Liceo linguistico
- Vecchietta : E tu che scuola frequenti?
- Studente del linguistico : Il liceo!
- Vecchietta : Ah, il liceo! E quale, il classico o lo scientifico?
- Studente del linguistico : *Bestemmie assortite in tutte le lingue*
Il liceo linguistico è un covo per giovani di belle speranze, che cominciano la prima superiore con una buona conoscenza dell'italiano e poche nozioni delle altre lingue, ed escono dalla quinta con una pessima conoscenza dell'italiano e poche nozioni delle altre lingue.
Obiettivi e materie
Il liceo linguistico prevede, entro la maturità, l'eliminazione di ogni traccia di vita sociale delle alunne. Il tempo libero viene risucchiato in un buco nero dove c'è spazio unicamente per studiare a memoria trecento verbi tedeschi irregolari, per imparare alla perfezione il bacio alla francese, per riprodurre con un'espressione sexy - ma allo stesso tempo intellettuale - il suono dei vari dittonghi francofoni[1], nonché per imparare la pronuncia corretta di sangría, vamos a bailar e Julio Iglesias. Peccato che poi il liceo linguistico sia etichettato come un "Liceo di Serie B", mentre il liceo classico ed il liceo scientifico sono considerati "Licei di Serie A", di conseguenza se risponderete alla domanda: "In che liceo vai?" con la parola linguistico sarete immediatamente degli studenti di Serie B. Il tempo che una volta veniva dedicato alla coltivazione delle amicizie, al sesso, alla cura della propria persona, viene lentamente soppiantato da quello passato a tradurre la lista della spesa che Thomas Mann scrisse in punto di morte, o altri pezzi letterari di pari utilità.
Dunque, alla fine del liceo, le studentesse - o almeno buona parte di esse - non sono solo ignoranti, ma anche in possesso di un diploma pressoché inutile, dal momento che non conoscono le lingue straniere che dicono di avere studiato. Fingono disinteresse nei confronti del sesso maschile, ma in realtà sono arrapate quasi quanto un facocero maschio durante la stagione dell'amore.
Ciò che ci si prefigge in un liceo linguistico non è, come crede la folla ignorante, infondere conoscenza delle lingue straniere alle alunne su modello dello spirito santo, bensì peggiorare la loro facoltà di parlare e scrivere in italiano attraverso l'abuso dell'insegnamento delle lingue. Inoltre, poiché la maggior parte delle studentesse ama la letteratura, il piano di studi del liceo linguistico fa di tutto, ma proprio di tutto, per estirpare questa pessima abitudine, ovvero nauseando le giovani linguiste con letteratura d'ogni tipo, colore e forma.
Ecco l'elenco delle materie studiate, modellate su misura per raggiungere tali obiettivi:
- Latino
- Letteratura latina
- Inglese
- Letteratura inglese
- Francese
- Letteratura francese
- Tedesco
- Letteratura tedesca
- Spagnolo
- Letteratura spagnola
- Italiano
- Letteratura italiana
- Matematica
- Letteratura matematica
- Educazione fisica
- Letteratura dell'educazione fisica
- Letteratura biologica
- Letteratura storica
- Letteratura filosofica
- Letteratura artistica
- Letteratura dirittica
- Letteratura geografica
- Letteratura dantesca
- Letteratura di a da in con su per tra fra
- Letteratura bellica
- Letteratura pacifica
- Letteratura atlantica
- Letteratura noiosa
- Letteratura erotica
- Letteratura truzza
- Letteratura sempre e comunque
- Letteratura letteratura
- Letteraturus Letteratura Letteraturum
- Letteratura blasfema
- Letteratura porcella
Le studentesse
Già, le studentesse. Su cento iscritti ad un liceo linguistico troverete pochi ragazzi. Se vi va bene. Alcuni di loro sono gay. Gli altri sono poveri cristi che sbavano dietro alle ragazze (quasi tutte convinte di essere un incrocio tra la Arcuri e la Bellucci, anche se in verità sono dei cessi a reazione), ma verranno inevitabilmente considerati "tappezzeria" e perciò rimarranno solo "amici". Altri, eterosessuali e non sociofobici, dopo la prima settimana passata in una classe di 25 ragazze di cui 26 cozze spaventose che parlano solo di mestruazioni, rossetti e cazzi che mai hanno visto e mai vedranno, capiscono subito di non essere disposti a passare 5 anni in quelle condizioni e scappano all'istituto per geometri.
Le linguiste si trovano quindi, loro malgrado, costrette a passare cinque anni in classi femminili. Il risultato sono risse e liti in canottiera aderente all'interno degli spogliatoi, gare a chi mangia più tarallucci ipocalorici e competizioni di rutti, nonché ore intere a disquisire sull'arte del pompino.
Si possono comunque distinguere diverse tipologie di alunne.
