Treviso

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
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Treviso

(Stemma)

"Questa è la Razza Piave, p***o Dio!"

(Motto)

Posizione geografica Palude di Odino, Padania
Anno di fondazione 0 a.T.(avantiTreviso)
Abitanti 82.000 (extracomunitari 7%)
Etnia principale Padano lanzichenecco
Lingua Lanzichenecco, detto anche Dìaéto trevisàn
Sistema di governo Lega Nord, oligarchia fondata sulle boiate spacciate per ovvietà e mazzette qua e là
Moneta Scheo
Attività principale Boari, truzzi, rocker, cazzeggio
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Treviso
« Non sono razzista, è lui che è negro! »
(Trevigiano)
« Ho sognato migliaia di terroni...saranno state le melanzane sott'olio? »
(Trevigiano)
« E adesso dove cazzo mi siedo?? »
(Immigrato sulle panchine)
« Se fosse per me a Treviso non farei entrare neanche un milanese »
( Trevigiano)
« Areoooooooo »
(Trevigiano inconsapevole che "sono un coglione" non si pronuncia così)
« Toni!!! Curi qua col fusil che ghe xe un teron!!! »
( Donna Trevigiana che vede un Veneziano)
« Dove borghese e contadino s'accompagnano »
(Dante Alighieri, Divina Commedia (Paradiso, XXL, v.94))
« Le prostitute a Treviso sono tutte nostrane! »
« Treviso non è mai stato sotto il dominio di Venezia! Casomai il contrario! »
(Dei boari qualsiasi originari di Treviso)
« Ma che targa è TV?? Transilvania?!?!! »
(Flavia Vento in gita in città)
« Passai accanto a 200 persone e non riuscii a vedere un solo essere umano. »
(Bukowski passando per il ponte san martino)

Treviso (IPA: /tre'vizo/[1]) è un comune di 162 abitanti (82.000 circa contando gli extracomunitari) in provincia di Padernello di Paese.
I patroni della città sono i Santi Diocaro e Dioboia. La città non li onora con festività particolari, ma i trevigiani li invocano da mattina a sera. Qualcuno anche in sogno.

Caratteristiche geografiche

NonNews

NonNotizie contiene diffamazioni e disinformazioni riguardanti Treviso.

Geografia, etimologia cittadina

Incantevole cittadina situata nella pianura veneta, il comune è considerato uno dei più insignificanti d'Italia, anche se non al livello di Rovigo e Pordenone. Confina con la ben più popolosa e ridente cittadina bavarese di Vankuhlo, meta turistica internazionale. Secondo i geografi Treviso si trova a nord di Preganziol e La Sicilia e San Trovaso, per cui, dati alla mano, la Terronia inizierebbe da San Trovaso in giù. Tuttavia, i geografi di Vittorio Veneto collocano tutta la superficie di Treviso a sud, e prova ne sia il fatto che i vittoriesi chiamano Treviso col nome Kåtånyå.
Si suppone che il nome Tarvisium sia frutto di una romanizzazione di un precedente toponimo a sua volta relativo ai Terroni, gruppo etnico di area numida, anticamente stanziato all'estremità meridionale degli Appennini e che si ipotizza abbia costituito la prima comunità trevigiana. Non manca peraltro chi ha ricondotto il nome all'espressione indoeuropea "tremrhr" (tamarro) con l'aggiunta di un suffisso -isium di chiara derivazione juventina.
A nord di Treviso c'è il Montello, il monte più alto del mondo, che a malapena raggiunge i 371 metri. Agli abitanti della città sta molto caro per il semplice fatto che sta a nord.
Treviso gode di un eccellente sistema di trasporto urbano, essendo l'unica città al mondo con una media di quattro SUV per abitante. Negli uffici della Volkswagen, Volvo e Audi i tecnici sono rimasti sorpresi per la massiccia richiesta proveniente da Treviso di trattori a uso urbano e di carri armati sempre a uso urbano. Qualcuno pare che possegga anche una trebbiatrice della Lamborghini con cui sfreccia sulla tangenziale il sabato sera. Indicativo di questo approccio ecologista è il fatto che la Mattel esporti solo verso Treviso un set con delle Barbie dalle tette e labbra siliconate, Ken che dice < areo! > e il SUV con brillantini. Il SUV di Barbie pare che si sposti solo se fai il pieno di diesel.

