Collettivo studentesco

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Membri del collettivo studentesco negli anni '60.

Il collettivo studentesco è un'organizzazione di giovani molto poco indaffarati, nella maggior parte dei casi di sinistra, che puntualmente si riunisce nelle scuole e nelle università per rompere i coglioni e giocare alla rivoluzione con i soldi di papà. La matrice filosofico-politica di un collettivo è solitamente il comunismo, scelto più per moda che per vera convinzione politica.

Le attività di questi circoli ricreativi si possono dividere principalmente in due categorie: politiche e non politiche. Vediamole nel dettaglio.

Attività Politiche

Organizzazione di Assemblee

Dichiaro aperta la seduta del collettivo stude..... ZZZZZzzzzzz...... ROOOONFFF!!!
   La stessa cosa ma di più: Assemblea d'ateneo.

Uno dei passatempi che più piacciono ai membri dei collettivi è sicuramente l'organizzazione di assemblee nella propria scuola o facoltà: nell'illusione che possano cambiare il mondo parlando per un paio d'ore a un centinaio di studenti innocenti, raccolgono firme (Super Mario, Leone Di Lernia e l'Uomo Ragno firmano quasi sempre) e preparano l'evento.
Una grande rilevanza riveste, ovviamente, la scelta dell'argomento, i più gettonati sono: la repressione da parte dei poliziotti, il proibizionismo, l'incompetenza dei politici, il nazismo, il fascismo, l'uso della maria per curare le malattie, il diritto a fare quel cazzo che vogliono.
Fatta eccezione per il penultimo argomento, gli altri risultano soporiferi per lo studente medio.
Righe aggiuntive vanno dedicate a coloro che nel linguaggio "tecnico" vengono detti "esterni", ovvero coloro che partecipano all'assemblea pur non essendo studenti per dare un valore aggiunto. È dubbia l'origine di questi loschi personaggi: dopo anni di studi si pensa che siano per la maggior parte semplici senzatetto cui viene offerto di passare un po' di tempo in un posto caldo, ma non sono da scartare le ipotesi secondo le quali essi siano latitanti. Altra ipotesi è che molti dei ragazzi lì presenti, sono entrati a farne parte solo per rimorchiare la rivoluzionaria del collettivo.

In ambito universitario, il collettivo si raduna solitamente in un'aula occupata e aperta tutti i giorni dagli occupanti per dare agli studenti la possibilità di confrontarsi dei problemi sociali. Ovviamente l'aula occupata apre alle 11:00, perché la rivoluzione non si fa di mattina presto. All'università gli studenti del collettivo, quando non fanno assemblea, si occupano di:

  • preparare la prossima assemblea
  • discutere della vecchia assemblea
  • discutere per ore di quanto sia razzista avere una badante extracomunitaria, anche se nel collettivo ce l'hanno tutti
  • discutere per ore della questione palestinese o dello sfruttamento dei giacimenti di petrolio in Sud America, concludendo che la colpa è di Bush e di Berlusconi
  • discutere per ore dei problemi climatici e dell'inquinamento, fumando 12 sigarette all'ora e buttando tutte le cicche per terra, tanto ci sono i netturbini
  • discutere di tutto, ma mai dei problemi banali come gli scarafaggi nella mensa o delle sedute d'esami fantasma
  • fare proposte irrealizzabili al preside della facoltà, come: costruire una mensa per 12 mila studenti, costruire uno studentato per 8 mila studenti, non far pagare le tasse a nessuno, poter fumare ovunque qualunque cosa
  • fumare

Anche se non sembra, il movente che porta molti individui a partecipare all'azione dei collettivi è che si trova gente interessante per trombare.

Partecipazione alle Manifestazioni

Al liceo il bisogno di non andare a scuola è forte in ogni studente, ma in particolar modo lo è nello pseudo-attivista del collettivo, per questo motivo molto spesso essi si organizzano in modo da fornirsi un pretesto per restare fuori: la manifestazione. Per manifestazione si intende una fiumana di ragazzi/e che se la camminano per le strade alle 9-10 della mattina; solitamente queste spontanee riunioni non hanno alcun fine pratico, oltre naturalmente quello di fare casino e di consumare sostanze più o meno legali. La maggior parte dei motivi che portano uno studente a partecipare a una manifestazione sono espressi nel seguente sondaggio.

<poll> Domanda: come mai stai manifestando? Non lo so, me l'ha detto un amico, e io mi fido No, ma perché, cioè, la rivoluzione, contro i potenti Oggi non mi volevo far interrogare </poll>

Attività Non Politiche

Loro NON fanno parte del Collettivo studentesco.

Anche se può sembrare incredibile, esiste anche del tempo in cui gli studenti del collettivo si occupano di attività non politiche, ma comunque di grande interesse sociale, quali:

  • farsi le canne
  • fare sesso spinto al limite della pedopornografia
  • giocare a carte
  • leggere il giornale per preparare la bolletta da giocare alla SNAI
  • improvvisare giochi con strumenti di fortuna, quali: pallone, ping pong, rugby, go-kart.

Studi Scientifici

Ebbene sì. Il militante-tipo di sinistra non pensa solo a sé stesso, ma anche al resto della comunità. Proprio per questo motivo egli si dedica alla ricerca scientifica.
Ai collettivi studenteschi dobbiamo l'invenzione di numerosi metodi per innestare in alcune piante (es. edera, gerani, viole ecc.) quell'arbusto dalle foglie a punta di cui non ricordo il nome.
E questi studiosi non si sono fermati qui! Al loro genio dobbiamo la scoperta di:

  • alcuni nuovi tipi di funghi dagli effetti psichedelici
  • radici di piante introvabili alle nostre latitudini che se ingoiate fanno "viaggiare"
  • nuove tecniche per il rollaggio.

Conclusioni

Senza il collettivo la scuola non sarebbe più la stessa: non dimentichiamoci che a loro dobbiamo ore e ore di dolce far niente e la possibilità di dare ai prof. risposte tipo: Lei mi ha dato quattro perché è un fascista e mi vuole rovinare!.

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