La woodenpussy
Tradotto in italiano, la "FigaDiLegno". È una ragazza di moderata bellezza, con ballerine di Gucci, mutande di Roberto Cavalli e portafogli di Burberry contenente: una banconota da cento euro (casomai la giovine volesse sciacquare la sua altolocata gola con un caffè) e preservativi di Dolce&Gabbana (casomai non volesse sciacquarsela con nient'altro). Non ha lo zaino come le comuni mortali, ma una borsa grande come una Fiat Panda firmata Louis Vuitton. La tipologia Woodenpussy costituisce la maggior parte delle studentesse del liceo; si dice che sia un po' troia, ma probabilmente sono malignità messe in giro dalla invidiosa.
L'invidiosa
L'invidiosa invidia la Woodenpussy perché è carina e va bene a scuola. L'invidiosa ha spesso piccoli problemi di sovrappeso ma ama vestirsi da magra, non presta gli appunti alle compagne e soffre di attacchi di competizione scolastica. Poiché spesso e volentieri viene superata da circa metà classe, all'invidiosa non resta altro che correre insieme ad una compagna della stessa categoria al cesso, a spettegolare e mangiare piccoli snack al cioccolato illudendosi di non ingrassare, che tanto è piccolo - forte di questa filosofia, ne mangia venticinque a intervallo. L'invidiosa riesce bene solo in una delle tre lingue che è costretta a studiare, e non è mai il tedesco. Ama sbandierare le sue capacità nella suddetta lingua straniera traducendo con aria di sufficienza le canzoni che sente alla radio (peccato che a nessuno freghi un beneamato cazzo) e quando vede un film che in origine era in quella lingua, finge di leggere il labiale per poi lamentarsi: Ma com'è doppiato male!.
L'intellettualoide
L'intellettualoide è una ragazza che ovviamente porta gli occhiali e vive con la sciarpa al collo. È felice di studiare e legge le opere degli autori del programma, prima ancora che la professoressa li spieghi, impara a memoria poesie in lingua, che poi declama a piacere quand'è ubriaca. L'intellettualoide vuole sempre sembrare la più intelligente e quella che la sa più lunga, ti corregge sempre quando parli in una lingua che conosce, e perfino quando non ci sono errori da correggere, facendo la figura della rompicoglioni, quale d'altra parte è.
Il linguista
Uno dei rarissimi esemplari di maschio umano del linguistico. Questi è un poveraccio che comincia le superiori con convinzioni eterosessuali e si trova alla soglia della maturità spinto suo malgrado sull'orlo dell'omosessualità o ancora peggio della misoginia. Un linguista che si rispetti è brutto, e parecchio (con alcune eccezioni). Sfoggia orgoglioso dei baffi di peluria adolescenziale e finge disprezzo nei confronti della woodenpussy. Leccapiedi con i professori, affabile con le compagne, ci proverà a casaccio facendo uso di un linguaggio forbito e pieno di citazioni shakespeariane più o meno con tutte, compreso il bidone dell'immondizia e la bidella del primo piano. Naturalmente, riceverà solo dei sonori «No».
QuellaChePerCinqueAnniFilatiHaIlDebitoInTutteETreLeLingue
Questo piccolo genio si iscrive al liceo linguistico pur non avendo una spiccata abilità nelle lingue straniere. Si lamenta perché la soglia della sufficienza è troppo alta, perché il tedesco è troppo difficile e non capisce con quali pretese il verbo nella principale debba stare per forza al secondo posto; arriva in quinta rosa dall'atroce dubbio !Ma l'accento grave in francese va a destra o va a sinistra?! e non sa mettere insieme tre parole di inglese. In quarta superiore raggiunge il Nirvana e declama:
Le compagne sorridono con indulgenza a questo essere di mitologica idiozia e la consolano, mentre in realtà pensano:
Gli studenti
Normalmente una classe tipica del liceo linguistico ospita tutta figa 25 ragazze e 4 o 5 ragazzi. C'è grosso modo una serie di categorie di studenti del linguistico:
Il linguista
Uno dei rarissimi esemplari di maschio umano del linguistico. Questi è un poveraccio che comincia le superiori con convinzioni eterosessuali e si trova alla soglia della maturità spinto suo malgrado sull'orlo dell'omosessualità o ancora peggio della misoginia. Un linguista che si rispetti è brutto, e parecchio (con alcune eccezioni). Sfoggia orgoglioso dei baffi di peluria adolescenziale e finge disprezzo nei confronti della woodenpussy. Leccapiedi con i professori, affabile con le compagne, ci proverà a casaccio facendo uso di un linguaggio forbito e pieno di citazioni shakespeariane più o meno con tutte, compreso il bidone dell'immondizia e la bidella del primo piano. Naturalmente, riceverà solo dei sonori «No».
