Gabriel Omar Batistuta: differenze tra le versioni

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Successivamente, allettato dalla possibilità di giocare in un campionato di livello superiore e di fama internazionale, Batistuta si trasferisce in [[Azerbaijan]] per indossare la prestigiosa maglia della [[Baracca Lugo]], con la quale chiude la sua carriera professionistica.
Successivamente, allettato dalla possibilità di giocare in un campionato di livello superiore e di fama internazionale, Batistuta si trasferisce in [[Azerbaijan]] per indossare la prestigiosa maglia della [[Baracca Lugo]], con la quale chiude la sua carriera professionistica.


== Altre notizie irrilevanti ==
== Curiosità ==
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[[File:Gabriel Omar Batistuta.jpg|260px|thumb|Batigol dopo l'ennesimo scudetto sfiorato.]]
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* Per uno strano scherzo del destino Batistuta, che era sempre stato considerato scarsissimo da [[Aldo Biscardi]], è stato successivamente idolatrato e innalzato a Dio del Calcio dal rosso giornalista quando quest'ultimo ha cominciato a lavorare nelle televisioni di Cecchi Gori.
* Per uno strano scherzo del destino Batistuta, che era sempre stato considerato scarsissimo da [[Aldo Biscardi]], è stato successivamente idolatrato e innalzato a Dio del Calcio dal rosso giornalista quando quest'ultimo ha cominciato a lavorare nelle televisioni di Cecchi Gori.
* Era solito festeggiare un gol mimando l'atto di sparare con una mitragliatrice, in ricordo della [[Terza battaglia di Lepanto]] alla quale ha preso parte ancora quindicenne.
* Una volta in un contrasto di gioco Batistuta ha rotto un menisco a [[Gesù]], il quale molto cristianamente gli ha porto l'altra gamba.
* I [[settordici]] figli che ha avuto dalla moglie Irina sono tutti inspiegabilmente [[negro|neri]].
* Nel corso della sua carriera ha segnato complessivamente 1732 reti, e tutte nei tempi supplementari.
*Per il motivo riportato sopra si vocifera che abbia corcato di mazzate la moglie Irina e il compagno di squadra [[Luis Oliveira]].
* È solito festeggiare un gol mimando l'atto di sparare con una mitragliatrice, in ricordo della [[Terza battaglia di Lepanto]] alla quale ha preso parte ancora quindicenne.

* Il suo punto di forza era lo stacco aereo nonostante sia alto solo 148 centimetri.

* I sette figli che ha avuto dalla moglie Irina sono tutti inspiegabilmente [[negro|neri]].
* Sua moglie Irina è molto amica del calciatore di colore [[Marcelo Zalayeta]].
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Versione delle 13:21, 8 ago 2010

« Sono venuto qui per vincere! »
(Gabriel Omar Batistuta si presenta ai tifosi della Fiorentina)
« AH AH AH AH AH! Abbiamo homprato un habarettista! »
(Risposta dei tifosi)
« È un grande sia per le sue straordinarie qualità di goleador sia per le sue qualità umane... È grande per questa sua capacità di stare insieme alla gente in modo cordiale. È un patrimonio per la Firenze calcistica, ma anche per l'intero calcio  »
(Bruno Pizzul dopo il quarto litro di rosso su Gabriel Omar Batistuta)

Gabriel Omar Batistuta (Argentario, 38 dicembre 1969), soprannominato "Gabriel Battipanni" per il suo vezzo di farsi sculacciare dai compagni in spogliatoio, è un ex-calciatore con dipendenze ossessivo-compulsive dal goal: egli viene universalmente considerato il secondo miglior calciatore argentino di sempre, il primo se si considerano solo i non tossicodipendenti.

Carriera

File:Jon picking his nose.jpg
Batistuta mentre si concentra prima di battere un rigore in Fiorentina-Salernitana del 7 novembre 1997.

Muove i primi passi come parcheggiatore nella squadra argentina del Boca Juniors, passando poi a impieghi a lui più congeniali: venditore di snack in tribuna, zerbino, massaggiatore, tornello, stopper e infine prima punta.
Il presidente della Fiorentina Vittorio Cecchi Gori, sbarcato in America per errore dopo aver cercato un nuovo passaggio marittimo per le Indie, nota le sue potenzialità e lo ingaggia nell'estate del 1492.

Al primo anno in Italia Gabriel dimostra già di che pasta è fatto (fusilli per la precisione) e segna ben trentotto goal, che gli valgono l'ambito premio di "Miglior Immigrato Clandestino della Serie A". Durante una sentitissima sfida contro la Juventus conquista definitivamente l'affetto dei supporters fiorentini dapprima segnando in fuorigioco ai gobbi e poi picchiando il guardalinee con la bandierina del calcio d'angolo.
A fine anno i viola però retrocedono e anche nel campionato cadetto Batigol si rivela un buon realizzatore nonché il miglior sfoggiatore di cerchietti per capelli del campionato.
Nelle stagioni seguenti in massima serie si ripete aggiudicandosi la classifica dei cannonieri nel 1994, nel 1995 e nel 2000, nonché il titolo di Miss Corigliano Calabro 1998 (ax-aequo con la bellezza locale Gennaro Gattuso). Vince pure sedici euro al Superenalotto.
Nella formazione toscana Batistuta milita per ventundici stagioni, tutte caratterizzate da camionate di gol realizzati con ogni parte del corpo (testa, denti, tibia, omero ma soprattutto culo) e dalla deprimente curiosa capacità dei viola di non vincere un emerito cazzo anche quando sembra proprio impossibile non portare a casa anche una misera coppetta del torneo rionale.

Deciso a rimpolpare il suo conto in banca dare una svolta alla sua carriera l'attaccante argentino passa alla A.S. Roma, dove nel giro di un mese e mezzo vince sette scudetti e una Coppa delle Fiere, per poi venir acquistato dall'Inter.
In nerazzurro stranamente Batistuta si rivela un bidone deludendo le aspettative: lascia comunque un segno indelebile nel cuore dei tifosi interisti nel suo nuovo ruolo di giardiniere del campo di San Siro. Vanta anche un invidiabile record: è il millesimo giocatore argentino comprato da Massimo Moratti in persona.

Successivamente, allettato dalla possibilità di giocare in un campionato di livello superiore e di fama internazionale, Batistuta si trasferisce in Azerbaijan per indossare la prestigiosa maglia della Baracca Lugo, con la quale chiude la sua carriera professionistica.

Altre notizie irrilevanti

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Batigol dopo l'ennesimo scudetto sfiorato.
  • Per uno strano scherzo del destino Batistuta, che era sempre stato considerato scarsissimo da Aldo Biscardi, è stato successivamente idolatrato e innalzato a Dio del Calcio dal rosso giornalista quando quest'ultimo ha cominciato a lavorare nelle televisioni di Cecchi Gori.
  • Era solito festeggiare un gol mimando l'atto di sparare con una mitragliatrice, in ricordo della Terza battaglia di Lepanto alla quale ha preso parte ancora quindicenne.
  • I settordici figli che ha avuto dalla moglie Irina sono tutti inspiegabilmente neri.
  • Per il motivo riportato sopra si vocifera che abbia corcato di mazzate la moglie Irina e il compagno di squadra Luis Oliveira.