Paride

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« PARIDE? DOVE? DOV'È QUEL BASTARDO?! »
(La Grecia intera su Paride.)
« Quello sì che è un degno figlio di troia! »
(Gesù su Paride in riferimento alla nota città.)

Paride, cioè, in greco, "puttaniere combinaguai".

Infanzia

Si sa, un personaggio della mitologia greca senza un'infanzia travagliata è come una bottiglia senza tappo o un'onda senza energia. E nemmeno Paride sfugge a questa regola. Quindi avrete capito che stiamo trattando di mitologia[1] greca: se volete cambiare pagina siete ancora in tempo, ma rimarrete sempre ignoranti e incolti.
Tutto iniziò quando una notte, nella reggia di Troia, Ecuba, moglie del re Priamo (famoso per avere cinquanta figli[2]), che era incinta[3] fece un sogno spaventoso: era ritornata a scuola e all'esame di maturità le avevano chiesto di commentare in francese alcuni quadri del Caravaggio del periodo maltese. La cosa spaventosa era che:

a) lei non sapeva il francese

b) Caravaggio non era ancora nato.

Svegliatasi tutta spaventata, chiese delucidazioni all'indovino di corte, che le disse chiaro e tondo che forse aveva mangiato troppo la sera prima. Ecuba sorrise imbarazzata e tornò a dormire.
La sera dopo non mangiò quasi niente e andò via dritta subito a dormire. Ma anche stavolta fece un sogno spaventoso: dalla sua pancia usciva un fuoco che si diffondeva per tutta la città e la bruciava del tutto. Si rivolse quindi di nuovo all'indovino di corte. Egli, accertatosi che ella non avesse mangiato niente di piccante a cena, capì che il sogno stava a significare che il figlio che portava in grembo sarebbe stato una rovina per la città di Troia.

- Ecuba: “E che devo fare dunque?”
- Indovino di corte: “E che ne so, io interpreto i sogni e faccio profezie, non do mica consigli! Rivolgiti a un altro!”

Ecuba allora chiese consiglio al marito: per prima cosa stabilirono un appuntamento per una bella vasectomia, poi decisero di abbandonare il figlioletto in un bosco e lasciarlo lì a morire. E così fecero. Tanto pensarono chi vogliamo che vada lì a salvarlo, in una foresta così spaventevole? È impossibile!.
Purtroppo per loro non avevano mai letto Il Libro della Giungla.

L'orsa che allevò Paride.

Il piccoletto fu ritrovato da un'orsa e da quella fu allattato, svezzato e istruito. Fu proprio lei che inoltre gli diede il nome Paride. Cresciuto, scappò di tana e andò a vivere con i pastori e le ninfe che pullulavano i boschi sopra Troia, conducendo una spensierata vita da hippy. Fu proprio lì che conobbe l'amore:

- Paride: “Ciao, bella ninfa, come ti chiami?”
- Ninfa: “Enone.”
- Paride: “Ah. Anche tu cresciuta da un'orsa?”
- Enone: “Sì! Come hai fatto a capirlo?”
- Paride: “Eh, c'ho fiuto per queste cose...”
- Enone: “Wow, come sei intelligente...”
- Paride: “Adulatrice...”
- Enone: “Ti amo!”
- Paride: “Ti amo anch'io!”

Sapete, la società dei pastori e delle ninfe dei boschi non si perde in romanticismi esagerati. Fu così che Paride ed Enone si sposarono e vissero felici e contenti per molte settimane.

Principe

Ecco, più o meno Paride era così. Anche per simpatia e quant'altro.

Ma Paride aveva dei turbamenti. Per esempio, si chiedeva perché quando si tagliava perdeva sangue blu anziché quello rosso dei suoi amici pastori o quello verde delle sue amiche ninfe. Inoltre era quasi certo di non essere un orso, visto che non era così peloso. Andò di nuovo dall'orsa-madre per chiederle informazioni.

- Paride: “Grrr grrr growl!”
- Orsa: “Grrr grooowl grrrrrrr!”

Ah, no, scusate, mi sono dimenticato di tradurre:

- Paride: “Madre!”
- Orsa: “Ehi, guarda guarda chi si rivede, il signorino "Tunonmicapiscimenevadoviatiodio"!”
- Paride: “Ah, sei ancora arrabbiata?”
- Orsa: “Eh, cazzo, direi! Sparisci per tutto questo tempo...”
- Paride: “Facciamo che ne parliamo dopo? Ho bisogno di informazioni sulle mie origini. Dimmi: è vero che non sono un orso?”

