Barone Haussmann: differenze tra le versioni
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La sua carriera nella capitale terminerà poco più di quindici anni dopo, a seguito di un'accusa rivoltagli da un [[senatore]], di chiara appartenenza [[comunista]] e nemico dell'[[amore]], riguardo la chiarezza del suo operato. |
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La massima espressione del "culto dell'[[Pene|asse]]", l'esaltazione della linea [[retta]]. |
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Ed è proprio in questa filosofia che si può ricercare la genialità del piano Haussmann: [[Art Attack|prendere una mappa della città, disegnare delle linee rette su di essa, chiamarle boulevard ed infine chiedere a Napoleone qualche squadra di rapidi operai per demolire e costruire]]. |
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Col tempo il barone ebbe il tempo di perfezionare le sue teorie, così da collegare i punti della città da lui ritenuti più importanti sostituendo quelle linee che prima erano del tutto casuali. |
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In quegli anni c'era inoltre il problema del [[colera]]. Di per sé la malattia non era difficile da combattere, ma non tutti sanno che i virus del colera sono famosi campioni di [[orienteering]]. Sapevano muoversi per la città anche meglio degli stessi residenti. Abbattendo le vecchie strade però il problema non sussistette più: nei larghi spazi privi di curve il popolo poté sfuggire al colera (che purtroppo peccava in velocità e resistenza). |
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Altra brillante intuizione del barone fu l'importanza del popolo nel bilancio dello stato. Haussmann capì infatti che il popolo era la principale fonte di ricchezza per la Francia, perché non sfruttare appieno questa risorsa? Con l'aiuto di una speciale norma varata da Napoleone III, l'urbanista poté finalmente espropriare a piacimento gli immobili su cui far sorgere le proprie rette, ma anche i terreni adiacenti fino a [[diciassedici]] metri dal ciglio della strada, il tutto pagando ai proprietari l'equivalente di una bottiglia di [[vino]] (non [[champagne]]) e una forma di [[formaggio]]. |
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Ovviamente il piano non si fermò qui: nei terreni adiacenti i boulevard, furono costruiti nuovi edifici dal valore di [[mercato]] nettamente superiore a quelli preesistenti e rivenduti ai cittadini precedentemente espropriati, che intanto si erano anche mangiati il [[formaggio]] e bevuti il [[vino]]. |
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Versione attuale delle 17:30, 13 nov 2022
Georges Eugène Haussmann, più conosciuto con il nome di Barone Haussmann, è stato un politico, urbanista e funzionario francese. Allo stesso tempo non è stato né un politico, né un urbanista e né un funzionario francese. Un po' come un ingegnere edile.
Vita
Nato a Parigi nel 1809, probabilmente per sbaglio, da padre consigliere militare e madre figlia di un generale, ha modo fin da giovane di esprimere la propria predisposizione verso l'urbanistica iscrivendosi a una scuola di musica e danza[1].
Terminati gli studi diventa prefetto e il suo nome non tarda a risuonare in tutto lo stato. L'allora non ancora barone sarà infatti spostato in varie prefetture così da distribuire nel modo più omogeneo i nuovi scompigli che di li a poco avrebbero caratterizzato persino Parigi.
Successivamente viene presentato a Napoleone III che non esiterà a nominarlo prefetto di Parigi, e poi barone, un uomo che è riuscito a teorizzare il "culto dell'asse", ripreso tempo dopo da altre grandi personalità tra cui Vladimir Luxuria su tutti.
La sua carriera nella capitale terminerà poco più di quindici anni dopo, a seguito di un'accusa rivoltagli da un senatore, di chiara appartenenza comunista e nemico dell'amore, riguardo la chiarezza del suo operato. Purtroppo Haussmann allora non aveva la possibilità di emanare un certo tipo di decreti utili per queste situazioni. Nonostante ciò riuscirà a restare nel mondo della politica diventando deputato in Corsica.
Questa sua perseveranza lo renderà un'icona per i giovani politici che verranno, i quali in tempi più recenti avranno modo di studiare i suoi errori e ideare adeguate contromisure anti-dimissioni.