Lo spiritoso
Tipicamente palestrato, dopato e ultra sviluppato. Lo detestano tutti i professori, ma ogni cosa che succede tira fuori quella battuta che ti fa venire voglia di fargli fare 200 piegamenti. Non studia dalla prima elementare e da allora è solito salare spesso la squola dicendo che è stato chiamato per portare la pace nel mondo.
Il gay
Parla pressoché solo in inglese benché non ne sappia nemmeno la grammatica. Ride ai professori qualsiasi cosa dicano.
Il drogato di videogiochi
Questo alunno trascorre ogni singola lezione giocando a Call of Duty e Fifa per poi dedicare l'intervallo ad importunare le ragazze per farsi passare gli appunti.
Il secchione
Qui le spiegazioni sono piuttosto superflue.
Lo studente del linguistico normale
Il normalissimo studente del linguistico che studia ma non troppo, se la cava con i voti e poi all'intervallo si mangia tranquillamente il suo Kinder Bueno. Niente di speciale da menzionare in questo articolo.
Le professoresse
Siccome non ci sono uomini che studiano le lingue straniere, non ci sono uomini che le insegnano. Certo, a parte i professori estremamente eterosessuali e interessati a istruire le giovani e innocenti studentesse! Ergo, l'insegnante di lingue è sempre una donna, a parte casi eccezionali. Se riesce ad ottenere la cattedra in un liceo linguistico, si sentirà appagata e realizzata, più o meno come un pastore sardo nei momenti di intimità con le sue pecore. Il piacere che provano nel dare un tre a una linguista è infinitamente superiore a quello che provano nel dare il medesimo voto a una studentessa di un istituto tecnico o professionale turistico. Questo perché una studentessa del liceo linguistico amerà sicuramente la materia (mentre in realtà, spesso è quella che odiano di più, subito dopo educazione fisica e matematica) e le ascolterà.
Le caratteristiche delle suddette professoresse variano a seconda della lingua che insegnano:
La professoressa di tedesco
Otto professoresse di tedesco su dieci hanno il busto molto lungo e le gambe molto corte. Perché, ci si chiederà. Boh, non lo so. È così e basta.
Le prof. italiane che insegnano tedesco appaiono dolci, carine e parlano con una vocina flebile, ma sotto queste spoglie si cela una nazista che segnerà come errore grave l'assenza del puntino sulla "i" e la dimenticanza della virgola, godendo come un maiale al ventesimo minuto d'orgasmo.
Se una studentessa ci tiene alla vita, sa che è meglio non parlare, non masticare, non bere, non suggerire, non sbadigliare, non ridacchiare, non sbattere le palpebre, non starnutire, non soffiarsi il naso e respirare quel tanto che basta per mantenere attiva la circolazione durante le ore di tedesco. Che tanto, le metterà un quattro sul registro in ogni caso.
Deutsch uber alles!
(Tra dieci secondi, una professoressa di tedesco strapperà gli occhi all'autore di questo articolo perché non ha messo l'Umlaut, quella specie di accento formato da due puntini, sulla parola uber)
(L'ha fatto di nuovo!!!)
Per non parlare della parola che, gridata con rabbia razziale dalla mini professoressa nazista, mette in ordine le studentesse svogliate: ACHTUNG!
La prof media di tedesco è, per qualche strana ragione, patana o fenexa.
La professoressa di inglese
Forse per l'origine dell'inglese, lingua di ceppo germanico, anche la professoressa di inglese si presenta come una dittatrice per la quale l'inglese è l'unica cosa che importa e il singolo deve sacrificarsi in nome dell'interesse superiore della lingua. Tutti gli altri linguaggi sono merda, inferiori, meno importanti, la sola cosa che conta è l'inglese, darling. Un giorno sarà la sola lingua parlata, Inghilterra capitale del mondo, gli inglesi ce l'hanno più lungo, englishmen do it better. Segno particolare, schiaffa 3 e 4 a tutte quelle che cercano di parlare come Missy Elliott.
La professoressa di francese
Benché la Francia faccia pensare a donne belle e raffinate, le donne italiane che scelgono di studiare e insegnare francese sono curiosamente sciatte: o vestono con abiti provenienti da cassoni della Caritas o puzzano di misto formaggio e escargot in sugo piccante. La professoressa di francese se ne frega di tutto, di te, del tuo rendimento, delle altre materie, della scuola e dell'Italia. Se ne frega perché è superiore a tutte queste volgarità. È così superiore che nelle interrogazioni pone una sola domanda, dopodiché, ogni volta che l'alunna tace perché convinta di aver risposto in modo esauriente, incalza con un pigro «En plus?», finché la studentessa non scappa piangendo, maledicendo l'insegnante, il liceo, il francese e quel finocchio incestuoso di Chateaubriand. Anche quando il francese sarà bandito dalla comunità europea - perché lingua inferiore - lei resisterà sulla sua cattedra, divenuta principato per l'occasione, con una bandiera in mano, gridando: «Vive la France!»
