Felipe Melo

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Felipe Melo ritratto all'età di 12 anni nell'orto di casa a Rio de Macedonia.
« Giocare contro Felipe Melo è come giocare contro il tempo perché sai che, prima o poi, o farà autogol o si farà espellere. »
(Arrigo Sacchi su Felipe Melo)
« Ti prego, risparmiami! Faccio questo lavoro per mantenere la mia famiglia! Non togliermi le gambe, ti supplico! »
(Avversario in lacrime inseguito da Felipe Melo con la bava alla bocca.)
« Melo dia... »
(Alessio Secco trattando l'acquisto di Melo)
« Selo tenga! »
(I dirigenti della Fiorentina dopo aver sbolognato il brasiliano alla Juve)
« Tira! »
( L'allenatore Ciro Ferrara spiega a Felipe Melo i suoi compiti tecnico-tattici )

Filippo Pero (Rio de Macedonia 26 giugno 1983) conosciuto anche come Felipe Melo, è uno zappatore professionista, nonché calciatore della Juventus attualmente in prestito al Galatasaray.

Tecniche speciali

Felipe Pero mentre mette in pratica la sua tecnica del No Look.

Infanzia

  • Sin da piccolino, Filippo Pero era un picchiatore provetto, sempre pronto a menare qualche suo compagno di scuola. Non aveva timore di niente, come oggi. Ai tempi il suo babbo aveva tentato di correggere questo difetto che il figlio si portava sin dalla nascita (sua madre veniva morsa costantemente al seno) cercando di incutere un pochino di paura al dolcissimo (si fa per dire..) pargolo. Aveva cominciato con le maschere da mostro, ma Filippo tirò subito un pugno sul naso al mostro, rompendolo al papà. Poi aveva tentato con i film dell'orrore, quelli buoni con Bela Lugosi e Vincent Price s'intende. Purtroppo Filippo, colto dal solito attacco d'ira, ruppe il televisore a pugni e per ripicca, e non avendo soldi per comprarne uno nuovo, picchiò di nuovo il padre. Poi arrivò l'idea guizzante del viaggio al Luna Park, nel celebre Tunnel dell'orrore. Anche lì però non ci fu possibilità alcuna di spaventare il giovane. In compenso il parco chiuse per una settimana dopo che alcuni uomini della sicurezza furono malmenati da.. non si sa! Infine il rinsavito genitore, dopo questa esperienza, decise di farlo sfogare con lo sport. Lo fece aggregare assieme a tutti i ragazzi del quartiere nella nuova squadra di calcio sorta in paese. Lui era il bambino più scarso di tutti, ma non se ne accorse nessuno perché gli altri, poco per volta, smisero di giocare tutti, per dolori costanti e infortuni di natura incidentale. Almeno così si racconta in giro.

No Look

Teme solamente il pallone, per questo non lo guarda mai negli occhi e cerca di minimizzare i movimenti bruschi in sua presenza. Se gli capita tra i piedi cerca di colpirlo violentemente (assieme a stinchi e caviglie avversarie, lui non va per il sottile) e di mandarlo il più lontano possibile.[1](gli stinchi invece li prende tutti. Inoltre l'infido pallone tende a far amicizia con gli avversari del povero Filippo quando quest'ultimo sbaglia un passaggio sulla propria trequarti. Tutt'ora Filippo Melo si chiede come facciano gli altri a tenerlo vicino al piede e a farlo andare dove vogliono senza essere morsi. Sopratutto come riescano a fare tutto ciò in movimento.

Carriera

Il momento esatto in cui scoprì che le pallonate possono far male.

Brasile - Il periodo delle scoperte

Comincia la sua carriera nel São Bananão, dove entra come sturacessi e raccattapalle. Dopo aver menato tutti i compagni, si fa eleggere allenatore/giocatore e guida il club alla rivolta cittadina sul modello di Leonida. Trasferitosi in un altro stato federale, per evitare di venire linciato come nemico del popolo, decide di migliorare nei fondamentali del calcio. Qui impara che un pallone, pur essendo rotondo e perciò privo di spigoli, può far molto male ma molto male se ti prende in pieno volto. Sempre in Brasile scopre che i trans gli piacciono molto, che l'acqua bagna, che anche la figa bagna, che il rum è buono e che gli servono più soldi da sputtanare. Prende così la decisione di andare in Europa, la patria dei presidenti spendaccioni. In Europa si fa subito riconoscere, ma il DS della Fiorentina fa in modo di confondere le cose dando la colpa delle sue azioni ad altri compagni. Lo scopo è quello di vendere il brocco il più velocemente possibile. Si trasferisce infine alla Juventus.

