Padova

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« Chi che ga visto Padova no poe scordarla pì. »
(Padovano su Padova)
« Proprio vero... »
(Neolaureato padovano appena brutalizzato su citazione di prima)

Glorioso gioiello veneto, Padova è universalmente nota come la capitale mondiale dell'alcolismo molesto. Meno laboriosa, a causa della forte presenza di studenti universitari, ma più ubriaca, se possibile, di ogni altra città Veneta, è localizzata nel bel mezzo della nebbiosa pianura veneta, a metà strada tra Bratislava e Cosenza. Padova vanta un'università molto antica, una popolazione residente di larghe vedute e sempre molto disponibile verso gli studenti e seppur se per poco tempo è stata il luogo ove l'Anello di Sauron era custodito. Ora l'Anello non si sa dove sia, però le malefiche bestie incaricate di proteggierlo ci sono ancora e vivono nel colorito quartiere di via Anelli, dove resistono stoicamente agli attacchi dei malvagi nemici.

Origini

Una delle fondatrici della città.

La leggenda vuole che le prostitute di Troia insieme col loro protettore Antenore, dopo la distruzione a opera dei greci della loro bella città si stabilirono lungo il Bacchiglione, allo scopo di stabilire al sicuro dalle onerose tasse locali un bordello la cui fama giungesse a tutti i popoli. Il piano riuscì perfettamente, ma forse per le immense ricchezze così accumulate da Antenore Padova è stata oggetto svariate volte di incursioni da parte di altri popoli, tra cui ricordiamo Romani, Unni, Veronesi e Mongoli.

A causa delle sue nobili origini, Padova ha da sempre suscitato le mire evangelizzatrici della Chiesa, che in mille diversi modi ha tentato di prendere possesso della città, riuscendo addirittura a infiltrare nelle case del centro una borghesia devota e ostile all'istituzione universitaria e alle selvagge pratiche in vigore nella città. Ma a dispetto della pervicacia moralizzatrice, con eroica tenacia Padova è riuscita a mantenersi nei secoli fedele al suo ruolo di puttanaio del Veneto, luogo di perdizione alcolica e polo culturale della bestemmia.


L' Università

Il Magnifico Rettore dell'ateneo patavino.

In qualsiasi parte di Padova e a qualsiasi ora del giorno e della notte un gruppo di universitari fa sempre parte dello scenario urbano locale. Grazie a una sapiente delocalizzazione che ha portato a creare isituti, laboratori e aule un po' dappertutto (sottoterra, su dirigibili Zeppelin, nel Piovego) a Padova gli studenti sono considerati alla stregua di arredo urbano caratteristico seppure un po' molesto e spesso sbronzo. L'Università patavina, vanto e maledizione della della città allo stesso tempo, è la seconda d' Italia per prestigio dietro l'irraggiungibile ateneo di Campobasso, e tra le sue strutture compaiono costruzioni modernissime, palazzi medievali, caverne, e molto spesso baracche e chioschetti, e vanta tra i suoi ex alunni ed ex docenti Vip, pornostar e personaggi mitologici.

Lo spritz, sovrano incontrastato della città

Un tipico studente padovano in un momento di rilassatezza.

Cocktail o elisir? Difficile a dirsi. Quel che è certo e che a Padova lo spritz è d'uso comune a qualsiasi ora, da qualsiasi persona, a prescindere da ceto sociale, etnia e fede religiosa. Infatti a Padova lo spritz trova utilizzo non solo come bevanda, ma anche come propellente per motorini e automobili, e naturalmente principale, e in taluni casi unica, attività studentesca in città.

Non è infatti facile per lo straniero comprendere il valore dello spritz in città, dal momento che questo funge infatti anche da moneta corrente nella città patavina, da mezzo privilegiato per il compimento del desiderio sessuale di ognuno e parametro con cui valutare negativamente ogni altra città.

L'aperitivo tipico ha una funzione da aggregante sociale che non trova riscontro in nessun'altra attività cittadina: ogni categoria, emo, ultrà, boari e perfino ingegneri trova una momentanea pace interspecie durante il famoso Mercoledì Universitario. Unica categoria che non prende parte al rito cittadino sembra quella dei papaboy, che generalmente preferiscono trascorrere il mercoledì sera a evangelizzare la folla festante, finendo solitamente per otturare con le loro teste i cessi di Piazza delle Erbe.

