Dodò

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Dodò all'uscita da un night dopo aver passato una notte a base di sesso, droga e abuso di superalcolici.

Dodò è un pericoloso uccello psicolabile, considerato dall'FBI tra i cinque più efferati criminali a piede libero. Già ricercato in 14 stati per truffa, rapina a mano armata, riciclaggio di danaro sporco e abusi sessuali su una bambola di pezza, Dodò si è rifugiato nel noto programma televisivo per bambini L'Albero Azzurro chiedendo asilo politico. Essendo un programma destinato appunto ai bambini dell'asilo, tale richiesta gli è stata concessa, ma la polizia italiana ha l'ordine di arrestarlo non appena dovesse mettere piede fuori dallo studio televisivo.

Misteriose origini

La verità su Dodò.

Dodò fa parte della specie dei dodo, animali estinti da almeno 200 anni. Gli scienziati non hanno ancora trovato una spiegazione plausibile circa la sua esistenza. Molti affermano che sia l'unico della sua specie a essere stato ibernato (la verità è che è scivolato nel pozzetto congelatore per prendere l'ennesima lattina di birra ghiacciata).

È stato ritrovato nel 1990 da alcuni bambini (tra cui sua cugina Claudia) sui monti dell'Afghanistan. I bambini, dopo essersi divertiti a dipingergli in tutto il corpo dei piccoli pallini azzurri, lo hanno segnalato al WWF (World Wrestling Federation) che lo ha catalogato come una delle bestie apocalittiche di Satana.

I suoi due grandi occhioni hanno sempre la pupilla dilatata, segno del fatto che è continuamente sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.

La bestemmia in diretta TV

In una puntata dell'Albero azzurro del 1994 si fa scappare per la prima volta nella storia della televisione italiana una bestemmia in diretta TV.
Per questa famosa circostanza Dodò venne allontanato per un breve periodo dagli studi della RAI riuscendo tuttavia a non essere arrestato grazie ad un'abile fuga.
Rientrato clandestinamente in Italia, riprenderà la conduzione dell'Albero azzurro due anni dopo.

Intervistato da Bruno Vespa nel 1999 durante una puntata di Porta a Porta dichiarò di non essersi mai pentito o vergognato della mancanza di rispetto e del messaggio diseducativo dato durante una trasmissione rivolta ai bambini.

Gli inizi nel mondo dello spettacolo

Dodò durante gli anni della dipendenza da stupefacenti. Notare l'impressionante dimensione delle pupille.

La carriera criminale di Dodò comincia negli anni ottanta, di pari passo alla sua dipendenza dagli stupefacenti. Proprio in quegli anni infatti, mentre la sua stella cominciava a splendere, condusse una vita sregolata che gli procurò problemi di droga a causa dell'abuso di cocaina ed eroina, un mix che causò la morte per overdose di un suo grande amico, l'attore John Belushi.
I due si erano visti la sera prima in un appartamento sulla Boulevard street di Los Angeles insieme a una prostituta.

Carriera musicale

Nel 1990 fonda la sua band di rock progressivo di cui è tutt'ora il leader.
Nel 1991, sotto l'effetto di stupefacenti, fu accusato di aver mostrato i genitali al pubblico durante un concerto al Pistoia Blues e di aver simulato una fellatio a Robert Plant mentre suonava: per questo fu poi processato e condannato.
Le prove addotte sono state oggetto di contestazione, Dodò si è sempre proclamato innocente e non sono state depositate testimonianze da parte dei suoi compagni di band, a pochi metri da lui in quel momento. Un anno dopo, nel 1992, viene accusato di truffa al casinò di Saint Vincent ma si rende irreperibile. Nel 1994 mette a segno una rapina alla Banca Impopolare di Verona armato di una Beretta calibro 20.

L'illuminazione del pongo

Abbandonato al suo destino, Dodò cominciò a frequentare night club e locali sexy dove conobbe i suoi amici del cuore, che lo porteranno nella fantastica valle dell'albero azzurro. In realtà l'albero in questione ha le foglie verdi e il fusto marrone come tutti gli alberi, ma le visioni allucinogene causategli dalla coca che aveva imparato a consumare nei night club di New York lo portano ad avere una percezione surreale della realtà e cominciano a manifestarsi in lui chiari segni di daltonismo.

Nella magica valle in cui vive incontra nel 1998 la simpatica amica cinesina Fusako Sudomagodo, che ha la fissa del pongo e della plastilina esplosiva, ma che si rivelerà in realtà una spacciatrice di crack.

La triste fine di Dodò

Dodò imparò a raffinare la cocaina presente nel pongo cuocendola a vapore nell'acido solforico, ma la pericolosa operazione andò male e il pentolino con il quale cuoceva il pongo gli cadde addosso. Il suo corpo non venne mai più ritrovato. Quando la sua amica cinese seppe della sua morte scoppiò in lacrime, non per lui, ma per tutta la coca che aveva sprecato quel maledetto uccellaccio nella raffinazione.


Maestro di Vita

Si ritiene che ora Dodò sia un'ispirazione per tutti gli spacciatori e i delinquenti del mondo. A seguito di una retata che ha coinvolto il clan dei Casalesi, Dodò è stato condotto in carcere, dove sta scontando la pena di anni dodici. Voci insistenti dicono che Dodò non godrà - purtroppo - della buona condotta, dopo aver tentato di cavare un occhio a una guardia carceraria con un mestolo di pongo. Dodò comunque sta continuando la sua opera di moralizzazione e di aiuto anche da dietro le sbarre. Ecco alcuni dei suoi leggendari consigli:

Voci correlate