Utente:Flaming Ace/Sandbox/1

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Canto dei Nibelunghi

« Nasceva nella terra dei Burgundi una fanciulla di nome Crimilde. Minchia, era veramente una sgnacchera da paura! »
(Canto dei Nibelunghi, I avventura.)
« Sconfigge con un colpo il drago, il prode Sigfrido e, bagnatosi nel suo sangue, la pelle ottiene dura come pietra. »
(Il dungeon master Hagen commenta il 20 naturale rollato da Sigfrido.)
« OMG ho tipo massacrato quel nano giù alla caverna segreta del tesoro! LOL #AlbericoPippa #SigfridoNumberOne #PuppamiLoSpadone »
(Tweet di Sigfrido successivo al duello con Alberico.)

Il Canto dei Nibelunghi (Das Nibelungenlied in crucchese, ovvero La plastilina dei Nibelunghelidi) è un potentissimo sonnifero maldestramente cammuffato da poema cavalleresco, nonché il motivo principale per cui il resto del mondo odia la Germania. Il nome dell'autore di quest'opera non è fortunatamente giunto fino a noi; fortunatamente per lui, visto che altrimenti la gente farebbe a gara per vandalizzargli la tomba.

Struttura

Quentin Tarantino con un'espressione godereccia dopo aver scoperto che i versi del Canto sono divisi in piedi.

Il Canto dei Nibelunghi consta di circa 8000 versi suddivisi in 39 capitoli, ciascuno dei quali è chiamato "avventura", e questo sia che l'evento più avventuroso in essa narrato sia una guerra colossale che coinvolge intere nazioni, sia che si tratti di Crimilde che, stirando, brucia la camicia a Gunther.
La lingua in cui è scritto il poema è il medio alto tedesco, ovvero un tedesco arcaico che, al contrario di quello attuale, non dà l'impressione che chi lo parla sia incazzato col mondo. I versi, scritti in questa lingua assimilabile per musicalità al motore di un tosaerba, sono poi accentati in alcuni punti chiamati piedi, così chiamati perché soltanto una persona su venti e con un particolare feticismo può trovarci qualcosa di bello. Per finire, ciascun verso è anche diviso in due parti, ciascuna delle quali prende il nome di "emistichio". A tutt'oggi, nessun insegnante di letteratura tedesca è stato in grado di spiegare cosa sia esattamente un emistichio senza impallidire, sudare copiosamente, balbettare e cercare di distrarre l'interlocutore additando inesistenti asini volanti.

Trama

Prime 6 avventure: come Sigfrido va dai Burgundi per farsi Crimilde

Alberico prima e dopo che la sua faccia incontri la suola degli stivali di Sigfrido. Si noti la posizione sottomessa nella seconda immagine. Alberico prima e dopo che la sua faccia incontri la suola degli stivali di Sigfrido. Si noti la posizione sottomessa nella seconda immagine.
Alberico prima e dopo che la sua faccia incontri la suola degli stivali di Sigfrido. Si noti la posizione sottomessa nella seconda immagine.

