Cuore (libro)

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Celebre copertina della prima edizione del libro Cuore.

Il libro Cuore è la principale e unica opera sensata di Immondo De Amicis, scrittore socialista umanitario dei bei tempi andati. Nella prima versione pubblicata il titolo era "Milza".

Nel libro, schifosamente patriottico, i buoni si confrontano con i cattivi e, contrariamente a ciò che accade nella realtà, alla fine e in qualche modo vincono i buoni. Per questo motivo il libro Cuore ha costituito una tale fonte di utopia da irretire sia bambinelli ingenui e sprovveduti che consumati rivoluzionari d'altra epoca.
Il simbolico confronto tra i complessi protagonisti, che si ripropone simbolicamente nei racconti all'interno del libro ("Dagli Appennini alle Ande", "Dal Manzanarre al Reno", "Da casa mia a casa tua" senza soluzione di continuità geografica), è la metafora più convenzionale e scontata della lotta fra bene e male, o fra male e bene, perché nessuno, alla fine, ricorda se sia meglio il bene o il male. Nel libro infatti l'autore riesce a far coesistere realtà diverse tra loro e a far credere a tutti che il ricco è anche buono, il povero è anche bello, il buono è anche cattivo e il cattivo è anche parecchio stronzo.

Trama

Copertina della versione giapponese del libro, quella con i robottoni giganti.

Nel romanzo si narrano le vicende scolastiche di una terza elementare di Torino dove si alternano le scene di vita comune dei diversi ceti sociali ai racconti mensili assegnati dal maestro.

Personaggi

Enrico Bottini: Voce narrante. La sua caratteristica più evidente è la totale mancanza di carattere e personalità, classico esempio di un'Italia mediocre e ipocrita: la sua crescita è stata soffocata da un padre schizoide e bipolare con sindrome ossessivo-compulsiva per la guerra e per gli eroi, e dalla debolezza e inettitudine della madre. I genitori, infatti, passano una cospicua parte del loro tempo scrivendogli lettere contraddittorie in cui è di volta in volta invitato ad andare a farsi ammazzare in guerra, a levarsi dalle palle diventando prete, a leccare il culo al Re e a diventare pacifista. Alla fine del libro decide di sua spontanea volontà di drogarsi.

Garrone: Ha 22 anni ma è ancora in terza elementare: grande, grosso e minchione. La sua completa mancanza di istruzione e l'analfabetismo persistente sono compensate dalla tessera di Forza Italia, grazie alla quale diventerà Premier.

L'affascinante Derossi

Ernesto Derossi: È biondo, è bello, è il primo della classe e veste sempre di azzurro. Viene descritto come un ragazzo forte, agile e prestante, che riesce a saltare un banco appoggiandosi con una mano[citazione necessaria] e dopo averlo fatto scuote i lunghi capelli ricci. Anche in Cuore c'è una traccia di yaoi.

Franti: Zingaro trapiantato a Torino, che vive in una baraccopoli affacciata sull'autostrada e che mangia immondizia. Il padre non esiste e la madre è una povera donna ignorante e disperata. Verrà cacciato dalla scuola e condannato all'ergastolo per aver cercato di sgozzare un compagno di classe con una bottiglia di Nastro Azzurro. La campagna elettorale per diventare capoclasse pare sia stata piuttosto vivace[citazione necessaria].

Carlo ora proNobis: È il figlio di papà rappresentante della Torino-bene. Deride gli handicappati, insulta i poveracci e minaccia il maestro di morte. Da grande diventerà il braccio destro di Franti.

Racconti mensili

Il piccolo patriotta padovano

La piccola vendetta lombarda

« M'hann faa sù a remisseeeeeell...![1] »
(Il piccolo lombardo mentre precipita dall'albero)

Siamo nell'anno 1859. Si narra la storia di un ragazzino di Voghera che sogna di diventare casalinga e che si imbatte in un drappello di cavalleggeri diretti verso il nemico austriaco. Il ragazzo aiuta i soldati italiani salendo su un frassino e osservando la campagna con i suoi occhi di elfo. Purtroppo viene visto dal nemico e viene colpito: morente, giura di vendicarsi tornando a tormentarli in sogno.

Il piccolo scrivano fiorentino Un bambino di nome Giulio o Vittorio o tutti e due, non si sa, si rende conto che la sua famiglia fa la fame perché suo padre è un disoccupato organizzato che lavora la notte per scrivere indirizzi senza senso, ma nonostante Vittorio-Giulio fosse il primo della classe decide di aiutarlo, facendo calare il suo rendimento e subendo così la musica stonata di suo padre. Ma poi, questi scoprirà che il figlio non voleva studiare e così lo perdona.

« Senza lilleri ‘un si lallera![2] »
(Il babbo al piccolo Giulio)


Il tamburino sardo

« Oi tengu unu abuligiu chi mi deppeis portai a domu a kadiredd’e oru![3] »
(Il tamburino sardo mentre corre dagli alleati)

L'infermiere di Tata

Sangue romagnolo

« Scùsme se o fat tèrd, mo ui éra un trafiche dla Madòna, um s’è sgònfie na gòma, la lavanderìa l’an avéva stirèd e vistìd...[4] »
(Ferruccio alla nonna)

Dagli Appennini alle Ande

Oggi

Da sinistra a destra: Ernesto Derossi, Garoffi, Enrico Bottini e Garrone in una foto d'epoca.

Soltanto dal 2000 ci si è accorti che il libro Cuore in effetti custodiva un prontuario di chirurgia, mascherato da storielle stupide. Secondo recenti studi, come nella Bibbia, leggendo il libro al contrario si è in grado di fermare il proprio cuore (ecco il nome del libro), avere un grosso orgasmo e quindi morire felicemente. Ma solo se si legge il volume al contrario in un'unica tranche.

Trivia

Note

  1. ^ Sono stato raggiratooooo!
  2. ^ Senza soldi 'un si tromba!
  3. ^ Oggi sono preda di una tale apatia che mi dovrete ricondurre a casa reggendomi sulle vostre braccia incrociate!
  4. ^ Scusami se ho fatto tardi, ma c’era un traffico della Madonna, mi si è sgonfiata una gomma, la lavanderia non aveva stirato il vestito...