Una così grande personalità non poteva inoltre non essere notata anche da uno stato dalla grande tradizione urbanistica e politica quale l'Italia, che non si lasciò sfuggire l'opportunità di commissionargli la riprogettazione di Roma.
Purtroppo le sue proposte non furono mai realizzate all'epoca, anche se furono in parte rivalutate e riprese durante il fascismo da uno dei suoi più grandi estimatori: Benito Mussolini.
Urbanizzazione di Parigi
La sua più grande opera è senza ombra di dubbio l'intervento sulla capitale francese. La massima espressione del "culto dell'asse", l'esaltazione della linea retta. Ed è proprio in questa filosofia che si può ricercare la genialità del piano Haussmann: prendere una mappa della città, disegnare delle linee rette su di essa, chiamarle boulevard ed infine chiedere a Napoleone qualche squadra di rapidi operai per demolire e costruire. Niente di più semplice.
Col tempo il barone ebbe il tempo di perfezionare le sue teorie, così da collegare i punti della città da lui ritenuti più importanti sostituendo quelle linee che prima erano del tutto casuali. I vantaggi dell'intervento furono molteplici.
La seconda metà dell'ottocento era un pessimo periodo per chi deteneva il potere e voleva reprimere le rivolte che il proprio operato era indotto a scatenare.
Ormai per Napoleone era sempre più difficile portare i cannoni in giro per le anguste stradine medioevali e sparare a raffica su folla e centro storico. Certo, prima o poi sarebbe riuscito a soffocare le rivolte e allargare le strade a suon di palle di piombo, ma ci avrebbe messo decisamente troppo tempo. Chi meglio di Haussmann e i suoi boulevard avrebbe fatto al caso suo?
In quegli anni c'era inoltre il problema del colera. Di per sé la malattia non era difficile da combattere, ma non tutti sanno che i virus del colera sono famosi campioni di orienteering. Sapevano muoversi per la città anche meglio degli stessi residenti. Abbattendo le vecchie strade però il problema non sussistette più: nei larghi spazi privi di curve il popolo poté sfuggire al colera (che purtroppo peccava in velocità e resistenza).
Altra brillante intuizione del barone fu l'importanza del popolo nel bilancio dello stato. Haussmann capì infatti che il popolo era la principale fonte di ricchezza per la Francia, perché non sfruttare appieno questa risorsa? Con l'aiuto di una speciale norma varata da Napoleone III, l'urbanista poté finalmente espropriare a piacimento gli immobili su cui far sorgere le proprie rette, ma anche i terreni adiacenti fino a diciassedici metri dal ciglio della strada, il tutto pagando ai proprietari l'equivalente di una bottiglia di vino (non champagne) e una forma di formaggio. Ovviamente il piano non si fermò qui: nei terreni adiacenti i boulevard, furono costruiti nuovi edifici dal valore di mercato nettamente superiore a quelli preesistenti e rivenduti ai cittadini precedentemente espropriati, che intanto si erano anche mangiati il formaggio e bevuti il vino.
Inutile ricordare il grande boom economico che investì Parigi grazie a queste mosse ben congegnate.
Curiosità
- Fin da piccolo Haussmann amava far crollare i castelli di carte creati da parenti, amici e chiunque costruisse un castello di carte nell'area interessata dal suo campo visivo;
- sebbene Haussmann abbia abbattuto diverse chiese nell'attuazione del suo piano urbanistico, anche dal valore artistico/storico, non fu mai accusato di comunismo;
- Haussmann morì prima di poter proporre la sua ultima idea: la soluzione finale. Egli voleva infatti proporre la demolizione totale di Parigi ed una sua successiva ricostruzione;
- Haussmann ebbe un predecessore meno noto, il conte di Rambuteau, il quale non ebbe lo stesso successo del barone in quanto si limitò a piazzare i suoi boulevard qua e là alla buona;
- Il piano di Parigi ebbe un importante influenza anche sulla realizzazione del Ring di Vienna, celebre teatro della SmackDown;
- Haussmann non pensò mai alla realizzazione di appositi servizi che consentissero ai cittadini di attraversare più agevolmente i boulevard, tutt'ora i parigini sono costretti a utilizzare il taxi.
Voci correlate
Note
- ^ E questi sono veramente gli unici studi che ha compiuto!