Sigfrido è il principe di Niederland, terra ricchissima e potentissima nella quale tutti sniffano papaveri e portano zoccoli di legno. In qualità di principe, passa le giornate a bighellonare per il feudo millantando di "combattere il male e le ingiustizie del regno", il che nella realtà dei fatti si traduce con "crepare di mazzate chiunque senza una logica". Un giorno, dopo aver "salvato" un povero contadino disperato per il magro raccolto a modo suo, ovvero scatafasciandolo di pugni e scagazzandogli sul campo, Sigfrido sente parlare della straordinaria bellezza di Crimilde, la principessa dei Burgundi, e capisce ciò che deve fare: "se esiste una principessa tanto bella, deve essere mia! Chissà quanta gente potrò mazzuolare per arrivare ad averla!", pensa con un rivolo di saliva a lato della bocca. Dopo aver quindi detto a mamma e papà che "va a farla da Paolo", Sigfrido parte per il regno dei Burgundi. Non appena arriva viene identificato dal vassallo Hagen, affettuosamente soprannominato "secchione di merda" per la sua straordinaria conoscenza dei cazzi privati di tutti, che racconta il background di Sigfrido con un flashback in bianco e nero e fuori sincro. Sigfrido si dirige dal re Gunther e, guardandolo negli occhi, esclama "we, testina, adesso il tuo regno è mio!". Rapida è la risposta del re: "gettatelo nel vulcano!". Così Sigfrido si rende conto di aver sbagliato, ricarica la partita e al secondo tentativo riesce a farsi accettare al castello come ospite. Qui passa un anno a scroccare le patatine al formaggio e a guardare il culo alle dame, sebbene nei suoi pensieri ci sia sempre Crimilde e la brama di guardare il suo, di culo. Nel mentre, i genitori si chiedono che cosa diamine abbia mangiato il loro pargolo per stare via un anno a cacare. Non passa molto tempo prima che, per esigenze di trama, i re stranieri Lüdegast e Lüdeger decidano di invadere il regno di Gunther, dopo aver scoperto che quello stronzo del re burgundo gli ruba il wi-fi. Saltiamo la prevedibile parte in cui entrambi vengono presi a colpi di tostapane da Sigfrido e arriviamo a quando, dopo la guerra, Gunther si rende conto che ha bisogno del calore di una donna. È una pura coincidenza il fatto che non gli funzionasse Brazzers.
Il lungimirante Gunther, dunque, animato da una forte voglia di morire agonizzando, decide di rivolgere la sua attenzione alla bella Brunilde, una gnoccona frigida come un Polaretto che si diverte come una pazza a mettere in palio la sua fregna sottoponendo i suoi pretendenti a prove degne di Ciao Darwin e trucidandoli brutalmente in caso di sconfitta. Inutile dire che anche stavolta Gunther deve chiedere aiuto a Sigfrido, il quale, al solo pensiero di visitare un nuovo regno pieno zeppo di punching ball umani, si frega le mani tutto contento. Non solo: prima di accettare mette bene le cose in chiaro: "va bene, io ti aiuto però al ritorno mi bombo tua sorella!". Per compiere l'impresa il principe di Niederland si porta dietro il cappuccio che rende invisibili e che fornisce un bonus di 30 punti a forza e cazzimma, oggetto che aveva tempo addietro strappato al fortissimo nano Alberico dopo avergli chiuso ripetutamente la testa nello sportello dell'auto.

Avventure 7-17: doveGunther vuole bombarsi Brunilde e Sigfrido fa la fine del topo

Giungono così Sigfrido, Gunther, Hagen e un altro guerriero scelto a caso solo per fare numero - Luciano -, nella terra di Brunilde; qui i quattro sono testimoni della forza e della tostaggine di Brunilde quando vedono che la donna fa tranquillamente cose come brandire una lancia portata a fatica da quattro uomini, sollevare bilanceri da palestra con le sopracciglia e schiacciarsi le lattine vuote sulla fronte. Ognuna di queste cose aumenta progressivamente l'angoscia di Hagen, la quale raggiunge il suo culmine e porta l'uomo a definire Brunilde "sposa del diavolo" quando lei getta via le scarpe e cammina a piedi nudi su una distesa di mattoncini Lego. Le tre prove in cui Gunther deve sconfiggere questo Sauron in gonnella per poterla sposare sono:

  • lanciare una pietra lontanissimo cercando di accoppare un paesano;
  • superare con un salto suddetta pietra senza risultare positivo al test anti-doping;
  • lanciare una lancia contro l'avversaria così forte da farle esclamare "orco can!".

Inutile dire che Gunther si limita a mimare i gesti, mentre il lavoro sporco tocca a Sigfrido, che riesce a sconfiggere la donna sudando sette cappucci fatati. Così le due coppie si sposano ed entrambe le cerimonie sono ricolme di gioia e di letizia, e sono rese anche migliori dalla mancanza del solito zio ciccione e rinfreschivoro che ai matrimoni non manca mai. Il problema arriva quando è ora di consumare: mentre Sigfrido con Crimilde non ha problemi, le fa le coccole, la deflora con delicatezza e dopo aver finito ha la decenza di non farsi preparare un sandwich; Gunther non è così fortunato, giacché, non appena fa per accarezzare la sposa, lei gli ferma la mano spaccandogli in due il metacarpo. Brunilde vuole infatti sapere a tutti i costi come il marito abbia potuto dare sua sorella in sposa ad un semplice vassallo. Poiché tutta la conquista di Brunilde si basa sulla balla che vede Sigfrido niente più che un vassallo di Gunther, il re ci gira intorno, bofonchia qualcosa tossendo e cerca di prendere Brunilde con la forza. Errore