Spagna

Filippo Melo si vanta spesso delle dimensioni del suo pene.

In Spagna approda al Mallorca dove gioca sette partite senza gol. Poi passa al Real Sociedad de Rodrigo Fernando Alberto Adelante de La Vega in quindicesima divisione, qui segna ben due gol in una stagione.[2]

Italia

Nel 2008 approda nella terra promessa del calcio indossando la maglia della Fiorentina. Non si capisce bene come possa essere arrivato in Serie A. Ci sono molte leggende a riguardo. La più credibile è che fosse un corriere della droga che stava portando degli ovuli di cocaina ad Adrian Mutu. La qualità della coca risultò talmente sopraffina da indurre i Della Valle ad ingaggiarlo come calciatore come copertura per la sua attività di pusher.

Nel 2009 la sua fama di corriere dalle uova d'oro giunge fino a Torino. Lapo Elkann, ansioso di provare la bamba del Brasiliano, decide di ingaggiarlo. Comincia così la sua esaltante avventura nella Juventus e ad oggi è l'idolo della curva bianconera. Grazie alle sue mirabolanti prestazioni vince il prestigioso premio Bidone d'Oro. Nell'estate 2011 viene mandato in prestito in Turchia, dove il buon Filippo continuerà a promettere ai tifosi impazienti, il meglio del suo vastissimo bagaglio tecnico:calci in faccia, papere, svarioni, passaggi sbagliati, assist agli avversari, gomitate, spintoni, tacchettate da dietro, falli in area e tanti tanti cartellini rossi.

Turchia

  • Verso la fine della sua permanza in regalo.. ehm prestito gratuito (a parte vitto e alloggio, s'intende) ai turcomanni del Galatasaray, il buon (si fa per dire) Filippo si è macchiato di un fatto molto grave: ha riempito di botte il suo compagno di squadra Alber Riera. Il gesto sconsiderato sembra aver comportato l'incazzatura suprema anche dell'imperatore Fatih Terim, allenatore turcomanno, che ha intimato i due di menarsi fuori dall'impianto sportivo per non sporcare di sangue ovunque, in quanto anti-igenico (poiché in Turcomandia la gente ha usanza ancora di fare picnic dentro gli stadi). I due calciatori (uno più dell'altro..) quindi si sono scontrati sulle strade, in un vero e proprio match di Street Fighter. Filippo Pero faceva Dhalsim, poiché lo ricordava vagamente nell'aspetto, mentre Riera prendeva pugni e basta, tanto da non riuscire a capire che personaggio avesse scelto. A fine incontro il nostro eroe ha messo sotto il piede la testa di riera, in posa statuaria, in attesa che qualche fotografo lo notasse. La squadra soccorsi della Turcomandia però gli ha negato questo piacere.

Nazionale

Felipe Melo è arrivato negli spogliatoi e i suoi compagni sembrano felici.

Felipe Pero riesce addirittura ad approdare nella Seleção verde oro. Questa volta non sono le sue doti da corriere ad aiutarlo, bensì la sua capacità di sollazzare i compagni negli spogliatoi.

« Sono molto contento di questa opportunità con la maglia verde-oro; i miei compagni sono giocatori a 90...ehm...360° »
(Felipe Melo sull'esperienza con la Nazionale.)

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Appassionato di fotografia, da anni persegue l'obiettivo di farsi fotografare in campo, durante una partita ufficiale, con la palla sotto al suo piede, in posa statuaria, quasi da gladiatore. Gli avversari lo boicottano sempre però, e lui s'incazza.
  • Riesce a stoppare ovunque. La sua natura da bulletto infatti gli impedisce di conseguire il gioco altrui. Lui lo ferma, e lo fa ripartire. L'indole generosa purtroppo però premia sempre gli avversari.
  • Si dice in Brasile che lui abbia accettato di far parte degli "Atleti di Cristo" per espiare i suoi peccati calcistici. In realtà lo fa per dare una giusta causa ai colleghi che scalcia con cattiveria: sono tutti infedeli!!

Voci correlate

Note

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  1. ^ Questa tecnica tuttavia non funziona quasi mai, perché il pallone fiuta la paura di Melo e lo beffa regolarmente
  2. ^ Due autogol per la precisione.