L'orsa rifletté un momento e poi disse:

- Orsa: “No che non sei un orso, ti sembra di essere un timidone introverso? Ahahaha, che bella battuta, eh?”
- Paride: “Ahahahaha, sì!”
- Orsa: “Ahahahaha... no, seriamente, non sei un orso.”
- Paride: “A-ha! Lo sapevo! E da dove vengo, allora?”
- Orsa: “Quelli che ti hanno abbandonato qui nel bosco venivano giù dalla città...”
- Paride: “MI HANNO ABBANDONATO?”
- Orsa: “Sì, imbecille, cosa credevi che fosse successo?”

Paride dunque si decise ad andare a Troia per investigare sulle proprie origini. Prima di partire, si recò da Enone e le disse:

« Ciao, vado un attimo giù in città, torno tra poco! Ti amo. »
(Paride a Enone)

Non si sarebbero visti per anni.
Si recò quindi a Troia, dove si stava celebrando una gara cui erano presenti tutti i suoi fratelli. Egli volle parteciparvi e s'iscrisse. Essendo la gara un campionato di pastorizia, Paride diede le basi a tutti i concorrenti, quindi anche ai suoi fratelli. Purtroppo per lui, non sapeva che presso la cultura troiana gli stranieri non potevano vincere le gare di pastorizia, qualora detti stranieri venissero su dai monti e si chiamassero Paride. E quindi la folla di Troiani stava giustamente per linciarlo, quando la regina, che stava anch'essa per tirargli una sedia in faccia, non si rese conto di certe sue somiglianze con gli altri suoi figli. Quindi fermò la folla e interrogò il giovane:

- Ecuba: “Com'è che hai detto di chiamarti?”
- Paride: “Paride, mia regina.”
- Ecuba: “Paride, pari identico agli altri miei figli!”
- Paride: “Eh, vorrà dire che sarò un suo figlio, cosa le devo dire, signora mia?!”
- Ecuba: “Ah! Figlio perduto!”
- Paride: “Ah! Madre ritrovata!”
- Tutti i quarantanove fratelli in coro: “Ah! Fratello mai conosciuto!”
- Priamo: “Beh, a 'sto punto parlo anch'io... Ah! Figlio amato!”

Fu così che da un giorno all'altro Paride passò dalla condizione di semplice e puro pastorello bucolico a ricchissimo principe orientale corrotto dal lusso.
Ma domanderete voi come mai i suoi genitori non si sono ricordati di averlo abbandonato nel bosco A POSTA per evitare la distruzione della città che tanto amavano? Come hanno fatto a scordarsene?. La risposta è solo una: Alzheimer.

Giudice di bellezza

Le tre dee in un giornale dell'epoca

Era principe soltanto da qualche giorno che già nuove prove difficilissime lo attendevano.
Ora, forse per chiarire come mai si ritrovò a dover giudicare chi fosse la più bella tra Era, Atena ed Afrodite, bisognerebbe fare un'introduzione molto lunga e particolareggiata, ma non mi pagano abbastanza per farlo, quindi arrivo subito al punto.
Era si presentò e disse:

« Vorrei tanto essere la più bella perché vorrei poter fare tante cose buone, come promuovere la pace nel mondo e aiutare le persone a trovare la propria bellezza interiore. Inoltre, se mi sceglierai, caro Paride, ti farò diventare l'uomo più potente del mondo. »
(Era)

Fu poi il turno di Atena:

« Ritengo sia senz'altro conveniente che la sottoscritta possa essere insignita del titolo di più bella tra le presenti in quanto sono tra tutte la più splendentemente arguta e competente, senza contare il fatto che qualora io vinca ti renderò l'uomo più saggio, colto e intelligente del mondo. »
(Atena)

E infine, Afrodite:

- Afrodite: “Guarda, Paride, te lo dico pane al pane e vino al vino: se mi fai vincere ti donerò l'amore della donna più bella del mon...”
- Paride: “HO DECISO! HA VINTO AFRODITE! È SENZA DUBBIO LEI LA PIÙ BELLA!”

