapace (Maestris inettis)

Questa singolare creatura predilige come habitat le classi prime o al massimo seconde, da cui raramente si allontana nel corso della sua vita. Il motivo di tale territorialità è dovuto alla sua inadeguatezza nell'insegnare oltre che nella sua ignoranza complessiva, infatti questa donna sa a malapena leggere, scrivere e contare, tutte cose che bene o male sa fare chiunque e che chiunque saprebbe insegnare meglio di lei; dunque auto relegandosi nelle prime potrà guadagnarsi il pane senza faticare e senza che nessuno le rompa le scatole, dato che nessuno verrà mai a valutare le sue competenze, ovviamente inesistenti. Ma la cosa grave di questa maestra è che per mascherare la sua palese inettitudine e dare ai genitori una parvenza di serietà, si comporterà nei confronti degli alunni in modo severo, altezzoso e inutilmente pignolo, rendendosi oltremodo detestabile; come se non bastasse è geneticamente predisposta a scrivere note sul diario degli alunni per qualsiasi motivo, anche quello più stupido.

  • Metodo di insegnamento: obbligare gli alunni a passare intere mattinate e pomeriggi riempiendo intere pagine di quaderno con lettere scritte in corsivo e stampatello.
Una scalda sedie mentre passa la mattinata.
La Scalda sedie (Maestris sedem succensus)

Presente solo in Italia e forse in qualche paese sperduto dell'est Europa, la Scalda sedie è una creatura che passa intere giornate a non fare un cazzo a spese della collettività, contribuendo involontariamente ad aumentare il numero degli ignoranti. Il titolo di studio per insegnare non si capisce chi gliel'abbia dato, visto che è così ignorante da non sapere cosa sia un cinghiale o la differenza tra un indiano d'America e un indiano dell'India; la Scalda sedie se ne fregherà beatamente di qualunque cosa, anche qualora un'alunno si presentasse al suo cospetto con un occhio nero causato da un branco di bulletti che lo hanno menato solamente per farsi due risate in allegria, al massimo si limiterà al consueto «bambini queste cose non si fanno, chiedete subito scusa». Il tutto dura finché qualche genitore non si incazza e gliene dice quattro, allora diventa rompiscatole finché non si calmano le acque, per poi tornare a fregarsene altamente di tutto e anche più di prima.

  • Metodo di insegnamento: quando opera in un asilo è solita lasciare che i bambini facciano quello che gli pare finché non si fanno male, se invece si trova ad operare in una scuola elementare non sapendo come far passare la mattinata ammazzerà il tempo facendo dei lunghissimi dettati pretendendo che gli alunni scrivano tutto senza porsi domande, bestemmie comprese, oppure li obbligherà a leggere cose a caso sul sussidiario non curandosi se abbiano capito o meno
La Gallina (Maestris gallus)

Questa tipologia di maestra è tra le meno pericolose che si possono incontrare, ma tale caratteristica è controbilanciata da un'aspetto ruspante e trasandato, i cui tratti salienti sono: le corpose infiltrazioni di grasso sui fianchi, la cresta di capelli grigio-neri completamente spettinati, il viso androgino con annesso becco nasale, orribili cappotti alla Tenente Colombo e soprattutto la voce stridula e ronzante. Di indole placida, non rompe particolarmente le scatole agli alunni, i quali pur deridendola a sangue, la apprezzano. Esiste anche una variante addomesticata nota come Maestris gallus domesticus che presenta capelli pettinati corti tinti di nero e tuta da ginnastica nera sfinante.

  • Metodo di insegnamento: quando non ha voglia di lavorare permette ai pampini di passare un paio d'ore disegnando quello che gli pare a loro; quando invece si sente in vena attaccherà a spiegare cavolate finché non gli si secca la gola, prolungando le sue spiegazioni fin dopo la naturale fine delle lezioni, obbligando gli alunni a farle notare che sarebbe ora di tornarsene tutti a casa.
Il Pinguino De'Longhi (Maestris gallus delongus)

Il Pinguino De'Longhi è quel genere di persona che non dovrebbe mai mettere piede in una scuola; il suo nome deriva dal suo grottesco aspetto fisico che richiama la fusione tra un pinguino e uno scaldabagno: bassa, grassoccia, sempre vestita in abiti scuri per fare pendant con i capelli palesemente tinti di nero, la sua pelle è di un fastidioso bianco cadaverico, con la faccia gonfia corrucciata in un'insopportabile smorfia. A causa di questo la sua persona sprizza ridicolaggine e una certa antipatia da ogni poro, ragion per cui gli alunni la prenderanno a male appena la vedono. Ad aggravare questa già infelice situazione iniziale si aggiungerà la sua indole severa e nevrotica che la porterà a sclerare con facilità, dimostrando non solo di essere brutta e antipatica, ma anche scema. Per colpa del suo pessimo carattere quello che dovrebbe essere un normale giorno di lezione diventa un'estenuante braccio di ferro tra il Pinguino De'Longhi che non riuscirà a insegnare niente e gli alunni che non impareranno nulla, rifilandogli gestacci offensivi ogni volta che darà loro le spalle. Come se non bastasse, a rendere la situazione ancora più incandescente si aggiungerà il fatto che tutte le altre classi della scuola saranno presiedute da Maestre nettamente migliori, che acuiranno la pessima percezione che i suoi alunni avranno di lei.