La professoressa di spagnolo
La professoressa di spagnolo è un essere generato tramite osmosi da un CD di Shakira; sa esattamente dove cerchi le traduzioni dei tuoi brani perché di solito non supera i 40 anni di età. L'insegnante di spagnolo è fissata con l'ortografia: se pronunci "celo" invece di "thelo" e se dimentichi di usare il chi al plurale (quienes) ti ritroverai con un bel quattro (cuatro per gli spagnogallesi). È ferma nella convinzione che gli accenti servano a qualcosa e che la pronuncia latinoamericana faccia schifo: «Yo me llamo Francisco» non si pronuncia "jo me jamo fransisco", ma si pronuncia "Ió me gliamo franthisco" perché altrimenti sembri un borgataro. Se credevi di essere un hispanoablante ti sbagliavi, e lei sa come fartelo capire in ben due lingue. Inoltre, non si sa per quale bislacco motivo, è quasi impossibile trovare un professore di spagnolo del nord, chi lo sa perché? Boh.
La professoressa di italiano
Si tratta molto spesso di bacucche ancora discretamente attraenti, per ragioni oscure di origine prevalemente meridionale e con qualche pulsione da film di fantascienza. Nonostante tutte queste premesse, in cattedra sono abituate a rivelarsi più sadiche di un agente delle SS, soprattutto coi pochi alunni maschi, anche se le loro conoscenze di italiano non arrivano a quelle di un truzzo degli anni 2000.
La professoressa di itagliano è anche quella di latino. Se non le sai declinare un sostantivo al congiuntivito futuro in maniera impeccabile è probabile al 98,9% che ti metta 2. Ha inoltre molti pregiudizi sui suoi alunni e dice stronzate mentre l'intellettualoide la sostiene.
La sperimentazione Brocca
Questa sadica sperimentazione ha voluto unire diverse inutilità e livelli di sadismo per ottenere una miscela esplosiva: applicare un tanto disperato quanto infruttuoso studio delle lingue straniere al liceo scientifico o al liceo classico. Il risultato sono studenti che, se riescono a dare la maturità, impazziscono per il delirio di onnipotenza e di onniscienza. Ma tanto impazziscono già durante gli anni di liceo, quando vengono abbandonati da amici, lasciati dai partner e dimenticati da tutto e tutti, perché devono dedicare tutte le loro ore, escluse quelle passate chiusi in bagno a piangere per l'esasperazione, allo studio di ventordici materie diverse. Gli alunni della sperimentazione brocca ci tengono moltissimo a chiarire che loro non fanno il liceo linguistico, che snobbano, bensì il liceo scientifico linguistico o il liceo classico linguistico. Come se a qualcuno fregasse qualcosa: l'italiano medio si ferma alla parola liceo e non ascolta il resto, bollando l'interpellato come secchione sfigato.
Cose che una linguista fa spesso
- Fare citazioni in lingua a qualcuno che non parla quella lingua straniera. Il più delle volte, sbagliandola. Ma tanto lui mica lo sa...
- Tradurre mentalmente quello che le persone le dicono
- Tradurre mentalmente le sue azioni appena sveglia
- Mettere il verbo alla fine nelle secondarie come si fa in tedesco, ma nel tema di inglese
- Rispondere Ja! ad una domanda posta dalla professoressa di francese, magari alla maturità
- Rispondere in spagnolo nell'interrogazione di inglese
- Studiare un sacco di autori inutili, ma davvero inutili
- Recitare poesie in lingua a qualcuno, a cui non frega una beata mazza e che non la capisce
- Fingersi un "multilinguista" agli occhi di tutti, bluffando consapevolmente
- Urlare Sfigati! agli studenti del liceo classico, ostentando superiorità
Cose che una linguista dice spesso
- Come un viaggio studio in Francia? Cioè dovrei parlare in francese?? Ma io non lo so! (Studentessa del quinto anno che ha studiato francese come prima lingua)
- L'inglese non serve a un cazzo!
- Il francese non serve a un cazzo!
- Il tedesco non serve a un cazzo!
- Lo spagnolo non serve a un cazzo!
- Il latino non serve a un cazzo!
- Ma perché, tu consideravi il latino una lingua?
- Sei supposta di farlo! (Una linguista che cerca di tradurre il 'to be supposed to')
- Voi che potete farlo, salvatevi! Prendete un ITT, un agrario, una scuola dove insegnano il cucito svedese.. siete ancora in tempo! (Linguista a ragazzina delle medie)
- Fuck you!
- Non capiamo perché la prof. di tedesco parli sempre in tedesco. (I Rappresentanti di classe di una 3° liceo linguistico al terzo anno di tedesco).