Biella

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BIELLA

Città gemellata con MANOVELLA
Biella

(Stemma)

"Sta' ca' tua (Stai a casa tua)"

(Motto)

Posizione geografica Tra le montagne e le risaie
Anno di fondazione Non pervenuto
Abitanti Ancora troppi
Etnia principale Barotta
Lingua Lunga
Sistema di governo Diarchia (banchieri e industriali)
Moneta Balle di lana
Attività principale Lavorare la lana, risparmiare, suicidarsi


« Biella zio! »
(Saluto tamarro-biellese)
« Come quando fuori piove »
("Sempre", poesia di un giocatore di carte biellese)
« Per conoscere un biellese ci vogliono due settimane e 10 anni »
(Detto popolare, cioè il tempo che s'impiega a convincere un biellese a prendersi un caffè al bar)

Biella, in provincia di Pistone, è una ridente città in mezzo alle balle (di lana). È ridente nel senso che fa ridere.


Bandiera

Nel puro spirito biellese, la bandiera è un fazzoletto di carta. Usato. Lo stemma invece rappresenta un orso che piscia su un faggio.

Il posto

Biella vista dall'alto.

A Biella piove, si producono vestiti di lana e si indossano ombrelli di nylon. Il territorio è per metà coperto dalle montagne e per metà dai lanifici, e per intero dalle nubi. Una volta hanno provato a diversificare la produzione industriale impiantando un ciclopico stabilimento Lancia, ma i sospettosi biellesi, attaccati alle loro tradizioni, l'hanno demolito a martellate. Adesso in questa fabbrica si producono tute da lavoro, sempre di lana.

A Cerrione, negli ultimi mille metri quadri di pianura rimasta, è stato costruito un aeroporto con una pista lunga abbastanza da farci atterrare un jumbo e larga quanto una manica biellese, per cui decollano solo gli aeromodelli. Non essendoci più prati disponibili, in camporella si va nel parcheggio dell'aeroporto, o se si vuole anche sulla pista.

Biella non è servita da autostrade perché altrimenti si sarebbe dovuto pagare il pedaggio, quindi la si può raggiungere in bicicletta, in treno (se ce la fa a fare la salita) e con gli aeromodelli. Le statali è meglio evitarle, se si è intolleranti alle rotonde e allergici al pelo di gatto spiaccicato.

Le mete turistiche della zona sono il santuario della Madonna Nera di Oropa, il Lago di Viverone, le piste sciistiche rosa di Bielmonte, il parco innaturale della Burcina e il parcheggio dell'aeroporto.

I quartieri

Le Torri Gemelle di Biella, di fronte a Central Park.

I quartieri (o distretti, perché sono molto piccoli) sono i seguenti:

  1. Centro-Manhattan: il quartiere dei ricchi wasp (white-arian-scottish-polentons), con l'ultimo WTC esistente al mondo (le torri gemelle della foto), la Quinta Strada e mezza (via Italia), l'immenso Central Park (i giardini Zumaglini, dove c'è dell'ottima erba), lo sporco ghetto di Riva (Harlem) e il ponte di Brooklyn (il ponte di Chiavazza)
  2. San Paolo-Brooklyn: il quartiere più popoloso, con la più alta percentuale di italiani
  3. Villaggio Lamarmora-Bronx: il quartiere più miserabile, con la più alta percentuale di terroni
  4. Chiavazza-Staten Island: il quartiere a luci rosse, il più lontano, raggiungibile solo con il ponte della tangenziale (il Ponte di Verrazzano), dove si erge la Statua della Libertà (il fungo dell'acquedotto, visibile anche da Cerrione)
  5. Queens non ci stava

Meteorologia

Biella durante il tradizionale concerto di Ferragosto
  • A Biella piove 360 giorni all'anno, e negli altri cinque grandina.
  • A volte non piove. Semplicemente il terreno trasuda umidità.

La storia

La città nasce come emporio Armani per il commercio dell'oro bianco (la lana) in un giorno preciso tra il primo e il decimo secolo d.C., inizialmente con il nome di Budella. Poi, come al solito, arrivano i Savoia che per prima cosa cambiano il nome in Biella, perché meno viscerale, e per seconda confinano nella città tutti i rabbini dello stato. Dal 1379 per Biella finisce dunque la storia, fino all'arrivo di Aiazzone.