Successivamente questo tipo di gare tra dee fu sospeso, in merito alle pesanti rivelazioni scaturite dalle indagini sulla corruzione della serie di inchieste passate alla storia come Concorsopoli. Ma tanto la frittata era fatta, e Paride aveva ottenuto una promessa non indifferente. Perché, come dice Ligabue:

« La promessa di una dea conta,

la promessa di una dea conta,

conosci un altro modo per fregar la morte? »
(Ligabue, La promessa di una dea conta)

Sfasciafamiglie

Ciao, sono Paride e ho voglia di sedurti. Ci stai?

Fortuna volle che Priamo, che evidentemente non lo conosceva ancora così bene, pensò di dargli un incarico di grande importanza in Grecia: andare a trovare la cara zia Esione e raccontarle un po' gli ultimi pettegolezzi di corte.
Visto che però, a detta di Paride, questo compito era uno sbattone, il principe preferì andare a fare baldoria lungo la costa peloponnesiaca, e così facendo giunse a Sparta, che al tempo era conosciuta come la città più figa di tutta la Grecia. Quando il re di Sparta, Menelao, venne a sapere che stava arrivando un principe bello, ricco e giovane (lui, che aveva una moglie bella, ricca e giovane[4]) non ci pensò due volte e fece quello che nel Libro dei Mariti Prudenti è segnato come "Pericolo Mostruoso": fece socializzare Paride con la propria mogliettina, Elena.

- Paride: “Piacere, sono Paride.”
- Elena: “Ah, tu pensa, sei stato cresciuto da un'orsa?”
- Paride: “Sì, incredibile, come fai a saperlo?”
- Elena: “Sai, essere la donna più bella del mondo ti porta a imparare cose che tu manco t'immagini...”
- Paride: “Ah, sì, sei la donna più bella del mondo? Ma tu guarda...”

Non ci volle molto prima che Elena rimanesse affascinata dai modi raffinati ed elegantemente orientali del giovane principe troiano, mentre Paride era già cotto in partenza. Ancor meno ci volle prima che i due decisero di scappare insieme alla prima occasione propizia....

« Senti, cara, io mi assento per qualche giorno, ci vediamo! Ti amo! »
(Menelao)

Non la rivide per molti anni.

I due piccioncini erano allegramente scappati a Troia, mandando un matrimonio a puttane. Giunti nella città iliaca[5] decisero di sposarsi. Purtroppo Paride era già sposato con Enone, ma per sua fortuna era anche figlio del re e quindi poteva chiedere di fare qualcosa in merito. Ma purtroppo Priamo era contrario al divorzio. Per fortuna però era a favore sia della bigamia che del concubinato, e così il gioco fu fatto. I due innamorati si sposarono davanti a una folla festante che urlava PROMISCUITÀ! PROMISCUITÀ!. In seguito ebbero anche diversi figli, chiamati uno con un nome più bello dell'altro: Agano, Bugono, Corito, Ideo, Carlotto, Bucintoro, Bernard, Mustafà, Paul, Cleombroto, John, Agamanzio, Smirnio, Gorgoroteo, Seminitto, Ringo, Menestio, George, Tilli, Cinciallegra e Fabrifibra[6][7]. La vita per Paride non era mai stata così tosta! Oh yeah!

Parodia di guerriero

Dopo un paio di ore di trucco, Paride è pronto per la guerra

E mentre Paride rideva, in Grecia si schiumava di rabbia e di voglia di strage. Tali sentimenti furono poi ben presto condivisi dalla maggior parte della popolazione troiana, che si ritrovò assediata per dieci anni senza la possibilità di andare a farsi la tradizionale gita fuori porta il giorno di Pasquetta[8].
D'altronde, Paride non faceva molto per migliorare la sua immagine, visto che non usciva mai in combattimento, e neppure andava sugli spalti per fare un po' di tifo[9]. Nell'Iliade si contano almeno tredici cazziatoni a Paride da parte di personaggi di qualsiasi levatura sociale e morale, cazziatoni tutti giustificatissimi.

La sua occasione di gloria arrivò col famoso duello contro Menelao, che però si risolse con un nulla di fatto, in quanto Afrodite lo salvò da morte certa, con grande vergogna di entrambi gli schieramenti. Tuttavia, Wikipedia ci informa che Paride complessivamente uccise SETTE persone, quindi siamo costretti a rivalutare il nostro giudizio:

Paride fu uno dei più grandi condottieri che l'esercito troiano ebbe, superiore persino a quel borioso del fratello Ettore. Spesso affrontava gli avversari a nude mani, benché fosse un maestro nell'utilizzo di spada, spadone, daga, scimitarra, sciabola, fioretto, lancia, picca, alabarda, giavellotto, ascia, scure, accetta, ascia bipenne, arco, arco lungo, balestra, fucile, mitragliatore, machete, carro armato, aerei da combattimento Stealth, raggi della morte, Morte Nera e coltellino di plastica. I suoi soldati lo adoravano indistintamente e lo chiamavano semplicemente Paride. Tutti i Greci tremavano al solo nominare il suo nome e una volta qualcuno vide addirittura Diomede piangere e cagarsi sotto al pensiero di incontrarlo sul campo di battaglia. Insomma, una macchina da morte umana.