. Brunilde atterra Gunther, gli lega mani e piedi con la propria cintura, lo appende ad un chiodo e, già che c'è, gli dà del coglione. Il giorno dopo, mentre Sigfrido racconta a Gunther nel dettaglio di come la sua possente lancia è penetrata nella sala del tesoro di Crimilde, corredando la narrazione con una grande quantità di materiale audiovisivo, il re burgundo racconta dell'umiliazione subita. Sigfrido si offre di aiutarlo ed elabora un piano: decide di entrare nella stanza da letto di Brunilde al buio e senza parlare cosicché lei lo ritenga Gunther. Il giovane entra armato di un cetriolo, un barattolo di vaselina e un sorriso da maniaco e ne esce con un'espressione soddisfatta e con la cintura e l'anellino di Brunilde. Ancora oggi Gunther non ha idea di cosa sia accaduto esattamente in quella stanza, ma sicuramente dopo quel giorno la moglie fu molto servizievole. Con una mossa che gli vale la nomination per gli "Imbecille della Burgundia Awards", però, Sigfrido regala la cintura e l'anello a Crimilde, forse per dare alla moglie due trofei dell'altra dama, forse per vendicarsi dello stato allusivo che Brunilde aveva scritto su Facebook due sere prima.

Passano dieci anni, durante i quali Crimilde e Sigfrido hanno iniziato a convivere e hanno dato alla luce un piccolo e puccissimo ammazza-mostri di nome Guntherino. Gunther, che per tutti questi anni ha continuato a sopportare lo spaccamento di palle di Brunilde, la quale vuole ancora capire se veramente Sigfrido sia vassallo del marito, per chiuderle quel forno invita Crimilde e Sigfrido ad andare a giocare a Burraco da loro. Dopo la partita, Crimilde e Brunilde iniziano a litigare per chi ce l'abbia più lungo tra Sigfrido e Gunther; esasperata, Crimilde mostra a Brunilde la cintura e l'anello. Quest'ultimo, in particolare, glielo mostra piegando tutte le dita tranne quello su cui esso era infilato, ovvero il medio. Tutti prendono dunque l'anello e la cintura come prove schiaccianti del fatto che Sigfrido si sia fatto anche Brunilde. Il che ci può anche stare nel mondo medievale, ma guai a vantarsene con gli amici al baretto come avrebbe fatto Sigfrido! Inviperita, Brunilde riferisce la cosa al marito, che in risposta si massaggia la testa scocciato e inizia a meditare di uccidere Sigfrido. Hagen si offre di scoprire il punto debole dell'ospite, siccome già non stava abbastanza sui coglioni ai lettori. Visto che l'unica a conoscenza del punto debole è Crimilde, Hagen si dirige da lei e, sfruttando la sua astuzia affinata da innumerevoli esperienze passate, ottiene l'informazione con superba maestria:

Hagen : Bella, Crimy! Mi voglio assicurare che questa lancia non si pianti per caso nel punto debole di Sigfrido... Mi ricordi qual è?
Crimilde : Certo!

La moglia segna così con una croce sull'armatura il tallone d'Achille di Sigfrido (che non è il tallone, per motivi di copyright), mentre Hagen elabora una strategia per sconfiggerlo.

Avventure 17-boh: da quando Crimilde si risposa a quando inizia la vendetta

Arriva quindi a corte un messaggero di Attila. Egli cerca di convincere Crimilde a venire con lui nella terra del suo signore, ma lei, per far vedere che non è interessata, lo riceve coi capelli spettinati, la T-shirt di Hello Kitty, i pantaloni della tuta e le pantofole a forma di draghetto. Ma poi la prende da parte e le giura, in privato, di vendicare qualsiasi torto che lei abbia mai subito