Aiazzone

Questo mobilificio recentemente sbiellato fino a pochi anni fa era rinomato in tutto il paese per lo scassamento promozionale di testicoli.

Mobili di Aiazzone.

Per vendere le sue cucine, le sue camere da letto e i suoi gabinetti in rovere, Aiazzone garantiva una improbabile consegna gratuita in tutta Italia, compresi Lampedusa e San Marino, a patto che gli acquirenti andassero a prendere i mobili con il loro furgone e se li montassero da soli. Un giorno un tizio di Trapani fece cadere un armadio di noce massello giù per le scale, rompendolo in due, e si accorse che il noce aveva lo strano aspetto del truciolato e che il mobile conteneva un masso di centottandue chili nascosto in un cassetto. Il cliente fece causa ad Aiazzone, minacciandolo di farlo sparare, e lui si vide costretto a decollare con la p.m. sua amante dall'aeroporto di Biella e a fingere di precipitare e morire sulle montagne. In realtà Aiazzone vive ora a Santo Domingo, vicino a Callisto Tanzi, e vende stufe a legna di ghisa ai dominicani.

Di lui a Biella è rimasto comunque il gigantesco immobile sulla statale per Vercelli, il mobilificio di compensato più grande d'Europa, che purtroppo non è mai stato portato a termine per mancanza di mobili ed è stato di conseguenza confiscato dalla mafia.

Gli Orsi

I temibili orsi del parcheggio degli Orsi.

Il centro commerciale Gli Orsi, così chiamato perché la sorveglianza è affidata a feroci plantigradi di polistirolo allo stato brado, è stato costruito in periferia grazie ai finanziamenti della terribile mafia biellese con lo scopo di far fallire tutti i negozi dei barotti.

Irraggiungibile a piedi, ma nemmeno col SUV, è dotato di ampio parcheggio semi-scoperto, 25 ristoranti, 15 bar, 10 cinema 3D, 5 cinema 4D e una tabaccheria.

È stato inaugurato con un divertentissimo acqua-party, festa in cui l'acqua cadeva direttamente dai buchi del soffitto, perché pioveva. Il successo riscosso tra i biellesi sembra dovuto alla scritta "ingresso libero" sulle porte dei negozi, che permettono di usufruire gratis del riscaldamento e di passare tutto il week-end facendo finta di spendere.

I biellesi

La stazione di Biella (non si vede tanto bene perché sta piovendo).

Come si sarà intuito, i biellesi non amano molto spendere, e nemmeno spandersi. Sono difatti circa cinquantamila ma si ritengono già in troppi. Si racconta che siano la progenie di un antico accoppiamento tra un genovese e una scozzese che, sorpresi dalla pioggia mentre andavano a piedi rispettivamente in Scozia e a Genova, si rifugiarono appunto in un motel di Biella: l'Agorà, ovvero una piazza.

Ma non è vero che i biellesi sono taccagni, è che per loro la roba costa troppo. Così, per non correre il rischio di comprare qualcosa o magari dover offrire un caffè a qualcuno, sono portati a non uscire mai di casa, e quindi a non riprodursi. Una volta un tizio ha visto un biellese in giro dopo le sette di sera, poi si è avvicinato: non era biellese, era uno che si era perso.

A Biella si gira solo col SUV, per mettere sotto meglio i pezzenti. Difatti nessuno si ferma alle strisce: non perché i biellesi abbiano fretta, ma perché non vogliono consumare i freni. Il biellese guarda i semafori con il sospetto dovuto alla novità e il rispetto dovuto alla rarità. Nel dare indicazioni non parla mai di “un semaforo” ma sempre di “il semaforo”.

Élite biellese.

Se sei a più di 10 metri dal luogo di arrivo previsto e sei a piedi non chiedere indicazioni a un biellese: sgranerà gli occhi e affermerà, ridendo, che tale posto (che si rivelerà alla fine essere distante undici metri) è lontanissimo e che ci vuole almeno mezz'ora per arrivarci a piedi, giacché il biellese, e in particolare la moglie del biellese, è abituato a spostarsi col SUV anche per attraversare la strada e andare dal giornalaio di fronte.

