Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
L'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" è una delle 52 università presenti nel capoluogo campano e una delle 95 presenti in tutta la Campania. Essa compete con l'Università Suor Orsola Benincasa per l'originalità dei nomi da attribuire ai corsi di laurea.
L'ateneo è il più famoso in Italia per quanto riguarda lo studio e l'insegnamento di lingue e culture esotiche e sconosciute, la maggior parte delle quali inventate, come:
- la cultura di Atlantide,
- il linguaggio puffo,
- lo svervegese,
- la cultura giappocinese,
- le lingue centroasiatiche di Andokazzostan e Bazookistan,
- la cultura del Nebraska,
- la lingua finlandese, che recenti studi hanno appurato non esistere,
- la palesemente inutile lingua svedese, il quale uso è discriminato dalla sua stessa popolazione che decide di parlare inglese dal momento della propria nascita.
Facoltà
Oltre alle classiche facoltà che si possono trovare in un banale ateneo di stampo umanistico, come Lettere, Filosofia e Podologia, L'Orientale eccelle per la varietà di facoltà dal nome accattivante ed esotico, quali:
- lingue e letteratura multimediale,
- lingue straniere
- lingue inventate
- mediazione linguistica
- studi anglo-germanici nel Congo
- studi arabo-islamici della Guinea
- studi sino-tibetani in Cina
- scienze politiche dell'economia e dello sviluppo
- scienze economiche della simpatia e dell'allegria
- scienze filosofiche per la gestione di una riunione di condominio
- lettere, ossia come vincere a Scarabeo
- lettere, poste e telecomunicazioni
- lettere, simboli e numeri
Tra i corsi di laurea più accattivanti offerti agli studenti ricordiamo:
- storia del cinema (dai Fratelli Lumière a Carlo Vanzina)
- storia del turismo (dall'ombrellone al navigatore satellitare)
- storia della televisione (dalle gemelle Kessler a Massimo Giletti)
- storia dei saluti
- lingue e culture ispaniche e polinesiane del XVI secolo
- lingue berbere in Paraguay
- lingue tartare dell'Islanda
- lingua veneta
- punteggiatura
- cultura e processi antropologici degli Inca
- letteratura neandertalense,
- filologia del prosciutto
- tecniche di rutto sinfonico
- parole a caso
- diritto internazionale
- diritto e rovescio
- diritto e poi in fondo a destra
- geografia del Molise
- studi slavi in Giappone
- storia del biberon
- didattica della lingua di Pingu
- analisi matematica II
- multiculturalità della fiatella
I magnifici percorsi interdisciplinari, condivisi da più facoltà, ti permettono di visitare tutti i dipartimenti dell'università alla ricerca di un'informazione che nel frattempo sarà diventata inutile. Potrai così scoprire che il corso di Sincretismi tra gli Umpa Lumpa e i funghi porcini è stato annullato per mancanza del docente in madre lingua, oppure che il corso di Statistiche dello sviluppo dei neonati è stato spostato alle ore 26:00.
La maggior parte dei corsi presuppone la conoscenza di argomenti di cui gli studenti non hanno la minima idea. I professori infatti fanno a gara a insegnare l'ultima teoria della loro disciplina senza che si preoccupino di spiegare la teoria precedente. Ad esempio: è nato prima l'uovo o la gallina? Non importa, l'importante è che oggi c'è la frittata. È inoltre notevole il dover inserire obbligatoriamente nel proprio piano di studi esami dubbiamente correlati al proprio corso di laurea. Non importa quanto tu voglia concentrarti sullo studio del giapponese, dovrai comunque buttare un mese della tua vita a preparare Storia dell'Arte moderna dei Santi e delle Madonne.
I docenti sono per la maggior parte giovani e iscritti su Facebook, ex-cervelli in fuga ritornati in Italia per bullarsi del loro sapere. I professori controllano la vita dei propri studenti tramite i social network, finanche riprendere uno studente che non studia o perde tempo con la tesi.
Sedi
La facoltà ammette solo studenti esemplari e con doti particolari, come il dono dell'ubiquità: è risaputo infatti la necessità di dover seguire la maggior parte dei corsi svolti contemporaneamente in sedi diverse. Proprio mentre stai leggendo ne stanno facendo tre, di cui uno in una birreria.
L'Orientale di Napoli offre ai propri studenti la possibilità di seguire i corsi in alcuni dei palazzi più belli e antichi del capoluogo partenopeo. Il problema è trovarli. Di seguito l'elenco delle sedi principali:
- Palazzo Giusto
- Da Giggino O' Zuzzus, pizza a 1 euro
- Salumeria Jenny
- Cinema Astrons
- Palazzo Cogliainmano, compresa di scuderie e cavalli
- Palazzo du Muesli (fonti incerte riportano che parecchi anni fa uno studente riuscì effettivamente a trovarne la posizione)
- Il kebabbaro
- Bar K'bbuò
- Cappella sconsacrata Pappagoda
- Cima della Tour Eiffel
- Casa di tua nonna
- Porta
CoeliColiCieliCeli con sede a Via Donna - L'attrezzatissima Tommaso Campanella con più di mille aule
- La misteriosa sede di Via dei Fiorentini, quasi introvabile, e quando la trovi scopri che è nel palazzo in cui danno le pensioni di invalidità (e ciò non è casuale).