Personaggi

Sigfrido combatte il drago, di Sandro il Miope.
Sigfrido

Guerriero ultra-invincibile che passa il tempo a fare il bullo coi regni più deboli del suo, nonostante l'addestramento da cavaliere, l'armatura e il cavallo BMW glieli abbia pagati il papi. Un giorno, prima degli eventi narrati nel Canto, incontra un drago col quale gioca a smettila di picchiarti. Dopo essersi bagnato nel suo sangue, diventa invulnerabile e si autoproclama "eroe più metal della letteratura". Dopodiché incontra due fratelli Nibelunghi, simpatici e amichevoli nani che hanno trovato un tesoro favoloso; i due offrono a Sigfrido la potentissima spada Pierugo se lui accetterà di dividere il tesoro in modo equo tra i due, così lui, per dimostrare di essere il nobile e giusto principe di Niederland, prende la spada e la usa per macellarli entrambi, sminuzza di botte un centinaio di nani e ordina a quelli con ancora qualche osso sano di riportare il tesoro nella caverna da cui l'avevano estratto. Nel mentre si pesta anche col fortissimo nano Alberico, gli fa aguzzare l'ingegno a suon di ginocchiate nel pancreas e, dopo avergli strappato dalla testa il cappuccio che rende invisibili, gli conferisce l'ambito titolo di scemo del villaggio. Alberico giura quindi di diventare il protettore del tesoro, per paura che il contrariato Sigfrido lo giustizi strizzandogli i capezzoli.

Crimilde

L'anonimo autore dice che è la più bella tra le belle, coi capelli più belli, il corpo più bello e il viso più bello. A parte questo non sa fare un cazzo: non sa cantare, non sa ballare, non sa comporre, non sa stirare, non sa cucire, la sua crostata di mirtilli fa contorcere le budella ed è una pazza psicopatica disposta a sterminare la sua famiglia per vendicare il marito, trascinando nella sua vendetta sanguinaria anche il secondo marito in quella che diventerà una spirale discentente nel mondo della violenza e della morte. Però è bella!

Brunilde

Vergine guerriera che sarebbe in grado di infilare la testa nel cesso all'incredibile Hulk, Brunilde diventa una donna normale dopo essere stata domata da Sigfrido.

Gunther, Gernot e Giselher

Detti anche Scemo, Più-scemo e Lasciamo-perdere, sono i tre fratelli di Crimilde

Hagen

Sempre chiamato con epiteti quali "il truce", "il forte", "uno che è meglio non incontrare in un vicolo buio" e "quello che se ti dà una capocciata di manda in coma", Hagen è uno dei più fidati vassalli di Gunther, famoso per consigliare al suo signore di chiedere aiuto a Sigfrido per ogni stronzata: il re danese dichiara guerra ai Burgundi? Chiediamo a Sigfrido! Serve aiuto per conquistare Brunilde? Chiediamo a Sigfrido! È finito il latte? Mandiamo Sigfrido! Hai il cellulare scarico? Chiediamo a Sigfrido, che ha le chiamate gratis!

Hugo Ball

« Si dovrebbero bruciare tutte le biblioteche e lasciare che rimanga solo ciò che si conosce grazie al cuore. »
(Hugo Ball, noto piromane seriale.)
« Non ci convinceranno a mangiare il pasticcio putrefatto di carne umana che ci offrono, almeno non senza un po' di contorno. »
(Hugo Ball, Manifesto del Dadaismo.)

Hugo Ball (Tedeschia, 22 febbraio 1886 - Casa di Don Abbondio, 14 settembre 1927) fu uno scrittore, giocoliere, poeta, regista teatrale, saltimbanco, cacciatore di taglie e tedesco tedesco.

Vita

Ball nasce nel 1886 in casa sua in una famiglia fortemente cattolica, che lo educa a pane e sangue di Cristo.
Dal 1906 al 1907 e un pezzettino studia presso le università di Heidelberg, Monaco di Baviera, Francoforte e ogni altra città tedesca che gli viene in mente. Nel 1910 scopre, risolvendo le parole crociate, che la capitale della Germania è Berlino, e si trasferisce lì per diventare un attore di sitcom, genere televisivo molto amato da quei mattacchioni dei tedeschi. Qui fonda il Dadaismo, movimento che deve il suo nome all'ascolto fortuito, da parte di Ball, di Dadaumpa delle gemelle Kessler, all'epoca già cinquantenni.
Nel 1916 compra finalmente una stilografica, con cui scrive il Manifesto del Dadaismo. In esso Ball critica la società contemporanea, scagliandosi contro le ingiustizie, il degrado e, soprattutto, quelli che parcheggiano in doppia fila. Successivamente scrive la poesia Karawane, che riportiamo:

« Jolifanto bambla o falli bambla/großiga m'pfa habla horem/egiga goramen/higo bloiko russula huju/hollaka hollala/anlogo bung/blago bung blago bung/bosso fataka/ü üü ü/schampa wulla wussa olobo/hej tatta gorem/eschige zunbada/wulubu ssubudu uluwu/ssubudu/tumba ba-umf/kusa gauma/ba - umf »
(Karawane.)