Luoghi caratteristici

Piazza delle Erbe

Un tranquillo e sobrio mercoledì sera in Piazza delle Erbe.


Il luogo di ritrovo degli sbandati padovani per eccellenza. Ivi inoltre è consuetudine consumare il primo spritz della serata. Un po' simile a Gerusalemme durante le crociate Piazza delle Erbe è il solo posto in Veneto dove razza, numero di gambe e colore della pelle conta poco o almeno meno che di solito. Costituisce inoltre l'unica oasi ecologica cittadina protetta, oltre ai centri sociali, per la vita del punkabbestia, esemplare molto comune in città comuniste e decadenti come Bologna ma ancora piuttosto raro a Padova al di fuori delle riserve dove vive.

Solitamente, i frequentatori della piazza si muovono in branco per andare alla PAM, il supermercato poco lontano, per fare rifornirsi di vini di prestigio, vodka alla pesca e panini alla mortadella. Non è insolito vedere gruppi di metallari che, trascinati dall'ebbrezza o dallo shopping, o più probabilmente da entrambe le cose, andare in giro masticando rosei marshmallows o con un comodo prosciutto sottobraccio.

Inoltre, il costante affollamento per via del mercato mattutino e delle serate etiliche ne determina i caratteristici ornamenti del selciato, che a seconda dell'ora possono variare da cadaveri di arance a bottiglie vuote a prodotti di digestioni inverse.

Il Duomo

È il ritrovo truzzo per eccellenza a Padova. Da "duomo" deriva il verbo duomare, utilizzato per indicare il passare tutti i sabati pomeriggio seduti su un muretto, insultando chi non è parte dell'esclusivo ambiente dei figli di papà per poi dileguarsi al minimo accenno di rappresaglia.

Tali personaggi, abbigliati e riforniti dai munifici genitori in un modo che farebbe la fortuna di ogni rapinatore che si rispetti, sono soliti ostentare in questo modo la loro superiorità sugli altri, e nei momenti in cui non si trovino sul muretto ghiaccia-culi del Duomo a cazzeggiare (va ricordato che nessuno di loro produce alcunché per la società nella sua vita) si spostano in massa verso i locali più in della dolce vita patavina a bordo delle umili Audi TT e Porsche Cayenne del paparino. Se non ancora 18enni si accontentano di uno scarabeo o di un husqvarna sempre regalatogli da paparino.

La stazione delle FS

Uno dei gentiluomini che bazzicano i dintorni della stazione.

Secondo molti esperti la vera stazione dei treni padovana non esiste e quella attuale altro non è che la stazione di Bucarest, portata in città di notte in un convoglio maledetto. Questa convinzione radicata nasce dalla considerazione che la zona della stazione non è in effetti un luogo molto bello da vedere, anche se a dir il vero assai variopinto: si va dal vicino corso del Popolo divenuto ormai simile a una via di Pechino, alle zone retrostanti i binari sempre pullulanti di gentiluomini, signore altolocate e in cui non è raro assistere a suggestivi giochi e manifestazioni di sommo senso civico per strada, per finire al vicino tempio Mc Donald's, dove ogni sera viene immolato un boy scout vergine, immerso nell'olio idrogenato vecchio di un mese. Il tutto senza un motivo.

Trenitalia si diverte a creare nuove lettere dell'alfabeto

Il Piovego

Ramo principale del Fiume Bacchiglione (la cui leggenda narra del contadino embriagòn Leone e del dio Bacco, già caratterizzando le abitudini patavine sin dalle origini) auto-declassatosi a canale artificiale, dalle acque linde come il Ciobar, è covo abituale di fattoni e nutrie, nonché luogo dove numerosi laureati, specialmente fuoricorso, usano purificarsi dopo la conclusione delle loro fatiche accademiche.