Nonostante sia una piccola città, perdersi è praticamente certo. Questo perché ogni isolato è generato casualmente come i dungeons di Diablo 2, ad eccezione del budello di via Italia.

  • La piramide sociale a Biella è così stratificata:
  1. marocchini
  2. papà industriali
  3. figli di papà
  4. fighetti
  5. donne
  6. bimbiminkia
  7. gente come te
  8. gli altri immigrati
  9. terroni, segregati, come accennato, nella riserva del Villaggio Lamarmora
  10. iloti (non biellesi, preposti al mantenimento delle categorie 1 e 2)
Biella è sempre in movimento.

In relazione alla categoria 4 (donne) pare sia possibile avvistarle in piccoli branchi e soltanto nei fine settimana bisestili, presso alcune anguste catacombe dai biellesi definite locali oppure luoghi di perdizione, tra i quali il più fashion si chiama Garage. Ciò è possibile solo dopo lunghi appostamenti e attese, quindi se non siete dei cameraman del National Geographic lasciate perdere, sarebbe più facile avvistare una coppia di panda nell'atto di copulare sul bagnasciuga di Rimini a Ferragosto. Le ragazze biellesi sono avvicinate solo ed esclusivamente dai membri (nel senso che volete) delle prime tre classi, e in particolare dalla classe 1, quella col Porsche. Non sono ammesse eccezioni a meno che l'incauto non abbia nel garage un Cayenne rubato. Le punizioni per i trasgressori sono severissime: dall'evirazione all'esilio presso la cittadina comunista di Cossato, dove vanno a infoltire le file di abitanti delle comunità di recupero.

Il simbolo delle terribili ronde biellesi.

Esasperato da tale iniqua situazione, nei malfamati paesini intorno alla città (come Muzzano, Ponderano, Camburzano, Sandigliano e Occhieppo Inferiore) sta crescendo un movimento criminale di miliziani nullatenenti noto coce "Pera Meccanica", che si dedica allo stupro delle fighette, al furto di figli di papà e all'ultraviolenza.

La comunità metallara di Biella invece è così esigua che è stato preso in considerazione il ripopolamento tramite l'introduzione di esemplari cuneesi, notoriamente più fertili.

Biella infine è la seconda città, dopo Verona, per la percentuale di abitanti emo.

Notizie non confermate

A Biella si va sempre e comunque a lavorare.

La psicopolizia avverte che queste notizie sono prive di fondamento.

  • Una volta è stato osservato un biellese che prestava un euro a un suo amico.
  • I biellesi si fanno la doccia scozzese, per risparmiare acqua calda.
  • Un giorno si è visto un biellese farsi prestare un euro da un genovese.
  • Vicino a Biella è situata Manovella, famoso è il suo asse di collegamento con Biella (detto comunemente meccanismo Biella-Manovella).
  • I flussi migratori in uscita da Biella si chiamano sbiellamenti.
  • La fauna autoctona è perennemente schizzata e se qualcuno manifesta dello stress intenso (di solito per via del traffico) si dice in gergo che sta sbiellando.
  • A Biella sono talmente attaccati al denaro che, per non perdere un giorno di lavoro per la festa patronale, hanno scelto come patrono Santo Stefano.
  • Qualcuno sostiene che il modo di dire "Vedi Biella e poi muori" non sia solo un modo di dire, almeno per gli sfigati.
Un moderno lanificio.
  • Se non hai le scarpe o la borsa di Prada, a Biella rischi l'ostracismo eterno.
  • Se sei senza Prada, i biellesi ti prendono sotto con la macchina. Un'ordinanza municipale del 1998 infatti invita tutti gli automobilisti a investire chiunque si presenti in città senza Prada. Per ogni omicidio si ha diritto a una tessera sconto alla Bennet e a un soggiorno di due settimane agli Orsi senza obbligo d'acquisto.
  • Quando piove, i biellesi non escono di casa.
  • A Biella piove sempre.

Personaggi famosi di Biella

Il gemellaggio Biella-Biel.

Città gemellate


Siamö padani, abiamö ün söniö nel cuöře, brüžare il tricölöre, brüžare il tricölöre!