Per giustificarsi con chi si gratta la testa e aggrotta la fronte dopo averla letta, Hugo Ball, esperto ballista, sostiene che il suo significato risiede nell'assurdità che l'assenza di senso produce. Ammetterà in seguito, in punto di morte, di averla scritta giusto per provare la penna nuova.

Voci correlate

Casco

Un motociclista con un casco ultimo modello.
« L'oggetto si presenta concavo, poco più grande di una testa umana e dal peso di circa un kilogrammo. Sono presenti piccoli fori in prossimità della cima, e l'aspetto generale richiama quello di un elmo medievale. La mia conclusione è che si tratti di una sorta di vaso da fiori. »
(Uno scienziato napoletano osserva con interesse un casco.)

Il casco è un indumento protettivo atto a proteggere l'asfalto dagli schizzi di materia cerebrale dei motociclisti maldestri.

Storia

Un giovane napoletano mostra con orgoglio quello che reputa essere una bandiera del Napoli dalla forma inusuale.

Il casco fu inventato molto tempo fa dai Vichinghi; essi erano infatti affetti da uno strano disturbo, in seguito identificato con l'alcolismo, che li spingeva a scambiare l'idromele per acqua, e l'acqua per vodka. Ciò rendeva la loro guida alquanto pericolosa, così decisero di inventare un indumento capace di proteggere la testa, visto che nella mitologia norrena era il luogo in cui risiedeva il cervello. Quello delle corna non è altro che un clamoroso falso storico, così come il fatto che gli elmi da loro utilizzati servissero a proteggerli dalle ferite mortali. Con il tempo, il casco fu reso sempre più efficiente: nel Medio Evo si aggiunsero la visiera e il cimiero, che serviva a rendere più visibili i motociclisti a cavallo nella nebbia, mentre in epoca moderna l'acciaio fu sostituito dalla plastica, visto che l'acciaio era in via di estinzione.

Caratteristiche

Utilizzo

Il casco non viene disprezzato solo dai giovani; la motociclista della foto è infatti una giovane.

Sebbene venga spesso utilizzato come accessorio alla moda da tenere appeso al braccio, c'è chi ha ipotizzato che il casco dovrebbe essere infilato sulla testa, allo scopo di dare ai capelli un look finto spettinato.

Tipologie

Spagnolo
Integrale

Ideale per evitare di gratuggiarsi la faccia sulla strada, il casco integrale è altresì rinomato perché permette di rapinare con successo qualsiasi negozietto. Raramente è utilizzato per accurati cosplay dei Power Rangers.

Da bicicletta
Da motocross
Elmetto da cantiere
Casco spaziale

Utilizzato prevalentemente dagli astronauti motociclisti, consiste principalmente nella boccia di un pesce rosso fissata al resto della tuta da astronauta con molto nastro adesivo.

Sindrome dell'accumulo

Quelli? Ma no, è solo che mi piace leggere! Quale sindrome dell'accumulo?! AHAHAH!!!... Ehm...
« Il mio tessssoro! »
(Un accumulatore di Unici Anelli.)
« La disposofobia è senz'altro correlata ad un desiderio sessuale represso. »
« Non sono d'accordo. Giggity giggity! »
(Il famoso accumulatore di malattie veneree Glenn Quagmire.)

La disposofobia, detta comunemente sindrome dell'accumulo, detta volgarmente quegli stronzi che raccattano merda, o ancora butta via le mie cianfrusaglie e ti taglio il naso!, è una malattia che porta chi ne soffre a non buttare via niente, perché qualunque cosa può sempre servire[citazione necessaria]. Non va confusa tuttavia con l'avidità, poiché in quel caso non si butta niente perché ogni cosa può sempre servire a fare soldi[citazione necessaria].

Caratteristiche

Cause scatenanti

Alessandro Magno, celebre accumulatore di nazioni.

Spesso la disposofobia è causata da un trauma infantile, quasi sempre una molestia sessuale o l'aver perso il proprio orsacchiotto Anacleto Maria. Normalmente, se un malato riesce a regredire con l'ipnosi fino al momento traumatico, può riuscire a guarire parzialmente, acconsentendo a gettare via addirittura l'immondizia.