Clima

Il forestiero che entri per la prima volta a Treviso, verrà forse assalito dal panico al sentire un ululato provenire dalla loggia di Piazza dei Signori. Non si inquieti, sono lupi. In genere accorrono sotto la loggia per trovarvi riparo dalla pioggia e dal freddo. Se ululano, è per lagnarsi del clima rigido. Più precisamente, queste mansuete bestiole col loro ululato dicono: «Dio caro, me son giazzà i maroni! Uuuu-uuu! Dio caro, no xé pì le mexe stagiòn! Uuu-uuu!»
In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990), la temperatura passa dal valore minimo di -15 °C di gennaio-febbraio al valore massimo di -13 °C di luglio-agosto. Le precipitazioni medie annue superano i 923 mm e i valori massimi (cioè minimi) si riscontrano in marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre. A dicembre, gennaio e febbraio non piove, ma c'è il gelo. Sempre in estate possono svolgersi dei fenomeni a carattere burrascoso, spesso accompagnati da violente grandinate. In inverno, la notte si hanno solitamente temperature al di sotto dello zero e quindi ghiaccia facilmente. Inoltre pochi giorni all'anno possono verificarsi brevi nevicate, anche se di scarsa entità. Il numero complessivo annuale di giorni piovosi è di 200, escludendo le domeniche e i sabati, in cui piove per default.

Storia della città

Le origine cittadine si perdono nelle nebbie della leggenda dalla notte dei tempi. La posa della prima pietra della città risalirebbe al 1011 avanti Cristo a opera di Giancarlo Gentilini durante il suo primo mandato come sindaco, per dare una città ai trevigiani, altresì nominati, nella loro lingua, Trevisani. I trevigiani si dividono in Babbani (ossia la gente comune) e Razza Piave. Questi ultimi, in particolare, sono assiduamente convinti di essere la razza più antica al mondo, i fondatori delle varie Ur, Sumer, Gerico, Gerusalemme, Mu, Atlantide, Catal huyuk e New York, gli edificatori di Stonehenge. Da ciò deriva la ferma convinzione che la Razza Piave, dopo un lungo peregrinare nel mondo (in seguito alla distruzione del paese di Cuccagna a opera di Cristiano Malgioglio), abbia trovato il proprio messia in Giancarlo Gentilini stesso e, elettolo sindaco, lo abbia incaricato di scolpire le tavole della legge e di cercare la terra dove scorrono fiumi di latte e miele (o, secondo una più accurata interpretazione, di vino rosso e vino bianco). Questa terra dovrebbe appunto essere Treviso. È stato ristrovato a Treviso il Sacro libro del Trevisano rassa piave dove è narrata in lingua trevisana, con le tipiche rune a forma di radicchio che rappresentano lettere, la storia di un eroe: Giancarlo Gentilini. Esso durante una notte riceve in sogno dal dio Panto il compito di costruire un'arca e di raggruppare tutti gli animali da cortile possibili. Dopo esattamente 78 giorni cominciò un diluvio e il Piave si ingrossò fino uscire dai suoi margini ed "invase il mondo intero mormorando non passa lo straniero". Dopo anni di navigazione Gentilini vide un monte, il Montello (secondo la tradizione trevisana il monte più elevato al mondo), nel quale s'incagliò. Da qui in poi non è stato possibile tradurre il sacro testo, ma da questo racconto deriva il concetto di "rassa piave" cioè l'unica razza veneta pura sopravvissuta al diluvio del Piave.
Secondo studi recenti, che confermerebbero quanto detto sopra, la Rassa piave deriverebbe dall'incontro dell'Uomo di Neanderthal con una femmina di cinghiale. Dopo tre generazioni, un membro della tribù si sarebbe spostato a Tromsø, dove ci sarebbe stata un felice connubio tra Neanderthal, vichingo e lanzichenecco. L'ultima discendente della stirpe, Brunilde Cason della Mia Fava, sarebbe emigrata a sud-est, dove avrebbe fondato con la città di Ur.
Tornando alla storia più recente, nell'anno del Signore 1997, lo sceriffo Gentilini ordinò, reggendosi i maroni con una mano, di levare tutte le panchine nei giardini davanti alla stazione. Lo scopo era impedire agli immigrati di bivaccare qua e là. E grazie a Dio, che vadano a lavorare! Treviso da quel glorioso anno in poi ha vietato anche:

  • l'uso del velo e di tutto ciò che nasconde il volto, compresi gli occhiali da sole, la frangia di capelli più lunga di 3cm, gli occhiali da vista, le sopracciglia folte
  • la consumazione di canapa indiana, a meno che non lo si faccia nello studio dello sceriffo
  • la parola Dio in tutte le lingue che non siano il dialetto veneto di inflessione trevigiana. Particolarmente vietata è la parola Dio in lingua araba
  • qualsivoglia tipo di musica ad alto volume, ad eccezione della musica tunz tunz nei negozi e nei bar, dove ha la manifesta funzione di rendere gradevole il consumo o l'acquisto di qualsiasi tipo di stronzata edulcorata ma alla moda

Da allora in poi, in poche parole, su Treviso il sole splende tutti i giorni, c'è ordine, disciplina, rispetto per le tradizioni.
Durante una visita ufficiale, Mario Borghezio affermò che «Treviso è un esempio di tolleranza e civiltà». L'affermazione suscitò lo sdegno generale in tutta la provincia, dato che tolleranza a Treviso è una parola tabù, da non usare in nessun modo, a meno che non si voglia usare l'espressione proverbiale tolleranza zero (o toleransa xero). A Treviso vige una regola: se dici «Tolleranza zero!» al bar, non paghi la consumazione.
Tuttavia, con l'avvento della crisi finanziaria galattica, la città ha messo in vendita i granai-grattacielo del centro, sulla scorta dell'iniziativa di ristrutturazione economica della città di Milano. Stando a quanto dice la mia amica Berta, il centro città dovrebbe essere ceduto in pochi mesi all'emiro del Qatar, Abdullah Qaga Skei.
Secondo il più autorevole quotidiano locale, La Tribuna, Abdullah Qaga Skei avrebbe intenzione di disseminare tutta Treviso di moschee, per farne la capitale del turismo veneto. Il segretario della Lega Nord trevigiana pare che abbia già dato il suo ok, a condizione che non venga leso in alcun modo il culto locale dei Santi Diocaro e Dioboia.

Fauna antropomorfa

Tipi umanoidi, etnie

Molti trevigiani tendono pericolosamente ad assomigliare a costui.

Tra le tipologie di quadrupede difettoso presenti in città, oltre ai trevigiani di fatto, di cui abbiamo fin troppo abbondantemente disquisito sopra, v'è anche una grandissima quantità di immigrati provenienti da Marte e Mercurio. Essi hanno introdotto in città alcune cose prima del tutto inedite e sconosciute, ovvero bevande alcoliche diverse dal vino o la grappa e alimenti diversi dalla polenta e il celebre radicchio rosso. Treviso è invasa da una sottospecie di truzzo ancora più letale: il truzzo boaro. Il truzzo boaro è nato verso la fine degli anni '90 quando un'oscura entità truzza si è avventurata nella città accoppiandosi con il primo boaro che ha trovato (difficile non trovarne uno). Da una così abominevole unione è stato generato il primo truzzo contadino: esso si distingue dal modo di atteggiarsi tamarro, dall'orientamento fascio leghista e dal linguaggio alquanto dialettale come:

  • Areo
  • Fiool
  • Vecio
  • Ziocchén
  • Reffateeee

I luoghi con maggior concentrazione truzza e di ghei praid sono Piazza Duomo e Piazza dei Signori. Nel caso vi trovaste nella zona senza lanciafiamme è consigliata la fuga nella vicina Piazza Pola, celebre per la concentrazione di metallari, sinistrorsi e drogati.