  • Metodo di insegnamento: essendo una sclerata incapace farà lezioni noiosissime che non invoglieranno in alcun modo gli alunni a starla a sentire, limitandosi a ricopiare quello che scrive alla lavagna ed ad annuire ad ogni sua affermazione con malcelata stizza e senza imparare nulla. Una classica puttanata che questa maestra è solita fare consiste nell'intimare agli scolari di studiare dopo aver spiegato malamente chissà cosa, ovviamente nessuno studia un cazzo dato che non interroga mai, ma a sorpresa quando meno ce lo si aspetta, decide di interrogare un disgraziato a caso su un argomento spiegato tre mesi prima, appioppandogli ovviamente un brutto voto sul diario; nell'arco di un intero anno scolastico compie questa stronzata circa tre volte e tutte le volte becca sempre il solito stronzo.
La Maestra in lutto (Maestris luctus mortificantis)

Questa maestra risulta oltremodo insopportabile; avendo perso il marito o un figlio e non riuscendo ad elaborare il lutto si sente arrabbiata col mondo, motivo per cui sfogherà sugli alunni tutta la sua disperazione, massacrandoli di rimproveri urlando a squarciagola come un'aquila alla minima cosa, riuscendo a farsi inutilmente odiare e a compiere la non invidiabile impresa di disaffezionarli a vita alle materie che insegna, generalmente matematica e religione. Ad aggravare il tutto si aggiunge il fatto che questa maestra a seguito della disgrazia subita diventa terribilmente religiosa, motivo per cui cercherà sostegno da un qualche confessore invece che ad uno psichiatra, cosa che di fatto peggiorerà le sue già precarie condizioni psichiche, rendendola ancora più arrabbiata di quanto già non sia.

  • Metodo di insegnamento: urlare.
La Svampita (Maestris svampatum)

Capelli lunghi unti, faccia butterata, occhiali, gonna ottocentesca e l'orrendo maglioncino da vecchia, sono le caratteristiche che rendono la Svampita una maestra inconfondibile. Si tratta di una persona afflitta da tutta una serie di vizi, tic e paranoie che suscitano negli alunni e nei loro genitori sentimenti contrastanti che vanno dall'ironia alla pena. Nel suo stato normale è solita comportarsi sopra le righe parlando ad alta voce con la sua voce squillante, facendo lezioni ridicole sugli animali e sulle piante, specialmente quelle che si fuma, possiede ventordici gatti o 6/7 cani con cui di norma e regola dorme, assimilandone il ripugnante odore di pelo bagnato. Generalmente poco pericolosa, questa donna non insegnerà mai nulla di utile agli scolari, che di lei ricorderanno solo degli orrendi maglioni.

  • Metodo di insegnamento: spiegare cazzate; qualche volta si presenta a scuola con i suoi animali domestici o con degli strumenti musicali, con cui stordisce gli alunni cantando le canzoni che negli anni '70 spopolavano tra gli hippie drogati di Woodstock.
La Macchina (Maestris skynet)

Detta anche il Robot, questa maestra è riconoscibile dagli immancabili occhiali e dall'inquietante modo di parlare più simile a un androide che non a una persona; generalmente questa creatura conduce le sue lezioni quasi sempre seduta dietro la cattedra, osservando gli alunni seduti davanti a lei come un telecamera di sorveglianza, inducendoli o al sonno o a farsi gli affari loro, con il suo modo di parlare monotono e annoiante. Questo però attiverà i suoi sensori facendola inesorabilmente incazzare, il che farà capire ai presenti che non è un soprammobile, ma un essere umano e anche dannatamente suscettibile.

  • Metodo di insegnamento: di solito fa dei gran dettati, che interromperà solamente per ricaricare le batterie, propinando agli alunni dei temi su argomenti improbabili, come ad esempio Parlami dell'autunno, I miei animali domestici o Cosa ho fatto ieri a casa.
Una Trincia Palle mentre sta per designare la sua prossima vittima.
La Trincia palle (Maestris demoni infernalis)

Questa maestra è in realtà un feroce demone assassino specializzato nel predare i testicoli agli alunni, da cui il nome "Trincia palle". Ancora più priva di scrupoli e sentimenti di uno Xenomorfo, la Trincia palle ha la capacità di mettere in riga ogni genere di alunno, anche se questi fosse Satana in persona; sostenendo che gli scolari sono troppo grandi, li tratterà alla stregua di ventenni scapestrati, rompendo loro le palle per ogni genere di cosa, anche solo se uno ha momentaneamente distolto lo sguardo dalla sua persona per guardare il quaderno su cui sta prendendo appunti o viceversa. Non contenta di castrare gli alunni durante la lezione, la Trincia palle si prodigherà di mozzare testicoli anche durante la ricreazione, arrivando a menare il cazzo solo perché dei bambini di otto anni si raccontano delle innocue barzellette e ridono, sostenendo rabbiosamente che sono troppo grandi per fare queste cose; la sua immonda fame di palle la porterà spesso a molestare anche gli alunni di altre classi da lei non gestite, suscitando la rabbia dei suoi colleghi. Letteralmente incapace di manifestare il benché minimo sentimento, non sorriderà mai, mantenendo per tutto l'anno scolastico la stessa espressione da pitbull inferocito, instillando negli alunni un odio verso la sua persona tanto inutile quanto deleterio.