Sagre, eventi e folklore
Si segnala, in tempo prenatalizio, l'occupazione di almeno una delle sedi dell'università, che avviene ogni anno per festeggiare la venuta dell'anno seguente.
Un altro evento sportivo organizzato quotidianamente dalla presidenza è le olimpiadi della segreteria, suddivisa in diverse discipline, tra cui:
- ritira il tuo modulo,
- arriva per primo,
- attendi per 3 ore in piedi,
- torna il giorno dopo,
- capisci cosa ti dice l'impiegato,
- porta un documento da una sede all'altra in 12 minuti,
- porta un documento con staffetta.
L'università L'Orientale presenta alcuni elementi folkloristici, tra cui ricordiamo:
- all'atto dell'immatricolazione, l'università si cura di dare a ogni studente numero di matricola, libretto e un amico gay;
- l'aula studio supersilenziosa, dove se fai cadere una penna a terra ti buttano giù dalla finestra;
- gli onnipresenti barboni che girano in libertà all'interno delle varie sedi, liberi di entrare poiché i guardiani sono regolarmente impegnati a provarci con le studentesse fuoricorso di 18 anni o a bere il caffè.
Fauna
L'Orientale offre diversi esemplari di fauna sociale. Studi approssimativi hanno individuato 4 diverse categorie di studenti più una razza ibrida.
L'invisibile
È tra le tipologie più diffuse, sono generalmente studenti che abitano nell'amena cintura di comuni che circondano la capitale, se non addirittura cultores provenienti dalle rura avellinesi e beneventane. Qualche coraggioso ammette di arrivare da Caserta ma ad oggi non è stata ancora confermata l'esistenza di tale misteriosa città. Lo studente in questione nel corso del primo anno segue tutti i corsi, vergando con l'abilità di un frate amanuense intere Bibbie di appunti e spesso registrando tutte le lezioni. Dopodiché, finito il corso, sparisce, per correre verso il prossimo corso, intenzionata (il 98% di loro sono donne) ad occupare il primissimo banco. Occasionalmente sparge tutti i suoi averi su tutti i banchi nel raggio di 5 metri, per conservare il posto a degli "amici". Oppure si dirige lestamente verso la diligenza che la riporterà a magione, rigorosamente prima del vespro per evitare le bande di briganti. L'invisibile è considerato l'easy mode della vita sociale universitaria: passa praticamente inosservato a qualsiasi sguardo, coltiva amicizie superficiali con persone che a malapena ricorderanno il suo nome, non veste bene, non veste male. Non è simpatico né antipatico (ma non mancano le eccezioni di chi ha l'incazzatura repressa per dover vivere nelle zone sperdute della periferia campana, praticamente in mezzo ai canguri). Mediamente la sua media è, appunto, media. Frequenta generalmente il corso di laurea in "linguaggi multimediali", scegliendo come lingue inglese e spagnolo, finendo irrimediabilmente per rimanere bloccato all'esame di Inglese III. Proprio per la sovrabbondanza di questa tipologia di studente, il Magnifico Rettore (inchino) ha deciso di asfaltare il corso di "laurea in linguaggi multimediali e informatica umanistica". In conclusione è il tipo di persona che dimentichi appeno dopo averle stretto la mano:
Il nullafacente
Il nullafacente frequenta l'Università da 6 generazioni e per forza di cose conosce tutti o meglio tutti conoscono lui. Si aggira per i cortili dell'Università salutando chiunque. Risulta generalmente simpatico ai più. Non frequenta nessun tipo di corso, nemmeno quelli cardine, a cui preferisce partite di scopone scientifico o semplicemente il fancazzismo militante (donde il nome). Il suo abbigliamento corrisponde pressappoco a quello dell'alternativo (vedi dopo), con cui però evita di relazionarsi onde evitare interessanti discussioni sulle ripercussioni delle scelte politiche del comune di Pollena sul diametro della testa degli abitanti di Trocchia, riguardo cui non saprebbe comunque che dire. Parla di lotta per i diritti ma pensa che l'Apartheid sia un ingrediente del kebab. È considerato l'"I'm too young to die" della vita sociale universitaria, in quanto per essere nullafacenti richiede comunque un certo stile e savoir-faire.