I bar degli spritz

In questa categoria rientrano locali come i Dadi, il Franky's, Zanellato, la Corte Sconta, da Piero Fraton e da Checco Cancaro. Situati quasi tutti nello storico Ghetto di Padova (quello degli ebrei, non via Anelli), si affacciano strade larghe pochi centimetri, ovviamente sempre intasate negli orari a maggiore densità di consumo di spritz. Per permettere il passaggio delle autovetture dei residenti sono stati importati dalla stazione FS alcuni rumeni che, con la scusa di far strada alle auto (naturalmente tutte BMW e SUV più larghe della strada, fattore tipico tra i borghesi abitanti del centro, le cui auto presentano sempre le tipiche ammaccature da strada stretta) spingono a muro i festanti giovani aspirandosi anche il loro portafoglio. Ripetono meccanicamente "Ragazi" e "machina" per tutta la serata, prima di ubriacarsi anche loro (coi soldi che ti hanno asciugato prima).

Altri locali degni di nota per un'aperitivo, una birra, uno spuntino o incontri ravvicinati del terzo tipo con le studentesse Erasmus (perché, si sa, degli studenti non gliene importa niente a nessuno) sono il bar Alexander, l'unico posto posseduto da un cinese con manodopera italiana, l'Australian Pub, il cui gestore non è Crocodile Dundee ma il più simpatico e meno virile Giampi Cuea (personaggio la cui leggenda è tutt'ora oggetto di discussione) e il Franky's bar, celebre bar frequentato da metallari e punk, ove è possibile bere ottima birra a basso prezzo, oppure, solamente per i musulmani, gustare ottima carne di maiale.

Il Fly

Quando un fattone si stanca della piazza, va al Fly, dove l'happy hour è permanente: lo spritz costa un euro e mezzo e non mancano mai l'oliva e l'arancia. È facile trovare tracce di vomito nei pressi del locale fin dalle prime ore della serata (nel resto della città lo sbocco diventa comune solo dopo le 23). Per una strana concomitanza di eventi, nei pressi del Fly è legale farsi le canne, come d'altronde in piazza.

I tre senza

La città di Padova è celebre per alcune lacune:

Personaggi più o meno famosi legati a Padova

Il Santo senza nome.

Principali paesi della provincia

  • Limena: graziosa cittadina alle porte di Padova sulla strada per Cracovia, è famosa per le antichissime e pregevoli costruzioni che ne ornano lo splendido quartiere denominato Zona Industriale.
    Inoltre, se Padova è nota come il puttanaio del Veneto, Limena è il puttanaio di Padova: qui la densità di mignotte per chilometro quadrato raggiunge picchi secondi solo a Budapest e a casa tua.
  • Legnaro: cittadina salita agli onori delle cronache qualche anno fa, allorché il parroco per alcuni mesi fu irreperibile in paese, finché alcuni abitanti non lo rinvennero, visibilmente provato e in condizioni poco edificanti. Per festeggiare l'avvenuto ritrovamento, i cittadini legarono l'uomo con spago per salami e lo gettarono nel vicino lago. Quando, nove mesi dopo, il parroco venne tratto fuori dall'acqua, esclamò con decisione che simili scene non avrebbero più avuto a ripetersi.
  • Grantorto, Gazzo Padovano e San Pietro in Gù: paesini dell'alta padovana dimenticati da dio, che si sono recentemente fusi in un unico comune, denominato Gran Gazzo in Gù.
  • Carmignano: paesino limitrofo a Gran Gazzo in Gù, famoso per l'allevamento di maiali in mezzo alle strade. Nei paesi confinanti c'è un detto: "Quando che te senti spussa da mas-cio te si rivà a Carmignan!".

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Secondo alcuni studi, un bagno nel piovego corrisponde a 30 radiografie al secondo, ecco perché nessuno (neanche i piccioni) tentano di avvicinarsi all'acqua.
  • La sede di ingegneria risiede esattamente di fronte alla sede di psicologia, quindi gli ingegneri possono ammirare le ragazze dalla finestra.
  • Gli amministratori FS si divertono a eseguire vari riti sadici sui pendolari (cancellazione del treno appena arrivato, ritardi imprecisati e annunciazione dello stesso treno su due binari differenti).
  • Gli alberi vengono utilizzati per i papiri. Non per produrli, ma per appenderli.
  • Per i pedoni, i semafori non servono.
  • Per i ciclisti i sensi unici non esistono.
  • Fornire il proprio numero di cellulare al primo comunista che ti ferma equivale a un suicidio.
  • Indovinate perché Piazza delle Erbe si chiama così e spesso c'è qualche pattuglia cinofila...


Siamö padani, abiamö ün söniö nel cuöře, brüžare il tricölöre, brüžare il tricölöre!