L'accumulatore

Tipico aspetto della camera da letto di un accumulatore.

L'accumulatore è una persona che viene spesso emarginata a causa della sua anormalità o, più probabilmente, per la sua mania di collezionare anche le cagate del suo cane. Per un accumulatore è difficile vivere una vita normale: il disordine che regna in casa rende infatti difficili attività solitamente semplici, come eseguire salti mortali in avvitamento. Esiste poi un tipo particolare di accumulatore, che preferisce accumulare monete e banconote di vario taglio. Tale individuo è detto "spilorcio" o, se abita in Liguria, "genovese".

Cure

Un accumulatore di cariche elettriche.

Curare la disposofobia è molto semplice: basta procurarsi il porto d'armi, noleggiare un lanciagranate, andare a casa dell'ammalato e sparare all'impazzata sulle sue cianfrusaglie, urlando facoltativamente "Prendi questo, brutto figlio di puttana!". In alternativa, è possibile chiamare uno psicologo che possieda una "laurea" e delle "credenziali", perché possa ipnotizzare "il" malato e così farlo retrocedere

con la memoria fino al ricordo del trauma, ma usare il lanciagranate, secondo Wikipedia, è altrettanto efficace. E sicuramente più divertente. Alcuni professori di disposofobiologia dotati di barba e occhiali con montatura quadrata - dunque molto affidabili - hanno dichiarato che, nella cura per il morbo, è molto efficace l'ipnosi. Sembra infatti che molti accumulatori siano riusciti a guarire dopo aver guardato troppi sketch di Giucas Casella che ipnotizza dei polli.

[[Categoria:Malattie mentali]][[Categoria:Cattive abitudini]]

Gorgia

File:Gorgia.jpg
Gorgia dopo essersi svegliato con la luna storta.
« Gli uomini retti sono onore e ornamento della città, del corpo lo è la bellezza, dell'anima la saggezza, dell'azione la virtù, del pensiero la verità, delle automobili i cerchioni fighi. »
(Gorgia.)
« Ma cosa si fumava questo? Non si capisce un cazzo nei suoi scritti! »

Gorgia da Leontini, da non confondere con Gorgia da Bassano del Grappa e Gorgia da Whitechapel, non fu un filosofo; se anche lo fosse stato, non sarebbe stato conoscibile; se anche fosse stato conoscibile, non sarebbe stato comunicabile; se anche fosse stato comunicabile, nessuno avrebbe avuto voglia di ascoltarlo.

Vita

Nato nel V secolo a.C. nella colossale megalopoli siciliana di Leontini, famosa per essere sconosciuta, Gorgia inizia la sua carriera come discepolo del rinomato signor Empedocle Porto, tuttavia non disdegna la filosofia di Pitagora né quella dei post-kantiani.

File:Centro studi Gorgia.jpg
Il top della carriera di Gorgia: fonda una scuola e fa stampare delle spille con la sua faccia.

Nel 427 a.C. viene inviato ad Atene per chiedere aiuto alla città-stato nella guerra contro Siracusa, i cui abitanti erano rei di aver definito gli abitanti di Leontini "fetusi". Gorgia, grazie alle sue incredibili capacità oratorie, viene celebrato come grande oratore addirittura dal suo eroe: Gorgia da Leontini. Atene accetta inoltre di aiutare Leontini dopo aver apprezzato il discorso del filosofo e, in particolare, le sue dracme luccicanti. Nel corso della sua vita, Gorgia intraprende viaggi in tutta la Grecia, in Tessaglia, Beozia e, già che c'è, su Saturno, insegnando le sue teorie filosofiche a chi ha la voglia, i soldi e l'ardore necessari a imparare. In breve tempo guadagna milioni spiegando perché, secondo lui, il deodorante non è; se anche fosse, non sarebbe acquistabile; se anche fosse acquistabile, non sarebbe applicabile sotto le ascelle, motivo per cui rifiuta categoricamente di usarlo e motivo per cui, ad Argo, gli proibiscono di insegnare ai bambini. Nonostante possieda una tunica d'oro massiccio, alla sua morte il filosofo lascia solo pochi spiccioli ai parenti, probabilmente perché allora lo spread era già alle stelle. Gorgia muore in Tessaglia a circa novant'anni, seppur continuando fino all'ultimo la sua attività di filosofo portandosi dietro la flebo e la bombola con l'ossigeno. A chi gli chiedeva quale fosse il segreto della sua longevità, Gorgia rispondeva «il non aver mai compiuto nulla per far piacere ad un altro» con un sorriso alla Trollface, risposta che spesso gli costava uno sputo in un occhio da parte dei moralisti. Tra le altre cose che sappiamo su Gorgia figurano l'uso, nei suoi discorsi, di complese figure retoriche, come metafore e, nei momenti di massimo splendore intellettuale, addirittura similitudini; inoltre è noto che Gorgia si vantava di poter discutere di qualsiasi argomento, dalla filosofia allo studio dei buchi neri, dalle ciambelle alla glassa al tempo atmosferico[1].

