Utente:Lo Stronzo di mamma tua/Dicono di lui

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Attenzione!

Questo articolo parla del più grande Stronzo del mondo.
Decliniamo ogni responsabilità legale per la mole elevata di stronzate presenti all'interno della pagina.
Grazie e arrivederci!


« AAAAAAAAAH! ALLARME! CONGIURA! TRADIMENTO! MIO DIO!
CAVATEMI GLI OCCHI, VI PREGO! NON POSSO ASSISTERE A TALE ABOMINIO! HAI STUPRATO LA LINGUA ITALIANA, MARRANO! HAI FATTO SCEMPIO DELLA NOBILE LINGUA DI DANTE ALIGHIERI, DI PETRARCA, DI PIRANDELLO!
MA COSA TE LI ELENCO A FARE QUESTI NOMI, TU MANCO SAI CHI È PIRANDELLO! EH, LO SAI? CHE SCUOLA HAI FATTO, L'ISTITUTO PARIFICATO PER MINORATI MENTALI?
POSSA IDDIO AVERE PIETÀ DI TE! IL BAN È TROPPO POCO, PER UN DELINQUENTE DI COTAL GUISA! »
(Lo Stronzo si scaglia contro un utente che ha scritto "perchè" invece di "perché")
« Quo usque tandem abutere, n00b, patientia nostra? Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? »
(Lo Stronzo annienta un n00b con la sua fluente oratoria)
« Quomodo vis vocari? Vocaberis Johannes! »
(Lo Stronzo si fa riconoscere anche durante una normalissima presentazione)


Direttamente dall'album di famiglia, la nascita delLo Stronzo: da notare come la madre affronti con calma serafica il parto, trovando anche il tempo di spettegolare con un'amica al telefono.

Lo Stronzo di mamma tua è una delle tante pecorelle smarrite che affollano Nonciclopedia. Si distingue dalle altre perché è l'unica con la scabbia.
Detto anche il "Carlo Emilio Gadda dei poveri" per la sua abilità nell'abbandonare al loro destino articoli che aveva entusiasticamente iniziato cinque minuti prima, Lo Stronzo ha innalzato a nuove vette il significato della parola "schiavo", collezionando uno dietro l'altro tutti gli incarichi (ma soprattutto le stellette) possibili e inimmaginabili.
Lo Stronzo è infatti un pulisher, un restauratore, un mangiatore di fuoco, un capro espiatorio, un inquisitore, uno sguardone e nel tempo libero si occupa addirittura di fare le spugnature a Zaza quando questi è colto da un attacco di pigrizia.
Neppure il conflitto di interessi rappresenta un ostacolo per questo utente: Lo Stronzo di solito scrive un articolo, svuota la pagina, annulla l'autovandalismo, denuncia sé stesso nella pagina dei vandali da bannare, mette sotto accusa l'articolo, una volta arrivati in Tribunale si prende l'impegno di restaurarlo e infine archivia la votazione.
Niente male per uno che ha esordito citando la mammina nel suo nickname!

Vita e stronzate

Partorito con grande sforzo, il piccolo Stronzo, fin dai primi anni di vita, diede prova di essere un bimbetto fuori dal comune: infatti ogni volta che aveva fame, sete o aveva fatto la pupù nel pannolino, invece di strillare e piangere come un pargolo qualsiasi, si avvicinava al pianoforte e ne percuoteva i tasti violentemente, a casaccio, generando un frastuono tale da non poter essere ignorato dalla povera madre, che al rumoroso segnale accorreva, trafelata, gridando: "Eccomi, sto arrivando, Stronzino mio!"
Le prime parole dello straordinario bimbo furono: "Contrappunto doppio all'ottava!"

Il ritratto di Mendelssohn assume quest'espressione ogni volta che Lo Stronzo cerca di parlargli.

Infanzia

Lo Stronzino crebbe in stronzaggine e bellezza, due caratteristiche che, com'è tristemente noto, sono fondamentali per attrarre le donzelle; ma nonostante le bambine si azzuffassero per lui fin dai tempi dell'asilo, il nostro eroe non sembrava curarsene più di tanto.
Alle elementari incontrò il suo primo, vero amore: la lingua italiana.
Chiunque osasse oltraggiarla, pronunciando abomini come "Ho andato al cinema", veniva punito per mezzo del terribile lavaggio della lingua con acqua e sapone; si vocifera che Lo Stronzo non abbia ancora abbandonato queste violente pratiche di tortura, forse perché il primo amore non si scorda mai.