  • Metodo di insegnamento: qualunque attività svolta in classe da questa donna non è finalizzata all'insegnamento di qualcosa, ma solamente all'infierire dolore e sofferenze.
La Maestrina d'asilo (Maestris asylum)

Questo esemplare opera soprattutto nelle classi terze e quarte ed è generalmente molto amata dai suoi studenti, i quali ignorano quanto questa persona possa essere deleterea nel lungo periodo. Il motivo è semplice: credendo che imparare sia un gioco passerà tutte le mattine a giocare con gli scolari invece che insegnare, proprio come fanno di solito le maestre d'asilo, luogo dove ella dovrebbe essere relegata. Dopo uno o la massimo due anni di attività, la Maestrina d'asilo scomparirà dalle scene senza lasciare traccia, abbandonando i malcapitati alunni ad un altra maestra, che notato il fatto che non sanno un tubo penserà bene di reintegrare le conoscenze massacrandoli per bene. Quelli che hanno avuto a che fare con questi esemplari di maestra avranno lacune nel metodo d'apprendimento permanenti che li porteranno ad essere quasi sicuramente bocciati una o due volte alle superiori, che spesso abbandoneranno per andare a lavorare come servi da qualche parte, i più fortunati invece riusciranno a terminarle con uno sforzo pari ad un parto. C'è da notare che gli alunni NON incolperanno mai della loro incapacità scolastica la Maestrina d'asilo, che probabilmente nello stesso momento in cui staranno raccontando le loro disavventure a uno a cui stanno lucidando le scarpe, starà rovinando un'altra classe elementare.

  • Metodo di insegnamento: non sapendo assolutamente insegnare una beneamata fava, passerà tutto l'anno scolastico a facendo fare disegnini sugli A4, temini idioti sugli animali e cartelloni formato parete sulle filastrocche più improbabili.
La Maestra col figlio deficiente appresso (Maestrsis mater cretinens)

La pericolosità di questa maestra non è data dalla sua persona, ma dal figlio che si porta dietro. Suddetto figlio o è un perfetto idiota o è affetto da tare mentali, infatti pur avendo la stessa età degli altri alunni si comporterà in maniera infantile e oltremodo insopportabile; essendo pure viziato fino al midollo, si lascerà andare ad orribili scatti di rabbia, urlando e strepitando come un coglione per un nonnulla arrivando a lanciare oggetti e sputare addosso alle persone senza alcun motivo. Ovviamente si comporterà in modo scemo e prepotente non solo nei confronti degli altri alunni, i quali saranno impossibilitati dal dargli un bel pugno in faccia, ma anche nei confronti di sua madre, la quale insiste a portarselo dietro perché se lo lasciasse in un altra scuola come minimo se lo vedrebbe portare via dai servizi sociali.

  • Metodo di insegnamento: dovendo stare dietro sia alla classe che al figlio, questa maestra non riuscirà mai a insegnare qualcosa agli alunni, i quali non impareranno un bel niente in un anno intero; come se non bastasse alla lunga il suo carattere diventerà anche troppo irritabile, il ché unito alle sortite della piattola che si porta dietro, rendendo ogni singolo giorno di lezione terribile quanto camminare in mezzo a un campo minato.
L'insegnante di sostegno (Maestris support)

Quando un alunno si dimostra troppo ritardato per poter stare dietro ad una lezione sui dinosauri, i genitori possono fare richiesta al Ministero dell'Istruzione per avere qualcuno che gli dia una mano; al che il Ministero estrae dal cilindro questa individua, che durante la lezione si siederà di fianco all'inetto scolaro leggendo, scrivendo e imparando al posto suo. Generalmente giovane e di aspetto neutro, questa maestra pur rimanendo quasi sempre in silenzio e in disparte, verrà percepita dagli alunni come una presenza ingombrante e fuori contesto, tanto da suscitarne un fastidioso senso di repulsione; oltre a questo, lo scolaro che usufruirà dei suoi servigi verrà additato come un fottuto profittatore figlio di papà e pertanto emarginato a vita, fatto questo che gli procurerà molti più problemi di quelli che la Maestra di sostegno lo aiuterà risolvere.

  • Metodo di insegnamento: sgobbare al posto dl suo protetto.

Curiosità

  • Tutti gli esemplari riportati esistono o sono esistiti veramente.
  • Negli anni novanta alcune maestre si prodigavano in penose figuracce barbine, quando dopo aver casualmente visto gli esperimenti scientifici all'interno di programmi come Solletico, si presentavano il giorno dopo a scuola spiegando malamente lo stesso esperimento scientifico, venendo sfacciatamente sfottute dagli alunni che in modo parecchio maleducato le dicevano in faccia che lo avevano visto pure loro.

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