Pensiero filosofico

Il pensiero di Gorgia è riassumibile nelle sue due opere principali: Encomio di Elena e Sul non essere o sulla natura della fenomenologia della quadruplice radice del principio della ragion sufficientemente pura, spesso abbreviato in Sul non essere o sulla natura.

Encomio di Elena
Gorgia mentre si scaglia in difesa di Elena su YouTube.

Nella prima opera Gorgia difende Elena di Troia, sostenendo per prima cosa che il soprannome "di Troia" è alquanto offensivo, per poi negare che sia stata lei a causare la guerra di Troia, affermando che, il giorno dell'inizio della guerra, aveva un alibi di ferro: era a letto con Paride. Secondo lui Elena non aveva tradito Menelao per propria volontà, ma c'erano quattro cause possibili con relative scusanti:

  1. Si era innamorata di Paride: chi poteva biasimarla, a Sparta le donne erano sostanzialmente animali da riproduzione;
  2. Era stata rapita da Paride: non poteva scappare, o l'avrebbero rimproverata a morte;
  3. Paride l'aveva convinta con le parole: era impossibile resistere alla frase "Hey, pupa, vuoi vedere la mia collezione di farfalle?";
  4. L'avevano voluto gli dèi[citazione necessaria]: Gorgia, in un'epica arrampicata su specchi, sostiene stavolta che gli dèi avevano voglia di assistere alla guerra perché gli si era rotta la TV.
Sul non essere o sulla natura

Quest'opera è sostanzialmente una gigantesca supercazzola condita da paroloni filosofici come "logos", "essere", "non essere" e "questo è il dilemma". Quello che è importante, secondo Gorgia, è che nulla esiste e di conseguenza non esistendo né gli oggetti né il corpo umano, è possibile prendere a testate i muri senza conseguenze.

Voci correlate

Note

  1. ^
    « Eh, oggi fa freschino! »

{{Cat|Filosofi}} {{Cat|Ellenici}}

Sindrome di Down

Questo non è un mongoloide, ma sicuramente soffre di qualche altro disturbo.
« Gengis Khan era un mon-go-lo, da non confondere con un mon-go-loide, come l'attore Nicolas Cage. »
(Il signor Garrison sulla sindrome di Down.)

La sindrome di Down è una patologia che colpisce principalmente gli abitanti della Mongolia. Il nome deriva da John Langdon Down, un metalmeccanico che nel tempo libero guardava il DNA della gente alla ricerca di nuove malattie.

Cause

La sindrome di Down ha origine quando una mamma cromosoma 21 e un papà cromosoma 21 si vogliono tanto bene. Dopo un po' arriva la cicogna che porta loro un cucciolo, che chiameremo Cromosomino. Purtroppo, Cromosomino non fa altro che sporcare per terra e imbrattare i muri, cosa alquanto dannosa per il bambino in cui vivono lui e la sua famiglia.

Sintomi

I sintomi comprendono occhi vagamente mandoliformi, capacità linguistiche appena superiori a quelle di Luca Giurato e capacità di trovare interessante un documentario sulla storia delle cerniere lampo.

La sindrome non fa distinzioni: colpisce anche chi ha i capelli biondi.

I soggetti colpiti, infatti, hanno una voglia di imparare e una forza di volontà sopra la media, caratteristica che spesso porta ad atti di bullismo nei loro confronti, scatenati presumibilmente dall’invidia che i bulli nutrono verso di loro.