Subculture

La subcultura (o cultura del cazzo) sicuramente più antica e diffusa di Treviso è quella dei cosidetti boari, abitanti perlopiù di campagne e paludi come Padernello che possono essere facilmente riconosciuti per l'uso smodato della bestemmia. Sono inoltre gli unici Custodi dell'Antica Legge Boara, un libro che racchiude formule e incantesi da recitare prima di cominciare una discussione in dialetto.
Tra le subculture più recenti, si trova una circoscritta comunità di rocker e metallari posta a far fronte a una grande numero di rapper e una pandemica quantità di truzzi. Questi ultimi si mescolano con gran parte delle rimanenti classi sociali, in gran parte con gli esponenti più giovani dei contadini, andando a così formare l'immensa categoria dei cosiddetti grebani. Questi ultimi si uniscono in comunità estese con gli zingari (a Treviso chiamati anche singani) formando un'immensa pustola cancerosa che mina le fondamenta del mos maiorum in questa comunque aberrante città. Individui con significative percentuali di attitudini truzze si uniscono poi a formare un'altra componente di spicco tipica della città, i borghesi, andando a formare i piazzarotti, categoria propriamente disprezzabile, escludendo forse variegate tendenze emo.

Tipica bellezza locale, vedi Miss Padania

Cultura vera e propria

Il musicista in cima a tutte le classifiche trevigiane, nonché cittadino onorario e prorettore della locale Università, è Gianni Drudi. Quest'ultimo vi ha inaugurato da poco un centro di contemplazione zen di tutti i fenomeni subombelicali del cosmo.

Citadini ilustri

Luca Zaia in compagnia di alcuni giovani leghisti a Treviso.

Nella lista dei cittadini illustri di Treviso bisogna fare una divisione: tra quelli che se ne sono andati via e quelli che sono rimasti a rompere le palle. Tra i primi, troviamo una schiera di fenomeni di cui nessuno mai ricorda il luogo d'origine: Antonio Canova, Lorenzo Lotto, Pio X, Giovanni Comisso, Alessandro Del Piero, Lorenzo da Ponte, Donatella Rettore Poi ci sono quelli della seconda sponda:

  • Giancarlo Tex Gentilini, sorello siamese di Luciano Liggio, si separarono alla nascita
  • Melita Toniolo, per i clienti semplicemente Melita
  • Giulio, Tullio, Aldo, Mario, Riccardo, Maria, Simone, Federica, Luisa e Gervaso Benetton, tutti fratelli, non ancora maggiorenni ma già proprietari degli atomi che compongono tutti i fenomeni visibili in città per un ammontare in azioni rispettivamente del 10%, 10%, 10%, 10%, 10%, 10%, 10%, 10%, 10%, 10%
Sorella della sopra indicata tipica bellezza locale, solo che questa non si candida a Miss Padania
  • sig. Nessuno, molto noto a Treviso
  • Adalgisio Spritz, beone dell'XI secolo, pare che indossasse la pelle di cinghiale più costosa prodotta in tutto il regno longobardo. Si sparò giù per il gargarozzo sei litrozzi di Prosecco Valdobbiadene misto a sei di "akwa de diawolo" (acqua del Sile sifonata) e un intruglio di rabarbaro, zenzero, arancia. Secondo fonti ecclesiastiche, Adalgisio Spritz iniziò a delirare, scrisse il Manifesto del Veneto Libero su un tovagliolo dell'osteria e, non contento, scrisse la ricetta originale dello spritz sul retro del medesimo tovagliolo. Subito dopo morì. La Chiesa lo ricorda per la bestemmia più lunga mai proferita in luogo pubblico.
  • sig. Bò, molto noto a Treviso
  • Luca Zaia
  • Boris e Zeta 28

Cittadini non illustri

  • Tu, naturalmente
  • Io, ma datemi tempo, presto avrò anch'io la mia fabbrichetta
  • Roberta G., l'ennesimo roito candidato a Miss Padania

Note

  1. ^ pronunciato abitualmente trevIZOOO, con vocalizzo da Jodler sulla ultima O; no, cazzo, secondo l'IPA: /tre'vizo/! trevISOOO! /tre'vizo/! trevISOOO!! /tre'vizo/!!...

Voci scorrelate


Siamö padani, abiamö ün söniö nel cuöře, brüžare il tricölöre, brüžare il tricölöre!