Sicario di eroi

Finché Ettore difendeva Troia, tutti si potevano dire al sicuro, Paride compreso. Poi però Ettore fu ucciso.
Il primo pensiero di Paride alla notizia della morte del fratello fu: Meno male, così adesso la smetterà di rompermi il cazzo su come bisogna combattere e come invece no!.
Il secondo pensiero di Paride fu: Ummadonna, adesso siamo nella merda![10].

Perciò, se prima raramente lo si vedeva in battaglia, adesso la sua presenza sul campo era ancora più sfuggevole, quasi quanto la carta del Feroce Saladino, il congiuntivo in Di Pietro e il senso della misura in Borghezio.
Ma se c'è un vantaggio innegabile nel vivere ai tempi della mitologia greca, è che ogni tanto arriva un dio e prende in mano la situazione. In questo caso si trattava di Apollo, su cui le cronache riportano varie leggende e pure una barzelletta:

« Totti al CEPU sta studiando la mitologia greca. E il suo tutor gli chiede: "Francesco, dimmi come si chiamava la madre di Apollo". E lui: "'A madre de 'A pollo? 'A gallina!" »
(Xenodoto di Pitecusa, Goliardiche)

Un giorno Apollo e Poseidone avevano fatto una scommessa: rendere in una settimana una persona da schiappa a mito. Apollo dunque si recò a Troia e dopo un accurato casting decise di dedicarsi a Paride. Come nelle migliori serie televisive americane[11], dopo una sequela di tentativi falliti, Apollo riuscì a trasformare Paride in un super arciere super-iper-ultra-cazzutissimo. Poi gli disse:

- Apollo: “Bene, come prima missione, devi ammazzare Achille!”
- Paride: “Ah, intendi Achille il pizzaiolo di origini egiziane che lavora nelle cucine del palazzo?”
- Apollo: “No, Achille il re dei Mirmidoni, il più forte guerriero dei Greci, quello che ha ammazzato Ettore.”
- Paride: “Aah... mai sentito nominare. Vabbé, si può fare.”

Individuare il bersaglio non fu difficile, visto che Achille faceva di tutto per andare in giro ad ammazzare schiere e popoli interi in prima linea. Nonostante questo, Paride fu abbastanza brocco da riuscire a colpire

bensì il tallone. Sì, il tallone, una delle cose meno affascinanti e vitali del corpo umano. Fortunatamente per Paride, che già si vedeva ricevere rimproveri e insulti da Ettore nell'Ade, Achille non era un uomo come tutti gli altri: di conseguenza, quello che piaceva agli altri uomini, lui lo odiava, e quello che non uccideva gli altri uomini lo ammazzava. Sicché, senza rendersene conto, Paride fu portato in trionfo dall'esercito troiano, ricevette una sveltina epocale da Elena (anche lei ormai si era resa conto di quanto fosse inutile il personaggio, ed erano ormai anni che non gliela mollava) e fu il protagonista di tutti i talk show per circa un mese, tanto che fu votato da un sondaggio Personaggio della settimana, scalzando un ancor giovane Piero Angela e la ninfa Galatea.

Per dovere di cronaca, bisogna dire che Poseidone invece aveva puntato su Tersite, il quale era stato ammazzato a pugni da Achille giusto un paio di giorni prima della morte dello stesso, sicché dovette riconoscere di aver perso la scommessa con Apollo. Per penitenza dovette scegliere tra dire, fare, baciare, lettera e testamento, ma se vi dicessi per cosa optò mi farei gli affari personali di una divinità di alto rango, che non è una cosa molto carina.

Morto

Agamennone, che non avevamo ancora nominato in questa pagina, se la ride per come è andato a finire Paride.