Diffusione

Recenti studi condotti da qualcuno affermano che l’età delle madri è in qualche modo correlata alla malattia. In particolare, la probabilità che nasca un figlio down è inversamente proporzionale al numero di assorbenti che una donna deve ancora usare nell’arco della sua vita. Per usare termini ancora più scientifici,

« Più una donna è vecchia e più è probabile che le nasca un figlio mongoloide. »

{{Cat|Malattie incurabili}}

Caccia (sport)

Disambiguazione – Magari hai fumato troppo. Se cercavi altri trentordici tipi di caccia, vedi Caccia.
File:Gesùcompagnone.jpg
Dipinto del XVI secolo che ritrae Gesù durante una battuta di caccia all'ateo.
« Dite no a quell'orrendo massacro che è la caccia! »
(Attivista anticaccia ad un convegno di suoi simili.)
« Mi passi un altro pezzo di cerbiatto? »
(Attivista anticaccia a pranzo.)
« Ah, se un leone uccide una gazzella è naturale, se io uccido cinquanta fagiani sono un genocida! »
(Cacciatore anonimo.)
« Non lo so... un mucchio di maschi, da soli, nella foresta... Mi sembra una cosa da gay. »
(Bart Simpson sulla caccia. Non ha proprio tutti i torti.)

La caccia è uno sport estremo praticato dagli animali di tutto il mondo, che consiste nell'avvicinarsi il più possibile ad un individuo munito di fucile, detto cacciatore, e fargli sprecare più proiettili di un americano in un film d'azione.

Storia della caccia

Nell'antichità la caccia era molto più cruenta di oggi.

La caccia esiste fin da quando c'era lui. Si pensa che nacque come fonte di sostentamento più che come sport. Stando infatti ad importanti programmi di divulgazione scientifica, i Flintstones in primis, gli uomini primitivi erano soliti andare a caccia di dinosauri, la cui carne veniva utilizzata per preparare hamburger e frullati. Con il tempo, quando l'homo dis-habilis si estinse, si svilupparono strumenti ed armi sempre più efficienti, al punto che certe pitture rupestri mostrano chiaramente dei cavernicoli mentre uccidono enormi creature a colpi di fucile laser. Nel medioevo, la caccia era invece considerata un passatempo, per non dire un'alternativa al sesso. Al posto del fucile veniva utilizzato un falco. Inizialmente lo si lanciava con addosso un cappuccio nero, ma, dopo che molti uccelli morirono fracassandosi contro gli alberi, si decise di lanciarli contro la selvaggina a viso scoperto. Nel XIX secolo, la caccia era praticata dagli indiani per divertimento, con la scusa di voler "ridurre il numero di bisonti". Probabilmente il loro numero fu ridotto un po' troppo, a voler cercare il pelo nell'uovo. Nelle parti del mondo meno sviluppate, come l'Africa o San Benedetto del Tronto, la caccia costituisce ancora oggi un rituale cruciale per i ragazzi che ambiscono a diventare uomini o a farsi belli davanti alle femmine del villaggio.

Regolamento attuale

Purtroppo capita che gli animali giochino sporco.
  • Se un animale viene raggiunto da un proiettile, viene eliminato.
  • Non ci sono limiti di tempo.
  • Gli animali possono fare gioco di squadra.
  • I cani possono aiutare i cacciatori, ma non possono sparare agli animali.
  • I cacciatori di nome Dick Cheney possono sparare anche ai propri compagni.
  • La partita termina quando terminano le munizioni del cacciatore.
  • L'arbitro è il fucile del cacciatore.

Il cacciatore

Un antiquato modello di cacciatore.

Il cacciatore è un essere umano che, essendo l'omicidio ancora illegale, ama uccidere surrogati di piccoli esseri umani pelosi, chiamati "animali". Non va confuso col calciatore, anche se entrambi amano sprecare le loro domeniche, sebbene in modi diversi. Uno insultando, ferendo e maltrattando esseri viventi, l'altro insultando, ferendo e maltrattando esseri viventi con un fucile.

Tipico svolgimento di una battuta di caccia

La battuta di caccia segue spesso uno schema riassumibile in punti[1]:

  1. Il cacciatore arriva nella riserva di caccia.
  2. Il cacciatore incontra una preda, ad esempio un coniglio.
  3. Il coniglio lo sfotte per la sua pettinatura.
  4. Il cacciatore spara al coniglio.
  5. Il cacciatore cena con dell'ottima carne bianca.

Per concludere


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Note

  1. ^ Fonte: una puntata dei Looney Tunes.

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