L'alternativo
L'alternativo o fricchettone si autodefinisce tale. Essere alternativi è un modus vivendi. Bisogna essere preparati a dare a qualsiasi discussione una connotazione politica o almeno polemica, che si parli di elezioni o di peli superflui. Nonostante il nome che si porta dietro e di cui va fiero, l'alternativo non è l'alternativa a niente. Tutti gli alternativi indossano una divisa, come i Tamarri (vedi sotto), che consta di scarpe enormi, pantaloni larghissimi, felpe o maglie consunte; occasionalmente indossa una tuta, dagli abbinamenti improponibili, tipo giallo\rossa, rosso\bianca o verde\arancio. A chi vuole far parte della comunità è vietato pettinarsi, ma è consentito e consigliato portare dei dreadlocks. L'alternativo fuma hashish, marijuana, cicoria, pergamene ma rifugge il cibo dei fast food perché fa male. Essere alternativo è l'"Hurt me Plenty" della vita sociale universitaria. Bisogna abbigliarsi in un certo modo, sempre identico, abitare nel centro storico di Napoli o al massimo a Fuorigrotta, e preferibilmente avere dei genitori borghesi che finanzino la propria rivoluzione personale, fino alla vittoria finale. Nella stragrande maggioranza sono iscritti a scienze politiche o studiano lingue assurde dei posti più disparati del globo.
Il Tamarro
L'ultimo livello, il "Nightmare", il più complesso da studiare e da interpretare. Essere tamarri all'Orientale è una vera sfida. È la tipologia meno numerosa e più vistosa, quindi più facilmente identificabile e risibile. È in effetti molto complesso spiegare la presenza dei Tamarri all'Orientale. Generalmente si iscrivono allo stesso corso di laurea degli invisibili (con cui spesso condividono il luogo d'origine) ma non si limitano, come quest'ultimi, a parlare con degli accenti sconosciuti ai più. Il Tamarro non parla che dialetto, napoletano o del suo paese d'origine, riuscendo a redigere solo brevi frasi in italiano nella forma base SVO, spesso e volentieri importando nella sua parlata italiana elementi grammaticali, sintattici e fonetici del proprio dialetto senza accorgersene, creando una sorta di pidgin personale. È probabile che soggetti del genere scelgano di studiare lingue pensando in cuor loro che finalmente gli verrà insegnato anche l'italiano.
Disprezzato dai Nullafacenti, visto come "il buon selvaggio" dagli alternativi, completamente ignorati dagli invisibili, stringere relazioni sociali diventa pressoché impossibile per il Tamarro, che è costretto a pascolare in gruppi composti da suoi simili. Generalmente sono riconoscibili da:
- cappellino con visiera, generalmente con il simbolo di Playboy o la scritta Rich; occhiali enormi, con montatura pesante 500 grammi.
- camicia bianca scollata a mettere in risalto il virile petto villoso, d'inverno giubbone imbottito in plastica lucida viola.
- fibbia enorme, anche questa riportante il nome del marchio
- pantaloni, larghi o attillati, con il fondoschiena ricoperto di toppe riportanti il nome del marchio.
- scarpe preferibilmente Nike ultimo modello, o le sempreverdi Nike Silver (si, quelle che la Nike commercializza da 10 anni, sempre uguali tranne minuscoli particolari, e che rivende da 10 anni a più di 150€).
La maggior parte dei Tamarri è destinata a non laurearsi mai e ad andare a lavorare dallo zio che monta condizionatori.
Il chiattillo alternativo (o hipster)
Finto. Altra parola non serve. Un po’ sintesi delle categorie precedenti. Onnipresente ai corsi come l’invisibile. Fuori corso come il nullafacente (anche se si professa intellettuale). Di estrazione borghese come ogni buon fricchettone e “in divisa” come il tamarro. Di solito il suddetto chiattillo alternativo si occupa dei campi artistici più disparati (critico di cinema etiope, aiuto petofono al teatro San Carlo e cose così) e il suo vestiario comprende occhiali a montatura nera e camicia (fatto raro per questa università). In mano ha sempre un utilissimo[citazione necessaria] taccuino moleskine comprato a soli millerti euro alla Feltrinelli (tipico luogo di ritrovo per chiattilli alternativi in mancanza di Starbucks). Di solito li trovi a palazzo Giusso nell’aula studio, ma il luogo prescelto è Palazzo Mediterraneo (troppo new style).
L'Orientale nella cultura popolare
- In una delle versioni del mito di Giasone che ci è stato tramandato, sembra che tra le prove da superare per giungere al vello d'oro ci fosse trovare la sede dove seguire il corso di Filologia romanza e pistacchi.
- L'Orientale viene citata anche tra le fatiche di Ercole, quando si chiede all'eroe greco di fare una fila in segreteria per ritirare un modulo.
- All' Orientale è stata dedicata una puntata di Superquark in quanto luogo di avvistamento dell'unicorno.