Anche le peggiori storie si concludono con un lieto fine: questa non fa eccezione.
Paride fu ferito a morte in un duello ad arco e frecce da Filottete, vincitore tra l'altro del concorso Personaggio Mitologico Greco Che Nella Trasposizione Disneyana È Stato Più Stravolto, Perché Nel Mito Era Un Guerriero Di Nobile Stirpe Amico Di Eracle E Custode Delle Sue Frecce Avvelenate, Mentre Nel Cartone "Hercules" È Diventato Un Fauno Tappo E Tarchiato E Un Po' Burbero Che Funge Da Istruttore Del Giovane Hercules E Che Se Non Sbaglio Nella Versione Inglese È Doppiato Da Danny De Vito (si pensa che si sia meritato questa sorte perché barò un po' nel duello con Paride[12]).

Disperato, Paride andò a chiedere aiuto (leggi: mandò i suoi effeminati servi in livrea) all'unica persona che conosceva l'antidoto: il Dottor House. Lui però era impegnato in un caso molto serio (riuscire a essere cinico e spocchioso ancora dopo sei stagioni di programmazione senza ammorbare e stufare il pubblico), sicché si dovette ricorrere alla seconda unica persona che conosceva l'antidoto. E chi era?

- Paride[13]: “Enone! Amore mio, sei l'unica che mi puoi salvare, ti prego?”
- Enone: “Ah, sì? COL CAZZO!”
- Paride: “Beh, se ci riesci...”

Ma poi Enone si pentì del proprio sdegnoso orgoglio, perché in fondo, nei più reconditi recessi della propria coscienza di ninfa silvestre, sentiva che quel miserabile principe faceva parte ancora della sua vita, perché lei da quella sera non aveva fatto più l'amore senza lui e non gliene fregava niente senza lui. Sì, lo avrebbe aiutato, e non le sarebbe importato se poi lui fosse rimasto con quell'altra: avrebbe aspettato in silenzio, certa che prima o poi sarebbe ritornata la sua ora. Lei sapeva che prima o poi Paride avrebbe avuto bisogno di lei, e lei sarebbe stata lì ad attenderlo: loro due si appartenevano l'un l'altra, e così sarebbe stato per sempre. Sì, per sempre.

Però quando giunse con l'antidoto Paride era già morto.
Di qui una carrellata di eventi poco interessanti ma indispensabili per finire la storia:

  • Enone si ammazzò.
  • Enone finì nel girone dei suicidi, così non poté vedere Paride nemmeno nell'Aldilà.
  • In seguito alla morte di Paride, la città si abbandonò in lussuriosi festeggiamenti, molti dei quali vedevano Elena protagonista, mentre ballava su un tavolo completamente sbronza e in compagnia di due marinai negri.
  • Ciononostante, la guerra continuò, perché era diventata ormai una questione di principio.
  • Alla fine Hercules rinuncia alla sua immortalità, guadagnata per aver sconfitto Ade nel suo malefico complotto per dominare l'Olimpo, perché almeno così può vivere assieme a Megara per tutta la vita.
    • Strano però che non gli sia venuto in mente di rendere anche Megara immortale, invece che sputtanarsi così la vita.
  • E tutti vissero felici e contenti.

Troy's version

Nel veridico film Troy, Paride ammazza Achille con tipo sei frecce, si salva assieme ad Elena e poi non si sa bene cosa succede dopo. Fine.

Curiosità

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  • Il tallone di Achille che fu trafitto da Paride con le sue frecce è universalmente conosciuto come "tallone da killer".
  • Riguardo a Paride invece solitamente si afferma che ebbe un "culo della Madonna".

Voci correlate

Note

  1. ^ O di enologia
  2. ^ Legittimi
  3. ^ Tanto per cambiare
  4. ^ Guarda caso
  5. ^ Che è sempre Troia, solo che non avevo voglia di ripeterlo
  6. ^ Alcuni di questi sono veri: quali?
  7. ^ Peccato che moriranno poi tutti nell'assedio di Troia
  8. ^ PER DIECI ANNI!
  9. ^ Anzi, a volte fu sorpreso a parlar bene dei Greci
  10. ^ E se l'aveva capito lui, era sicuramente vero
  11. ^ Sia quei telefilm degli adolescenti sfigati che poi alla fine si mettono con la più figa della scuola, sia i reality in cui ti trasformano una catapecchia in una reggia, sia i reality in cui ti trasformano un obeso in un anoressico
  12. ^ Son bravi tutti a vincere con le frecce avvelenate...
  13. ^ Cioè i servi di cui sopra