Adolescenza

È in questi anni che si verifica uno degli eventi più importanti nella vita di Stronzy: l'ammissione al prestigioso Conservatorio di Sturm Und Drang.

« Non ne potevamo più di sentire le sue cacofonie ventiquattr'ore su ventiquattro, così abbiamo pensato che, con un buon maestro di musica, avrebbe almeno imparato a suonare decentemente! »
(Commovente dichiarazione dei genitori dello Stronzo)
Uno degli incubi ricorrenti dello Stronzo: Bach con una chitarra elettrica.

Mentre i suoi coetanei scoprivano le gioie dell'uscire con gli amici, andare al cinema e comprare peluches idioti con su scritto "TVB" da donare alle ragazzine, Lo Stronzo, che da tempo detestava tali attività, si dedicò interamente allo studio della musica classica: il suo secondo, ma non meno importante, amore.
Strappò dalle pareti della propria camera tutti i poster di cantanti pop e rock che avevano affisso i suoi genitori per farlo sembrare un ragazzo normale e li sostituì col ritratto originale del suo idolo, Felix Mendelssohn Bartholdy, acquistato su ebay al modico prezzo di 50.000 dollari.
Si vocifera che nelle notti di luna piena, quando girano i lupi mannari e le streghe volano sulle scope di paglia, Lo Stronzo celebri strani rituali magici per parlare col ritratto di Mendelssohn, e che quello gli risponda sistematicamente:

« Ma la vuoi smettere di fracassarmi le casse armoniche?? »


Un'altra diceria non del tutto confermata vorrebbe che l'adolescenza dello Stronzo sia stata segnata da incubi orribili, popolati da chitarre elettriche che lo inseguivano per bastonarlo et similia.

Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia...

Durante il primo anno delle superiori, Lo Stronzo conobbe il suo terzo grande amore: il latino.
Mentre il professore si affannava a spiegare la prima declinazione, lui, il mito, il genio della situazione, già declamava versi tratti dall'Eneide e leggeva tutte le orazioni del caro Cicci, di cui era diventato fan. Presto riuscì anche a parlare il latino correntemente, come se fosse inglese; ciò lo rese il cocco del professore.

Un'istantanea dello Stronzo con la sua ragazza-oggetto; che tenerezza!


Nonostante il suo cuore fosse già notevolmente impegnato, per via dei suoi tre grandi amori, Lo Stronzo trovò il tempo di fidanzarsi con una balda giovincella, di cui in realtà non gli importava un fico secco: la usava come ragazza-oggetto; e lei era ben contenta di farsi usare da un ragazzo talmente dotato di charme e cultura.

« Così fan tutte »
(Ecco come Lo Stronzo riuscì a convincere la malcapitata a donargli la prima rosa)


La storia fu intensa ma breve: un giorno lei lo scoprì a declamare versi per una misteriosa Silvia[Giacomo Leopardi]. La separazione fu inevitabile.
L'inspiegabile moto di gelosia che la ragazza aveva provato nel sentirlo declamare quei versi spinse Lo Stronzo ad effettuare alcuni esperimenti di carattere sociologico sui propri compagni, per il bene della scienza; si finse affetto da un gravissimo ed incurabile cancro alle unghie delle mani, disse di essere un seguace del nazismo e di voler intraprendere la carriera religiosa, cominciò ad emettere strani versi e a rotolarsi sul pavimento; tutto ciò per analizzare le reazioni della mente umana in tali frangenti.
Scoprì con stupore che la maggior parte dei suoi compagni di classe, in seguito a tali esperimenti, si rifiutava di rivolgergli la parola.
Poco importava: ormai aveva scoperto Nonciclopedia, il suo quarto ed ultimo amore: non gli serviva più una vita sociale.

Curiosità

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  • Non fatevi ingannare dal nome: Lo Stronzo ha un cuore d'oro.
    E un pugno di ferro sempre in tasca, ma questi sono dettagli.
  • Non è ben visto dal suo insegnante di musica da quella volta che per imitare Jimi Hendrix ha dato fuoco a un pianoforte durante un saggio.
  • Ama carnalmente la lingua italiana, tanto che il suo sogno erotico è un'orgia con Zanichelli, Devoto e Oli.

Collegamenti esterni

Una canzone scritta per Lo Stronzo